• 02/10/2020

“Con la discussione di oggi in commissione Bilancio sulla relazione che individua le priorità nell’utilizzo del Recovery Fund si avvia bene e in modo corretto il percorso che vedrà protagonista il Parlamento nella definizione del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), collegato allo straordinario strumento messo in campo dall’Europa con il Next Generation Eu. Gli obiettivi del Piano saranno sei e punteranno sui seguenti argomenti; 1) Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; 2) Rivoluzione verde e transizione ecologica; 3) Infrastrutture per la mobilità; 4) Istruzione, formazione, ricerca e cultura; 5) Equità sociale, di genere e territoriale; 6) Salute. Fissati anche i criteri di valutazione dei progetti allo scopo di rendere la loro selezione più precisa e granulare. Verranno premiati quelli che riguardano la creazione di beni pubblici, rapidamente cantierabili e monitorabili, quelli con effetti positivi rapidi su numerosi beneficiari, finora scartati per mancanza di fondi e che prevedono per la loro realizzazione forme di partenariato pubblico-privato o capitali privati, con basso consumo di suolo e alti livelli occupazionali”.

Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, al termine della prima discussione sulla relazione sull’individuazione delle priorità nell’utilizzo del Recovery Fund.

“Snodo cruciale anche per evitare una frammentazione del Pnrr - aggiunge il deputato dem - sarà la piena coerenza dei progetti con gli obiettivi complessivi del Piano nazionale e la loro aderenza alle ‘missioni’ del Piano Sud 2030. Per quanto riguarda le Regioni meridionali, infatti, avremo una massa di risorse senza precedenti, la cui entità supera, in percentuale di Pil nazionale, anche quella dell’intervento straordinario per il Mezzogiorno. E’ evidente che siamo di fronte a un’occasione storica, unica e irripetibile, per colmare il divario del Sud rispetto alle zone più sviluppate del Paese. Infine, un altro aspetto fondamentale è quello del collegamento tra spesa e riforme. Questo perché la capacità delle spese aggiuntive di innescare aumenti di produttività e crescita economica è fortemente condizionata dall’efficienza della pubblica amministrazione e del mercato del lavoro. Un sistema fiscale penalizzante - conclude Ubaldo Pagano - e una giustizia lenta, ad esempio, attenuano l’effetto moltiplicativo della spesa”.