Dichiarazione di Gianni Cuperlo, deputato Pd
“Con questo emendamento soppressivo la maggioranza non si limita ad esprimere una obiezione di merito o ad avanzare una controproposta, che sarebbe pure auspicabile, ma decide di sotterrare un problema. Decide di cancellarlo dall’agenda parlamentare negando alle opposizioni, per una volta unite, di mettere il parlamento nella condizione di fare il suo mestiere: quello di discutere, di emendare e di ricercare una sintesi possibile.” Così il deputato Pd Gianni Cuperlo, intervenendo in Commissione Lavoro sul salario minimo. “Temo – ha proseguito Cuperlo- che dietro a questo atteggiamento della maggioranza ci sia una concezione della dialettica parlamentare e della stessa qualità democratica nell’uso del consenso che rischia seriamente di ridurre gli spazi del pensiero critico e della partecipazione. Con partiti fragili una democrazia soffre, senza elettori una democrazia muore, ha sottolineato Cuperlo, per il quale “anche da questo punto di vista dare un segnale all’esterno che da queste aule c’è un parlamento che sa discutere può essere un incentivo a favorire una maggiore consapevolezza alla partecipazione da parte dei cittadini”. Il salario minimo – ha incalzato l’esponente Dem- non è uno sgambetto delle opposizioni alla maggioranza e nemmeno un agguato al governo del paese, legittimato a compiere le sue scelte. Ma nella sua modestia, questa proposta vorrebbe invece essere una forma di pacificazione sociale. Non sarà certo un caso che una forte maggioranza degli italiani , il 75 per cento, è favorevole ad una misura come il salario minimo. E se il Parlamento – ha concluso Cuperlo- scegliesse invece di negare anche solo la prospettiva di un confronto sul merito di questa proposta temo che quella maggioranza resterebbe profondamente delusa. Faccio così appello alla maggioranza perché ci ripensi.”