“Quello sulla Pa è un decreto inutile e dannoso. Inutile perché non risolve i problemi di mancanza di organico, di precariato e di adeguamento degli stipendi all’inflazione nella pubblica amministrazione; dannoso perché impedisce alla Corte dei Conti di vigilare sulla corretta attuazione del Pnrr. La destra continua a governare a colpi di decreto - mai urgenti, non omogenei ed uno alla settimana nei primi 8 mesi - esautorando il Parlamento e ignorando le continue raccomandazioni del Capo dello Stato”. Così la vicepresidente vicaria del Gruppo Pd alla Camera Simona Bonafè, intervenendo oggi sulle dichiarazioni di voto del provvedimento.
“Nel decreto ci sono soltanto norme spot e nessun investimento per valorizzare la professionalità dei dipendenti pubblici ed elevare la qualità dei servizi essenziali alla persona, come scuola, sanità e pubblica sicurezza. Ci sono al contrario norme che non riguardano la Pa ma che compromettono l’esecuzione del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza: uno strumento che rappresenta oggi la maggiore opportunità per rilanciare il paese dopo la pandemia, la guerra, il caro energia e l’inflazione”: conclude Simona Bonafè.
L’assemblea del Gruppo Pd della Camera su proposta della presidente Chiara Braga ha eletto il nuovo ufficio di presidenza. Ne faranno parte Simona Bonafé (vice presidente vicaria), Paolo Ciani, Valentina Ghio e Toni Ricciardi (vice presidenti); Andrea Casu e Federico Fornaro (segretari d’aula), Piero De Luca (segretario con delega per il Pnrr, riforme e sicurezza), Sara Ferrari, Roberto Morassut e Silvia Roggiani (segretari con deleghe comunicazione, coordinamento commissioni parlamentari, rapporti Senato e Partito); Andrea De Maria (tesoriere).
“Vorrebbero mettere telecamere e scanner ovunque, per controllare ognuno di noi in ogni momento della vita. Ma non vogliono che la Corte dei Conti metta il naso nei progetti milionari del Pnrr che stanno gestendo. Tipo marchese del Grillo: Io so' io e voi...".
Lo scrive su Twitter Emiliano Fossi, deputato e segretario del Pd della Toscana.
Cancellare il controllo concomitante sul Pnrr non ha l’obiettivo di velocizzare le opere del Pnrr ma di sottrarre il governo al controllo della Corte. Giusta la denuncia dell’Associazione dei magistrati contabili che in questo modo viene messa a rischio la salvaguardia della legalità, regolarità e correttezza dell’azione amministrativa.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
"Lo scenario che la Svimez ha rappresentato al Forum Aree Interne è molto preoccupante. La grave crisi demografica nelle aree interne rappresenta una delle più urgenti questioni sociali che riguarda il Sud e il Nord allo stesso modo. Vi è la necessità di preservare servizi essenziali che vanno dalla scuola alla sanità, dalle edicole ai distributori di carburante, dalle filiali ai presidi di legalità. Ovviamente passando per le infrastrutture come appunto l'Alta Velocità e la raggiungibilità di questi territori segnati da un atavico isolamento È l'unico modo per cercare di drenare l'emorragia da spopolamento, garantendo il diritto a restare in quelle comunità. Il PNRR è lo strumento più incisivo a disposizione e siamo preoccupati da questo atteggiamento del governo nazionale che rischia di penalizzare esattamente i progetti che interessano i territori più fragili, quelli che Manlio Rossi Doria definì "osso d’Italia". Si tenga il prima possibile una sessione parlamentare sulle aree interne". Lo scrive in una nota il deputato e responsabile Sud e Coesione della Segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
Prima sprecano mesi nel braccio di ferro sul controllo delle risorse e dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza poi si danno alla caccia del capro espiatorio di turno su cui far ricadere le responsabilità delle proprie inadeguatezze. Si tratta del resto di un copione a cui la destra fa ricorso con sistematicità, c’è sempre un nemico – l’Europa, gli organismi di garanzia, i governi precedenti– da additare, qualcuno a cui imputare la colpa di insuccessi, fallimenti e ritardi. La più grande opportunità per l’Italia di combattere squilibri cronici e creare sviluppo sostenibile, occupazione e modernizzazione viene sprecata dal governo di destra che mostra di ritenere il Pnrr un peso ed un ostacolo. Incalzeremo l’esecutivo con determinazione perché la sua inadeguatezza non faccia perdere al Paese questa straordinaria occasione.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
“Il decreto Pa non risolve i problemi della carenza di organico delle amministrazioni pubbliche ma è stato il cavallo di Troia con cui il governo ha messo il bavaglio alla Corte dei Conti sui ritardi dell’attuazione del Pnrr”. Lo ha detto in Aula alla Camera il deputato dem Emiliano Fossi, della commissione Lavoro, durante la discussione generale del cosiddetto decreto Pa.
“Nessuno dei grandi temi del comparto, ha concluso Fossi - dal precariato, al rinnovo dei contratti, al piano nazionale di assunzioni, è stato affrontato, nonostante gli emendamenti presentati dal Pd. La pubblica amministrazione è sotto organico, con contratti a termine e stipendi non allineati con l’inflazione. La destra ancora una volta promette e non mantiene gli impegni assunti in campagna elettorale e utilizza i decreti esclusivamente per inserire norme che limitano i controlli sul corretto operato del governo”.
La gestione del PNRR è la dimostrazione dell’incapacità di gestire una grande opportunità e di trasformarla invece in un pesante fardello ereditato da altri.
Da mesi il Partito Democratico chiede chiarezza e iniziativa: ad oggi abbiamo invece solo una governance centralizzata e paralizzata, che ha fatto accumulare inutili ritardi, e l’annuncio di un voto di fiducia per cancellare il ruolo di controllo della Corte dei Conti. Ma si sa, non c’è governo più insofferente al controllo di quello di destra. È così in Italia, è così in altre democrazia europee. Il Pnrr è il banco di prova del fallimento del governo Meloni, purtroppo però a pagarne le spese è il Paese.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
“Il governo presieduto da Giorgia Meloni è in carica da poco più di sette mesi e ha già battuto tutti i record per quel che riguarda i decreti-legge negli ultimi anni. Dalla fine di ottobre del 2022 al 17 maggio, infatti, ben 25 sono i decreti giunti alle Camere, per una media di 4,1 al mese, superiore a quella di tutti gli altri governi che si sono succeduti almeno dal 2008. Ad esempio, il governo Draghi, in carica dal febbraio 2021 all’ottobre 2023 aveva raggiunto la quota di 3,2 decreti al mese, ben lontana da quella della Presidente Meloni che dall’opposizione allora tanto lamentava la compressione delle prerogative del Parlamento”. Così il deputato dem Andrea Casu in riferimento al “Decreto Pa” in discussione alla Camera.
“Si tratta – prosegue Casu – di una pratica, quella dell’abuso della decretazione d’urgenza, che ha sollevato anche il fermo intervento del Presidente della Repubblica in un recente incontro con i Presidenti delle Camere. La decretazione d’urgenza va utilizzata solo nei casi di straordinaria necessità ed urgenza, e non deve subire poi veri e propri stravolgimenti come il decreto in discussione oggi, che nasce per rafforzare la Pubblica amministrazione e che il governo ha trasformato, con un emendamento, in un mezzo per indebolire il controllo della Corte dei Conti sull’uso dei fondi del Pnrr”.
“Nel merito – ricorda ancora il deputato Pd – il decreto Pubblica amministrazione nasce male, in quanto il piano di assunzioni previsto è del tutto inadeguato anche solo per colmare il gap che la dinamica dei pensionamenti sta causando nella Pa. È anche evidente l’errata impostazione generale, dato che non si può riformare la Pa pensando solo a riassetti di vertice, quando, invece, sono necessarie massicce immissioni di energie alla base grazie al contributo delle nuove generazioni”.
“Il Gruppo Pd ha avuto in commissione un atteggiamento costruttivo durante tutta la discussione - conclude Casu - ma non accetteremo mai il messaggio politico che il governo vuole inviare con l’emendamento sulla Corte dei Conti, secondo il quale per spendere le risorse servono meno controlli affinché vengano impiegate nel modo giusto”.
“ La democrazia liberale si differenzia per l’ equilibrio costituzionale tra i poteri e per la presenza di un sistema dei controlli autonomo dal potere esecutivo.
L’emendamento del Governo sulla Corte dei Conti che ha cancellato il controllo concomitante sul PNRR è la punta di un iceberg di totale allergia al controllo dell’attività dell’Esecutivo.
Il governo preferisce alimentare lo spettro del nemico esterno che gli impedisce di lavorare, da ultimi la Corte dei Conti e la Commissione Europea.
Una strategia comunicativa utile solo a distrarre l’opinione pubblica dai disastrosi dati sull’attuazione dei progetti del PNRR nei primi 2 mesi del 2023.
Per il bene del paese il Governo metta il silenziatore alla propaganda e si assuma la responsabilità di governare, ascoltando anche le opposizioni e le parti sociali, la complessità del PNRR: una sfida irripetibile per cambiare in meglio l’Italia e renderla in grado di competere in una fase storica caratterizzata dalla rivoluzione digitale e dalla transizione ecologica”.
Lo ha detto Federico Fornaro (PD), della commissione affari costituzionali della Camera, intervenendo in aula nella discussione sul decreto sulla Pubblica Amministrazione
“Gigantesca anomalia è il taglio della discussione parlamentare sul decreto Pa e l'ennesimo voto di fiducia nonostante i numeri di cui dispone la maggioranza. Non certo il taglio dei controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr senza peraltro rafforzare i controlli interni per evitare che le risorse si possano disperdere nei glanghi degli abusi e della corruzione.
Meloni e la destra hanno una strana idea della democrazia e della trasparenza: il contrario di quello che dicevano quando erano all’opposizione”. Lo dichiara Silvio Lai, deputato Pd della Commissione Bilancio di Montecitorio.
"L'Eurostat ci dice che le peggiori quattro regioni europee per il tasso di occupazione femminile sono la Sicilia, la Campania, la Calabria e la Puglia. Un dato drammatico che dovrebbe spingere il governo, e in particolar modo il ministro Fitto, ad una sterzata e ad invertire la rotta sul Pnrr che, lo ricordiamo, è stato pensato e voluto con l'obiettivo principale di contrastare le diseguaglianze. Quelle risorse servono proprio a questo: aumentare la coesione territoriale, diminuire le diseguaglianze di genere e tra generazioni, aumentare le opportunità occupazionali. La destra fa finta di non vedere che la vera emergenza è rappresentata da quelle centinaia di migliaia di persone, spesso giovani e donne, che abbandonano il nostro Mezzogiorno per andare all'estero in cerca di opportunità e un futuro migliore". Così il deputato dem e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
“Chiediamo al ministro Fitto di informare il Parlamento sui progetti relativi al nuovo Capitolo REPowerEu inviati alla Commissione”. È la richiesta contenuta in un'interrogazione del gruppo PD alla Camera, a prima firma De Luca, rivolta al ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Apprendiamo infatti solo da fonti di stampa che il Governo ha trasmesso alla Commissione una serie di schede descrittive del nuovo Capitolo REPowerEU nazionale, per verificare l’ammissibilità dei relativi interventi. Nonostante le dichiarazioni sull‘importanza del dibattito parlamentare, registriamo dunque che nei fatti da parte del governo non c’è alcuna volontà di coinvolgere il Parlamento nella revisione e nell’aggiornamento di un Piano che è il più grande investimento degli ultimi decenni. È necessario invece dare piena evidenza pubblica delle schede descrittive dei progetti RepowerEu su cui il Governo starebbe lavorando."
"Sono la totale estraneità del contenuto dell'emendamento sulla Corte dei Conti rispetto al decreto in discussione e l'arroganza con cui questa maggioranza lo difende, a darci conferma della volontà di sottrarsi alla vigilanza della Corte dei Conti. Il Presidente Carlino è stato molto chiaro nel corso della sua audizione sui rischi di questa formulazione. Però, a quanto pare, la maggioranza continua a prendersela con tutti quelli che osano esprimere elementi di criticità nei confronti dell'azione di Governo. Stanno facendo passare un messaggio fuorviante e ambiguo, ovvero che non hanno speso le risorse del Pnrr perché ci sono troppi controlli, quando invece le ragioni sono legate solo ed esclusivamente alla propria incapacità. Per questo noi continueremo ad opporci con forza nel metodo e nel merito a questo atto di prepotenza contro un organo terzo". Così il deputato e membro della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“Dopo le dichiarazioni nette e precise del presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, che definiscono il controllo concomitante come propulsivo dei tempi di attuazione amministrativa dei progetti del Pnrr, chiediamo una sospensione dei lavori delle commissioni congiunte e un ripensamento radicale da parte di governo e maggioranza di destra: si sta giocando pericolosamente con le istituzioni della Repubblica“.
Lo dichiarano i capigruppo dem delle commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera, Simona Bonafè e Arturo Scotto.