"Dopo Sangiuliano che ha definito Dante come padre del pensiero della destra, adesso Mollicone attribuisce alla destra la paternità della notte dei musei. Egocentrismo o deliri di onnipotenza?”, se lo chiede la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, commentando le dichiarazioni di Mollicone sulla notte dei musei andata in scena ieri sera in tutta Italia. “Il presidente della commissione Cultura della Camera - sottolinea Manzi - in una nota rilasciata alla stampa cerca di autoattribuirsi la paternità della notte dei musei. Peccato che, come viene specificato anche sul sito del ministero della cultura, ‘la Notte Europea dei Musei è un’iniziativa promossa dal Ministero della Cultura francese e patrocinata dall’UNESCO, dal Consiglio d’Europa e dall’ICOM, che si svolge in contemporanea in tutta Europa con l’obiettivo di incentivare e promuovere la conoscenza del patrimonio e dell’identità culturale nazionale ed europea’. Quella di ieri sera è stata la ventesima edizione a cui ha partecipato anche il ministero della cultura italiano. La cultura dovrebbe restare libera e plurale e i tentativi di Mollicone e Sangiuliano di riportare tutto alla politica etichettando manifestazioni culturali o interi settori ‘a destra’ o ‘a sinistra’ sono stucchevoli e fanno male al nostro sistema culturale. Apprezziamo il successo di iniziative a sostegno della cultura senza dare loro bandiere politiche che non hanno e non interessano ai cittadini”.
Produzioni internazionali stanno scappando dall’Italia
“Mollicone si arrampica sugli specchi ed utilizza argomenti pretestuosi per difendere l’indifendibile. Un conto è correggere alcuni aspetti di una legge che ha funzionato e che dopo otto anni è giusto revisionare anche per adattarla ai mutamenti del settore, altra cosa è colpire il cuore della produzione cinematografica e costruire un groviglio di norme che, annunci e semplificazioni a parte, neanche il ministro e il sottosegretario sono in grado di spiegare. E non è un caso che in questi giorni chi si occupa di promozione internazionale a Cannes sta vivendo con imbarazzo le reazioni dei grandi produttori internazionali che già annunciano di voler andare a girare altrove pur di evitare la
palude della burocrazia e la politicizzazione delle scelte imposte da Sangiuliano” così in una nota i deputati democratici della commissione cultura della Camera, replicano al presidente Mollicone. “Mollicone parla di nuovo tax credit - concludono - noi vediamo solo il taglio drastico di 130 milioni di euro, di questo vogliamo di confrontarci in commissione non appena sarà calendarizzata la nostra risoluzione parlamentare, depositata oggi, di cui chiederemo l’esame urgente”.
Democratici presentano risoluzione per potenziare finanziamenti industria audiovisiva
“Il governo sta mettendo in ginocchio il settore cinematografico e audiovisivo. Il nuovo decreto di riparto dei fondi è un duro colpo per le produzioni che avrà effetti devastanti sulla capacità del nostro sistema di attrarre i grandi investimenti internazionali” così i deputati democratici della commissione cultura della camera che hanno presentato una risoluzione parlamentare, su cui verrà chiesta la discussione urgente in commissione, che impegna il governo a un cambio di passo e a potenziare gli investimenti nell’industria cinematografica e audiovisiva italiana. “Il decreto di riparto del fondo cinema - aggiungono i democratici - è devastante: 130milioni di euro di tagli ai tax credit, incertezza normativa, raddoppio dei progetti speciali che il ministro può autorizzare direttamente a suo piacimento, tagli ai contributi automatici e il ritorno dei contributi selettivi con commissioni nominate dalla politica senza criteri che dovranno decidere sulle scelte dei produttori e degli autori e promuovere opere che esaltino l’italianità. È un grave passo indietro per l’intero sistema - aggiungono - che avrà effetti negativi sia economici che occupazionali. Sangiuliano non si rende conto di quello che sta facendo e non stupisce che proprio in questi giorni a Cannes si parli di un ‘caso italiano’ con i grandi gruppi intenzionati a girare in altri paesi europei”. La risoluzione a prima firma Matteo Orfini è sottoscritta da Irene Manzi, Nicola Zingaretti e Mauro Berruto ed impegna il governo: ad adottare iniziative volte ad incrementare l’entità dei finanziamenti destinati al settore cinematografico e dell'audiovisivo; ad adottare iniziative per potenziare il fondo per il tax credit per il cinema, valutando anche la possibilità di estenderlo al settore teatrale e musicale; a promuovere iniziative a tutela e sostegno del comparto cinematografico in tutta la sua evoluzione tecnologica; al fine di sostenere la produzione, a ripartire le risorse dei contributi selettivi disponibili in maniera congrua e nel rispetto di tutte le tipologie;
ad avviare politiche di sostegno dei livelli occupazionali dell’industria cinematografica e per l’intera filiera culturale a sostegno di una politica di cultura fruibile ed autonoma; a promuovere lo sviluppo della cultura ed incentivare la fruizione nelle sale cinematografiche riconoscendo, ad un pubblico di età compresa tra i 14 e i 18 anni, la riduzione del biglietto di accesso alle sale cinematografiche”.
Sangiuliano politicizza modalità di finanziamento delle produzioni
“Il contenuto del decreto di riparto del fondo cinema e la tempistica di pubblicazione stanno avendo effetti devastanti sulla promozione del cinema italiano a Cannes. Il taglio di circa 130 milioni di euro al tax credit non sta passando inosservato agli operatori internazionali così come il raddoppio dei contributi selettivi che riportano il sistema di finanziamento della produzione audiovisiva indietro nel tempo con lungaggini, burocrazia e il rischio di politicizzazione delle scelte da parte di commissioni nominate dalla politica senza ancora nessuna indicazione sulle modalità di scelta dei commissari. A tal riguardo, l’occupazione degli istituti culturali che sta portando avanti il ministro Sangiuliano non fa bene sperare, il timore è che anche nel cinema vengano nominati gli amici degli amici e i compagni di partito”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi.
Raddoppiati i fondi per i progetti che il ministro può autorizzare direttamente
“Il decreto del riparto del fondo cinema firmato dal ministro Sangiuliano conferma tutte le nostre preoccupazioni. Il tax credit cinema viene tagliato di circa 130 milioni di euro, ridotti di 20 milioni di euro anche i contributi automatici e aumentati i contributi selettivi. Il combinato disposto dell’intervento del ministro Sangiuliano è quindi un taglio netto alla produzione cinematografica e audiovisiva e un aumento della politicizzazione delle scelte di finanziamento e non stupisce che il ministro abbia raddoppiato i fondi per i progetti speciali, quelli che può autorizzare direttamente dal suo ufficio. Il ministro ha adesso il dovere di spiegare pubblicamente, e nel dettaglio, le motivazioni di questo intervento che penalizza un settore industriale strategico per il nostro paese con importanti effetti moltiplicativi sull’economia e l’occupazione” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, commenta il decreto di riparto del fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo per l’anno 2024.
Governo punta a depotenziare e politicizzare misura fondamentale per industria cinematografica
“Ancora nulla di fatto su tax credit cinema e audiovisivo, l’inattività del ministro Sangiuliano è la causa della grave frenata dell’industria cinematografica”. Così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi, dopo che “per sopravvenuti impegni del governo” e’ stato annullato il question time previsto domani in Commissione Cultura dove doveva essere discussa un’interrogazione parlamentare del gruppo democratico sui gravi ritardi dei decreti sul tax credit cinema e audiovisivo. “Il settore cinematografico e audiovisivo - aggiunge Manzi - sta vivendo una brusca frenata per colpa dell’inattività del governo che, da un lato, taglia le risorse alla legge cinema e, dall’altro, anticipa nuove norme che depotenziano il tax credit, complicano e politicizzano le modalità di finanziamento delle produzioni. Quella di Sangiuliano è una grave responsabilità - sottolinea Manzi - perché l’incertezza sulle regole e sugli importi del tax credit sta penalizzando e rallentando molte produzioni nazionali e allontanando dal nostro paese importanti progetti internazionali con gravi effetti sull’economia e l’occupazione”.
"Nella nuova lista dei paesi cosiddetti "sicuri" il governo ha inserito anche l'Egitto. Chissà cosa ne pensa la famiglia Regeni che proprio in queste settimane è in tribunale ad ascoltare come gli ufficiali dell'esercito del "paese sicuro" hanno depistato le indagini sull'assassinio di Giulio. Un paese è considerato sicuro “sulla base dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico” si legge nel decreto del ministero degli Esteri.
Giorgia Meloni sta stringendo patti con autocrati e dittatori a cui chiede una sola cosa: bloccare i migranti con ogni mezzo. In cambio di denaro e di aiutarli a rifarsi un'immagine. E così, dopo la Tunisia anche l’Egitto diventa “sicuro”, un paese governato da un presidente diventato tale dopo un colpo di stato, nel 2013, che mette oppositori, difensori dei diritti umani e sindacalisti in carcere, com'è successo a Patrik Zaki per qualche post sui social. Le carceri egiziane, vale la pena ricordarlo alla premier, sono piene di persone che hanno osato manifestare e si oppongono al regime: sono circa 60mila.
Quale sarà il prossimo promosso tra i "paesi sicuri"? La Libia dei campi di detenzione dove le persone vengono stuprate, picchiate, e torturate?
Come si può arrivare a tanto?" Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Democratici chiedono pubblicazione dei dati sui visitatori e gli incassi
“I dati dei musei italiani non sono pubblici” è la denuncia della capogruppo democratica in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, nel giorno in cui il ministro Sangiuliano è intervenuto all’assemblea dei commercialisti per dire che “i musei devono diventare aziende”. “Il ministro Sangiuliano usa i musei per fare propaganda, oggi lancia la boutade dei musei aziende, e da due anni ha smesso di pubblicare sul sito istituzionale dati fondamentali per valutare lo stato di salute del nostro sistema museale. Abbiamo presentato qualche settimana fa un’interrogazione parlamentare a riguarda su cui chiediamo massima urgenza”.
“È più di un anno che l’industria cinematografica e audiovisiva sta chiedendo al governo chiarezza e certezza normativa ricevendo però solo rinvii, tagli alle risorse e annunci di nuove norme che complicano e politicizzano le modalità di finanziamento delle produzioni” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi che aggiunge: “il ministro Sangiuliano esca dal letargo e ascolti l’appello degli operatori che si è fatto ancora più forte ieri in occasione dei David. L’incertezza sulle regole e sugli importi del tax credit sta penalizzando e rallentando molte produzioni nazionali e allontanando dal nostro paese importanti progetti internazionali. Questo inattivismo del governo sta generando una brusca frenata del settore con effetti negativi per l’economia e l’occupazione. L’industria cinematografica è un’eccellenza italiana e non merita tutto questo”.
Comizietto anti-cinema di Sangiuliano conferma che per maggioranza è settore ostile
“Comprendiamo l’imbarazzo della sottosegretaria Borgonzoni, che cerca in tutti i modi di nascondere la realtà, purtroppo però i fatti sono diversi: il tax credit cinema è bloccato e il settore è in frenata per colpa della scelta del governo di definanziare la legge cinema e modificare le modalità di finanziamento con regole poco chiare che eliminano gli automatismi e politicizzano le scelte”. Così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi, replica alla sottosegretaria Borgonzoni e aggiunge: “il comizietto di Sangiuliano contro il cinema di qualche settimana fa risuona ancora nelle orecchie degli operatori e conferma la volontà politica di colpire un settore considerato ‘ostile’ a questa maggioranza. Borgonzoni, invece di dare patenti di “interlocutore del settore”, spieghi come mai il governo ancora non ha approvato il decreto Tax credit e continui a convocare le associazioni di categoria in riunioni da cui non escono mai soluzioni concrete. La aspettiamo alla prova dei fatti, al momento constatiamo che le produzioni nazionali sono ferme e quelle internazionali stanno virando su altri paesi che garantiscono regole chiare. È una grande sconfitta per la nostra industria cinematografica che rappresenta un’eccellenza da valorizzare e supportare non certo da colpire politicamente”.
“È passato un altro mese e il governo nonostante le promesse non ha ancora pubblicato il decreto per il riordino del tax credit cinema. Un provvedimento molto atteso dall’industria cinematografica e audiovisiva il cui rinvio e il definanziamento sta determinando gravi ripercussioni economiche e occupazionali” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi alla vigilia della 69esima edizione del David di Donatello che si terrà venerdì prossimo nel teatro 5 di Cinecittà. “Le produzioni italiane sono ferme e quelle internazionali stanno virando altrove - ha aggiunto Manzi - a causa dell’incertezza normativa generata da questa situazione di stallo di cui è responsabile è il ministro Sangiuliano che si conferma inadatto al ruolo che sta ricoprendo. È più di un anno che il settore chiede chiarezza e certezza normativa ricevendo solo rinvii, tagli alle risorse e un groviglio di nuove norme che complicano e politicizzano le modalità di finanziamento”, conclude la democratica.
Come ogni anno, anche ieri a Dongo e a Giulino di Mezzegra, in provincia di Como abbiamo assistito a manifestazioni e celebrazioni di chiaro stampo neofascista, con persone in divisa nera e inquadrati militarmente che ancora una volta hanno offeso la memoria di quei luoghi, dove la storia ha scritto una pagina determinante della sconfitta della vergogna fascista. Un pellegrinaggio funebre politicamente deplorevole e atti gravissimi, come la chiamata del “saluto fascista”, che contrastano la giurisprudenza di merito e di legittimità.
Per questo abbiamo chiesto con un’interpellanza urgente al Ministro Piantedosi di sapere se le forze di polizia presenti abbiano proceduto all'identificazione dei manifestanti fascisti in particolare a Dongo, dove il luogo e il numero limitato dei partecipanti sicuramente lo consentiva.
Abbiamo inoltre chiesto se, in caso di mancata identificazione, ciò sia avvenuto in base a direttive, e da parte di quale autorità, governativa o di polizia, anche alla luce di pregresse dichiarazioni del Ministro dell'Interno sull’utilità dell'identificazione personale come nel caso dell’antifascista che manifestò il suo pensiero nel Teatro alla Scala di Milano.
Nell’interpellanza depositata si chiede infine se, tra gli appartenenti a forze di polizia, vi fossero ufficiali di polizia giudiziaria e “se, in tal caso, alcuno di essi abbia proceduto alla redazione ed inoltro di notizia di reato”.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati e Federico Fornaro, deputato Pd, firmatari dell’interpellanza urgente.
Il governo sta intervenendo sul Codice dello spettacolo anticipando una profonda revisione dei finanziamenti pubblici per il settore senza coinvolgere il Parlamento”. Così i deputati del Pd Irene Manzi, Mauro Berruto, Matteo Orfini, Nicola Zingaretti e Marco Simiani che hanno presentato sul tema un’interrogazione al ministro Gennaro Sangiuliano.
"Il Dicastero della Cultura, secondo le parole del sottosegretario Gianmarco Mazzi, sta intervenendo in attuazione della delega assegnata con la legge 106/ 2022 (approvata a larghissima maggioranza) per definire il codice dello spettacolo che, tra l’altro, rivedrà la disciplina dei settori del teatro, della musica, della danza, degli spettacoli viaggianti, delle attività circensi, dei carnevali storici e delle rievocazioni storiche ed i conseguenti finanziamenti pubblici. Si tratta di un settore in forte crescita che ha saputo risollevarsi dopo il Covid e che richiederebbe un’azione decisa e forte da parte del governo, con strumenti e risorse adeguate. L'approvazione del Codice dello spettacolo rappresenta uno strumento fondamentale per dare slancio, visibilità e solidità allo spettacolo dal vivo e della musica; comparto che ha anche una straordinaria valenza sociale e culturale e non solo economica. Rivedere i finanziamenti pubblici e modificare la disciplina vigente senza un effettivo coinvolgimento delle categorie interessate (convocate una sola volta al Ministero nello scorso mese di marzo senza la preventiva e successiva condivisione di proposte operative) e delle istituzioni parlamentari è purtroppo una modalità operativa abituale per l’attuale governo e proprio per questo vogliamo che il ministro Sangiuliano venga a riferirne in commissione”.
“Le dichiarazioni del ministro Sangiuliano alla platea di giornalisti provenienti da tutto il mondo stridono con la realtà Italiana. Il ministro parla di libertà degli artisti nello stesso giorno in cui un autorevole scrittore italiano viene oscurato dalla tv di Stato. Adesso sono chiare le parole di ieri della presidente del consiglio Meloni: per colpa di ministri che mentono con preoccupante disinvoltura, l’Italia è ormai considerata nel mondo la capitale mondiale del fake news. La credibilità è ormai pari allo zero”. Così la capogruppo democratica nella commissione cultura della camera, Irene Manzi.
“Il ‘prode’ Sangiuliano richiami all’ordine il vicepresidente dei deputati di Fdi che con le sue dichiarazioni su Antonio Scurati ha oltrepassato il limite e attaccato un autorevole scrittore italiano che Sangiuliano, quantomeno per il suo incarico pro tempore, dovrebbe difendere”.
Così i deputati democratici della commissione Cultura della Camera che sottolineano “e visto che il ministro ogni giorno cerca di teorizzare l’inclusività del pensiero culturale del governo Meloni, ci dica anche il suo parere su questa bella pensata della Rai di oscurare il monologo sul 25 aprile di Antonio Scurati. Abbiamo un serio problema in Rai dove ogni voce critica viene silenziata o allontanata dal servizio pubblico per poi essere sbeffeggiata dalla batteria della comunicazione governativa e dei suoi organi di di stampa”.