• 01/04/2025

“‘Vuoi un’avventura o semplicemente rilassarti o toglierti qualche sfizio? Allora tutti a Dakhla, perché c’è di più in Marocco’. Sembrerebbero le frasi di un’innocente operazione di marketing turistico, ma in realtà è una blasfema e ingannevole pubblicità della Ryanair che ignora la storia di quei territori occupati illegalmente dal 1976.  Infatti bastava aprire Wikipedia e scoprire che Dakhla è una città situata nel territorio del Sahara Occidentale, illegittimamente occupato dal Regno del Marocco e che ha costretto un popolo, i Saharawi rappresentati dal Fronte Polisario, che quelle terre legittimamente abitavano, ad un esilio forzato dopo una guerra durata dal 1976 al 1991. Con una prova di forza militare, che ha provocato feriti e morti, e ora una vita di difficoltà nel deserto algerino, il popolo Saharawi è stato cacciato e vive in una sorta di confino senza che le autorità occidentali abbiamo avuto la forza, anche a fronte di importanti sentenze della Corte di Giustizia europea e tante risoluzioni dell’Assemblea generale dell’Onu, di rispristinare diritto, giustizia e legalità consentendo lo svolgimento di un referendum per l’auto determinazione come è successo per tutte le ex colonie, ultima delle quali Timor Est”.

Il deputato PD, Stefano Vaccari presidente dell'Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi.

“A Ryanair - aggiunge - tutto ciò non interessa evidentemente perché ciò che conta è solo il business, magari anche sovvenzionato dal Regno del Marocco, perché ci vuole una grande ipocrisia nel vendere pacchetti turistici, incuranti di tutto ciò e di quanto è successo, in nome e per conto di uno Stato occupante. Servirebbe che la compagnia aerea facesse mea culpa e tornasse indietro, ma in caso contrario proporrò di boicottare questa sciagurata iniziativa a tutti i colleghi dell’intergruppo parlamentare e della Rete italiana di solidarietà, e solleciterò il Governo italiano a chiedere il rispetto del diritto internazionale e a cercare soluzioni ad uno dei misfatti più eclatanti avvenuti nel Nord Africa”.