“La pandemia non è stata una semplice interruzione della corrente, come ha detto giustamente il Presidente Draghi, e quindi non sarà sufficiente riaccendere un interruttore. Niente sarà come prima, ma la qualità e la forza di ciò che verrà dipende da tutti noi. Per questo sarà necessario stringere un nuovo Patto economico e sociale tra Stato, Regioni e le forze economiche e sociali, per dare il via a quel Next Generation Italia che diverrà tale solo se remeremo tutti nella stessa direzione, concentrando tutte le risorse europee e nazionali in un medesimo disegno”.
Lo afferma Susanna Cenni, vicepresidente Pd della commissione Agricoltura alla Camera e responsabile Politiche Agricole della Segreteria Nazionale Pd, intervenendo in Aula per la discussione sul PNRR.
“Il comparto agricolo - prosegue l'esponente dem - ha garantito anche nei momenti più difficili approvvigionamento di alimenti freschi al nostro Paese, che vive tuttora situazioni di grande criticità legati allo stop di tutta la rete HoReCa, della mobilità turistica e quindi agrituristica, snodo centrale del Green Deal per la sua funzione fondamentale di produzione di cibo, di salute, di paesaggio, di presidio territoriale e ambientale, di fornitore di servizi di prossimità nelle aree rurali, così come di prestigio nel mondo. La declinazione del Green Deal nel comparto con le due strategie Europee Biodiversità e Farm to Fork indica la direzione: dare vita a sistemi che rafforzino le filiere dal campo, e dal mare, fino alle nostre tavole, garantendo salubrità, biodiversità, reddito dignitoso agli agricoltori e ai pescatori ed ai lavoratori”.
“Ci sono risorse, inoltre, per intervenire finalmente sulla sostituzione di coperture inquinanti nei fabbricati agricoli, nelle stalle, coibentando i tetti, installando fotovoltaico sulle coperture degli edifici, migliorando pertanto l'efficienza energetica e climatica dei locali, contemporaneamente concorrendo alla produzione di energia senza istallare pannelli a terra, che invece sottraggono alla coltivazione ed alla produzione agricola terreno necessario. La coltivazione - conclude Cenni - deve restare la priorità nell'utilizzo del suolo agricolo, un suolo che anche negli ultimi anni continua a registrare una sottrazione di circa 4000 ettari all’anno e che invece dovremmo utilizzare per accrescere la nostra produzione nazionale di qualità”.