“La regione Sicilia a novembre è chiamata al voto e, nonostante progetti di legge presentati, petizioni e mobilitazioni della società civile e delle associazioni delle donne siciliane, non ha riformato la propria legge elettorale per introdurre la doppia preferenza di genere. Principio di democrazia paritaria che il Parlamento ha chiaramente introdotto nel 2016. Promuovere pari opportunità nelle cariche elettive è uno dei principi della strategia della parità che questo Paese si è dato. Per questo abbiamo chiesto alla ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, e al governo di intervenire sulla regione Sicilia affinché adegui le sue norme ai principi della democrazia paritaria”. Lo dichiara Cecilia D’Elia, deputata del partito democratico e portavoce della Conferenza delle donne democratiche, intervenendo in Aula per il question time.
Nella replica, Francesco Boccia, deputato del Partito democratico e responsabile Regioni ed Enti locali della Segreteria nazionale, ha evidenziato come “purtroppo su questo tema nessun grido d’allarme arriva dal presidente Musumeci, né dal presidente dell’Assemblea regionale Micciché. In questo momento in Sicilia non sono garantite condizioni di eguaglianza. Per questo chiediamo al governo di diffidare la regione Sicilia, la quale deve rimuovere questa disparità, altrimenti lo Stato deve intervenire con poteri sostitutivi, così come fece in Puglia per la prima volta nella storia dove fu lo stesso Presidente Emiliano a chiedere l’intervento dello Stato di fronte all’immobilismo del Consiglio regionale. Le donne siciliane hanno gli stessi diritti delle donne delle altre regioni, e questi diritti devono loro essere garantiti. In Sicilia oggi è violato l’art. 51 della Costituzione sull’uguaglianza alle cariche elettive e non viene tutelata l’unità giuridica della Repubblica”.