Dichiarazione di Andrea Casu, dell'ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera
“La presidente Giorgia Meloni deve rispondere in parlamento, non può più eludere la domanda che le rivolgiamo da settimane: se durante la telefonata c’è stata una preoccupazione da parte sua e ci sono stati ben 40 giorni prima che altre fonti esterne dessero la notizia di questa telefonata cosa è avvenuto nel frattempo? Che verifiche sono state effettuate e che esito, eventualmente, hanno dato? E prima della telefonata, se è vero che l’unione africana aveva avvisato del pericolo anche il Governo italiano, cosa è stato fatto?” Così il deputato Pd Andrea Casu nel corso dello svolgimento stamane in Aula di una interprellanza urgente al governo sulla vicenda che ha portato alle dimissioni del consigliere diplomatico di Palazzo Chigi.
"Non possiamo accettare - ha proseguito Casu- che siano fonti estere a superare così agevolmente i nostri filtri e poi a divulgare una simile conversazione. Che altri soggetti possano decidere in futuro quando far precipitare i titoli di borsa o quando farci scivolare in una crisi politica. Perchè se sono vere le dichiarazioni del sottosegretario Fazzolari l’attacco della propaganda russa in atto mette a rischio la tenuta delle nostre istituzioni e di questo dobbiamo confrontarci in Parlamento non attraverso agenzie di stampa. Se invece non è vero un simile argomento non può essere agitato solo per coprire e giustificare le azioni della Presidente. Il Pd vuole sapere cosa è successo in quei 40 giorni. Perché se sono state fatte tutte le verifiche del caso e hanno dato esito positivo, ci sono una serie di responsabilità che non possono essere scaricate su un singolo capro espiatorio. La nobiltà delle dimissioni di un singolo non può cancellare una catena imbarazzante di errori che coinvolgono certamente anche altri soggetti. E se invece le richieste della Presidente non hanno avuto risposta perché Giorgia Meloni non l’ha sollecitata? Quante altre verifiche su situazioni non chiare sono in corso?- ha proseguito Casu- Sono quesiti che il parlamento ha il dovere di affrontare. E la presidente Meloni non può più sfuggire anche alla responsabilità politica sul contenuto di quello che ha detto riguardo la guerra per la difesa dell’Ucraina, i rapporti con la Francia e le altre valutazioni che hanno guadagnato le prime pagine della stampa internazionale. E riguardano anche un tema su cui evidentemente c’è una fragilità enorme del nostro sistema paese. Gli ultimi dati ci dicono che nell’ultimo anno quasi il 98% delle imprese italiane ha subito almeno un cyber attacco. I nostri dati sensibili e strategici sono a rischio. E se siamo così vulnerabili persino ai vertici delle istituzioni nazionali mentre grazie all’innovazione i nostri nemici hanno a disposizione strumenti sempre più efficaci per poter bucare i nostri già fragili sistemi difensivi, noi vogliamo sapere cosa sta facendo il governo per alzare la guardia degli investimenti, degli interventi, dei protocolli a difesa della sicurezza nazionale. Non possiamo accettare una risposta d’ufficio come quella fornita oggi dalla sottosegretaria Castiello che ha ripetuto in Aula quello che abbiamo già letto sui giornali. Ci deve essere una assunzione di responsabilità politica da parte della premier che però non sta avvenendo. La Presidente Giorgia Meloni - ha concluso Casu- continua a non risponderci e a fuggire da ogni occasione di confronto parlamentare, dal premier time che chiediamo da mesi insieme a tutte le opposizioni alle interpellanze in cui viene direttamente chiamata in causa come oggi. Da parte nostra continueremo a chiederle chiarezza.”