“Abbiamo chiesto alla ministra Lamorgese quali sistemi di riconoscimento facciale intenda utilizzare per le attività di competenza del Ministero, o se invece non ritenga opportuno una moratoria in attesa di una migliore definizione della normativa in materia di privacy, in considerazione del fatto che tali sistemi risultano essere sempre più diffusi malgrado le preoccupazioni crescenti in merito alla loro efficienza e ai rischi per la privacy. Del resto la Risoluzione del Parlamento europeo del 20 gennaio 2021 sull'Intelligenza Artificiale ha invitato la Commissione Europea a prendere in considerazione l'introduzione di una moratoria sull'utilizzo di tali sistemi da parte dello Stato nei luoghi pubblici”.
Lo dichiara Filippo Sensi, deputato del Partito democratico, intervenendo in Aula per il Question time.
Nella replica, affidata a Enrico Borghi, della Presidenza del Gruppo Pd, si evidenza soddisfazione per la risposta della Ministra, sottolineando come
“il rapporto tra individui, tecnologie e società sia oggi di tipo nuovo. L’interazione sociale - prosegue Borghi - consente attraverso l'utilizzo e il controllo dei di big data una potenziale schedatura di ognuno di noi, nessuno escluso. Facciamo notare che ci sono casi di aziende straniere che regalano ai comuni sistemi di video sorveglianza con riconoscimento facciale. Questi strumenti, se male utilizzati, potrebbero portare a scambi di persone, al controllo individuale e al tracciamento improprio, dati che incrociati con i social ci porterebbe a sistemi di vigilanza con tratti orwelliani. Il progresso tecnologico non può andare a discapito delle libertà fondamentali e dei diritti inalienabili delle persone. Questo è per noi un punto non negoziabile. Anche per questo, così come sta avvenendo negli Stati Uniti e in Canada, sosteniamo una moratoria su questi strumenti di riconoscimento facciale, in modo di avere il tempo per costruire uno strumento legislativo adeguato”.