“La lotta alla violenza contro le donne non può limitarsi a provvedimenti di tutela o inasprimenti di pene, ma deve partire da un cambio culturale e di rimozione degli stereotipi di genere, a partire dall’eliminazione delle discriminazioni linguistiche”.
- lo dichiarano le vicepresidenti dei deputati del Partito Democratico Titti Di Salvo, prima firmataria della proposta di legge sulle “discriminazioni linguistiche negli atti normativi e amministrativi. Delega al governo per la revisione linguistica della legislazione relativa alla violenza di genere”, e Silvia Fregolent. –
“È attraverso il linguaggio che rappresentiamo l’idea di società e di valori, per questo, ora più che mai, non possiamo più permetterci di utilizzare un linguaggio che cancelli il genere femminile. Il neutro maschile, troppo usato nella lingua italiana, di fatto – spiegano le deputate Dem - rende invisibili le donne e i rapporti specificamente femminili. Il linguaggio influenza i livelli di coscienza e consapevolezza critica rispetto al contesto sociale”.
“Prevedere una revisione del linguaggio amministrativo e culturale è un passo importante per cambiare alla radice la percezione dei rapporti tra uomo e donna, e – concludono Di Salvo e Fregolent - non possiamo che iniziare proprio dalla revisione linguistica della legislazione relativa alla violenza di genere”.