“Quello dato dalla Rai a Grillo per sfruttare gli spezzoni dei suoi spettacoli è un compenso vero e proprio: qualcuno potrebbe addirittura leggerlo come finanziamento illecito ai partiti, visto che Grillo ricopre carica ufficiale di garante del Movimento 5 Stelle”. Lo dichiara Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai, in un’intervista a Democratica sulle polemiche sollevate da “Ciao, Grillo”, la trasmissione in onda stasera su Rai 2.
“Siamo – spiega - di fronte ad una triste storia di servilismo del servizio pubblico nei confronti della politica, come non se ne vedevano dai tempi di Raiset. Nessuno mette in discussione la storia artistica di Grillo, ma non si può fare finta che ora non sia il leader politico di un partito, non si può trascurare che siamo alla vigilia di una campagna elettorale. Freccero, per acquistare crediti con la sua parte politica, getta alle ortiche 40 anni di carriera televisiva e si mette a fare il cavalier servente di Grillo e Salvini con i soldi degli italiani. Ma sarebbe intanto utile fare chiarezza su questo compenso di circa 30mila euro che va al comico. I diritti d’autore della Siae non c’entrano nulla, quelli verranno pagati eventualmente in un secondo momento dopo il rapporto artistico sul programma. I 30mila euro o più sono un compenso che viene assegnato direttamente alla società che cura l’immagine di Grillo per sfruttare gli spezzoni dei suoi spettacoli, quelli di cui la Rai non ha già i diritti. E’ un compenso vero e proprio, qualcuno potrebbe addirittura leggerlo come finanziamento illecito ai partiti, visto che Grillo ricopre la carica ufficiale di garante del Movimento 5 stelle. Di certo è una pagina nera del servizio pubblico”.
“Mi auguro che venga presa piena coscienza a tutti i livelli di quello che sta accadendo. La battaglia, oltre che politica, deve diventare anche giuridica e giudiziaria.
Serve un intervento sanzionatorio dell’Agcom quanto prima”, conclude.