“Il governo continua ad essere isolato e fuori dai giochi nella partita per un portafoglio di peso nella prossima Commissione Europea. Sull'indicazione del ministro Fitto - responsabile del disastro del Pnrr - quale commissario italiano, la maggioranza peraltro sembra essere ormai più interessata alla tenuta dei propri equilibri interni a Roma che alla difesa degli interessi italiani a Bruxelles”. Così il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue, intervenuto ai microfoni di Gr Rai.
“Le accuse rivolte dal ministero dell'interno russo alla giornalista Rai Stefania Battistini, all'operatore Simone Traini e all'inviato di Rainews 24 Ilario Piagnerelli, sono semplicemente irricevibili. Esprimiamo di nuovo la nostra incondizionata solidarietà a questi bravi professionisti dell'informazione e il ringraziamento per il lavoro svolto in un difficile teatro di guerra. Nei Paesi democratici la stampa è libera, non è al servizio del potente di turno che ha tutto l'interesse ad edulcorare la realtà e soprattutto non è oggetto di minacce, più o meno velate, da parte di esponenti di governo, come sembrerebbero provenire dal Cremlino. E non accettiamo lezioni, soprattutto dalla destra, da quale parte ci dovremmo schierare”. Così in una nota il deputato dem Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai e commissione Difesa.
“Grave e inaccettabile la volontà del Ministero degli Interni russo di voler avviare un procedimento penale contro i giornalisti Rai a cui va tutta la nostra solidarietà. Stefania Battistini e Simone Traini – autori del reportage nella regione di Kursk – stanno mostrando con occhi obiettivi la realtà cruda di una guerra che nasconde troppe atrocità e deve trovare fine in tempi brevi. Il loro non è un 'attraversamento illegale del confine di Stato' ma un servizio pubblico, il diritto fondamentale dell'informazione che evidentemente la Federazione Russa ancora disconosce”. Lo dichiara in una nota il deputato dem Stefano Graziano, Capogruppo Vigilanza Rai.
“È sgradevole che anche da parte del Ministro Crosetto si usino contro giornalisti che fanno il loro mestiere toni sprezzanti e aggressivi. Quando non si hanno argomenti, si finisce per prendersela con la stampa.
Non è la prima volta che il ministro della Difesa si trova a dover correggere alcune dichiarazioni sull’Ucraina. Evidentemente le sue parole sono equivoche e non lo specchio di una posizione “affidabile, seria e salda” sulla questione. Non è solo una impressione di osservatori italiani. Oggi uno dei più stretti collaboratori di Zelensky, Mikhail Podolyak, chiede se il governo riconosce o no all’Ucraina il diritto di difendersi secondo le regole del diritto internazionale: quando un paese invade un vicino, trasforma i propri confini in una zona di guerra”. Così la vice presidente della Commissione Esteri della Camera, la
deputata democratica Lia Quartapelle.
Da Vannacci offese inaccettabili
Siamo molto orgogliosi dei risultati delle nostre atlete e dei nostri atleti, che rappresentano il simbolo di un'Italia aperta e inclusiva. È molto triste che tanti esponenti del Governo abbiano strumentalizzato anche i Giochi per propaganda politica provando a distogliere l'attenzione dai problemi del Paese che non sono in grado di affrontare. Ed è francamente inaccettabile che ci siano politici di destra come Vannacci che per avere qualche titolo sui giornali abbiano continuato fino all'ultimo istante a lanciare attacchi ed offese squallide alla nostra Paola Egonu. Lo sport ha lanciato un messaggio molto forte al Paese. Lo sport è più avanti della politica e ci invita ad andare avanti sull'esigenza di prevedere una riforma che consenta alle ragazze e ai ragazzi che nascono e vivono nel nostro Paese, che studiano nelle nostre scuole e praticano sport con i loro coetanei di avere la cittadinanza italiana in modo più serio e tempestivo.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche UE della Camera, intervenuto ad Agorà su Rai 3.
“Il governo Meloni continua nella sua crociata contro le rinnovabili.
Il governo, ormai è evidente, sta puntando tutto sulla trasformazione dell'Italia in un antistorico hub del gas, come testimoniato persino dal Piano Mattei, che di tutt'altro si sarebbe dovuto occupare.
Si utilizza persino l'arma di distrazione di massa del nucleare, pur di andare ossessivamente dalla parte sbagliata della storia e, soprattutto, contro gli interessi di famiglie ed aziende. Mentre l'Italia paga le bollette più alte di Europa a causa del prezzo del gas, che continua ad trainare al rialzo il prezzo dell'energia, e mentre la completa deregolamentazione del mercato fa aumentare vertiginosamente i profitti delle utilities a discapito dei consumatori, il Governo fa l'unica cosa che non andrebbe fatta: mette ulteriori bastoni tra le ruote al principale alleato che abbiamo: lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”.
Così il capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani, e la parlamentare europea dem, Annalisa Corrado, dalla Festambiente di Grosseto.
“Dopo un piano nazionale integrato per l'energia e il clima totalmente inadeguato - aggiungono - dopo un decreto aree idonee che non chiarisce assolutamente nulla e rimanda totalmente la responsabilità della pianificazione alle Regioni, dopo un decreto Agricoltura che rigetta quasi ogni tipo di sinergia virtuosa tra attività agricola e energetica, ora un decreto che torna indietro sulle poche semplificazioni messe a terra negli anni passati, a favore della diffusione delle rinnovabili. Si cambiano di nuovo le carte in tavola - concludono - scoraggiando ulteriormente gli investitori e rendendo, di fatto, sempre più lontani gli obiettivi di riduzione delle emissioni e produzione da fonti rinnovabili al 2030”.
"I licenziamenti annunciati dall'azienda Biancoforno nel Comune di Calcinaia in Provincia di Pisa a ridosso delle ferie estive e che coinvolgono anche rappresentanti sindacali sono un atto gravissimo ed intollerabile. Soprattutto se messi in relazione alle note vicende dei mesi scorsi con la proprietà che avrebbe penalizzato la corretta attività delle organizzazioni sindacali, attuato l’imposizione unilaterale dei turni di lavoro e perpetrato minacce verso dipendenti scomodi. Sulla vicenda presenterò una nuova interrogazione parlamentare".
Lo dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana, Emiliano Fossi, confermando la solidarietà ai lavoratori dello stabilimento che per oggi, venerdì 9 agosto, hanno proclamato uno sciopero.
"In questa situazione altrettanto emblematica è la posizione del Ministro del Lavoro: la settimana scorsa è venuto a rispondere alla Camera ad una mia precedente interrogazione promettendo di intervenire per verificare il rispetto dello Statuto dei lavoratori e la salvaguardia dei diritti degli operai nello stabilimento Biancoforno. Dopo pochi giorni l'azienda licenzia i dipendenti; di due l'una: o il dicastero non conta niente o certi imprenditori con questo governo di destra possono permettersi tutto": conclude Emiliano Fossi.
Opposizioni unite: è impasse maggioranza, riforma sia nel solco del media freedom act
Rai patrimonio pubblico da tutelare e rilanciare. Ci appelliamo a tutte le forze politiche per una riforma nel solco del media freedom act.
Nel prendere atto del rinvio a dopo la pausa estiva della votazione del Parlamento dei quattro membri del consiglio d’amministrazione della Rai, facciamo un appello alle forze di governo a riflettere sul da farsi. Appare evidente l’impasse sull’assetto dei nuovi vertici di viale Mazzini. Come forze di opposizione invitiamo la maggioranza a lavorare sin da subito alla riforma della governance aziendale.
La crisi del servizio pubblico radiotelevisivo necessita di una presa di responsabilità da parte delle forze politiche e delle istituzioni in considerazione del valore che l’azienda Rai ha per il Paese.
Con il via libera, avvenuto lo scorso marzo, da parte del Parlamento europeo al Media Freedom Act, l’attuale legge 220/2015, che governa la Rai, appare superata e necessita di una riforma che vada nella direzione di recepire la legge europea per la libertà dei media.
L’obiettivo del media Freedom act è quello di proteggere l'indipendenza dei media, dei giornalisti, e di vietare qualsiasi forma di ingerenza impropria da parte della politica o della economia nelle decisioni editoriali.
Il recepimento del media Freedom act nel nostro Paese diventa, quindi, ancora più urgente proprio in relazione al futuro della Rai considerato che, quand’anche si procedesse alla nomina dei nuovi vertici con l’attuale criterio, entro il 2025, comunque bisognerebbe procedere ad una revisione imposta proprio dalla normativa approvata in sede comunitaria.
Per queste ragioni rivolgiamo un invito a tutte le forze politiche di procedere ad un confronto per una riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media freedom act prima di procedere alla nomina dei nuovi vertici per evitare una ennesima lottizzazione e per consentire al servizio pubblico di rilanciarsi nella sua mission preservando le proprie prerogative di pluralismo, autonomia e indipendenza nell’interesse generale della libera informazione come garantito dalla nostra Costituzione.
Si tratta di una sfida dalla quale nessuno può sottrarsi. Potremmo gettare le basi del confronto parlamentare negli Stati generali della Rai dove possano partecipare istituzioni, forze politiche e sociali interessate al rilancio del servizio pubblico.
L’appello è firmato dai capigruppo in commissione di vigilanza rai di opposizione: Stefano Graziano (PD), Dario Carotenuto (M5S), Maria Elena Boschi (IV), Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe De Cristofaro (Avs), Maria Stella Gelmini (Azione).
“Peggio la toppa del buco, Mollicone insiste e continua a mettere in discussione il lavoro della magistratura. La sentenza della Corte di Cassazione e le conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2, ricordate ieri dal Presidente della Repubblica, sono molto chiare nella ricostruzione storica e giudiziaria delle stragi di matrice neofascista. Se per Fdi non sono sufficienti abbiamo un problema e, nonostante le prese di distanza formali, le parole di Mollicone appaiono come la testa di ponte del suo partito. Non resteremo certo in silenzio davanti a questo tentativo di inquinare la memoria e riscrivere la storia di quegli anni” così il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano intervistato ad Agorà.
"Il caso di Elisa Aiello è spaventoso e da oggi penso sia arrivato il momento per le istituzioni di dare un segnale forte e deciso. Siamo di fronte ad una ragazza di 26 anni che riceve minacce di morte pubbliche, da parte del suo ex fidanzato, tutti i giorni. Minacce e maltrattamenti iniziati a febbraio 2023. A nulla sono valse le denunce partite ai carabinieri di Latina. Nel frattempo è stata costretta a spostarsi di domicilio, rivolgersi a un centro antiviolenza e aspettare che le direttive del Codice Rosso vengano applicate. A febbraio 2024 questo criminale viene ascoltato dai carabinieri di Latina ma non succede nulla anzi da quel momento inizia a pedinare Elisa, a minacciare la mamma e come se non bastasse detiene anche un’arma da fuoco. Nessuna istituzione si sta muovendo. Pochi giorni fa, Elisa Aiello ha denunciato anche alla Polizia di Roma, dopo che il suo abusatore l’ha minacciata per l'ennesima volta di femminicidio sui social. Questa ragazza ha 26 anni e la vogliamo viva. Dobbiamo muoverci e in fretta. Da questa mattina è partita una denuncia generale e per questo, con i colleghi e le colleghe del M5S e di Avs Stefania Ascari, Michela De Biase, Andrea Casu, Emma Pavanelli, Luana Zanella, Ilenia Malavasi, Antonella Forattini, Sara Ferrari, Francesca Ghirra, Ouidad Bakkali, Laura Boldrini, Silvia Roggiani, Nico Stumpo, abbiamo presentato un'interrogazione urgente al ministro dell'interno per fare ogni azione possibile al fine di proteggere Elisa dal suo persecutore e dare un segnale a tutte le donne che stanno combattendo la sua stessa battaglia. Non vi lasceremo sole". Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale del Partito Democratico.
“La Dengue è una malattia di origine virale causata da quattro virus molto simili tra loro e viene trasmessa attraverso la puntura di una zanzara che abbia in precedenza già punto una persona già infettata dal virus. La sintomatologia nella fase iniziale è analoga a quella di altre patologie virali e può essere asintomatica, sintomatica, severa o grave. La Dengue, a causa dei cambiamenti climatici, si è estesa anche in Europa. In Italia nel 2023 sono stati confermati 347 casi di Dengue, tutti associati a viaggi all’estero e ad aprile 2024 l’Istituto Superiore di Sanità conferma 117 casi nei primi mesi dell’anno. Uno strumento fondamentale per la prevenzione è il vaccino tetravalente di Takeda, approvato da EMA il 5 dicembre 2022 e da AIFA il 23 febbraio 2023. La prevenzione tramite vaccino è essenziale perché ad oggi non esiste una terapia specifica per chi abbia contratto la Dengue. Tuttavia, è necessario intervenire con ulteriori misure, a maggior ragione ora che il rischio è ancora controllabile e non si è sotto la stretta dell’emergenza”. Così il deputato dem Gian Antonio Girelli, componente della commissione Affari Sociali, annuncia la presentazione in commissione della risoluzione, a sua firma, sul contrasto e la prevenzione della Dengue.
La risoluzione contiene una serie di punti su cui il Pd intende impegnare il governo. E' lo stesso Girelli a riassumerli: “attivarsi in coordinamento con le Regioni e le Provincie autonome, per realizzare misure di prevenzione efficaci ed efficienti, in particolare relativamente alla necessità di vaccinare la popolazione in misura massiccia e costante. A mettere in atto campagne di informazione che evidenzino il rischio crescente della malattia e la necessità della vaccinazione, unico rimedio sicuro al momento. Prevedere – prosegue l’esponente dem – misure per garantire la tutela vaccinale degli italiani che vivono e lavorano in Paesi dove la Dengue è endemica, in modo da limitare l’insorgere di focolai nel momento in cui un cittadino italiano rientri nel nostro Paese. E infine – conclude Girelli - adottare misure per aggiornare in tempi rapidi l’ultimo Piano Nazionale di prevenzione, e prevedere misure normative di spesa volte ad assicurare uniformità di cura per tutto il Paese”.
“Accogliamo con soddisfazione l’annuncio deI Ministero che ha promesso di intervenire per verificare il rispetto dello Statuto dei lavoratori e la salvaguardia dei diritti degli operai nello stabilimento Biancoforno nel comune di Calcinaia (provincia di Pisa). Gli episodi denunciati nei mesi scorsi, che riguardavano anche la corretta attività delle organizzazioni sindacali, l’imposizione unilaterale dei turni di lavoro e le minacce verso dipendenti scomodi, meritano di essere accertati in tempi brevi. Continueremo a monitorare la situazione affinché venga sempre e comunque rispettata la dignità dei lavoratori”. è quanto dichiara il deputato Pd e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi sulla risposta alla sua interrogazione relativa all’azienda dolciaria svolta oggi, mercoledì 31 luglio, a Montecitorio.
Sarebbe un bel gesto se la Rai si scusasse ufficialmente con la nuotatrice Benedetta Pilato per essere stati, come servizio pubblico, veicolo delle brutte parole di Elisa di Francisca. Parole che non solo hanno offeso Benedetta Pilato, ma hanno diffuso un modello di cultura sportiva sbagliato, solamente proiettato sulla performance e la vittoria, umiliando invece valori nobili come il sacrificio, la passione, il sogno di partecipare alle Olimpiadi. Mentre per Benedetta Pilato è stato il giorno più bello della sua vita, per la Rai è sempre lo stesso giorno, pessimo” così la deputata democratica, Ouidad Bakkali, componente della commissione di vigilanza Rai commenta le parole che ieri sera l'ex schermitrice Elisa Di Francisca ha pronunciato in diretta riferendosi alle dichiarazioni della nuotatrice Benedetta Pilato, che si era definita "troppo contenta" per il quarto posto centrato nella gara dei 100 rana delle Olimpiadi di Parigi 2024, a un solo centesimo dal bronzo. La gaffe della Di Francisca è oggetto di molte polemiche sui social, con la quasi totalità dei commenti in difesa della 19enne ranista.
"Oggi è il compleanno di Maysoon Majidi, la giovane attivista curdo-iraniana scappata da un regime repressivo e violento come quello iraniano e ora detenuta in carcere in Italia perché accusata di essere una scafista. Un'accusa basata su testimonianze tradotte male, da mediatori culturali di una lingua diversa da quella dei testimoni stessi che, raggiunti dai familiari di Maysoon, hanno negato di averla mai identificata come la scafista. Abbiamo tutti sperato che a Maysoon venissero almeno concessi gli arresti domiciliari, ma questo non è accaduto. Maysoon Majidi non si spiega come possa essere finita in quest'incubo, ha perso 15 chili, è molto provata e si sente abbandonata in un Paese che non conosce dove si parla una lingua che lei non comprende.
Io l'ho incontrata in carcere a febbraio scorso e nei prossimi giorni tornerò a farle visita, ma serve l'aiuto di tutte e tutte per sostenerla in questo momento difficile.
Non lasciamola sola: scrivetele una cartolina, una lettera, un telegramma. Facciamole sentire tutta la nostra vicinanza e solidarietà". Lo dichiara in un appello pubblicato sui suoi profilo social, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Le lettere o le cartoline possono essere mandate a questo indirizzo:
Maysoon Majidi
c/o Casa Circondariale "Panzera" di Reggio Calabria
Via del Carcere Nuovo, 15 – 89133 Reggio Calabria
Per inviare un telegramma, allo stesso indirizzo, si può chiamare il numero: 0697797777
Graziano: andando contromano si va a sbattere_*
“Se tutta l’Europa e almeno mezza Italia condanna la faziosità della Rai meloniana sarebbe bene che il governo desse ascolto. A furia di andare contromano si va a sbattere. E il guaio in questi casi è che ci rimettono anche gli altri”. Così sui social il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.