" Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha dichiarato che sul tema delle pensioni, sollevato dai sindacati e in Parlamento, bisogna tenere conto delle 'cifre globali' e aver chiaro 'quali sono i confini'. Tradotto, Gentiloni ha voluto dire che il Governo è aperto alla discussione, ma che le risorse sono scarse. Poiché riteniamo che il tema dell'innalzamento dell'età pensionabile debba essere affrontato prima della fine della legislatura, possibilmente nella legge di Bilancio, suggeriamo al Premier alcune possibili soluzioni". Lo dichiara Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro alla Camera.
"Intanto - prosegue - occorre non farsi fuorviare dalle dichiarazioni allarmistiche del Presidente dell'INPS che ha parlato di un costo di 141 miliardi nel caso di un intervento sull'età pensionabile. Una cifra sparata a freddo nel dibattito, in modo terroristico, senza sapere se si stesse parlando di un blocco per tutti e per sempre del meccanismo di innalzamento dell'età pensionabile, o di una sua semplice rimodulazione, o di un suo rallentamento".
"Le proposte che facciamo a Gentiloni sono semplici: considerare il calo dell'aspettativa di vita registrato inaspettatamente nel 2015, che pare confermato per il 2017, al fine di limitare la prevista crescita di 5 mesi che porterebbe il momento della pensione di vecchiaia dagli attuali 66 anni e 7 mesi a 67 anni".
" La seconda ipotesi - spiega Damiano - ancora più semplice e a costo zero, è quella di rimandare al 2018 la decisione, che dovrebbe invece avvenire entro la fine di quest'anno attraverso una semplice Direttiva amministrativa, per avere il tempo di esaminare il funzionamento di un meccanismo che non contemplava il calo della aspettativa di vita".
"Si può fare perché l'innalzamento dell'età della pensione decorrerà comunque dal 2019", conclude.