• 11/06/2019

“Non si possono mettere sullo stesso piano due vicende totalmente differenti come quella di ‘Realiti’ e il caso del figlio di Riina da Vespa”. Lo dichiara Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai, in un’intervista al sito di informazione “Globalist.it”.

“Stavolta – continua - la trasmissione è andata in diretta e quello che è accaduto non è stato certamente programmato. Nel caso del figlio di Riina, invece, l’intervista fu ampiamente annunciata, fu registrata prima, fu vagliata dai dirigenti Rai e fu messa in onda, sebbene si fosse sollevata un’ondata di indignazione tra i cittadini e tra le massime istituzioni. Il caso di Rai2 svela un altro tipo di problemi. Prima di tutto: perché la grande Rai deve dare visibilità a dei giovani con simili problemi, diciamo così, culturali e in un contesto così facile e civile come uno studio televisivo? Enrico Lucci è stato bravo per come ha reagito, ma perché quei due stavano lì? Potevano essere criticati o peggio, ma senza renderli famosi. Ci sono tematiche scottanti che non possono essere affrontate con superficialità, a maggior ragione dal servizio pubblico. ‘Realiti’ è una produzione esterna, è un che viene pagato all’esterno. Lo stesso conduttore Lucci appartiene alla scuderia di Beppe Caschetto, agente quasi monopolista in Rai di una quantità indefinita di trasmissioni, su tutte le reti. Di fronte a questo proliferare di scatole esterne, la Rai ha ancora gli strumenti per decidere cosa va in onda, per vigilare su quello che accade, per influire sugli ospiti che vengono invitati? Le decine e decine di dirigenti Rai, tra capi struttura, capi progetto, direttori e vice direttori di rete, che ci stanno a fare? Chi decide cosa succede a ‘Realiti’: la Freemantle che lo produce, il potente agente Caschetto o il legittimo direttore di rete Freccero? È evidente che c’è un meccanismo in cui tanti guadagnano, in maniera anche opaca, ma poi se c’è un danno, quel danno lo paga la Rai. Quale è l’antidoto allo strapotere di società ed agenti esterni?”

“La Rai dovrebbe dare immediata applicazione – risponde Anzaldi – alla Risoluzione contro i conflitti di interessi di conduttori, agenti e autori, approvata all’unanimità la scorsa legislatura dalla commissione di Vigilanza. Finché quella direttiva non verrà rispettata dal servizio pubblico, continueremo ad avere privilegi per pochi e schiaffi ai telespettatori che pagano il canone”, conclude.