“I dati anticipati dal ministero dell’Università hanno evidenziato come l’emergenza Covid abbia generato nelle università un incremento delle immatricolazioni e una redistribuzione su tutto il territorio nazionale. Sebbene negli ultimi 15 anni, considerati nel loro complesso, abbiamo avuto una perdita di 37mila nuovi iscritti, per quanto riguarda l'anno accademico 2020/2021 gli atenei italiani registrano un aumento del 7 per cento delle nuove iscrizioni rispetto all'anno precedente. Molti studenti, inoltre, hanno scelto di iscriversi negli atenei più vicini alla propria città di residenza, anche in conseguenza della didattica mista e la conseguente scelta di non spostarsi troppo dalla propria città. A livello regionale aumentano le immatricolazioni nelle università con sede in Umbria, Sicilia e Veneto, che registrano rispettivamente il +32,9 per cento, +15 per cento e +11,8 per cento delle iscrizioni rispetto all'anno precedente”.
Lo dichiara Rosa Maria Di Giorgi, deputata del Partito democratico e componente della commissione Cultura, intervenendo in Aula per il question time.
“La conferma dei dati da parte della ministra Messa - prosegue l'esponente dem nella replica - è dunque un segnale positivo, pur nella consapevolezza che il numero dei laureati è ancora insufficiente. Lo sviluppo di una nazione è determinato degli investimenti nel capitale umano, nella formazione, nella ricerca scientifica. Tutte le energie devono essere concentrate nell’obiettivo di superare questo gap con gli altri paesi europei, pur senza tacere l’altissimo livello raggiunto dai nostri ricercatori. Le risorse nella legge di Bilancio e quelle del Next Generation EU ci fanno sperare in una svolta. Una svolta assolutamente necessaria. Dobbiamo quindi mettere l'università e la ricerca al centro dell'agenda politica, per spingere i ragazzi ad iscriversi sempre più numerosi nelle nostre facoltà”.