Lo scrive su X Alessandro Zan, deputato Pd e responsabile diritti del partito democratico
Serena Bortone è stata punita per aver denunciato una censura in Rai. E le punizioni sono proprie di un regime, non di una democrazia, perché la vendetta del potere dimostra tutta la sua debolezza. Che brutta fine per il servizio pubblico.
“Se osi dissentire in Rai vieni cacciata. Vietato disturbare lorsignori del Governo o ricordare le radici antifasciste della Costituzione e della Repubblica. Solidarietà a Serena Bortone, giornalista coraggiosa. Veniteci ancora a dire che TeleMeloni è un invenzione” così Chiara Gribaudo, vice presidente del Partito Democratico, su X.
Decine di tavoli al Mimit: 183mila lavoratori coinvolti
“Le crisi industriali aperte in Italia coinvolgono oltre 183.000 lavoratori. Sono decine i tavoli di crisi presso il Mimit lontani da una soluzione. La destra prima di venirci a spiegare come si rappresentano gli operai metta mano lì. In quelle vertenze noi ci siamo. Loro non so”.
Così sui social il capogruppo Pd in commissione lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Un dato sorprendente frutto di un lavoro di squadra e di una campagna elettorale in cui la segretaria Schlein non si è risparmiata ed è andata casa per casa, strada per strada. Il PD ha parlato di temi concreti, di sanità pubblica, di lavoro, di salario minimo e abbiamo parlato della nostra idea di Europa, dell’Europa che vogliamo, mentre il governo della Meloni ha approfittato per mettere in campo tutta una serie di decreti come quello sulle liste di attesa per i quali però ahimè non è prevista nemmeno una risorsa. Di fronte a queste azioni del governo noi del partito democratico abbiamo messo in campo delle proposte concrete e credo che questo sia stato premiato dai cittadini.
Questo risultato mette il partito democratico in una condizione di grande responsabilità perché siamo il perno per la costruzione di una alleanza alternativa a questo governo.
Voglio ricordare che il partito democratico non solo ha aumentato i voti percentuali rispetto alle politiche ma anche il voto assoluto, ma soprattutto voglio ricordare che il partito democratico ha avuto un importante voto al sud e che se sommiamo tutti i voti di tutte le forze di opposizione sono queste la maggioranza del paese. Ecco su tutto questo noi dobbiamo riflettere alla vigilia dell’esame parlamentare del decreto autonomia che sarà domani in aula alla Camera”. Lo ha detto Simona Bonafè, vice capogruppo del PD alla Camera intervistata da Rai news 24 sugli esiti della campagna elettorale.
"Tele Meloni colpisce ancora: ieri pomeriggio quasi un'ora di diretta sulle reti Rai per la Premier in Albania che sperpera 800 milioni di euro per l'hot spot migranti ma poi la televisione di Stato interrompe la premiazione della prima e storica vittoria dell' Under 17 di calcio al campionato europeo di categoria, preferendo peraltro una serie Tv inglese. Complimenti per la coerenza, sovranisti a reti alterne!". Lo dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Anche oggi da Rainews un vergognoso spottone al governo, con la diretta integrale dell’intervento della presidente del consiglio in Albania, dove è andata ad inaugurare i centri migranti che ancora non sono stati costruiti. Dov’è la notizia? Come è stato conteggiato il tempo di questo spot elettorale della Meloni? È stata considerata attività di Governo secondo le indicazioni dell’Agcom? Ma di quale attività parliamo visto che il centro per i migranti al centro della fanfara della propaganda di palazzo Chigi ancora non è attivo. Chiederemo all’Agcom tutti i dettagli dei servizi che la Rai farà su questa passarella elettorale di Meloni, a partire dai servizi di Rainews” così i parlamentari democratici della commissione bicamerale di vigilanza Rai.
“Il sorpasso di Mediaset alla Rai annunciato oggi da Piersilvio Berlusconi è figlio di TeleMeloni. A furia di occupare e utilizzare politicamente la tv di Stato, il palinsesto non è più attraente e il pubblico è sempre più intenzionato a rivolgersi altrove. Programmi flop e share sotto zero: Rai di tutto di più, o meglio, di meno ” così in una nota i parlamentari del Pd della commissione di Vigilanza Rai che parlano di “autogol televisivo e politico del Governo”.
“Quanto costa e chi paga la passerella elettorale della presidente del consiglio che oggi sbarcherà in Albania per ‘inaugurare’ i centri per migranti che ancora non ci sono?” lo chiedono i deputati democratici Enzo Amendola, Simona Bonafè, Matteo Mauri e Matteo Orfini che, a fine maggio, sono stati in missione nei luoghi dove, secondo l’accordo Italia-Albania sottoscritto dal governo, dovevano essere già operativi i centri per migranti. “Abbiamo visto qualche ruspa e un paio di operai in una landa desolata” ricordano i democratici che denunciano lo spreco di soldi pubblici di tutta questa ‘operazione propagandistica’. “L’accordo Italia Albania è un’idrovora di denaro pubblico – sottolineano - i 650 milioni di euro iniziali sono già lievitati a oltre 800 milioni di euro a cui si aggiungono, settimana dopo settimana, altre spese, continui ritardi, i costi dell’inefficienza e, oggi, anche le spese dell’organizzazione della propaganda. A quattro giorni dalle elezioni – concludono i deputati - la fanfara della propaganda di Palazzo Chigi cercherà di nascondere il grande bluff che sta dietro l’accordo con l’Albania per la gestione dei migranti e lo farà mostrando le immagini dei container del porto di Shengjin, uniche strutture montate in fretta e furia, che a nulla serviranno finché non sarà costruito il centro principale a Gjadër. Chiederemo conto in parlamento di quanto ha pesato sulle casse dello Stato questa ‘gita fuori porta’ della presidente Meloni e di tutta la sua organizzazione”.
“Non era mai accaduto che un partito querelasse un giornalista Rai. Questi sono i veri record del governo Meloni, quelli che purtroppo non ascolteremo mai dalle reti del servizio pubblico. Con la querela per diffamazione a Mottola, Fdi conferma che la minaccia e l’intimidazione alla stampa è la cifra della propria azione politica. Porteremo il caso in vigilanza” così in una nota i parlamentari democratici della commissione di vigilanza Rai.
“Servizio pubblico non può essere telemeloni ”
Lucia Annunziata ha scelto di dimettersi un anno fa dal servizio pubblico con grande dignità perché non condivideva “nulla dell’operato del governo, né sui contenuti, né sui metodi. In particolare rispetto alle modalità dell’intervento sulla Rai”. Ebbene, quelle sue parole valgono ancora di più oggi perché quello che è successo e a cui continuiamo ad assistere nella più grande azienda culturale del Paese le dà purtroppo ragione. È in corso una deriva autoritaria senza precedenti. Dopo quello della Annunziata, gli addii di tanti personaggi segnalano un clima in cui è diventato difficile lavorare. Il servizio pubblico non è la tv di Palazzo Chigi. Questo principio non è chiaro al governo Meloni che sta sistematicamente usando le reti Rai per farsi propaganda con giornalisti sviliti a megafono della propaganda governativa.
Così il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
"Ho sentito questa mattina Daniele De Paz, Presidente della Comunità Ebraica di Bologna. Credo che Bologna debba come sempre dimostrare di essere la città della pace, del dialogo, del contrasto ad ogni forma di antisemitismo. Guardo con preoccupazione il rischio che crescano conflitti e divisioni. Giusto contestare senza alcuna ambiguità le politiche dell'attuale governo di Israele, che si sta rendendo responsabile di una tragedia umanitaria a Gaza. Questo non deve significare mettere in secondo piano le responsabilità ed i crimini di Hamas, una organizzazione terroristica nemica della libertà.
Leggo che Fratelli d' Italia vuole impartire lezioni, senza averne certamente l'autorevolezza. Possono stare tranquilli. Il Sindaco Lepore e l'amministrazione comunale hanno sempre dimostrato a quali valori di pace, democrazia e dialogo ispirano la loro azione.
Sono convinto che ora la priorità sia aiutare il dialogo. Nella prospettiva di garantire insieme il diritto al popolo palestinese a vivere in un proprio stato, riconosciuto internazionalmente, ed il diritto alla sicurezza dello stato di Israele e del suo popolo. E per unire e non dividere la nostra comunità, in particolare in una città Medaglia d' Oro della Resistenza, che ha una lunga storia di apertura e di dialogo e di condivisione interreligiosa e interculturale". Così Andrea De Maria, deputato PD.
“Il gioco d’azzardo è fuori controllo e i dati presentati questa mattina da Cgil e da Federconsumatori con la pubblicazione del libro nero 2024 lo attesta inequivocabilmente. Sono dati inquietanti. In dieci anni le scommesse sono cresciute del 78%. Siamo ormai a 150 miliardi a fronte degli 84 del 2013. Praticamente una cifra complessiva che vale cinque volte la legge del bilancio in corso, l’89% della spesa alimentare e l’87% della spesa sanitaria. Gli italiani hanno perso con il gioco 22 miliardi nel 2023 e tantissimi di loro, dopo aver perso tutto, sono caduti nella rete del ricatto e degli usurai. Molti altri, sempre di più, stanno combattendo la perversa sindrome della ludopatia. Di fronte a tutto questo lo Stato aumenta le possibilità di gioco, perché ha bisogno di recuperare risorse per le emergenze e per fronteggiare l’enorme debito pubblico, anziché operare per mettere regole a protezione delle fasce più deboli e ridurre l’offerta di gioco. E lo Stato fa anche un altro danno: nega la disponibilità dei dati sul gioco al terzo settore e alle regioni e ai comini nonostante nella legge delega grazie ad un emendamento del Pd sia stato inserito come obbligo e diritto”.
Così il dem Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e primo firmatario della proposta di legge sul riordino della disciplina sui giochi pubblici.
“Non avere quei dati - aggiunge - non consente di avere l’esatta dimensione e distribuzione del fenomeno e le conseguenze di carattere economico e di salute che pregiudicano la vita di decine di miglia di persone del nostro Paese per la gioia delle organizzazioni criminali e mafiose che sanno come incunearsi nelle piaghe dei drammi sociali. Occorre che lo Stato si ponga l’obiettivo di costruire un sistema normativo che ridefinisca l’idea di gioco, come fatto episodico e non compulsivo della vita delle persone. Serve coraggio per farlo - conclude - ma solo così si possono combattere gli effetti devastanti prodotti dal gioco d’azzardo non solo per il giocatore ma anche per le famiglie, gli ambiti di lavoro e la società”.
"Sessanta raid su Rafah in appena due giorni, l'ultimo poche ore fa. I tank dell'esercito israeliano sono arrivati al centro della città dove si erano rifugiate un milione e mezzo di persone scappate dal resto della Striscia, ormai distrutta, e da dove nelle ultime tre settimane un milione di loro sono state costrette a scappare di nuovo, senza avere un posto sicuro perché a Gaza non c'è un posto sicuro.
Davanti all'indignazione globale dopo il bombardamento della tendopoli durante il quale 45 persone, donne e bambini, sono morte bruciate vive, Netanyahu ha parlato di "tragico errore": ma quale tragico errore? E' un attacco deliberato. A Rafah da due settimane è in corso l'offensiva nonostante tutti gli alleati avessero chiesto di non farlo perché avrebbe provocato una carneficina. Ora Gaza è "un inferno in terra", come l'ha definita l'Unrwa. Netanyahu e il suo governo continuano a macchiarsi di crimini di guerra, a mietere vittime innocenti e non si sta facendo abbastanza per fermarli. Il ministro degli Esteri Tajani ha dichiarato che Hamas "usa Rafah per creare ulteriori problemi attirando Israele dentro una trappola mediatica". Ma quale trappola mediatica, ministro? La trappola, quella vera, è quella in cui è rinchiusa la popolazione palestinese che da Gaza non può neanche uscire se volesse trovare rifugio altrove. La Striscia è sigillata e impermeabile perfino agli aiuti, ancora una volta bloccati fuori dal valico di Rafah dall'esercito israeliano.
Cos'altro deve succedere? Qual è la linea rossa che non può essere superata e oltre la quale potremo vedere una qualche azione che punti davvero a fermare Netanyahu?
Gli Usa e l’Ue lo costringano al cessate il fuoco immediato: le opzioni per farlo ci sono, a partire dalle sanzioni, dallo stop alla vendita di armi, dalla sospensione degli accordi commerciali e dell'accordo di associazione Ue-Israele. Questo immobilismo è insopportabile e genera rabbia e sdegno nell’opinione pubblica di tutto il mondo. A partire da giovani che nelle università di tanti Paesi protestano pacificamente contro questa colpevole indifferenza. Lo dico al governo italiano: ignavia, cinismo e opportunismo non sono più ammissibili. Il tempo è scaduto". Lo ha dichiarato intervenendo oggi in aula Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Le parole del segretario generale della Nato Stoltenberg sono gravi e rischiano di destabilizzare un quadro internazionale già molto critico. All'indomani dell'invasione russa in Ucraina, tutti gli Stati membri hanno concordato che la Nato, pur non facendo mancare il sostegno all'Ucraina, non dovesse essere direttamente coinvolta nel conflitto.
Le infelici uscite del segretario dell'Alleanza atlantica di questi giorni non solo travalicano il suo ruolo, ma alludono ad un'escalation globale che non possiamo permetterci e che è assolutamente da evitare". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Un inferno in terra" così l'Unrwa definisce Gaza dopo i raid di questa notte su Rafah. Raid, va precisato, che si sono abbattuti sulle tendopoli delle persone sfollate, cioè già fuggite ad altri bombardamenti.
Un attacco deliberato sui civili, sulle donne, sui bambini che ha causato decine di vittime e moltissimi feriti.
Un attacco in totale spregio dell'ordine della Corte internazionale di giustizia che aveva vietato ulteriori operazioni a Rafah.
Netanyahu e il suo governo continuano a macchiarsi di crimini di guerra, a mietere vittime innocenti e non si sta facendo abbastanza per fermarli.
Gli Usa e l’Ue lo costringano al cessate il fuoco: le opzioni per farlo ci sono, a partire dalle sanzioni e dallo stop alla vendita di armi. Questo immobilismo è insopportabile e genera rabbia e sdegno nell’opinione pubblica di tutto il mondo". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.