• 07/04/2020

Con un’interrogazione rivolta al presidente del Consiglio dei ministri e ai ministri degli Esteri e degli Affari europei, i deputati del Pd, Stefano Ceccanti, Emanuele Fiano, Lia Quartapelle, Marina Berlinghieri, Michele Bordo, Vincenza Bruno Bossio, Elena Carnevali, Lucia Ciampi, Francesco Critelli, Piero De Luca, Andrea De Maria, Romina Mura, Pietro Navarra, Nicola Pellicani, Antonio Viscomi, chiedono al governo italiano di attivarsi con le istituzioni dell’Unione europea per sancire l'incompatibilità della progressiva costruzione di una democrazia illiberale in Polonia con i valori di cui all'articolo 2 del Trattato dell’Unione, dopo l’inquietante voto di ieri alla Camera dei deputati polacca.
“Con i soli voti della maggioranza - argomentano i deputati dem - è stato approvato un progetto di legge per l’istituzione del voto postale quale metodo esclusivo per l’espressione del suffragio per le elezioni presidenziali, il cui primo turno è previsto per il prossimo 10 maggio.
Si tratta di una delega piena alle Poste che vengono a subentrare nelle funzioni alla commissione elettorale nazionale, non essendo però dotate della medesima autonomia, sia in sé, sia per quanto accaduto nei giorni scorsi, quando il direttore delle Poste è stato sostituito dall’ex vice-ministro della Difesa, Tomasz Zdzikot. Per quanto la maggioranza dichiari in modo infondato di ispirarsi al precedente delle recenti amministrative bavaresi, in cui sono state utilizzate stavolta come esclusive le modalità del voto per corrispondenza, che però esistono già da decenni in tutta la Germania quale metodo complementare, non con regole varate dal nulla da parte della sola maggioranza con tempi che non consentono di varare una normativa di contorno di tipo garantistico e soprattutto di assicurare la segretezza e personalità del voto. Non a caso, come riferisce ‘Le Monde’, i pareri dei costituzionalisti e degli osservatori indipendenti sono pressoché tutti negativi rispetto alle caratteristiche di fondo che debbono regolare uno scrutinio del genere. Tale gravissima forzatura - concludono i deputati del Pd - viene peraltro in sequenza ad altre innovazioni incrementali, tra cui la discussa riforma della giustizia che ha già indotto la Commissione Europea a fine 2017 a chiedere al Consiglio di avviare già allora la procedura di cui all’articolo 7 comma 1 del Trattato sull’Unione europea”.

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