Informazione: Pd, Rai in stallo ma governo e maggioranza pensano solo a nomine
Snobbato dibattito su riforma governance servizio pubblico
Snobbato dibattito su riforma governance servizio pubblico
“Dopo aver bocciato gli emendamenti che chiedevano di escludere i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni, la maggioranza tenta di ripulirsi la coscienza con un ordine del giorno che impegna il governo a intervenire con una futura legge.
“La Camera respinge gli emendamenti che chiedono di escludere i reati del Codice Rosso – come maltrattamenti, stalking e violenza sessuale – dal limite di 45 giorni alle intercettazioni. Questo atteggiamento irresponsabile della maggioranza infligge un duro colpo a molte indagini che non potranno più avvalersi di uno strumento fondamentale per contrastare la violenza di genere. I numerosi casi di cronaca confermano quanto le intercettazioni siano essenziali per perseguire i responsabili e proteggere le vittime.
“Il Pd esprime il voto contrario alla relazione della maggioranza che propone la decadenza del seggio del movimento 5 stelle, proposto dalla giunta delle elezioni, perché riteniamo che sia sbagliato il modo in cui siamo arrivati alla relazione finale. Si sta creando un precedente pericoloso, un'arroganza della maggioranza che in democrazia non va bene, perché le maggioranze cambiano e questo impone a tutti noi l'obbligo di operare sempre con disciplina ed onore”.
“Scontro feroce nella maggioranza sulle Soprintendenze: la Lega, con Zaia in testa, si sta vendicando contro la presidente Meloni e Fratelli d’Italia, che hanno di fatto 'defenestrato' il governatore del Veneto? La battaglia politica si sta giocando in queste ore sulla pelle del patrimonio culturale italiano, con il rischio di ridurre la tutela a clava per risolvere i problemi interni alla maggioranza.
Ciò che abbiamo visto nel iter di questa manovra è talmente imbarazzante che la 76esima fiducia dall’inizio della legislatura è l’ultimo dei nostri problemi: con le auto-accuse di Bignami in Commissione, siete la prima maggioranza della storia che si fa ostruzionismo da sola. Siamo alla terza legge di bilancio del Governo Meloni e le uniche misure utili al Paese sono quelle che avete ereditato dal Governo precedente. Per il resto torna in voga l’austerità per tutti, le mancette elettorali, il Ponte sullo Stretto, il Sud al guinzaglio del potente di turno.
"Il governo disattende completamente l’impegno preso con il Parlamento la scorsa settimana e non aumenta i fondi per la moda." Così la vicepresidente del gruppo Democratico della Camera, Simona Bonafè, che sottolinea: "La moda italiana è stata abbandonata e, nonostante l'impegno del governo di trovare i fondi per superare la crisi del settore nel primo provvedimento utile, nulla è stato fatto. La manovra di bilancio è piena di provvedimenti microsettoriali di cui non si comprende la ratio.
La maggioranza continua a sabotare la Commissione di Vigilanza Rai, disertando le sedute e bloccando l’iter istituzionale per il completamento della nomina del presidente del CdA. Si tratta di un atto irresponsabile, che dimostra totale disprezzo verso le regole e i cittadini, i quali pagano il canone per un servizio pubblico che dovrebbe essere indipendente e trasparente", dichiarano in una nota i parlamentari democratici della Commissione di Vigilanza Rai.
“Pare che anche la maggioranza stia ripensando a tornare indietro su alcune delle misure sbagliate della sua legge di bilancio, cosi come da subito abbiamo chiesto con gli emendamenti del Partito Democratico. Penso all'abolizione del blocco parziale del turn over per gli enti locali, al rifinanziamento del fondo affitti azzerato dalle due precedenti manovre, allo stop a un ampliamento ingiustificato della web tax a piccoli operatori che gia pagano l'imposta sui redditi. Bene, ma ci sarebbe piaciuto discuterne insieme gia oggi in commissione.
“La Corte Costituzionale ha demolito l’Autonomia di Calderoli. La legge infatti non rispetta i principi di sussidiarietà e di unità della nazione che per ironia della sorte sono messi in discussione proprio dal governo dei patrioti. Ora la Premier venga in Parlamento per dire come intendono affrontare la sentenza e come intendono andare avanti, ma blocchino subito le intese avviate con le Regioni. Ci dicano cosa vogliono fare della protezione civile o del commercio estero, alcuni dei temi più controversi al centro del conflitto di attribuzione tra Stato e Regioni”.