Il tema delle lunghe liste d'attesa rappresenta la spia del cattivo funzionamento del sistema sanitario nazionale e viene vissuto come una vera ingiustizia soprattutto allorché il cittadino, pagando la prestazione si assicura la prestazione immediatamente, rispetto alla corsia istituzionale. E' bene chiarire che sarebbe sbagliato pensare che la radice delle liste di attesa sia riferibile all'attività intramoenia, anzi al contrario è diffuso il ricorso a prestazioni dei medici in intramoenia per ridurre almeno in parte, le liste di attesa. Allora c'è da chiedersi come contenere le liste d'attesa, che è possibile ridurre se applicando il piano nazionale, si riprogrammano i servizi, si sperimentano innovazioni organizzative, si monitorano e si controllano i risultati. La Regione Emilia Romagna, ad esempio, ha avviato un piano regionale in recepimento del Piano Nazionale di contenimento delle liste d'attesa raggiungendo rapidamente risultati eccellenti ed è oggi assunta come punto di riferimento anche da altre regioni. È comunque importante segnalare che per una compiuta attuazione del Piano Nazionale è necessario predisporre i percorsi di appropriatezza delle prestazioni, ma soprattutto è urgente affrontare le criticità che da anni riguardano l'adeguatezza degli organici: sblocco del turn-over, stabilizzazione dei precari e rimozione dei vincoli che impediscono la mobilità volontaria. Potremo realizzare ciò, se porremo fine alla stagione del sottofinanziamento del sistema sanitario, imposta in questi anni dalla durissima crisi scoppiata ormai otto anni fa. Ma dobbiamo affrontare anche la questione che riguarda la non attuata riforma dell'attività intramoenia che ha lo scopo di corrispondere alla libertà di scelta del cittadino, superando le distorsioni che anche recenti indagini condotte dal Censis rileva. Siamo in presenza di una riforma (il decreto Balduzzi del 2012) che è tesa a superare l'opacità che caratterizza larga parte dell'attività libero-professionale, ma che non ha trovato compiuta applicazione. Con la mozione presentata abbiamo impegnato il Governo ad attivarsi affinché rapidamente tutte le Regioni raggiungano gli obiettivi previsti, perché abbiamo la consapevolezza che attuare la riforma significhi assicurare trasparenza e tracciabilità all'intramoenia, rimuovere le differenze di opportunità di accesso ai servizi sanitari, in definitiva, creare uguaglianza.
Lo afferma Margherita Miotto, deputata del Pd in commissione Affari sociali della Camera.