Noi vogliamo un rapporto franco e trasparente tra politica e magistrati
“E’ una buona legge, equilibrata, anche se tocca un tema sensibile come è la partecipazione dei magistrati alle cariche elettive. Per noi la divisione dei poteri è sacrosanta e a quella ci siamo ispirati scrivendo queste norme che intervengono sulla candidabilità, eleggibilità e ricollocamento dei magistrati che abbiano ricoperto incarichi politici sulla base di una convinzione: le istituzioni rappresentative hanno bisogno di tutte le competenze, senza escluderne nessuna, compresi i magistrati (che nell’attuale parlamento sono in tutto nove, di cui quattro in pensione). Ma, vista la loro particolare funzione, occorre che siano assicurati (e percepiti dai cittadini) principi di autentica indipendenza e terzietà. Per ciò sono stati rafforzati i criteri già esistenti: innanzitutto ,è stata ampliata la platea delle cariche elettive, che vanno ora dagli enti locali fino al Parlamento europeo; è stato poi alzato a 6 mesi (per candidarsi) e a 5 anni (dopo il rientro) il periodo nel quale il magistrato non deve aver prestato servizio nel territorio di riferimento della circoscrizione elettorale per potersi candidare. L'aspettativa è obbligatoria per l'intero periodo di svolgimento del mandato o dell'incarico di governo sia nazionale che regionale o locale e comporta il collocamento fuori ruolo del magistrato. I magistrati in aspettativa conservano il trattamento economico in godimento, senza possibilità di cumulo con l'indennità corrisposta in ragione della carica e possono scegliere per la corresponsione della sola indennità di carica. Il periodo trascorso in aspettativa è computato a tutti gli effetti ai fini pensionistici e dell'anzianità di servizio. Sono "incandidabili” i magistrati che prestano servizio, o lo hanno prestato nei cinque anni precedenti la data di accettazione della candidatura, presso sedi o uffici giudiziari con competenza ricadente, in tutto o in parte, nel territorio della regione compresa, in tutto o in parte, nella circoscrizione elettorale e chi viola norme perde due anni di anzianità. Queste sono le nuove norme che il Partito democratico sostiene fortemente perché rispettano la fondamentale trasparenza del rapporto toghe-politica”.
Così David Ermini, responsabile Giustizia del Pd, nella dichiarazione di voto alla Camera sulla pdl che riforma le norme sulla partecipazione dei magistrati alle cariche elettive.