Il deputato del Pd, Luciano D’Alfonso, ha presentato un’interrogazione a risposta in commissione al ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, al ministro del Turismo e al ministro della Cultura per sapere se ravvisino “l’urgenza di promuovere indirizzi cogenti al fine di velocizzare la messa a terra dei finanziamenti disponibili” per il comprensorio turistico di Passolanciano-Majelletta.
La vicenda inizia nel 2016 allorché la Regione Abruzzo, con delibera di giunta n. 229 del 19 aprile, nell’ambito del Masterplan Abruzzo – Patto per il Sud, ha approvato la strategia di interventi operativi verificati su base progettuale per lo sviluppo e la crescita della regione Abruzzo, con la quale sono stati finanziati interventi per 20,2 milioni di euro sulle infrastrutture funzionali alla valorizzazione turistica delle stazioni invernali Passolanciano-Majelletta.
Il 20 febbraio 2018 la giunta regionale da me presieduta ha individuato come priorità, con delibera n. 83, il completamento e la valorizzazione dell’accesso pescarese al versante occidentale della Majella – passando per la S.P. 64 – per un importo pari a 2 milioni di euro che consente il collegamento del sistema termale di Caramanico con la Majella, finanziamento approvato dal CIPE con delibera n. 12 del 28 febbraio 2018.
Dopo le sollevazioni degli amministratori del comprensorio della Majella a gennaio 2022, in merito ai ritardi negli appalti dei lavori di valorizzazione turistica delle stazioni invernali di Passolanciano-Majelletta, la Regione ha assicurato le prime gare d’appalto. Il 4 febbraio 2022 l’assessore al Turismo della giunta regionale in scadenza ha promesso: “Entro agosto i lavori del sesto lotto del progetto di valorizzazione turistica di Passo Lanciano verranno appaltati”. Ma nulla è accaduto.
“A 1500 giorni dall’arrivo della giunta Marsilio, che ha ereditato 22,2 milioni - commenta D’Alfonso - non si capisce quali siano i problemi per i quali gli appalti per la messa in cantiere delle opere infrastrutturali stentano a partire. Cos’è che blocca la Regione e l’Arap dal far partire i lavori? L’appalto va fatto immediatamente, anche in ragione dell’attuale aumento dei prezzi dei materiali, che incide notevolmente sul valore delle risorse rese disponibili dal Masterplan Abruzzo: si tenga conto che ogni milione di euro, se inutilizzato per un anno, perde mediamente il 20-25% della sua capacità realizzativa”.
“La scomparsa di Silvio Di Francia è per me una notizia dolorosa è straziante, per quanto, purtroppo, attesa. Ci legava un’amicizia profonda, tante cose fatte insieme a Roma negli anni di Rutelli e Veltroni. Dalla candidatura olimpica di Roma, alla costruzione dell’Ulivo, alla giunta Veltroni in cui fu assessore alla cultura, alla nascita del Pd. Tante intime confessioni reciproche. Voleva insegnarmi a suonare la chitarra. Glielo avevo chiesto. Il tempo ci ha impedito di fare questa ultima cosa insieme. Sarà per un’altra volta. Silvio era rimasto un ragazzo: intelligente, acuto, ma anche semplice. Le sue radici popolari lo avevano alimentato fino a farlo diventare un ragazzo colto e saggio. Aveva fatto l’assessore a Latina col sindaco Coletta. Avevano scosso una città compassata e conservatrice parlando ai giovani con un linguaggio nuovo e tante iniziative straordinarie di cui Silvio era stato il principale inventore e artefice. Purtroppo certi accadimenti non si possono evitare ma quando arrivano segnano profondamente e molte cose cambiano”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
Dichiarazione di Nicola Zingaretti, deputato Pd
Inviato Oggi ho portato la mia solidarietà al Circolo Pd Italia Lanciani dove stanotte fuori dalla saletta dei @gdroma2 hanno lanciato una bomba carta e fatto delle scritte vergognose.
Sia chiaro a tutti che non ci faremo mai intimidire, questo circolo come gli altri, sono luoghi della democrazia utili a rendere la stessa democrazia ancora più forte.
Contro ogni forma di violenza e per la partecipazione!
“Complimenti e buon lavoro ad Elly Schlein. Grazie a Stefano Bonaccini, ai militanti e tutte le persone che hanno partecipato alla grande festa democratica delle Primarie PD. Nell'augurio di Enrico Letta di riuscire laddove fino a oggi non ce l'abbiamo fatta la speranza di tutta la comunità del Partito Democratico”. Lo scrive su twitter Andrea Casu, deputato e segretario romano del Pd.
"Il naufragio vicino a Crotone è una tragedia immane su cui la destra dovrebbe riflettere e rimanere il silenzio senza dare come sempre le colpe ad altri. Le misure per contrastare l'immigrazione di governo e maggioranza, come avevamo da tempo purtroppo segnalato, non solo non bloccano le partenze ma rallentano i soccorsi delle persone in difficoltà": è quanto dichiara Marco Simiani, deputato Pd.
"Quanto sta venendo alla luce nelle ultime ore circa i dubbi sulla regolarità della ‘Lista Civica per Francesco Rocca Presidente’ non ci stupisce. Dopo il caso Bandecchi, sarebbe l'ennesima prova della mancanza di senso di responsabilità e di correttezza di una destra che spinta avidamente dalla voglia di governare non offre chiarimento su nessuna delle vicende in cui è implicata. Mi rivolgo ai cittadini del Lazio, perché riflettano bene su chi votare. Non è questo il Lazio che vogliamo"
Così in una nota il segretario del Pd Roma, Andrea Casu.
“Oggi si pongono le basi per un nuovo partito progressista che faccia da argine alla destra e offra una alternativa seria e credibile ai cittadini e alle cittadine, per il bene del Paese. Nella carta dei valori abbiamo scritto parole importanti e belle - uguaglianza, lavoro dignitoso, diritti umani, pace, femminismo, ambiente, Europa federale - che esprimono concetti da tradurre ogni giorno in azioni concrete. Lavorare al Manifesto del nuovo Pd è stata una esperienza interessante e utile di approfondimento sui valori e i principi alla base di una comunità della sinistra che deve ritrovare la sua identità. Dobbiamo costruire un partito europeista, laburista, ambientalista, femminista e pacifista che abbia, se lo decidiamo, anche un nuovo nome. Lo stiamo facendo attraverso un percorso collettivo di democrazia interna che non solo merita rispetto, ma dovrebbe essere considerato un modello positivo di partecipazione. L’opposto di quanto accade nei partiti che preferiscono la formula personale e in cui il singolo decide per tutti. Il mio ringraziamento va al segretario Enrico Letta che sta guidando questo difficile percorso. Ho apprezzato molto la determinazione, la generosità e l’inclusività con cui ha accompagnato il partito verso un nuovo orizzonte che mi auguro sia ampio e vincente”.
È quanto si legge in una nota della deputata Pd Laura Boldrini, presente oggi all’assemblea del Partito Democratico.
Non ci siamo mai fermati, ma oggi facciamo un passo importante per rilanciare l’azione del Partito Democratico.
Governa una destra forte e arrogante serve un partito unito e determinato nelle sue battaglie. Ci siamo! Grazie a Enrico Letta per il lavoro di questi anni.
Lo ha scritto su Twitter Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Trent'anni fa, il 15 gennaio del 1993, finiva in manette Totò Riina. Viveva in una villetta "protetta" in centro a Palermo.
Da quel giorno iniziava la latitanza di Matteo Messina Denaro, arrestato oggi in una clinica del capoluogo siciliano.
L'ultimo boss di una generazione mafiosa che ha le mani sporche del sangue di servitori dello Stato e di vittime innocenti, tra cui il piccolo Giuseppe Di Matteo.
Questo arresto, giunto grazie al lavoro prezioso del Ros e della Procura di Palermo, non può che essere dedicato a loro e ai siciliani onesti e laboriosi”. Lo dichiara la deputata del Pd, Giovanna Iacono.
La gestione della manovra da parte del Governo è stata dilettantesca. Il risultato finale è pessimo con misure inadeguate ed inique. Tra le poche modifiche apportate grazie all'opposizione del Partito Democratico, rivendichiamo gli incentivi per un Sud che era stato del tutto dimenticato.
Lo scrive su Twitter il vice capogruppo democratico alla Camera Piero De Luca
“La Sicilia è evidentemente, per il governo, figlia di un dio minore. Non fa parte dell’Italia e quindi, come tale, deve essere (bisf)trattata. La questione del caro bollette e del cosiddetto mercato di salvaguardia è infatti una ignobile forca in cui rischiano di restare soffocati centinaia di comuni siciliani, aziende pubbliche, imprese, famiglie. Una Italia a due velocità. E’ questa l’autonomia differenziata che nei fatti si sta già attuando, ancora una volta, a scapito della Sicilia?”. Lo dichiara il capogruppo del PD in commissione Traporti alla Camera, Anthony Barbagallo, che ha depositato un emendamento alla manovra di bilancio proprio per “intervenire” sulla norma che crea evidenti disparità sui costi dell’Energia tra Nord e Sud, costi per altro moltiplicati vertiginosamente in Sicilia.
“L’emendamento ‘Salva Sicilia’ – prosegue Barbagallo – punta a calmierare i prezzi del mercato cosiddetto di salvaguardia (ma salvaguardia di chi?!?) che di fatto ha comportato aumenti del 1000% rispetto al passato. Insomma: gli enti pubblici che si trovano nel mercato di tutela in Sicilia pagheranno in bolletta un importo superiore per più di dieci volte di un comune della Lombardia.
Il governo ha però dato parere negativo alla proposta del PD e accantonato l’emendamento ma questa non è una istanza di parte. Se non si recepisce la norma nel 2023 centinaia di comuni siciliani saranno al buio e al freddo perché non avranno la possibilità di sostenere i costi delle bollette. Rivolgo quindi anche un appello alla deputazione siciliana, di ogni schieramento e ai ministri siciliani e del Mezzogiorno affinché – conclude – il governo rifletta e possa adottare una misura di buonsenso”.
“Le maggiori istituzioni del Paese hanno criticato il pacchetto di misure del governo di destra contenute nella Legge di bilancio in materia di lotta all’evasione. Il governo ha reagito con insofferenza e polemiche puerili. Per il Partito democratico, invece, queste sollecitazioni devono spronare la maggioranza a una netta marcia indietro rispetto a misure che non sono dettagli, ma incidono negativamente proprio sul contrasto all’evasione e sulla lotta alle diseguaglianze. Per questo chiediamo con forza che vengano approvati i nostri emendamenti alla Legge di Bilancio, come ad esempio quelli che chiedono l’abbassamento del tetto all’utilizzo del contante, la fine della politica dei condoni, lo stop all’innalzamento della flat tax, l’estensione dell’obbligo di utilizzo del Pos, prevedendo la contestuale reintroduzione del credito d’imposta al 100% per le commissioni bancarie. Le forze di destra riflettano sulle parole d’allarme della Banca d’Italia, della Corte dei Conti, dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, e troveranno gli emendamenti del Partito democratico alla manovra per invertire una rotta sbagliata”.
Così la deputata dem, Marianna Madia.
“Sarebbe molto importante se tra i candidati della segreteria del Pd, prima delle primarie, vi fosse un accordo affinché la “costituente” del Pd prosegua per un tempo congruo. Per avere quella profondità che non ha potuto sviluppare prima dei “gazebo”. Il manifesto dei valori, del resto, noi lo abbiamo già. Per me è inciso nella ‘Carta dei valori’ del Lingotto. Serve piuttosto una nuova forma di relazioni con la società ed una nuova missione di una grande forza democratica verso la nuova dimensione delle grandi ingiustizie, dell’emergenza ecologica, energetica e sanitaria e della rivoluzionaria applicazione tecnologica ai rapporti sociali. Dimensioni ancora lontane nel 2008. Per questo, senza legare le mani a chi sarà eletto o eletta, è bene che dopo le primarie egli prosegua questo grande lavoro di ricerca, ascolto e proposta. Che richiede tempo e creatività collettiva”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
"I 3000 euro di benefit annunciati dalla Meloni in Legge di Bilancio rappresentano al meglio le politiche della destra. Non ci sono risorse per i lavoratori ma solo una tredicesima facoltativa, riservata a pochi eventuali beneficiari, che le imprese non potranno comunque erogare perché i bilanci delle aziende sono chiusi.
Si sta toccando il fondo: le famiglie sono in crisi per inflazione e caro bolletta ed il governo continua ad ingannare i cittadini pensando di essere ancora in campagna elettorale": è quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd in Commissione Lavoro di Montecitorio.
“Dal 1° gennaio al 20 novembre di quest’anno sono state 104 le donne uccise, di cui 88 in ambito familiare o affettivo, e 52 sono state uccise dal partner o dall'ex. La metà delle donne uccise quest’anno sono state uccise con un’arma letale: il presupposto malato di un diritto al possesso del corpo della donna. Non, come spesso leggiamo in un’inaccettabile narrazione mediatica che assume il punto di vista del carnefice, da un raptus, non da folle gelosia o amore disperato, no: dal patriarcato. E’ un dato incontrovertibile: la violenza sulle donne nella società patriarcale non è episodica, è strutturale. Per contrastarla è necessario agire in modo sistemico su più fronti, quello normativo, preventivo, culturale, economico, a partire dal sostegno ai centri antiviolenza e le case rifugio e da un impegno che inizi prima che sia troppo tardi per sradicare il pregiudizio sessista: già sui banchi di scuola, con un grande investimento sull’educazione alle differenze. L’emancipazione economica delle donne è un tassello fondamentale della lotta contro la violenza di genere e cancellando il reddito di cittadinanza si tolgono strumenti di emancipazione”.
Così Elly Schlein, deputata del Gruppo Partito Democratico - Italia Democratica e Progressista, intervenendo in Aula nella discussione generale sulle mozioni contro la violenza di genere.
“Alle donne che fuoriescono dalla violenza - ha detto Elly Schlein - bisogna garantire la casa, bene il reddito di libertà, ma troppo pochi i fondi stanziati finora. E poi un lavoro dignitoso e non povero e precario, chiudere divari salariali e occupazionali di genere, investire nelle infrastrutture sociali ed educative per liberare le donne dal carico di cura che grava sproporzionatamente sulle loro spalle e le frena nel lavoro. Proprio le donne, insieme ai giovani, hanno pagato il prezzo occupazionale più alto durante la pandemia, perché avevano già ereditato i contratti e le condizioni di lavoro più precari dalla crisi precedente. A questa precarietà - ha concluso la deputata del Pd-Idp - si lega il destino violento che hanno subito troppe lavoratrici uscite di casa per andare al lavoro e mai più rientrate, come dimostra quanto accaduto a Luana D’Orazio e Nicoletta Palladini”.