“Siamo ormai a poco alla scadenza del 30 giugno 2026, termine ultimo entro il quale devono essere completati tutti gli interventi previsti dal Pnrr, e il quadro è segnato da ritardi strutturali, continui cambi di rotta, modifiche non trasparenti e una governance che appare sempre più debole e confusa. Non è questa la collaborazione istituzionale che serve al Paese. La Corte dei Conti è stata chiarissima: al 31 dicembre 2024 la spesa effettivamente sostenuta ammontava a poco meno di 64 miliardi di euro, appena il 33% del totale. In particolare, sono in forte affanno le missioni su Inclusione e Coesione, Salute e REPowerEU, con livelli di attuazione inaccettabilmente bassi. Ma i ritardi penalizzano le case della comunità, gli studentati universitari, gli asili nido, i piani urbani integrati, i trasporti ferroviari strategici e settori chiave per la transizione ecologica come la mobilità elettrica e l’uso dell’idrogeno verde. E come se tutto questo non bastasse, si ipotizza un ulteriore dirottamento di ben 14 miliardi del Pnrr e 11 miliardi dei fondi di coesione per un nuovo programma di aiuti alle imprese colpite dai dazi commerciali Usa. Non si può affrontare questa fase finale continuando a stralciare, ridurre, rimodulare. Il rischio non è solo perdere risorse: è perdere fiducia, credibilità internazionale e un’opportunità irripetibile di crescita. Non ci sono più alibi. Se il Pnrr fallisce, fallisce l’Italia. E noi abbiamo il dovere di non permetterlo”.
Così la deputata democratica, Rosanna Filippin, intervenendo in Aula sul Pnrr.
“Il ministro Urso continua a non rispondere alle domande che il Pd gli rivolge sullo stato dell'ex Ilva di Taranto. Non dà certezze, né strategie sul futuro dell'acciaieria in Italia e si dimentica dell'obiettivo della decarbonizzazione nonostante le risorse individuate e i progetti avviati nell'ambito del Pnrr”. Lo dice il deputato Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive, intervenendo al question time alla Camera sullo stato dell'ex Ilva.
“La situazione dell'ex Ilva di Taranto – sottolinea l'esponente dem - è estremamente preoccupante: la produzione è ai minimi storici, le misure adottate in favore dell'indotto sono risultate insufficienti e, sotto il profilo occupazionale, la situazione è di assoluta incertezza. Dopo l'attacco alla magistratura di Taranto, il ministro Urso viene smentito anche sull'incendio all'altoforno 1 del 7 maggio”. “Mentre le Acciaierie d'Italia comunicano alle parti sociali la richiesta di raddoppiare i lavoratori in Cigs, gli stessi che oggi hanno scioperato per 4 ore, Urso si comporta come se non fosse ministro da tre anni e non fornisce alcuna soluzione”, conclude Peluffo.
Nella relazione dell’Anac, la fotografia di un Paese che mette in difficoltà la lotta alla corruzione, riduce le gare e la concorrenza, aumenta i subappalti a cascata che indeboliscono la sicurezza sul lavoro. E nonostante questo accumula ritardi su attuazione del PNRR.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, Capogruppo PD alla Camera dei Deputati.
"In un giorno in cui si compie un passo avanti importante verso una gestione coordinata, equa ed efficiente delle future pandemie, l'Italia si eclissa. L'astensione sul nuovo piano pandemico insieme a pochi altri paesi, tra cui Iran e Russia, è un segnale politico gravissimo, il linea con la dottrina della Lega, che mette in discussione il nostro ruolo nell'OMS, indebolisce la cooperazione internazionale in materia sanitaria e mette a rischio la salute dei cittadini.
L'esecutivo dimostra, ancora una volta, di prestare il fianco alla peggiore propaganda anti scientifica, oscurantista e no vax. L'ennesima decisione vergognosa che mina la credibilità e l'autorevolezza dell'Italia come partner affidabile. Ormai il governo è ostaggio delle peggiori pulsioni sovraniste e complottiste che sono un insulto al ruolo svolto dal nostro Paese nel mondo. Per mere ragioni interne abbiamo preferito schierarci con Mosca e Teheran invece che con Parigi, Berlino, Madrid e Bruxelles.
Peraltro, questa è un ulteriore dimostrazione di quanto poco interesse al nostro esecutivo della salute dei cittadini: questo è l'ennesimo tassello dopo il taglio al fondo sanitario nazionale e la riduzione delle case e degli ospedali di comunità previsti dal PNRR. Un governo che danneggia il Paese e isola sempre di più l'Italia nel consesso internazionale". Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione politiche europee.
“Nuova rimodulazione del PNRR e nuova batosta per il Sud e per Taranto. Altro che rilancio, il Governo Meloni è la condanna definitiva per questa città e per questa terra.” Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico e Capogruppo in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Se le voci che circolano dovessero essere confermate dai fatti, saremmo davanti a una vera e propria congiura contro Taranto. Non è sufficiente lo stato di vergognosa incertezza dell’ex Ilva, ora - a quanto pare - ci si dovrà anche preparare a perdere i finanziamenti PNRR per la linea ferroviaria Taranto-Battipaglia. L’ennesima ingiustificata legnata a questa comunità che, evidentemente, per questa destra rappresenta una terra sacrificabile sotto ogni punto di vista e in ogni ambito. Con quale faccia - conclude Pagano - vengono a sfilare ogni domenica per la campagna elettorale, mentre in settimana smantellano pezzo dopo pezzo i progetti che avevamo finanziato per il rilancio di Taranto. Dai parlamentari ai ministri, questa gente non conosce vergogna.”
“Le parole della Corte dei Conti rappresentano il ‘de profundis’ di Matteo Salvini, il peggior ministro dei Trasporti della storia della Repubblica. Per i giudici contabili, infatti, che hanno redatto la relazione semestrale sull’attuazione del Pnrr, è il comparto dei Trasporti quello con ‘il minor tasso di realizzazione emerso dagli indicatori di categoria’. Parliamo solo di circa il 13 per cento. Un dato che grida vendetta e che espone concretamente il nostro Paese al rischio di vedere andare in fumo una delle più grandi opportunità che avevamo per migliorare le nostre infrastrutture. Nel mirino dei giudici soprattutto il settore ferroviario, di diretta responsabilità del ministro Salvini. Con ritardi nei lavori che in particolare al Sud raggiungono livelli record. Più volte abbiamo invitato il ministro, vicepremier e segretario della Lega, a tirarsi su le maniche e a lavorare per rispettare gli impegni assunti. Oggi siamo ancor di più preoccupati, anche perché ci troviamo alla vigilia dell’arrivo dei mesi estivi. Già l’anno scorso fu un vero e proprio disastro per i cittadini. Abbiamo l’impressione che il peggio debba ancora avvenire”.
Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo.
“I ritardi sugli investimenti del PNRR per l’Alta Velocità ferroviaria, certificati oggi dalla Corte dei Conti, confermano la totale incapacità del Governo di rispettare gli impegni assunti con l’Europa. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti registra il tasso di realizzazione più basso tra tutte le categorie del Piano, con gravi criticità proprio sulle tratte strategiche per il Mezzogiorno. Il Ministro Salvini conquista così un nuovo record di ritardi anche per quanto riguarda i cantieri confermando il suo primato di peggiore ministro dei trasporti della storia repubblicana. Anziché affrontare con serietà e competenza le sfide legate agli investimenti sulle infrastrutture, continua a utilizzare il proprio ruolo per finalità propagandistiche, ignorando le emergenze che, ogni giorno, stanno rendendo impossibile la vita a milioni di persone. Il rischio è concreto: per recuperare i ritardi e non perdere i fondi europei, l’estate si preannuncia all’insegna di una congestione incontrollata dei cantieri. I cittadini stanno già pagando il prezzo di queste inefficienze. Serve un cambio di passo immediato: non c’è più tempo da perdere” così una nota del vicepresidente della commissione trasporti della Camera, il deputato democratico, Andrea Casu.
“Da mesi il governo dimostra tutte le sue contraddizioni interne rispetto alla possibilità di ottenere proroghe del PNRR, la cui attuazione è gravemente fallimentare a causa dell’incapacità dell’esecutivo. A questo punto credo sia necessario che facciano chiarezza al loro interno, perché il Ministro Giorgetti ha affermato più volte di voler prorogare la scadenza mentre il Ministro Foti ha sconfessato il collega, ribadendo l’intenzione dell'Italia di non chiedere alcuna proroga. Oggi, dopo il Commissario Serafin, è arrivato anche Fitto a ricordargli che il PNRR va attuato entro il 2026. Il caos totale per un esecutivo oramai nel pallone che cammina e lavora in ordine sparso. La verità è che stiamo assistendo all’accumularsi di ritardi che pregiudicano l'attuazione dei progetti del PNRR, come noi denunciamo da mesi nell'indifferenza totale dell’esecutivo. Si sbrigassero a realizzare gli interventi invece di continuare a cambiarli e modificarli. Il Governo sta bruciando un'occasione storica questa è l'amara verità”. Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in commissione Politiche UE alla Camera.
"La risposta del governo alla mia interrogazione sull'alluvione che ha colpito il Mugello lo scorso marzo è la minima. Il governo ha lasciato troppo a lungo da solo il territorio, mentre la Regione Toscana, unica a intervenire con tempestività, stanziava le prime risorse concrete. Il governo, invece, ha impiegato settimane a dichiarare lo stato di emergenza e si presenta con un decreto che appare del tutto inadeguato. Inadeguato nei tempi, perché è stato necessario alzare la voce – con interrogazioni, atti formali e pressione politica costante – per ottenere anche solo un primo passo. E inadeguato nei contenuti, perché va detto con chiarezza: nel decreto non c’è un euro nuovo. Si razionalizza, si sposta, si riorganizza. Ma non si investe. Le risorse sono prese da fondi già esistenti, in larga parte dal PNRR. Nulla che dia respiro vero ai territori colpiti. Sul Mugello si copre l’urgenza, in altre zone si dà qualche arretrato delle alluvioni passate, ma non si mette mano a ciò che servirebbe davvero: interventi strutturali per prevenire nuovi disastri, mettere in sicurezza, proteggere le comunità. Né nel Mugello né altrove. Famiglie e imprese che da mesi non ricevono risposte. Chi ha perso tutto ha diritto a fatti, non a promesse. Se questo decreto è un punto di partenza, allora il governo lo dimostri subito: servono risorse vere, immediate e aggiuntive. Perché chi è stato colpito non può più aspettare". Lo dichiara il deputato toscano Marco Furfaro, componente della segreteria nazionale, commentando la risposta del governo alla richiesta di stanziamenti per le alluvioni in Toscana e nel Mugello.
“Dopo l’approvazione in Aula del nostro ordine del giorno, che impegnava il Governo a ripristinare i 55 milioni tagliati dal contributo “Loco e Carri” salvati grazie ai nostri emendamenti al Dl Pnrr dello scorso anno, e dopo le dichiarazioni del Viceministro Rixi in audizione, che aveva espresso la posizione favorevole del MIT al “ripristino della misura sui locomotori” assistiamo a un preoccupante passo indietro. Infatti, nonostante il MIT, rispondendo alla nostra interrogazione, abbia ribadito un generico impegno a “sostenere il settore ferroviario delle merci e della logistica” non c’è stata alcuna rassicurazione per quelle imprese che hanno investito 700 milioni in nuovi locomotori non inquinanti. Si continua a parlare di “monitoraggio per l’individuazione tempestiva di norme volte al rifinanziamento” senza adottare nessun intervento concreto. Non ci arrendiamo. Di fronte al disinteresse evidente del Ministro Salvini per questo settore, come Partito Democratico continueremo a portare avanti la nostra azione parlamentare per chiedere conto degli impegni presi nei confronti degli operatori del trasporto ferroviario delle merci” così sui social il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, il deputato democratico, Andrea Casu.
"Diga si ricomincia tutto d'accapo: presenteremo una interrogazione sulle gravi dichiarazioni del vice Ministro Rixi, sui cassoni della Diga che, già collocati con grande ritardo, con tutti i problemi strutturali che hanno portato con loro, vanno rimossi perché realizzati con materiali inadeguati. Ma Rixi ha contezza di quello che dice? Un'affermazione che rivela la drammatica approsimazione con cui è stata seguita la realizzazione dell"opera. Dopo queste affermazioni Rixi chiarisca costi ed efficacia dell'operazione. Per questo abbiamo presentato un'interrogazione in cui chiediamo, innazitutto, se la sua affermazione corrisponde al vero e se così fosse che venga chiarita la modalità di un'eventuale sostituzione, i suoi costi e i ritardi che comporterebbe. Dopo i problemi degli extracosti, prima negati e poi ammessi, che hanno costretto Bucci ad andare con il cappello in mano dal governo per ottenere altri fondi, dopo i problemi giudiziari e i tempi dilatati per l'esecuzione dell'opera, assistiamo all'ultima boutade su un progetto che così sta assumendo i contorni di una farsa. Stiamo parlando dell'opera più importante tra quelle finanziate dal Pnrr, che rappresenta un progetto fondamentale per lo sviluppo del porto e per l'economia genovese e ligure. Ma questa destra prende tutto con leggerezza e continua a non rispondere, infatti anche alla nostra richiesta di un incontro con il commissario Bucci e l'Autorità portuale, in cui chiedevamo chiarezza su tempi e costi, la Regione ha risposto con un no. Diciamo basta a questo pressapochismo e chiediamo subito risposte.
Valentina Ghio vicepresidente Gruppo PD alla Camera e componente Commissione trasporti e Alberto Pandolfo deputato e componente Commissione Attività produttive Camera.
"Per Giorgia Meloni è sempre colpa di qualcun altro. Ma sulle liste d'attesa il governo -che ha approvato prima delle elezioni europee un decreto completamente inutile e inefficace- deve assumersi le sue responsabilità. Non è un caso che anche Zaia e nelle settimane scorse il presidente della conferenza stato regioni, Fedriga abbiano dichiarato che non accettano lo scaricabarile. Sulla sanità Meloni è riuscita nell'impresa di scontentare e irritare anche esponenti delle forze che sono al governo. Non sono più accettabili le bugie e il vittimismo. La premier è chiamata a trovare soluzioni.
Peraltro, sulla sanità si sta consumando il più grande insuccesso del governo Meloni: riduzione degli investimenti in rapporto al Pil, promesse mancate sull'assunzione del personale, liste d'attesa che crescono invece di diminuire, taglio delle case e degli ospedali di comunità con riduzione degli investimenti previsti dal PNRR. Una debacle totale e un'offesa a milioni di cittadini che oggi non riescono a curarsi e ad accedere alle prestazioni. Meloni spieghi il perché del decreto truffa sulle liste d'attesa e si assuma una volta ogni tanto le sue responsabilità. Il suo fallimento è sotto gli occhi di tutti". Così Piero De Luca, deputato Pd e capogruppo in Commissione questioni regionali.
"Poche ore fa il Ministro Foti ha ribadito che bisogna togliersi dalla testa l'idea della proroga del PNRR, la cui attuazione è attualmente fallimentare a causa del governo. A questo punto credo sia necessario che facciano chiarezza al loro interno, perché il Ministro Giorgetti ha affermato più volte di voler prorogare la scadenza e in un'occasione addirittura che la richiesta italiana di proroga del PNRR era già presente in Europa e sperava venisse soddisfatta. Mentre il Ministro Foti ha ribadito che non è intenzione dell'Italia chiedere alcuna proroga. Ci chiediamo se i due Ministri parlino tra di loro perché sembrerebbe di no. Non è serio e credibile un governo che si contraddice ogni giorno. Abbiamo un ministro dell'Economia che dice l'opposto del Ministro per gli Affari europei sull'attuazione del PNRR. La gestione del PNRR da parte del governo Meloni sta diventando una barzelletta, tra ritardi e cancellazione di progetti strategici. Peccato che a perdere da questa conduzione dissennata siano gli italiani". Lo dichiara Piero De Luca, deputato del Pd e capogruppo in commissione politiche europee
“Il rapporto della Corte dei Conti Europea sull’efficacia del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) mette in luce gravi lacune nella gestione del governo italiano. Sebbene il Pnrr sia stato concepito come uno strumento per affrontare le sfide strutturali del nostro Paese – dalla bassa produttività all’alta disoccupazione, fino alle disparità territoriali – i risultati concreti, secondo la Corte, sono ancora limitati, nonostante il raggiungimento di diversi degli obiettivi prefissati.
Il rapporto evidenzia che solo circa la metà delle misure per il digitale e il mercato del lavoro ha prodotto effetti tangibili, mentre la scarsa attenzione ai risultati concreti rischia di compromettere le aspettative di crescita a lungo termine del piano. Inoltre, la mancanza di dati di qualità e di valutazioni sulla costo-efficacia solleva interrogativi sull’uso responsabile dei fondi europei. Dati allarmanti poiché il Pnrr è un’opportunità storica per l’Italia, ma deve essere gestito con trasparenza, responsabilità e un focus chiaro sui risultati, non solo sul rispetto formale delle scadenze. Non può Fitto, con superficialità, limitarsi a difendere i progressi senza affrontare le criticità.
Fare spallucce come fa Fitto può bastare in Italia dove il Governo ha risposto alle critiche della Corte italiana modificando le regole e limitando i controlli ma non vale in Europa. Serve una revisione seria e immediata della strategia di attuazione del Pnrr, con indicatori di performance che misurino l’impatto reale sulle vite dei cittadini. Serve, come chiediamo costantemente, anche un maggiore coinvolgimento del Parlamento, delle autorità locali e della società civile nel monitoraggio dei progressi, per garantire che i fondi siano utilizzati in modo efficace ed equo, soprattutto a favore del Sud e delle fasce più vulnerabili.
Così il deputato PD, Silvio Lai della commissione bilancio della Camera dei Deputati.
“Sul Pnrr i conti non tornano e siamo sull'orlo di un fallimento totale che sta facendo precipitare l'Italia nel vuoto. Per questo rivolgiamo al governo un invito costruttivo: fatevi aiutare e coinvolgete il Parlamento. Questo esecutivo sta dilapidando un patrimonio economico che rischia di non tornare più. Ma soprattutto sta distruggendo il simbolo della Next Generation EU, la nuova integrazione europea che accoglie l'ispirazione ideale di Ventotene verso il percorso federalista degli Stati Uniti d'Europa”. Così il deputato Piero De Luca, capogruppo PD in Commissione Politiche UE, intervenendo in Aula sulla discussione del monitoraggio e dello stato di attuazione del PNRR.
“Se esistono i fondi del Pnrr – continua l'esponente dem - è solo per merito del lavoro dei progressisti e democratici in Italia e in Europa perché la destra non ha mai votato a favore degli Eurobond e del Recovery Fund al Parlamento europeo e addirittura ha votato contro il mandato per negoziare il Next Generation Eu a Bruxelles”. “Il Pnrr era e è ancora un'opportunità irripetibile di rilancio del sistema Paese e rafforzamento della coesione sociale. Oggi, però, rappresenta più un'occasione persa: è il Piano nazionale dei ritardi e dei rinvii. La spesa è ferma al 30% delle risorse complessive con ritardi in progetti strategici come asili, case e ospedali di comunità, residenze universitarie, infrastrutture, piani urbani. La verità è che il governo ha perso più tempo a modificare il Pnrr che ad attuarlo. Il PD chiede un pieno coinvolgimento del Parlamento su ulteriori modifiche e continuerà a chiedere trasparenza e verità sui numeri e sulle intenzioni del governo: dati che ad oggi restano impietosi mentre i ministri si contraddicono a vicenda in modo ridicolo. Siamo sull'orlo del baratro per colpa di questo governo che sta bruciando purtroppo il futuro del Paese", conclude De Luca.