"Sono passati 10 anni dall'assassinio del fotoreporter Andy Rocchelli e dell'attivista Andrej Nikolaevič Mironov, uccisi da soldati ucraini mentre documentavano le sofferenze della popolazione civile del Donbass a causa degli scontri tra separatisti filorussi e l’esercito di Kiev. Quaranta minuti di spari, da tre armi diverse: non un incidente.
Su questa drammatica vicenda è arrivata, nel 2021, la verità giudiziaria, ma non la giustizia. Oggi in Comitato diritti umani della Camera abbiamo ascoltato Rino Rocchelli ed Elisa Signori, i genitori di Andy, insieme a Giuseppe Giulietti, coordinatore di Articolo21 che hanno spiegato molto bene come perfino la Cassazione riconosca che contro Andy e Andrej si sia consumato un crimine di guerra operato dell’esercito e della Guardia nazionale ucraini. Era anche stato condannato, in primo grado, uno dei militari che hanno partecipato all'assassinio di Rocchelli e Mironov, poi assolto per un vizio di forma.
Sappiamo ufficialmente, dunque, cosa è successo, ma non c'è stata giustizia. E non c'è stata la necessaria collaborazione da parte del governo ucraino, nè la determinazione ad ottenerla da parte delle autorità italiane. Su questa vicenda presenteremo un'interrogazione al governo e scriverò una lettera al ministro degli Esteri Antonio Tajani perché incontri i genitori di Andy Rocchelli". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Domani alle 8.45 il Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, presieduto dall'on. Laura Boldrini, audirà Rino Rocchelli ed Elisa Signori, genitori di Andy Rocchelli il reporter ucciso in Ucraina il 24 maggio 2024 insieme all'attivista per i diritti umani e interprete Andrej Nikolaevič Mironov, mentre stava documentando le sofferenze della popolazione civile del Donbass a causa degli scontri tra
separatisti filorussi e l’esercito di Kiev. Nell'ambito dell'audizione sarà ascoltato anche Giuseppe Giulietti, coordinatore dell'associazione Articolo21.
L'audizione sarà l'occasione per ripercorrere la vicenda di Rocchelli e Mironov e per approfondire il ruolo dei giornalisti di guerra nel raccontare i conflitti del nostro tempo e i seri rischi che corrono poiché spesso non sussistono le condizioni necessarie a garantire la sicurezza personale.
"Non dimenticate l'Afghanistan: è questo il monito che da molte piazze si alzò dopo il ritiro dei contingenti occidentali dal Paese e l'avvento del governo dei Talebani. In 20 anni di presenza militare internazionale su quel territorio, la più lunga della storia, l'Italia ha speso 8,7 miliardi di dollari e gli Usa 1 trilione, ma l'Afghanistan è rimasto senza alcuna autonomia economica e con standard di vita peggiori di prima. Il Paese è in mano a un governo che viola i diritti umani, vieta alle donne perfino di studiare, opprime una popolazione già stremata da una situazione sociale ed economica al collasso". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Oggi il Comitato diritti umani nel mondo della Camera ha audito alcune ong che lavorano in Afghanistan, come Emergency, Intersos, Afgana e United Against Inhumanity le cui denunce non possono lasciarci indifferenti. Solo per citare alcuni dati, 23,7 milioni di persone - più della metà della popolazione - non può vivere senza aiuti umanitari, l'80% delle afgane e degli afgani vive con 1 dollaro al giorno e il 20% ha visto morire una persona cara perché non ha avuto accesso alle cure sanitarie - riferisce Boldrini secondo quanto riportato dalle ong -. "Un paese con più kalashnikov che libri di scuola" è stato descritto dove a subire le conseguenze peggiori sono le donne che vivono quella che l'Onu ha definito "apartheid di genere"."
"In più, i risparmi degli afgani sono stati congelati dagli Usa: si tratta dei soldi delle persone e delle imprese, non del regime. Una situazione aggravata dall'espulsione della Banca centrale afghana dai circuiti internazionali - prosegue la presidente -: nessuna transizione da e per l'estero è possibile: una vera "rappresaglia economica", sottolineano le ong".
"In questa situazione, secondo le associazioni, non si può condizionare il ripristino degli aiuti allo sviluppo alla caduta del regime talebano, a meno di immaginare un'altra guerra per destituirlo - aggiunge Boldrini -. Bisogna aprire dei canali diplomatici perché "parlare non vuol dire legittimare" e per sostenere la parte più dialogante dei talebani: la chiusura attuata finora non ha fatto che rafforzare il regime che, intanto, attira le attenzioni di Cina e Russia, fanno notare le Ong".
"Un quadro drammatico da cui tentavano di scappare molte delle vittime del naufragio di Cutro e i loro familiari. Le testimonianze di Zahra Barati e Gulaqa Jamshidi, due sopravvissuti assistiti dalla "Rete 26 febbraio", sono state un vero e proprio atto di denuncia sulle promesse non mantenute dall'Italia verso il popolo afgano - aggiunge -: dalla garanzia che tutti coloro che avevano collaborato con i nostri contingenti in Afghanistan sarebbero stati portati in Italia, all'apertura di corridoi umanitari fino all'impegno preso da Meloni a Palazzo Chigi di concedere il ricongiungimento ai familiari delle vittime di Cutro rimaste in Afghanistan".
"Niente di tutto questo è accaduto. Così le persone, per mettersi in salvo, sono costrette ad affidarsi ai trafficanti rischiando la vita in mare, com'è successo a Cutro lo scorso anno e a Roccella Jonica, appena 15 giorni fa. Per queste ragioni presenteremo un'interrogazione al governo per chiarire qual è la posizione dell'Italia nei confronti dell'Afghanistan, quali misure intenda intraprendere per sostenere la popolazione stremata e tutelarne i diritti, anche ripristinando aiuti allo sviluppo del Paese, come intende dare seguito alle promesse fatte ai superstiti di Cutro, alle loro famiglie e alle famiglie delle vittime e come intenda garantire la protezione internazionale alle afgane e agli afgani in fuga dai talebani" è l'impegno di Boldrini.
“Per battere le destre al potere in Italia e in Europa servono delle alleanze larghe su temi importanti come sanità pubblica, lavoro dignitoso per tutti, diritti sociali e civili. E soprattutto dobbiamo combattere le destre nell’Unione Europea con più Europa. No a veti contro qualcuno, sì ad alleanze larghe”. Lo ha detto il deputato dem, Stefano Graziano, ospite di Agorà Rai Tre.
Su Piantedosi e antisemitismo Graziano ha aggiunto: “Piantedosi fa un errore se fa le classifiche dell’antisemitismo. L’antisemitismo è disgustoso in ogni sua forma. Combattere l’antisemitismo deve essere un interesse nazionale”.
“Sono molto felice di aver visitato insieme alla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati il cantiere di Italian Green Factory che rilancerà il sito ex Whirlpool di Via Argine 34 a Napoli. Abbiamo lungamente discusso con Felice Granisso, Ceo della nuova impresa, e con le rai sindacali. Sono stati salvati trecento posti di lavoro e a Napoli sorgerà un grande progetto imprenditoriale che mette al centro la sfida delle energie rinnovabili. Ci siamo impegnati a seguire con grande attenzione l’evoluzione di questa impresa: servono istituzioni capaci di dare una mano a chi vuole fare impresa in questa realtà così importante e difficile. Qui c’è una sfida vinta dai lavoratori che non si sono mai arresi, da una città che è sempre stata solidale con la vertenza, a da un’azienda napoletana che ha scelto di investire qui salvaguardando una fabbrica in un territorio dove rischiava di scomparire una delle ultime realtà operaie”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Oggi inizia Wimbledon ma gli incontri degli azzurri saranno visibili soltanto a pagamento. Nonostante solleciti ed interrogazioni parlamentari il Governo Meloni non ha infatti ancora aggiornato la lista Agcom degli appuntamenti sportivi di particolare rilevanza nazionale che dovrebbero essere fruibili gratis da tutti per legge, soprattutto dopo gli exploit degli atleti italiani nel tennis. Attenzione: non si tratta di costringere la Rai a pagare le esclusive ma obbligare, come già accade da sempre, le Tv che hanno i diritti degli incontri a trasmetterli in chiaro. Lo sport non può essere soltanto un privilegio di pochi: le coppe europee di calcio dalla prossima stagione trasmesse solo a pagamento e gli aumenti esponenziali degli abbonamenti alle pay tv sono in questo contesto un precedente allarmante. Chiediamo al governo, i cui membri non perdono occasione di cercare like sui social con i successi sportivi, di intervenire immediatamente per dare la possibilità a tutti di vedere le partite dei nostri campioni". Lo dichiara il deputato Dem e segretario Pd della Toscana Emiliano Fossi.
“Rete Ferroviaria Italiana torna alla carica con un progetto di quadruplicamento della linea Ciampino-Capannelle per il traffico merci e passeggeri. Un progetto vecchio di 40 anni, senza l’assenso delle Sopraintendenze di Stato, da realizzarsi a ridosso delle arcate dell’Acquedotto Claudio del I secolo. Uno dei luoghi più belli della Terra, patrimonio Unesco, parco unitario fruito da migliaia di cittadini, verrebbe squarciato perché RFI si rifiuta di realizzare un’altra opera più esterna e meno impattante (la Gronda Ovest) prevista dal Prg di Roma e sottoscritta da 15 anni dalle Ferrovie”. Cosi in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, che aggiunge: “Per risparmiare qualche miliardo si vuole sfregiare un patrimonio mondiale. Lo impediremo. In Parlamento e sul territorio”.
“Noto - senza troppo stupore - che Fratelli d’Italia, tra un attacco e l’altro alla libertà di stampa, trova il tempo di occuparsi sui social di Elly Schlein. Attaccandola per la sua partecipazione al Pride di Milano che dimostrerebbe la lontananza del Pd e della sinistra dalla classe operaia. Vorrei sommessamente rammentare agli esponenti di Fratelli d’Italia che il loro è il Governo che ha allargato i voucher alle imprese fino a 25 dipendenti, eliminato la possibilità di accedere alle informazioni dell’algoritmo per i rider, liberalizzato i subappalti a cascata, eliminato le causali per i contratti a termine, tolto il tetto per il lavoro somministrato. Oltre ad aver negato il salario minimo a quattro milioni di lavoratori e lavoratrici poveri. La lista è anche più lunga, ma meglio fermarsi qui per carità di patria. Se questo è il modo per i signori della destra di occuparsi della classe operaia, meglio che si dedichino ad altro. Gliene saranno tutti grati”.
Il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Approvare mia Pdl su svolgimento formazione
“L’ennesimo incidente sul lavoro, l’ennesima morte, questa volta nella mia provincia. A Canicattì. Un giovanissimo operaio di soli 21 anni ha perso la vita perché travolto da un carrello elevatore che stava manovrando. In una provincia, la mia, in cui i giovani vanno via per cercare un futuro migliore è un dolore dover constatare che chi prova a restare debba morire di lavoro. In attesa che le autorità competenti chiariscano quanto avvenuto, non possiamo che continuare a chiedere che si faccia il possibile per evitare altre tragedie come questa. Solo nel primo trimestre del 2024 sono stati registrati già 191 decessi per incidenti sul lavoro. Un bollettino di morte, che purtroppo è destinato a crescere. Tante volte abbiamo chiesto al Governo nazionale di dare attenzione alla prevenzione, potenziando le attività di formazione e vigilanza. Tutte le istituzioni devono sentirsi coinvolte in una battaglia comune sui temi della salute e sicurezza sul lavoro. È evidente che è necessario capire cosa non va e cosa va cambiato nell’attuale normativa. Il mio impegno, come componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla salute e la sicurezza sul lavoro, va in questa direzione. Ho depositato a febbraio una PdL che si propone di modificare il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, rispetto all’accreditamento dei soggetti che erogano la formazione a distanza dei lavoratori e, quindi, rispetto alla certezza dell’erogazione e dello svolgimento della formazione. Oggi la mia vicinanza e il mio cordoglio va alla famiglia e a tutta la comunità di Canicattì”.
Così la deputata democratica della Commissione parlamentare di inchiesta sulla salute e la sicurezza sul lavoro, Giovanna Iacono.
"Apprendiamo che per l'onorevole Donzelli, fedelissimo di Giorgia Meloni, il limite da non superare è l'antisemitismo. Se ne deduce che, invece, il razzismo, l'evocazione del fascismo e del nazismo, il plauso ai Nar siano per Donzelli, dentro i limiti dell'accettabilità.
Che l'antisemitismo non sia, in alcun modo, tollerabile è ovvio. Ma l'odio verso gli ebrei è una logica conseguenza per chi urla "Sieg Heil" e inneggia a Mussolini. Non condannare con la stessa forza tutto quello che è emerso dall'inchiesta di Fanpage sui giovani di Fdi, e non prendere seri provvedimenti significa buttare fumo negli occhi sperando di salvare i rapporti con la comunità ebraica. Con quale coraggio Donzelli accusa di antisemitismo chi chiede la fine della guerra a Gaza? E con quale coraggio si scaglia contro la giornalista che ha condotto l'inchiesta accusandola di aver tradito "gli amici" per fare carriera?
Donzelli non provi a manipolare e mistificare la realtà per sviare l'attenzione dalle degenerazioni del suo partito. E Meloni, che accusa la sinistra di usare toni da "guerra civile", cos'ha da dire sulle minacce dei suoi "stupendi" ragazzi a Elly Schlein?". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Non sono "casi isolati": è sistema. Tra i giovani del partito di Giorgia Meloni regnano l'antisemitismo, il razzismo, la nostalgia del regime fascista. La seconda parte dell'inchiesta di Fanpage non lascia spazio a dubbi né a interpretazioni. E quel sistema è strettamente legato alla dirigenza di Fratelli d'Italia. L'ex portavoce del ministro Lollobrigida, Paolo Signorelli, non è un'eccezione. Lo staff di vari esponenti di spicco del partito di maggioranza sono intrisi di questa subcultura neofascista. Che, vale la pena ricordarlo, è la stessa espressa da diversi dirigenti di quel partito, perfino tra gli eletti. Viene da pensare che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
Le dichiarazioni di Donzelli, ora che sono emersi perfino gli insulti antisemiti alla senatrice di FDI Ester Mieli, ex portavoce della comunità ebraica di Roma a cui va la mia solidarietà, appaiono tardivi e di circostanza. Non è in alcun modo credibile che il responsabile dell'organizzazione del partito non sapesse chi c'è tra i suoi stessi collaboratori e cosa succede, a telecamere spente, tra i militanti di Gioventù nazionale.
Non è più accettabile alcun silenzio da parte della premier. Era scritto, qualche giorno fa, su uno striscione al presidio di Piazza Vittorio dopo l'aggressione ai ragazzi di Sinistra universitaria: chi non condanna è complice". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente sui diritti umani nel mondo.
“Desidero esprimere la mia profonda soddisfazione per il successo e l'espansione de Il Globo TV in Asia, Africa e Medio Oriente. Questa piattaforma in streaming dedicata agli italiani all'estero sta compiendo un passo significativo nel portare la cultura italiana in tutto il mondo.L'arrivo de Il Globo TV in queste nuove aree geografiche rappresenta un'importante opportunità per tutti noi italiani che viviamo lontano dalla nostra patria. Grazie alla vasta offerta di canali italiani in diretta, tra cui Rai Italia HD, Rai News 24, Rai Premium, La7 Italia, InterTv, Telepace e molti altri, possiamo rimanere connessi con le nostre radici e la nostra lingua madre. Questa inarrestabile crescita de Il Globo TV è il frutto di un impegno costante nel servire la comunità italiana all'estero e nel promuovere la lingua, le tradizioni e la cultura del nostro amato Bel Paese. Sono convinto che questa piattaforma continuerà a svolgere un ruolo fondamentale nel mantenere vivo il legame tra l'Italia e gli italiani sparsi per il mondo. Continuerò a seguire con entusiasmo e gratitudine il percorso di crescita e innovazione de Il Globo TV, sicuro che la sua missione di unire e informare la comunità italiana all'estero continuerà a essere un successo”. Così Nicola Carè, deputato eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide
“Ho ascoltato con molta attenzione il discorso della presidente Meloni e ho notato che il 90% delle sue considerazioni sono state critiche molto forti all’Unione Europea.
In sostanza la presidente Meloni vuole descrivere l’Unione Europea in Italia come un soggetto da cui difendersi.
Ed è ancora più imbarazzante il fatto che se fai del nazionalismo e del sovranismo la chiave centrale della tua politica, è ovvio che poi hai valori che sono antitetici all'Europa. Questo è il grande pericolo e d’altra parte la Presidente Meloni è coerente con le sue impostazioni di fondo: Italia fuori dall’Euro; anno 2015 Ue è una banda di usurai; nel 2016 ha elogiato il voto degli inglesi alla Brexit. Questa è la rappresentanza dell’Italia in Europa. A questo punto ci chiediamo se la Meloni stia pensando anche di rivedere la sua posizione sul diritto di veto e che finalmente si convinca che la scelta giusta è quella di toglierlo.
Noi questo vorremmo saperlo perché è molto rilevante per quello che l’Europa potrà fare”. Lo ha detto in Aula Matteo Mauri, deputato e responsabile sicurezza del PD nel suo intervento sul discorso della presidente del consiglio Giorgia Meloni in vista del consiglio europeo.
"La presidente Meloni ha tre grossi problemi quando rappresenta l'Italia in Europa. Il primo è un alleato di governo, si chiama Matteo Salvini, che continua a strizzare l'occhio a Vladimir Putin; il secondo è una famiglia politica europea e amici europei in contrasto con l'idea di Europa solida integrata e fedele ai suoi valori fondativi, Le Pen, Abascal, Orban; il terzo è un alleato americano che osteggia l'Unione europea e che non difende il patto Atlantico. Come si tengono insieme queste cose senza ambiguità?". Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Marianna Madia, intervenendo in discussione generale sulle comunicazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in vista del Consiglio Europeo.
"Presidente Meloni dove schiera l'Italia in Europa? Dove schiera l'Italia la premier Meloni che è una donna di stato, tra gli euroscettici o tra i sistemi democratici ed europeisti? Sullo stato di diritto - ha incalzato Madia - è d'accordo alla condizionalità sui fondi europei, per cui 'no risorse europee' a chi incatena i detenuti? Dove schiera l'Italia nella transizione ecologica tra chi vuole arretrare dagli obiettivi che ci chiedono le nuove generazioni o tra chi considera quegli obiettivi degli obiettivi comuni su cui cercare delle risorse comuni con un'azione politica all'altezza del voto delle nuove generazioni? Dove schiera l'Italia sull'immigrazione? Ha detto che è d'accordo con Viktor Orban, quindi presidente Meloni è d'accordo sull'ognuno faccia per se, isolando l'Italia che per i suoi confini geografici è naturalmente un Paese di prima accoglienza? In politica estera dove schiera l'Italia? Con chi cerca le alleanze per sostenere il popolo e il governo ucraino?".
Presentata interrogazione a Roberto Sergio
Ha destato davvero scalpore e indignazione il servizio giornalistico della Rai sulla tragedia di Satnam Singh, il lavoratore deceduto presso l’ospedale San Camillo di Roma a seguito di un incidente sul lavoro con un macchinario che gli aveva letteralmente staccato un braccio nell’azienda agricola in cui lavorava, a Borgo Santa Maria, frazione di Latina. Intervistato il padre del titolare dell’azienda, indagato dalla procura di Latina per omesso soccorso e omicidio colposo, ha testualmente affermato “Mio figlio aveva detto al lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma il lavoratore ha fatto di testa sua. Una leggerezza, purtroppo”.
Ha dell’incredibile che nell’ambito di questo servizio riportato anche dalle altre reti del servizio pubblico non sia stato fatto alcun cenno alla dinamica drammatica dell’evento e alle circostanze non degne di un Paese civile come l’Italia. Per questo chiediamo all’Amministratore delegato della Rai di sapere se i vertici dell’azienda risultino a conoscenza del servizio giornalistico messo in onda e se ritengano di dover appurare quanto accaduto e verificare che non vi siano stati interventi che abbiano in qualche modo condizionato la predisposizione del servizio minimizzando l’accaduto e non offrendo ai telespettatori, fattore che mortifica la missione del servizio pubblico, una completa informazione rispetto al tragico incidente sul lavoro che ha riguardato Satnam Singh.
Così i componenti Pd in commissione di Vigilanza Rai che hanno presentato un’interrogazione all’amministratore delegato Roberto Sergio, a prima firma Bakkali.