• 24/03/2021

“E' iniziato il lavoro. Ci aspetta una stagione impegnativa. Di costruzione e di ascolto. Stiamo attraversando una fase storica di una delicatezza estrema. Come insegna Yascha Mounk, ci sono lunghi decenni in cui la Storia sembra rallentare fin quasi a fermarsi. E poi ci sono anni brevissimi nei quali tutto cambia, di colpo. E cose che apparivano immutabili sembrano sul punto di andare in pezzi. E' un momento simile a quello in cui ci troviamo. La pandemia sta accelerando e amplificando i fenomeni di cambiamento in corso. Sul piano socio-economico (con le transizioni tra modelli di sviluppo e incrocio tra ambiente e tecnologia), sul piano politico (con la crisi della democrazia rappresentativa e la tentazione delle "democrature" sovraniste), sul piano geo-politico (con l'aperta sfida per la leadeship globale tra Stati Uniti d'America e Cina, che sottende allo vero e proprio scontro del XXI secolo tra il modello del capitalismo liberaldemocratico e quello del capitalismo politico a sfondo autoritario).
Far parte di un organismo di elaborazione e guida politica in questo frangente è una responsabilità ancora più forte. Che si accentua se si pensa che il nostro compito, insieme a tutta la comunità delle donne e degli uomini del Partito Democratico, è quello di contribuire al processo di modernizzazione e di riflessione sul futuro della democrazia nella società del post-pandemia. La democrazia non è mai un dato acquisito per sempre, un totem immutabile da osservare come un simulacro. Al contrario, è un processo che si sviluppa, si forma e si alimenta (o si può spegnere) dentro il turbine della Storia, nelle convulsioni delle modificazioni sociali, produttive, economiche, territoriali.
Oggi viviamo in un Paese nel quale, dopo anni di rivoluzioni annunciate retoricamente poi tutte spentesi come stelle della notte di San Lorenzo, le attese e le speranze si sono trasformate in disorientamento, la soluzione dei problemi si è sublimata in una emergenza costante e perpetua abbandonando l'analisi e il pensiero lungo, e il contagio delle paure che emergono dal cambiamento può trasformarsi in rabbia. Eppure, è dentro questo contesto che alla società italiana si impone un ripensamento generale e strutturale, una grande idea per la post-pandemia, uno sguardo ai prossimi vent'anni, per le nuove generazioni, per noi stessi.
Fare politica in questo momento è al tempo stesso affascinante e tremendo. E anche per questo non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo sbagliare. Ma farcela! Per l'Italia e per i nostri valori nei quali crediamo. Buon lavoro a tutte e a tutti noi”.

Lo scrive su facebook Enrico Borghi, deputato Pd e responsabile Sicurezza della segreteria nazionale del Partito Democratico.