28/12/2023 - 20:02

“La legge di bilancio è la madre di tutte le leggi, non si tratta solo di far quadrare dei conti, di scrivere numeri, ma di definire priorità. Scegliere che cosa è più e che cosa è meno importante per il Paese. Per il mondo della scuola questa non è una legge di bilancio. Non sono solo definanziamenti, tagli, numeri. È il manifesto ideologico di una destra che urla al Paese che studiare non è un diritto per tutti, ma il privilegio di qualcuno!

Potrei citare mille donne e uomini maestri del pensiero per spiegare il pericolo di una visione come questa.

Faccio una sola citazione: “I CAPACI E I MERITEVOLI, ANCHE SE PRIVI DI MEZZI, HANNO DIRITTO DI RAGGIUNGERE I GRADI PIÙ ALTI DEGLI STUDI”.

È l’articolo 34 della nostra Costituzione. La destra è qui per demolirla. Noi siamo qui per difenderla”.

Lo dichiara il deputato democratico Mauro Berruto.

28/12/2023 - 19:37

“Sul superbonus ci aspettavamo una norma certa, rapida ed operativa per garantire famiglie ed imprese sui lavori già iniziati ma ci ritroviamo, secondo le agenzie di stampa, un decreto con annunci mirabolanti di proroghe indefinite e risarcimenti differenti in base al reddito, che creeranno inevitabilmente contenziosi e caos nei condomini. Attendiamo il testo del provvedimento ma delle due l’una: o siamo di fronte all’ennesimo bluff della destra o fino ad ora Meloni e Giorgetti hanno mentito agli italiani sui danni economici del superbonus”: è quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.

27/12/2023 - 13:00

Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd della Commissione Bilancio della Camera

"Secondo Meloni, Doveva essere il Governo che non ostacolava chi produce, invece con la manovra di bilancio 2024 arriva il primo conto salato per le imprese che secondo l'ISTAT vale un effetto di cassa negativo del 10,5% nel 2024 ." lo scrive sui social il deputato Dem Silvio Lai,  della commissione bilancio. "L'abolizione dell'ACE, l'agevolazione fiscale che premiava chi reinveste gli utili in azienda, consentendo di pagare meno imposte e rendere conveniente investire risorse proprie e che favoriva la crescita del dimensionamento delle imprese, ha consentito al Governo di recuperare 4,6 miliardi nel 2024 ma comporta un aggravio di imposta che non sarà compensato dalla deduzione IRES  sul costo del lavoro dei nuovi assunti che "costa" solo 1,8 miliardi. Sempre secondo ISTAT sarà una impresa su 4 ad essere colpita da questo aggravio delle imposte casuato dall'imprevista cancellazione dell'ACE. “Non solo, Per Lai, “le imprese che avranno bisogno di risorse dovranno chiederle al sistema bancario con interessi impossibili, solo parzialmente e limitatamente compensati dalla nuova Sabatini, finanziata per solo 100 milioni di euro. Tra taglio dell'ACE, nuove deduzioni e nuova Sabatini, il conto delle imprese ammonta a 2,7miliardi in meno di risorse, cui si aggiungono lo stop di industria 4.0 e la nebulosa del sostegno alle imprese del mezzogiorno con la nuova ZES che doveva sostituire il credito d'imposta Sud ma di cui non si vedrà nulla sino a Giugno 2024 quando dovrà essere definito il piano di sviluppo da una delle tante task force del ministro Fitto. A questo si aggiungono i ridimensionamenti dei bonus assunzioni e le crisi che arriveranno sulle imprese edilizie per i tagli al PNRR sui finanziamenti ai comuni e il blocco del bonus 110%. Insomma,  alla fine per le imprese non sarà un gioco a somma zero ma a perdere, al nord come al Sud: da un Governo che prometteva solo deregulation emerge l'assenza di una politica industriale, per le piccole come per grandi imprese, come dimostrano le situazioni di crisi dell'ILVA, di ITA, e gli effetti su TIM e su MPS a seguito delle decisioni del Governo.
Lo dichiara Silvio Lai, deputato PD della Commissione Bilancio della Camera

27/12/2023 - 12:49

“Oggi in audizione il ministro Giorgetti non potrà sottrarsi in audizione alle domande sul Mes e sulla riforma del patto di stabilità, temi sui quali in Europa il governo ha perso su tutta la linea. Il Ministro dell’Economia sa bene che non è possibile parlare di manovra senza toccare questi due punti fondamentali, visto che questa sarà l’ultima manovra che potremo fare in deficit e che molte misure del governo come quella sul cuneo fiscale non potranno essere riconfermate”.

Così la deputata Pd in Commissione bilancio Silvia Roggiani, intervenendo questa mattina a Radio Popolare.

23/12/2023 - 09:31

Dopo l’approvazione del nuovo Patto di stabilità e crescita Ue e dopo la bocciatura in Italia alla Camera della ratifica del Mes, è necessaria una audizione urgente del ministro Giorgetti in commissione Bilancio. Lo chiedono le opposizioni con la seguente lettera al presidente della Commissione.
“Il venti dicembre scorso, dopo mesi di negoziazione, i ministri delle Finanze dell’Unione europea hanno siglato all’unanimità un accordo sulla revisione del Patto di stabilità e crescita (PSC), per la cui approvazione definitiva occorrerà aspettare il voto del Parlamento europeo, prima della fine della legislatura.

All’indomani di questo traguardo comunque rilevante, quale che sia il giudizio di merito, la Camera dei deputati, nella seduta del ventuno dicembre, con un voto dell’Assemblea ha bocciato il disegno di legge che reca l’autorizzazione alla ratifica dell’Accordo recante modifica del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (MES).

Alla luce di questi significativi accadimenti, riteniamo necessaria e urgente una informativa del Ministro dell’Economia e delle Finanze, on. Giancarlo Giorgetti, da svolgere nella Commissione da lei presieduta già in occasione dell’esame della Legge di bilancio 2024.

In attesa di un riscontro alla nostra richiesta, Le inviamo i più cordiali saluti”.

 

21/12/2023 - 17:01

Sul Mes sceneggiata, Meloni dovrebbe chiedere scusa. "Ieri loro hanno accettato un compromesso che ci riporta all'austerità del pre Covid. Il compromesso dell'Ecofin sul Patto reinserisce dei rigidi parametri quantitativi sulla riduzione del debito e del deficit, parametri che erano assenti nella proposta fatta della Commissione europea quindi quello il compromesso di ieri che Giorgia Meloni ha accettato abbassando la testa è dannoso per l'Italia ed peggiore dell'accordo proposto dalla Commissione. Io quindi non vedo vincitori o vincitrici, vedo solo che perde l'Italia. La sceneggiata di oggi su cui Meloni dovrebbe chiedere scusa è la conseguenza della sconfitta di ieri. Si sono anche smentiti da soli perchè avevano sempre detto che con l'accordo sul Patto avrebbero ratificato il Mes". Lo afferma Elly Schlein, segreteria del Pd.

21/12/2023 - 15:45

"Su Patto governo spettatore passivo" Roma, 21 dic. (askanews) - "A Bruxelles definito il nuovo Patto di stabilità con l'Italia passiva spettatrice. Poche ore dopo in Parlamento la destra boccia la ratifica del Mes. Due tristi segnali che certificano l'isolamento italiano in Europa" lo ha scritto su X Piero Fassino, deputato del Partito democratico.

20/12/2023 - 14:19
“Questo provvedimento e l’iter che ha dovuto subire, è la prova eclatante di come questo governo vuole di fatto sottrarsi al confronto su temi cruciali, come il nostro rapporto con l’Unione Europea e sul ruolo che vogliamo avere in Europa.”
Così la deputata Pd Giovanna Iacono, motivando il voto di astensione a nome del suo gruppo sulla legge di delegazione europea. “Non possiamo sottrarci alla responsabilità  che abbiamo come Partito e come Paese nei confronti delle istituzioni Europee – ha proseguito Iacono-  e sappiamo che l’Italia è tra i paesi europei più in difficoltà.” “Nelle scorse settimane  -ha poi attaccato l’esponente del Pd-  forti dei numeri, governo e  maggioranza hanno affossato la nostra proposta di legge sul Salario minimo, sostituendola di fatto con una delega in bianco al Governo. Prendere o lasciare, senza alcuna effettiva possibilità di confronto. Ma la nostra lotta, quella del Partito Democratico, non si ferma qui. Il salario minimo è un traguardo non rinunciabile per qualunque Paese voglia definirsi civile.” Per Iacono, “di rilievo economico-sociale sono anche la direttiva riguardante il rafforzamento dell’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e garanzie di accesso a strumenti di tutela.” Secondo l’esponente Pd, “governo e maggioranza sono in ritardo e in confusione su tutto. E non è vero che i dati danno loro ragione. E non sarà necessario aspettare la conclusione dell’iter della manovra di bilancio, anch’esso lento, molto lento, per comprendere che l’Italia rischia nuovamente di rientrare in recessione.
Non ci stupiamo più del ritardo con il quale state agendo in questo momento – ha concluso Iacono- , anche su un altro provvedimento, ed è bene ribadirlo anche qui, che solo l'Italia non ha recepito e approvato, ratificandone le modifiche, che è la riforma del Mes. State continuando a bloccarla, e l’auto ostruzionismo dei  giorni scorsi  e la richiesta di oggi di nuovo rinvio da parte di Fdi in commissione bilancio, dà la cifra della vostra volontà, che farà un danno enorme all’Italia”.
20/12/2023 - 13:30

“Il governo non dà risposte concrete sui tempi, la progettazione e il reperimento dei fondi per la realizzazione della Pontremolese, un’opera fondamentale per tre regioni: Liguria, Toscana ed Emilia Romagna. In modo superficiale e incurante il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, rispondendo in commissione a una mia interrogazione, firmata insieme ai colleghi Orlando, Barbagallo, Bakkali, Fossi, Simiani e Malvasi, ha dichiarato che ad oggi il ministero non sa dove reperire i 113 milioni mancanti per la tratta Parma/ Vicofertile, mentre per la tratta Vicofertile/Fornovo di 18 km non è ancora stato redatto alcun progetto, forse si farà nel 2024. Non solo, per la seconda fase del progetto, per la quale si stima la necessità di fondi pari a 4,5 miliardi di euro, non si fa alcun cenno alla modalità di reperimento dei fondi e alle tempistiche dell’iter progettuale e di realizzazione, addirittura è messa in dubbio anche la realizzazione delle restanti tratte, visto che Rfi sta ancora valutando l’opportunità di procedere per la seconda fase dei lavori. Una situazione inaudita, che rischia di mettere a rischio la realizzazione di un'infrastruttura strategica per il collegamento della Liguria con Toscana ed Emilia-Romagna, ma dimostra quotidianamente la sua importanza per il trasporto intermodale delle merci tra le diverse aree produttive e i porti di La Spezia e Marina di Carrara e tra il Mediterraneo e l'Europa, come parte integrante della rete TEN-T Comprenhensive. Il completamento del raddoppio porterebbe benefici anche di carattere ambientale, con il parziale spostamento del traffico su gomma al ferro, con importanti migliorie ambientali e di sicurezza sull'intera rete infrastrutturale. La risposta di oggi è superficiale e inaccettabile: si deve procedere al più presto con la progettazione definitiva di tutte le tratte a binario unico e con il reperimento dei fondi e si deve stabilire un cronoprogramma puntuale per portare a termine l’opera”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicecapogruppo Pd e componente della commissione Trasporti.

20/12/2023 - 10:19

“Come facciamo a fare un piano industriale se non abbiamo chiarezza delle risorse? Lo dico non in una logica polemica, ma perché mi preoccupo dell'azienda. Penso ci voglia un forte e serrato confronto col governo perché il rischio che in realtà l'azienda vada in enormi difficoltà è molto alto. Nel 2025, se non venisse confermato un ulteriore finanziamento, che per ora non c'è, la Rai avrà un miliardo e 100 milioni di indebitamento. Noi dobbiamo scegliere se il servizio pubblico è utile o non è utile, perché se è utile, e questa è la battaglia del Partito Democratico, ovviamente vanno aggiunte le risorse per poter fare il servizio pubblico. Questa domanda deve essere fatta prima dell'audizione del 18 gennaio, prima del piano industriale. La Rai rischia di non avere una posizione strutturale per la trasformazione in digital media company, perché ci vogliono degli investimenti molto consistenti”. Lo ha detto il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza, durante le audizioni dell’amministratore delegato Rai Roberto Sergio e il direttore generale Rai Giampaolo Rossi.

 

“Sulla vicenda del pluralismo - ha concluso Graziano - e del comportamento di Rai News in questo fine settimana, abbiamo chiesto di audire il direttore e vorremo capire qual è la posizione dei vertici. E sulla vicenda di ‘Domenica In’, non potete rispondere che un parlamentare è un opinionista. Ritengo sia uno scempio che un parlamentare della Repubblica si faccia definire opinionista. Vi chiedo la cortesia, se su queste cose possiamo evitare di prenderci in giro io ve ne sarei grato perché è un'offesa per la Rai rispondere così”.

19/12/2023 - 17:34

Dichiarazione di Paola De Micheli, Deputata Pd

“La legge che stiamo per votare non contiene nulla che si possa definire come una riforma. Per questo il Pd voterà contro ad un provvedimento che non tutela innanzitutto le imprese , che dopo questo voto non avranno più opportunità per crescere, per competere in un quadro regolatorio aperto e chiaro. E voteremo contro perchè i cittadini  da queste norme non otterranno nessun miglioramento sul fronte dei costi e della qualità dei servizi”.  Così la deputata Pd Paola De Micheli nella dichiarazione di voto per conto del suo gruppo sul provvedimento relativo al mercato e alla concorrenza.

“Questo provvedimento – ha sottolineato l’esponente Pd – è vuoto e dannoso perché è frutto di una idea di economia corporativa che vuole un mercato conservativo, che garantisca solo una posizione dominante. Un’economia che rimanga statica, non reattiva ad accompagnare l’innovazione, sostenendo il dinamismo della società, regolando e garantendo pari opportunità alle imprese e qualità ai consumatori.”
Per De Micheli “tutto ciò non interessa a questa maggioranza e a questo governo che considerano le riforme di modernizzazione del paese previste con il Pnrr solo un orpello e un fastidio. E infatti – ha polemizzato De Micheli- state esultando per aver perso 7,5 miliardi, di cui 4,5 a fondo perduto. Risorse – ha ricordato - ottenute con estenuanti trattative per combattere la piaga della diseguaglianza e per generare crescita e opportunità.” “Grave – ha inoltre evidenziato De Micheli- non aver affrontato la questione del trasporto pubblico individuale e di posticipare la decisione sulle concessioni balneari, creando un enorme danno alle imprese che solo a parole fingete di voler difendere . E poi, altra colpa grave, è quella sul capitolo energia, dove non solo non attuate fino i fondo le riforme previste, ma nemmeno prorogate il mercato tutelato per chi davvero ha bisogno per motivi di sussistenza.” Qui prevale – ha concluso De Micheli-  solo la logica del grigio , dell’inverno che paralizza  e ferma la condizione sociale ed economica attuale. Siete così non per errore ma per scelta: un po’ di libertà economica in meno per ottenere un po’ di più del controllo politico”.

18/12/2023 - 15:53

"Senza il lavoro dei migranti, il 30% del Made in Italy non esisterebbe. Lo dice Coldiretti che definisce le persone straniere che vivono e lavorano in Italia "una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale" e chiede "una gestione dei flussi più efficiente" dei decreti flussi.
I dati diffusi dall'organizzazione riguardano tutto il territorio italiano, con particolare riferimento al centro-nord. Il governo Meloni dovrebbe prendere atto della realtà e anziché continuare la sua propaganda xenofoba dovrebbe impegnarsi affinché le politiche agricole e specificatamente sulla manodopera dei migranti non prescindano dal contrasto al fenomeno del caporalato, che colpisce questa categoria di persone molto più di altre, e del lavoro nero.
Perché - è utile ricordarlo - i migranti non sono solo braccia ma persone e ogni essere umano è, prima di tutto, portatore di diritti: da quello di costruire il proprio futuro in un paese più accogliente e democratico, a quello di asilo fino a quello di avere un lavoro dignitoso e tutelato". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.

14/12/2023 - 12:14

“Purtroppo ci troviamo di fronte all'ennesimo decreto omnibus dove dentro c'è di tutto e il contrario di tutto. Un decreto che doveva essere a saldi invariati e invece stiamo parlando di 800 milioni, che però non risolvono nessuno dei problemi dell'Italia. In Aula l’abbiamo detto forte e chiaro, questo decreto anticipa una manovra iniqua e che non si occupa dei temi dell'Italia. Il primo, la crescita, ce lo ha detto Banca d'Italia: se vogliamo crescere, e l'Italia ha smesso di crescere, l'anno prossimo avremo lo 0,6 per cento di crescita, molto al di sotto della media europea, dobbiamo far funzionare bene il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quello stesso piano che loro hanno definanziato, non dicendo nemmeno al Parlamento quali progetti hanno tagliato e perché li hanno tagliati”.  Lo ha detto la deputata dem Silvia Roggiani, componente della commissione Bilancio e della presidenza del Gruppo Pd, intervistata sul sito web dei deputati Pd.

“Secondo punto – ha concluso Roggiani - scuola e sanità: non possono essere considerati un costo ma un investimento. Ma sia nel decreto Anticipi sia nella manovra, non hanno nessuna intenzione di investire per un Paese più uguale. Ultimo tema: noi abbiamo voluto diligentemente portare la voce di chi voce oggi non ha, delle persone che fanno più fatica. L'Istat ci dice che in Italia 5,2 milioni di persone sono povere e che il 14 per cento delle italiane e degli italiani rischia, purtroppo, di diventare povero anch’esso. Avremmo voluto fare degli emendamenti sui lavoratori fragili, sul sostegno agli studenti, sul sostegno a chi fa fatica a pagare l'affitto, per provare a portare di nuovo il Fondo sostegno affitti e morosità incolpevole. Ci hanno bocciato tutti gli emendamenti. Questo governo continua a dimostrare che di chi fa più fatica non se ne occupa, e come lo fa? Continuando a fare condoni. In questo decreto Anticipi siamo di fronte al diciassettesimo condono”.

14/12/2023 - 09:56

“La conferenza Onu sui cambiamenti climatici (COP28) si sta concludendo e sul rush finale si è raggiunto un accordo sulla fuoriuscita dall’era dei combustibili fossili. Non certo un accordo storico come si sta tentando di definirlo ma solo un compromesso al ribasso che prevede l’uscita graduale al 2050 per l’utilizzo del petrolio e dei suoi derivati. Ha ragione il segretario generale dell’Onu Guterres che commentando l’esito del vertice ha ammonito i Paesi presenti sul fatto che il mondo non può permettersi ritardi o mezze misure su queste scelte.  Il quadro è piuttosto desolante, ma del resto non ci si poteva aspettare nulla di diverso quando il Presidente della COP28 stessa è uno dei principali sostenitori e azionisti dell’industria petrolifera araba, e “negazionista climatico” convinto. Il tema degli impatti dell’agricoltura e dell’allevamento sull’insieme delle emissioni climalteranti sono stati ovviamente al centro della COP di Dubai, e le presenze dei lobbisti presenti nelle delegazioni nazionali, provenienti da alcune delle più grandi aziende agroalimentari del mondo, quasi il triplo del numero registrato alla Cop 27, testimoniano l’attenzione a questo ambito così come le contraddizioni che porta con sé. In agricoltura, come per altri settori produttivi sono i Paesi del nord del mondo a procurare le emissioni e dunque i danni che portano i cambiamenti climatici e quelli del sud del mondo a pagarne le maggiori conseguenze. Si stima in 8 miliardi il danno. E a poco serviranno le briciole stanziate nel Fondo di Solidarietà per i Paesi terzi, già previsto fin dalla COP21 di Parigi ma mai finanziato adeguatamente, per consentire di accompagnarli nel processo di sviluppo sostenibile diverso da quello dei Paesi sviluppati. Il tema centrale della COP28 doveva essere quindi il riequilibrio tra nord e sud del mondo, la COP doveva servire a questo. Fino ad ora, tuttavia, l’Onu non si è misurata col problema fino in fondo indicando in dettaglio come il mondo potrà soddisfare i bisogni nutrizionali di una popolazione mondiale in crescita, che si prevede raggiungerà i 10 miliardi entro il 2050, e ridurre nello stesso tempo i gas serra globali e quindi la temperatura del pianeta. La COP28 doveva riequilibrare e regolare la produzione mondiale, confrontando bisogni ed esigenze diverse tra le parti del mondo e non fare piccole operazioni di greenwashing per lavarsi la coscienza. Se come ha detto il sultano AL Jaber ‘il fallimento non è un’opzione’, ciò che riguarda l’agricoltura e la produzione e distribuzione di cibo non può essere un tema gestito dalle multinazionali e dai lobbisti del settore. Ci vuole la politica e anche il nostro Governo su questo doveva e deve essere più chiaro e incisivo. Non si può più aspettare, parliamo di presente e soprattutto di futuro di un settore strategico per la nostra economia che cuba 220 miliardi, parliamo del mondo e parliamo di noi. Perché se c’è una cosa chiara e lampante è che i problemi e le soluzioni sono glocali, globali e locali insieme. Se non si risolve nulla a livello globale, le conseguenze le vedranno i contadini e gli allevatori emiliani, padani, toscani. E questo dovrebbe importare a Lollobrigida, a Meloni e a ciascuna e ciascuno di noi”.

Lo scrive il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari, in un commento pubblicato dall’Unita’.

12/12/2023 - 18:49

“Ponte forse, ma intanto scippano risorse a Sicilia e Calabria! Ecco svelato il ‘bluff” di Meloni, Salvini & Co. che dopo mesi di propaganda, riesumando progetti anacronistici e società decotte senza mai dire da dove intendevano pescare le ingenti risorse necessarie, oggi con un emendamento getta definitivamente la maschera. Questi signori pensano di potere realizzare un’opera di interesse nazionale rimodulando i fondi di coesione per Sicilia e Calabria  e riducendo gli oneri a carico dello Stato. Un autentico furto per Calabria e Sicilia che già erano state penalizzate dalle revisione del Pnrr, con l’esclusione di numerosi progetti che – bugiardamente aveva assicurato il governo– sarebbero stati garantiti dallo stesso Fsc. Il più classico dei giochi delle tre carte o, per usare espressioni più care alla cultura di questo governo, una riedizione della storiella dei carri armati di Mussolini”.

Lo dichiara il segretario del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo.

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