"La morte di Aleksej Navalny è la notizia peggiore per chi in Russia lotta per la libertà e la democrazia. È infatti chiaro a chiunque che la responsabilità di quanto accaduto ricada tutta sul governo di Mosca.
Navalny è l'emblema di cosa sia capace di fare Putin a chi osa contrapporsi al suo regime. Ma è anche il simbolo di chi, nonostante la persecuzione, la condanna a 19 anni di prigione, le torture e le durissime condizioni di detenzione, non si è mai arreso e ha continuato a battersi per una Russia davvero democratica.
Navalny è l'ennesimo oppositore del regime di Putin che muore in circostanze sospette e che, probabilmente, non saranno mai chiarite veramente". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
Le dichiarazioni di Crippa tradiscono la vera natura della Lega. Non riescono a staccarsi dal legame con Putin, la cui difesa d'ufficio è del tutto fuori luogo e fuori tempo. La voce di Navalny, morto per le sue idee di libertà, non si spegne ma continuerà a risuonare con forza.
“Governo italiano isolato nella condanna della morte di Navalny. Meloni “chiede chiarezza”, Tajani non sa prendere posizione e si “augura una morte naturale”, la Lega dice che “è presto per parlare”. Normale che unica voce dissidente si trovasse in una colonia carceraria artica?”
Così il deputato democratico Stefano Graziano.
“La morte di Aleksej Navalny scuote la coscienza di tutti. Sappiamo quanto la sua sia stata una voce libera di opposizione al regime russo e quanti i tentativi di farla tacere. Credo che la comunità internazionale debba reagire chiedendo immediatamente chiarezza e condannando con forza la scomparsa di una persona così importante per la resistenza contro Putin”.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Adesso ancora più determinati nel sostegno a resistenza ucraina e oppositori del regime “Una notizia che non avremmo mai voluto ascoltare e che lascia sgomenti perché mostra al mondo, ancora una volta, la faccia più feroce del regime di Putin, ma anche la faccia più vile”. Così la deputata democratica, Lia Quartapelle, in una intervista a Radio Radicale nel giorno della morte di Alexei Navalny. “Putin è spaventato dalle elezioni che si terranno in Russia esattamente tra un mese, i due fatti vanno legati. Nessuno di noi crede alla storiella che raccontano i media russi sulla morte durante una passeggiata, Navalny è stato assassinato. Questa tragica notizia ci porta a dover essere ancora più determinati a sostenere la resistenza ucraina e a proteggere ancora di più tutti gli oppositori del regime di Putin”.
“Apprendiamo dalle agenzie di stampa che l’oppositore di Putin, Navalny, è morto in carcere, si legge a seguito di un malore. Attendiamo di sapere le cause della sua morte”. Lo dichiara Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa di Montecitorio, che aggiunge: “ la Russia ha una responsabilità molto forte in questa vicenda e la condanna da parte della comunità internazionale deve essere unita e netta”.
Questo uso crudele e arbitrario del potere è la Russia di Putin.
@navalny deve essere immediatamente liberato #freenavalny e con lui le migliaia di prigionieri di coscienza
Così la deputata democratica Lia Quartapelle vice presidente della commissione Esteri
“Un processo farsa, come solo quello di un regime può essere. Putin mostra ancora una volta la faccia feroce contro gli oppositori. Solidarietà a Navalny, la sua battaglia per la libertà è quella di tutti noi”.
Lo scrive su Twitter Enzo Amendola, capogruppo Pd in commissione Esteri alla Camera.
Libertà per oppositori a follia sanguinaria Putin
“Qualche giorno fa è iniziato il secondo processo contro Aleksej Navalny, che sta avendo luogo a porte chiuse, senza la possibilità che ne prendano parte neanche i suoi familiari più stretti. Navalny è apparso magrissimo, per qualche minuto, perché poi i giudici hanno chiesto di chiudere telecamere a circuito chiuso, quindi non c’è nessuna traccia di quello che succede. Le accuse nei confronti di Navalny, che rischia 30 anni di carcere, sono accuse molto dure per un regime che ormai condanna a decine di anni di carcere chiunque abbia detto una sola parola contro la guerra di Putin contro l’Ucraina. Mi auguro che il nostro Paese voglia interessarsi anche di questo, con la presenza dell’ambasciata a questi processi e con l’attenzione della nostra politica estera alle condizioni carcerarie e alla libertà di tutti gli oppositori di Putin, a partire da Vladimir Kara-Murza, da Ilya Iashin. Ci sono due vittime della follia sanguinaria di Putin: la prima vittima è il popolo ucraino, la seconda tutti quei cittadini russi che si oppongono a quella guerra e che vorrebbero vivere in un Paese libero e democratico”.
Così Lia Quartapelle nell’Aula della Camera sull’ultimo processo contro Aleksej Navalny con l’accusa di “estremismo”, dopo gli interventi di fine seduta al Senato dei senatori Pier Ferdinando Casini, Ivan Scalfarotto e Giulio Terzi di Sant’Agata, che hanno espresso la stessa richiesta al Governo.