"Si chiama "Il giardino di Alì", quello inaugurato oggi a Crotone, dedicato alla più piccola delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro del 26 febbraio 2023. Alì non aveva nemmeno un anno e fu l'ultimo ad essere identificato.
94 piante, tante quante sono le persone morte in quella tragica notte di un anno fa, adesso le ricordano a Crotone, nei pressi di piazzale Nettuno.
Inizia così una fitta giornata di iniziative organizzate dalla società civile, dai sindaci di Crotone e Cutro che ringrazio per tenere alta la memoria e per l'umanità che continuano a dimostrare.
Sono, invece, esterrefatta di non vedere nessun rappresentante del governo, qui. La visita improvvisata e alla chetichella del ministro Piantedosi, venerdì scorso, è sintomatica dell’indifferenza del governo nei confronti di quasi cent
Visto il clima da mordacchia che si respira in Rai, lo diciamo in anticipo: il servizio pubblico non oscuri il monito del Presidente della Repubblica che è dovuto intervenire per ricordare al governo che l'autorevolezza delle Forze dell'Ordine non si misura sui manganelli” così i deputati democratici della commissione di vigilanza Rai.
“Due anni dalla barbara aggressione dell'Ucraina. Come Partito Democratico abbiamo condannato da subito con nettezza, senza ambiguità, questo attacco vergognoso, le violenze perpetrate, i crimini commessi. E ci siamo impegnati perché fosse assicurato dall'Italia, insieme alla UE e alla comunità internazionale, pieno sostegno, con tutte le forme di assistenza necessarie, alla popolazione ucraina. L'Europa non ha lasciato solo questo Paese adottando, sia pur superando con fatica talvolta veti interni, sanzioni e azioni straordinarie di aiuto mai messe in campo finora. La battaglia per la resistenza, la libertà, la sovranità dell'Ucraina, è la battaglia per la libertà dell'intera Europa, per la difesa dei nostri diritti fondamentali, dei nostri valori di dignità e democrazia. Abbiamo tutti il dovere di continuare a supportare senza sosta, senza esitazioni, l’Ucraina per ottenere un cessate il fuoco immediato e l'avvio di una forte azione negoziale per una soluzione diplomatica che porti ad una pace giusta e sicura. Ne va del nostro futuro” così il capogruppo democratico nella commissione Affari europei della Camera, Piero De Luca.
"Esattamente due anni fa la Russia di Putin invadeva arbitrariamente l'Ucraina attentando alla sua indipendenza e alla sua integrità territoriale. È iniziata così una guerra sanguinosa che continua a mietere migliaia di vittime civili ucraine e vittime militari di entrambe le parti, che ha provocato un esodo di massa soprattutto di donne e bambini in fuga dal conflitto e la distruzione di intere città.
A distanza di due anni da quel tragico giorno l'unica strategia che l'Ue e gli Usa hanno messo un campo nel tentativo, giustissimo, di sostenere l'Ucraina è stata l'invio di armi. Strategia che, peraltro, è oggi messa a dura prova anche a causa delle resistenze dei repubblicani statunitensi.
E a distanza di due anni nessuno ha un'idea precisa su come porre fine a questo conflitto né sono in corso reali e concreti negoziati di pace.
La guerra è il terreno di Putin e non saranno le armi a fermarlo: a fermarlo deve essere una seria e tenace azione diplomatica internazionale, finora assente, che veda protagonisti i leader mondiali, favorita dal pieno sostegno dell'UE e degli USA. Senza questa azione è difficile intravedere una luce alla fine del tunnel". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
"Mi arrivano in questi minuti video di cariche della polizia contro un gruppo di studenti delle scuole superiori di Pisa che manifestavano a favore della Palestina. Si vedono ragazze e ragazzi inermi manganellati dalla polizia in tenuta anti sommossa all'inizio di via San Frediano, una delle strade che conducono a Piazza dei Cavalieri, dove si trovano la Scuola Superiore Normale e il Polo Carmignani dell'Università statale. In alcune sequenze, si vedono gli agenti colpire con i manganelli, inseguendoli, ragazzi che scappano mentre in altri, un paio di studenti vengono costretti a sdraiarsi a terra immobilizzati con le mani dietro la schiena.
E' l'ennesima carica contro giovani che manifestano pacificamente ed è inaccettabile che in Italia non si possa scendere in piazza e si tenti di reprimere il dissenso colpendo ragazze e ragazzi che esercitano un diritto costituzionale.
Aderisco all'iniziativa del collega Emiliano Fossi e sottoscrivo la sua interrogazione al ministro Piantedosi perché faccia luce sull'accaduto". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Domani, venerdì 23 febbraio, alle ore 13.45 una delegazione del Partito Democratico si recherà presso la Casa Circondariale di Livorno “Le Sughere”: il sopralluogo sarà l’occasione per verificare le condizioni della struttura che presenta numerose criticità tra cui il sovraffollamento dei detenuti (oltre 300 a fronte dei posti regolamentari disponibili), la carenza di organico del personale (quasi 50 unità in meno) oltre a gravissime problematiche strutturali ed igienico sanitarie.
Prenderanno parte alla visita i deputati Pd: Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia; Federico Gianassi, capogruppo in commissione Giustizia; Marco Simiani, capogruppo in commissione Ambiente. Saranno inoltre presenti Luca Salvetti, sindaco di Livorno; Marco Solimano, garante dei diritti dei detenuti del comune di Livorno e Francesco Gazzetti, consigliere Pd della Regione Toscana.
“Stasera, a tre giorni dalle elezioni in Sardegna, Giorgia Meloni sarà da Vespa. Prima a “Cinque Minuti”, poi a “Porta a Porta”. Una scorpacciata degli spazi Rai. Tutto normale?” Lo scrivono su X i deputati democratici della commissione di vigilanza Rai.
"Oggi pomeriggio, a Firenze, al presidio promosso da Cgil e Uil, una grande folla di lavoratrici e lavoratori ha ribadito la più ferma condanna per la catena di morti sul lavoro che ha colpito nei giorni scorsi anche il capoluogo toscano.
Dopo cento ore di ricerche, ieri è stato trovato il corpo del quinto operaio ucciso nel crollo del cantiere Esselunga di Firenze Rifredi.
Cinque morti che si aggiungono alla lunga scia di vittime che la “Repubblica fondata sul lavoro” non deve più tollerare.
In quel cantiere lavoravano decine di ditte in subappalto. E, soprattutto nelle opere private, più subappalti significa meno controlli, più subappalti significa più persone che rischiano la vita.
Il subappalto a cascata e il sacro totem del massimo ribasso espellono dai cantieri lo Stato di diritto e il valore della vita umana.
Ma dentro questa strage continua c’è una realtà che non possiamo continuare ad ignorare.
Sotto le macerie di quel cantiere hanno perso la vita cinque persone: un italiano, un tunisino, tre marocchini.
La manodopera straniera viene impiegata nei settori nei quali il rischio di incidenti è più alto: le costruzioni, i trasporti e la logistica, le attività manifatturiere, l’agricoltura.
Sono state chiamate le attività delle cinque P: pesanti, precarie, pericolose, poco pagate, penalizzate socialmente.
Il profitto si fa sulla pelle delle persone più deboli e più ricattabili.
Più ricattabili perché irregolari o perché il permesso di soggiorno dipende da un contratto di lavoro. Se perdi quel contratto perdi tutto.
La Bossi-Fini crea un mare di irregolari e così hanno fatto alcune scelte dell’attuale governo, come quella di impedire la conversione della protezione speciale in permesso di lavoro.
Ma attenzione: questa condizione di sfruttamento dei lavoratori stranieri si riversa su tutta la società.
La corsa al ribasso dei diritti nel mondo del lavoro colpisce tutte e tutti: le lavoratrici e i lavoratori italiani, ma anche le imprese che lavorano seguendo le regole e subiscono la concorrenza sleale di chi non lo fa.
Quello che è successo a Firenze non è una fatalità, non è un’imprevedibile disgrazia: è la conseguenza di un sistema che va cambiato. E va cambiato adesso.
Questo il massaggio che oggi pomeriggio il presidio sindacale di Firenze ha inviato al Governo, al Parlamento e a tutto il Paese.
Un messaggio che va raccolto, senza se e senza ma". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La strage di Firenze non ha ancora un colpevole ma ha certificato la drammatica inadeguatezza delle attuali leggi che dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. Occorrono norme stringenti, in particolar modo nel settore privato, che limitino la logica al ribasso nell’assegnazione dei subappalti ed un maggiore controllo nei cantieri. Il Partito Democratico è pronto a fare la sua parte in Parlamento, coinvolgendo le associazioni sindacali e responsabilizzando le imprese, per rendere efficace la prevenzione e tutelare l’incolumità dei lavoratori”: è quanto dichiara la vicepresidente dei Deputati Pd Simona Bonafè, a margine della manifestazione in programma oggi, mercoledì 21 febbraio, a Firenze organizzata dai sindacati.
Con una delegazione di parlamentari del Pd ho partecipato oggi al presidio davanti al cantiere dove venerdì scorso a Firenze sono morti 5 operai. Abbiamo voluto esprimere la nostra solidarietà, ma anche ribadire l’impegno del Pd per affrontare l’emergenza della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Abbiamo chiesto al Governo di riferire in Aula ma soprattutto gli chiediamo di rivedere la pessima norma del subappalto a cascata che limita i controlli, riduce le tutele e prevede meno formazione. E soprattutto che regole più stringenti vengano applicate sia nel settore pubblico che in quello degli appalti privati.
Su questo tema così delicato e di tragica attualità, siamo pronti a collaborare con la maggioranza per dare risposte rapide ed efficaci: serve un patto imprese-lavoro-istituzioni che coniughi responsabilità e sicurezza.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Il dipartimento per l’informazione e l’editoria blocchi la nuova campagna sulla sicurezza stradale voluta dal ministro Salvini. È intollerabile che lo spot del governo contro l’uso dello smartphone alla guida, mostri delle ragazze in macchina senza cinture di sicurezza”. Lo chiede al sottosegretario Alberto Barachini il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.
“Voglio esprimere la mia solidarietà ai giornalisti oggetto di una aggressione da parte di uno dei candidati alla presidenza della Regione Sardegna.
Accusare i giornalisti che fanno il loro mestiere peraltro all’interno di regole condivise in sede di vigilanza denota un nervosismo che non giustifica il gesto e le vittime di quel gesto.
Soru ha sbagliato a farlo e dovrebbe chiedere scusa alle persone vittima del suo gesto.
Attaccare giornalisti della carta stampata e della Rai che fanno solo il loro mestiere regolato da norme condivise in sede di vigilanza non fa che risaltare una scelta sbagliata fatta un mese fa che danneggia il cambiamento e mette in imbarazzo anche qualche suo candidato espressione di quel mondo, il giornalismo, che va sostenuto e aiutato a mantenere la libertà e l’autonomia che la destra sta imbavagliando.
Per questo solidarietà ai lavoratori e ai professionisti dell’informazione che vanno sempre e comunque tutelati.” Lo dichiara il deputato del PD Silvio Lai
“Ministro Piantedosi nessuno ci deve convincere del fatto che le forze di polizia sono un baluardo fondamentale a difesa delle garanzie democratiche di questo Paese. Dopodiché ci guardiamo attorno e mettiamo in fila alcuni elementi perché facciamo riferimento a vicende molto diverse: da ciò che è accaduto in una scuola a ciò che accade in piazza, alle identificazioni da parte degli uomini della Digos che, a detta sua, forse non erano completamente consapevoli e che invece devono essere assolutamente consapevoli. Per cui noi non pensiamo che ci sia un disegno sovversivo. Ma pensiamo invece che il governo non ci debba garantire che non ci siano direttive ministeriali per chiedere alla polizia di contrastare il dissenso, noi vogliamo e pretendiamo che il governo faccia esattamente l'opposto, cioè si erga a difesa di chi ha opinione diverse e di chi vuole dimostrare il proprio dissenso nelle forme democratiche e deve essere tutelato. Perché questo deve fare chi è in maggioranza. Noi svolgiamo il nostro compito fino in fondo, essendo sentinelle attente e anche preoccupate rispetto a ciò che abbiamo visto, consapevoli della forza che lo Stato può dimostrare nella garanzia di quelle tutele democratiche ma tutti devono sapere che nessuno abbasserà mai di un millimetro la guardia, perché sono questioni rilevantissime per il nostro Paese”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del PD nazionale, intervenendo nella replica del question time a Piantedosi.
Nel presentare l’interrogazione, il deputato Federico Fornaro, della presidenza del Gruppo Pd, ha elencato i casi delle identificazioni di una dozzina di persone in occasione delle manifestazioni di cordoglio per Navalny, dell’uomo identificato dalla Digos alla Scala per il solo fatto di aver detto ad alta voce «Viva l'Italia antifascista» al termine dell'Inno di Mameli e le più allarmanti notizie riportate dalla stampa sulle modalità di reazione o di gestione dell'ordine pubblico, ad esempio nei fatti di Torino del 3 ottobre 2023 o di Napoli del 13 febbraio 2024 di fronte alla sede Rai, o ancora di Bologna del 16 febbraio 2024, modalità di reazione ritenute da più parti sproporzionate in relazione ai fatti avvenuti. “Questi segnali di un atteggiamento intimidatorio e repressivo del dissenso – ha detto in Aula Fornaro - trovano ulteriore conferma nella disposizione prevista dall'articolo 11 del disegno di legge governativo, a prima firma Piantedosi, sulla sicurezza pubblica che trasforma in reato l'impedimento alla circolazione fatto con il proprio corpo e che verrebbe ora punito con la reclusione fino a due anni, norma che limiterebbe in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in gravissime conseguenze”.
Mai più morti sul lavoro. Una delegazione del Gruppo Pd alla Camera, guidata dalla capogruppo Chiara Braga, sarà oggi a Firenze alle 16.30 al presidio di fronte al luogo dell’incidente dove sabato scorso sono morti cinque operai. Saranno nel capoluogo toscano Chiara Gribaudo, presidente della Commissione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, Simona Bonafè vicecapogruppo Pd, Emiliano Fossi deputato e segretario regionale del Pd Toscana, Marco Furfaro, capogruppo Pd Commissione Affari Sociali, Federico Gianassi capogruppo Pd Commissione Giustizia, e Arturo Scotto capogruppo Pd Commissione lavoro.
"Sono giornate complicate, per Salvini: prova a difendere l'indifendibile.
L'ultima per non urtare il suo modello Putin è che la verità su Navalny la può stabilire solo la magistratura russa.
Questo per sgomberare il campo da qualsiasi dubbio sulla sua fedeltà allo zar di Mosca con il cui partito, Russia Unita, la Lega ha ancora in piedi un accordo di collaborazione siglato nel 2017, rinnovato nel 2022 e mai ufficialmente smentito.
E d'altronde, come dimenticare quando diceva di voler cedere "due Mattarella per mezzo Putin"? E quando si fotografava sulla Piazza Rossa con il volto di Putin sulla maglietta sperando di attrarne l'attenzione ed essere ricevuto? Anche in Polonia glielo hanno ricordato, quando andò al confine con l'Ucraina, appena invasa, sperando di arrivare da eroe e finendo da zimbello.
Un personaggio imbarazzante, tanto più che ora è il vicepresidente del Consiglio, uno dei massimi rappresentanti del Paese. L'unica a non provare imbarazzo è Giorgia Meloni che non dice una parola e lo tiene al suo posto. Forse in memoria dei "bei vecchi tempi" in cui anche lei applaudiva a Putin da cui, ora, deve prendere le distanze. O almeno farcelo credere". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.