• 24/08/2020

“Oggi durante la conferenza stampa Nello Musumeci, il presidente della Regione Sicilia, ha più volte ribadito di non volere creare né un clima di panico né di allarmismo. Ha più volte detto che le sue dichiarazioni erano la fotografia della realtà, di una realtà insostenibile all’interno dei centri di accoglienza, dicendo per giunta che il governo Conte vuole fare dei campi di concentramento, e per di più che chi non ha mai messo piede in una realtà come i CARA o gli Hotspot non ha diritto di parlarne. Allora invito il presidente Musumeci a fare come ho fatto io oggi: vada a visitare il CARA di Caltanissetta, provando, se gli riesce, ad essere obiettivo. Impari a distinguere caso per caso, a riconoscere che un provvedimento generico come l’ordinanza di ieri è una provocazione gratuita, utile solo a creare allarmismo”. Lo dichiara il deputato dem Carmelo Miceli, responsabile Sicurezza del Partito Democratico.

“Vada a vedere - ha aggiunto il deputato dem - come sono gestiti i 13 mila metri quadri della struttura nissena nella quale, a fronte di una capienza massima di 450 ospiti, attualmente vivono solo 367 migranti, in condizioni igieniche all’evidenza ottimali e serviti da più di 60 tra medici, infermieri, assistenti sociali, mediatori culturali e vigilati da più di 100 militari e due squadre di Carabinieri e Polizia. Un luogo nel quale gli ospiti sono visibilmente sereni, entrano i struttura solo se risultati negativi al tampone, vivono in quarantena in modo ordinato, ed escono dalla struttura solo se negativi, per essere redistribuiti nella rete Siprorimi”.

“Oggi - conclude Miceli - per l’ennesima volta, Musumesci ha commesso un grave errore: ha raccontato una situazione che non rappresenta la realtà della maggior parte dei centri che accolgono migranti, descrivendoli tutti come lagher e arrivando al paradosso che per difendere la qualità della vita degli ospiti di questi posti l’unica cosa da fare era cacciarlo dalla Sicilia. Una cosa ridicola, insensata, una offesa al senso di umanità oltre che al lavoro di quei tantissimi funzionari delle prefetture, qui polizziotti, quei carabinieri, quegli operatori sanitari, quegli educatori, quegli assistenti sociali e quei mediatori culturali che fanno funzionare alla perfezione la maggior parte delle strutture di accoglienza. I fatti parlano la propaganda invece se la porta via il vento”.