“La vendita dell’Agi - una delle principali agenzie di informazione primaria del Paese di proprietà dell'ENI, quindi di proprietà pubblica - ad Angelucci sarebbe di una gravità inaudita”. Così il deputato democratico, capogruppo nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano, nel corso del question time di oggi alla Camera. “Il ministro Giorgetti – ha aggiunto - avallerebbe la vendita a un parlamentare del suo stesso partito, che già di per sé è editore ed ha una grande concentrazione dal punto di vista editoriale, in netta violazione del Media Freedom Act deliberato qualche settimana fa dall’Unione europea”.
Su questione balneari profonda anomalia che il ministro del Turismo sia gestore del più importante lido italiano
"Condivido la preoccupazione di trovare il punto di equilibrio delle licenze nuove che vengono aperte; tuttavia è giunto il momento anche di fare un po' di programmazione: quadro delle licenze e delle macchine che ci sono, coloro che vanno in pensione, che fittano la licenza una volta in pensione e chi ancora è in servizio. E' giunto il momento che le amministrazioni territoriali, il governo e le cooperative dei taxi ed ncc si siedano intorno ad un tavolo e facciano una programmazione da qui ai prossimi dieci anni. Quante licenze servono? Come le andiamo a spalmare sugli anni? Però occorre anche fare un pò di chiarezza, cosa che non sembra faccia il ministro Salvini: se tu obblighi gli Ncc ogni corsa a dover rientrare in sede diventa molto complesso per loro. Il ministro dei Trasporti Salvini fa confusione fra chi ha le licenze che sono molto pochi e chi non le ha, oppure dobbiamo pensare che Salvini non abbia mai preso un Ncc in vita sua. In questo Paese siamo avviluppati su discussioni surreali". Lo ha detto Toni Ricciardi, vicepresidente del gruppo PD alla Camera dei Deputati, ospite di ReStart su Rai 3.
Sulla questione dei balneari Ricciardi ha detto: "Il Governo Draghi aveva avviato la mappatura della questione, ma ora il governo è in alto mare. Ci sono famiglie che hanno investito in imprese balneari e vanno tutelate. Dall'altro lato c'è un patrimonio a cui si fa fatica a metter mano, perché se vediamo chi è il gestore di uno dei lidi più importanti d'Italia, ossia il ministro del Turismo, ma chi e cosa deve disciplinare? Pippo, Pluto e Paperino! E' chiaro che c'è una enorme anomalia. Per i balneari vale lo stesso discorso del catasto: se un Paese non riesce a mappare a conoscere la proprietà fino all'ultimo centimetro che possiede è un problema".
Provenzano e Graziano, operazione dai contorni inquietanti, Giorgetti avalla vendita a deputato Lega
“Mercoledì il Governo dovrà chiarire in aula alla Camera i contorni della presunta vendita dell’Agi al Gruppo Angelucci”. Lo rendono noto i democratici Peppe Provenzano, che ha già depositato un’interrogazione a cui il Governo non ha risposto, e Stefano Graziano, capogruppo dem in Commissione di Vigilanza Rai. Al question-time dovrà rispondere il ministro Giorgetti che, fanno notare i democratici, “si trova in un eclatante conflitto d’interesse dal momento che dovrà avallare - o ha già avallato secondo alcune indiscrezioni stampa - la vendita di un'agenzia giornalistica indipendente di proprietà di ENI, società di cui è azionista il Mef, a un deputato del suo stesso gruppo parlamentare. Un’operazione inaccettabile nelle modalità e dai contorni inquietanti – sottolineano i dem – perché in aperta violazione del pluralismo della informazione e in contrasto con i principi recentemente riaffermati nell’Unione europea nell'ambito dell' “European media freedom act”, che punta proprio a proteggere la libertà e il pluralismo dei media. Il ministro Giorgetti dovrà dirci: se corrispondano al vero le notizie riportate con insistenza in questi giorni in merito alle trattative in corso per la vendita dell’agenzia AGI ad Angelucci; per quali ragioni non sia stata intrapresa una procedura ad evidenza pubblica; quali sono le garanzie sull’autonomia e l’indipendenza giornalistica e gli effetti sull’organizzazione futura dell’agenzia”.
La presidente del Consiglio Meloni cosa pensa di questo accordo?
"E' indispensabile che venga fatta subito chiarezza da parte del ministro Salvini e venga immediatamente strappato l’accordo di collaborazione che ha sottoscritto con il partito "la Russia unita" di Putin. Tralasciando tutte le discutibili dichiarazioni del ministro Salvini di elogio ai suoi modelli politici da Putin a Bolsonaro, da Netanyau a Trump, fino a Orban e quant'altro noi non chiediamo le dimissioni del ministro Salvini per le sue differenti idee politiche ma perché in questo momento è fondamentale che il vice premier Salvini leader di Partito rescinda un accordo che rappresenta un macigno per la credibilità dell’intero paese; il Governo Italiano non può ignorare le devastanti conseguenze della guerra che il regime di Putin sta portando avanti non solo contro il popolo ucraino ma anche contro i principi cardine democratici e liberali alla base della Costituzione e di tutte le istituzioni Europee. Matteo Salvini non può restare al Governo e al tempo stesso guidare un partito che non prende sideralmente le distanze dal Partito di Putin. Anche la presidente del Consiglio Meloni deve dire chiaramente cosa pensa di tale accordo.” Lo ha detto in Aula Andrea Casu della presidenza del gruppo Pd alla Camera, intervenendo in discussione generale sulla mozione di sfiducia delle opposizioni al ministro delle Infrastrutture e vicepremier Salvini.
“Siamo vicini ed esprimiamo la nostra più sentita preoccupazione per i giornalisti e le giornaliste di Radio Rai che oggi sono in sciopero contro l’idea dell’azienda di smembrare completamente la redazione, spostando lo Sport e Gr Parlamento alla tv. Ci auguriamo che questo non accada, l’azienda ci ripensi. Noi come componenti di Vigilanza sulla Rai useremo i nostri mezzi affinché ciò non accada. La radio deve restare tale con il suo linguaggio radiofonico diverso da quello della tv. Non possiamo snaturare le redazioni a seconda delle volontà del partito di maggioranza”. Lo dichiarano in una nota i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.
Mosca, Boldrini: "Vicinanza a vittime e popolo russo. No ad ulteriore escalation di violenza."
"Il numero delle vittime innocenti del terribile attentato a Mosca a distanza di due giorni continua ad aumentare. Le immagini che abbiamo visto sono angoscianti.
Condanno fermamente ogni atto terroristico compiuto contro civili inermi ed esprimo la mia vicinanza alle famiglie delle vittime, ai tantissimi feriti e al popolo russo che sta vivendo un momento di grande dolore e preoccupazione.
E mentre si stanno ancora chiarendo le responsabilità di quanto accaduto nel teatro moscovita, è necessario che nessuna strumentalizzazione venga compiuta e che i tragici fatti di venerdì scorso non diventino motivo per un'ulteriore escalation di guerra né in Ucraina né altrove". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
Dichiarazione di Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa della Camera
“La destra italiana di oggi non solo è divisa e litigiosa ma è anche la più grande mistificazione della storia.” Cosi Stefano Graziano, capogruppo Pd in Commissione Difesa della Camera, commenta ad Agorà la riunione dei sovranisti europei convocati a Roma da Salvini. “Il nostro vicepremier – attacca l’esponente del Pd- pensa solo a chiusure e a limitare i diritti dei cittadini europei e si appresta a una campagna elettorale da estremista alleandosi con la fascista Le Pen contro Von der Layen. A Meloni chiediamo: da che parte sta l’Italia? Cosa fa la nostra presidente del Consiglio davanti a questa alleanza che anziché rafforzare l’idea di una Europa più forte, magari lavorando per una difesa comune europea, per dare più diritti ai propri cittadini, favorendo una inevitabile transizione ecologica e digitale, ecco: che fa la premier Meloni? Di fronte a una possibile, pericolosissima, escalation del conflitto tra Russia e Ucraina , l’Italia e l’Europa non possono assolutamente marciare divise e permettersi di avere lacerazioni così profonde e gravide di conseguenze . Serve una scelta di campo netta tra chi alimenta la visione espansionista di Putin e chi vuole dare ai cittadini italiani ed europei un futuro di pace e di sviluppo”.
Democratici presentano interrogazione per la Cesano-Viterbo, e chiedono di conoscere altri casi in tutta Italia
“Il partito democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla chiusura estiva della linea ferroviaria Cesano - Viterbo che genererà enormi disservizi ai pendolari. L’interrogazione promossa dal deputato democratico Andrea Casu e sottoscritta dai dem Paolo Ciani, Michela Di Biase, Marianna Madia, Claudio Mancini, Roberto Morassut e Matteo Orfini chiede al ministro Salvini “quali iniziative intenda intraprendere per evitare la sospensione totale del servizio e per dare garanzie alle migliaia di viaggiatori che ogni giorno utilizzano il treno, prevedendo, invece, in costanza di servizio misure alternative che riducano al minimo i disagi della cittadinanza. I democratici chiedono inoltre se il Ministro possa comunicare quanti siano ad oggi i lavori previsti sulla rete ferroviaria nazionale per l’installazione della tecnologia ERTMS (European Rail Transport Management System) e se vi siano altri casi di mancata o carente comunicazione oltre che di non previsione dei necessari servizi sostitutivi.
Ecco il testo integrale dell’interrogazione parlamentare
Al Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, per sapere premesso che
La linea ferroviaria FL3 Cesano-Viterbo è un collegamento di fondamentale importanza per la cittadinanza del comprensorio sabatino, assicurando il servizio di trasporto per i numerosissimi utenti si recano o giungono a Roma, ed è utilizzato da tutti coloro – in particolare anziani- devono recarsi negli Ospedali della zona nord/est;
da notizie di stampa e da iniziative pubbliche si apprende che RFI ha stabilito la totale sospensione del servizio dall’11 giugno al 10 settembre 2024 per lavori volti ad attivare la tecnologia ERTMS (European Rail Transport Management System);
la decisione ha causato sconcerto e preoccupazione nella cittadinanza, come testimoniato dall’iniziativa che si è svolta il 9 marzo scorso ad Anguillara, che ha visto la presenza di numerosi sindaci dei comuni del territorio, e dove è stata denunciata la mancanza del rispetto dei termini di preavviso da parte del gestore, oltre al silenzio dello stesso per quel che riguarda i doverosi servizi sostitutivi;
il Contratto di Servizio per il Trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale tra Regione Lazio e Trenitalia Spa (2018-2032) prevede, infatti, che ogni cambio dell’orario (e la chiusura del servizio per tre mesi va considerata tale) deve essere concordato con la Regione entro 270 giorni antecedenti l’entrata in vigore della modifica, cosa che non risulta esser avvenuta;
i tempi di preavviso sono, peraltro, funzionali e necessari per consentire ai cittadini di valutare o meno l’opportunità del rinnovo dell’abbonamento annuale al servizio che, in questo caso, risulterà ridotto di 3 mesi su 12 per tutti coloro che – per esempio – non potranno usufruire del servizio sostitutivo o fare uso di altro vettore con aggravio di ulteriori costi;
Trenitalia ha la responsabilità di prevedere servizi automobilistici sostitutivi di corse ferroviarie soppresse e di contenere al massimo le temporanee interruzioni o riduzioni dei servizi, anche ricorrendo a modalità sostitutive d’esercizio, informando tempestivamente e adeguatamente sia la clientela sia la Regione, indicando tempi e modalità delle citate sostituzioni e fornendo un “adeguato servizio sostitutivo”;
la Delibera ART 16/2018, prevede che il livello minimo di “adeguato servizio sostitutivo” debba fornire informazioni puntuali, esaustive ed aggiornate da garantire tempestivamente agli utenti a bordo dei treni sia presso gli impianti di stazione e fermata sino al compiuto ripristino della regolarità del servizio;
la suddetta Delibera ART 16/2018 (nonché il Contratto di Servizio che ne riprende l’impostazione) prevede precise misure di compensazione per quanto attiene al servizio sostitutivo su gomma (treno, bus, taxi);
non risulta che quanto sopra esposto sia stato realmente messo in atto, visto che gli utenti avrebbero saputo della prevista interruzione per vie non ufficiali, così come gli stessi Sindaci della zona hanno dichiarato pubblicamente;
inoltre, non sembra si siano valutate soluzioni alternative alla totale chiusura della linea per il periodo estivo, quali lavori solo nelle ore notturne, o “a scacchiera”, o comunque in modo da ridurre al minimo i disagi;
in linea generale non è chiaro quante siano nel nostro Paese le situazioni analoghe, con lavori decisi dal gestore senza alcuna comunicazione adeguata e senza la predisposizione di servizi sostitutivi;
quali iniziative di sua competenza intenda intraprendere il Ministro interrogato per evitare la sospensione totale del servizio e per dare garanzie alle migliaia di viaggiatori che ogni giorno utilizzano il treno, prevedendo, invece, in costanza di servizio misure alternative che riducano al minimo i disagi della cittadinanza;
se il Ministro interrogato possa comunicare quanti siano ad oggi i lavori previsti sulla rete ferroviaria nazionale per l’installazione della tecnologia sopra ricordata e se vi siano altri casi di mancata o carente comunicazione oltre che di non previsione dei necessari servizi sostitutivi.
Basta con misure parziali e propagandistiche
“Il governo ascolti le parole di Cgil e UIL che oggi a Firenze hanno annunciato lo sciopero sulle misure sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Siamo davanti a un decreto che non risponde alla necessità di fare giustizia e di fermare la carneficina in un Paese dove muoiono tre lavoratori al giorno. Da ultimo oggi un operaio è caduto da un’impalcatura a Genova con un volo di tre metri. Servono misure efficaci, non patenti a crediti con mille scappatoie che lasciano lo spazio ai furbetti del condono. Serve un grande piano per la prevenzione che va concordato con le parti sociali. I sindacati vanno coinvolti, non consultati con il cronometro in mano. Basta con misure parziali e propagandistiche”.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera.
“Il Governo scongiuri la vendita dell’Agi al senatore della Lega Angelucci. I giornalisti dell’Agi si sono sempre contraddistinti per correttezza dell’informazione e imparzialità. A loro esprimiamo la nostra piu sentita solidarietà. Abbiamo presentato sia alla Camera che al Senato una interrogazione al ministro Giorgetti per fare chiarezza sulle indiscrezioni di una vendita dell’azienda da parte dell’ENI controllata dal ministero dell’Economia ad un collega di partito del ministro Giorgetti. Siamo di fronte ad una miriade di conflitti di interesse, sarebbe uno scandalo senza precedenti. Il Governo deve chiarire immediatamente e soprattutto dare delle risposte chiare su di una vicenda molto poco chiara e nebulosa”. Lo dichiarano i parlamentari Pd della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
“Siamo allibiti che dopo le tragedie di Brandizzo e Firenze non vi sia ancora una risposta organica e corale da parte del governo. Solo interventi spot e nessun decreto ad hoc che tenga insieme tutti gli elementi che compromettono la sicurezza nei cantieri”. Così la vicepresidente del Pd, la deputata Chiara Gribaudo è intervenuta questa mattina nel corso dell’informativa del ministro del Lavoro sui tragici fatti di Firenze stigmatizzando il grave ritardo con cui il governo ha informato il parlamento. “Non è possibile che sia fatta una richiesta di un'informativa urgente su un tema così drammatico il 16 febbraio e sia concessa oggi, che è il 21 marzo. Su questi temi serve un'attenzione maggiore da parte del governo e un continuo coinvolgimento del Parlamento. All’indomani della tragedia di Firenze – ha sottolineato Gribaudo – ci saremmo aspettati da parte del ministro Calderone e della Presidente del Consiglio una riflessione sulle norme modificate solo un anno fa dal governo per reintrodurre i subappalti a cascata, in nome di quella velocità di regolarizzazione dei lavori che sindacalisti e ispettori presenti sul posto il giorno stesso della tragedia hanno riscontrato sui cantieri. Inoltre- ha aggiunto la democratica - non è stato detto nulla su un aspetto che non è un dettaglio e cioè che quei lavoratori non erano lavoratori qualunque, quei lavoratori erano lavoratori migranti. C'è quindi il lecito sospetto che ci troviamo di fronte all'ennesimo caso di sfruttamento e caporalato. Nel merito delle norme sul lavoro contenute nel dl Pnrr – ha aggiunto Gribaudo - serve un cambio di passo, non sono solo le opposizioni a criticare le modalità con cui è stata introdotta la cosiddetta patente a punti e a chiedere una riflessione aggiuntiva: sono tante le voci che stanno criticando il sistema introdotto che non risolvere i problemi e rischia di ingarbugliare ancora di più il sistema”.
"La voce di Ilaria Alpi era diventata, nei primi anni '90, la voce della Somalia, così come le immagini di Miran Hrovatin ci avevano fatto conoscere un Paese messo in ginocchio dalla guerra fratricida, dalla fame e dalla povertà.
Oggi, alla Camera, ho avuto l'onore di ricordarli nel trentesimo anniversario della loro uccisione.
Molti di noi ricordano bene quel giorno, il 20 marzo 1994.
Io ad esempio ero in Mozambico con il World Food Program delle Nazioni Unite.
Ci occupavamo del rientro in patria di cinque milioni di persone che si erano rifugiate nei Paesi confinanti a causa della terribile guerra civile che era durata 13 anni e aveva causato un milione di morti.
Con me c’erano anche i giornalisti Giuliana Sgrena e Alberto Negri. E fu proprio Negri a ricevere sul suo satellitare la notizia dell’uccisione di Ilaria e Miran.
Una notizia che ci sconvolse terribilmente.
Ilaria era una bravissima giornalista. Una inviata di primordine.
Una donna colta e coraggiosa.
Da quel giorno è iniziata una intensa battaglia per conoscere la verità sugli assassini e sui mandanti di quella che venne giustamente definita “un’esecuzione” progettata fin nei dettagli.
Così come fin nei dettagli furono predisposti tutti gli ostacoli al raggiungimento della verità e i depistaggi.
Da Presidente della Camera decisi che anche il Parlamento poteva dare un contributo alla ricerca della verità.
Perché era doveroso e anche per riparare al torto fatto da chi nel passato, presiedendo la Commissione d’inchiesta a Montecitorio, ebbe la sfacciataggine di dire che Ilaria e Miran erano in Somalia in vacanza.
Così a marzo del 2016 riuscimmo a desecretare circa 208 documenti, per un totale di 13.614 pagine che, insieme agli atti allora consultabili solo andando all’archivio storico della Camera, diedero vita all’ “archivio digitale Ilaria Alpi e Miran Hrovatin”, accessibile dal sito della Camera. Una scelta che puntava a mettere quei documenti alla portata di tutte e tutti.
La Rai contribuì con video e servizi realizzati da Ilaria e Miran.
Sono documenti che ci fanno entrare nel mondo di Ilaria, che ci fanno scoprire com'era e come lavorava; fanno emergere il profilo di una donna appassionata e di una giornalista di talento.
Della strenua lotta per la verità sull’assassinio di Ilaria e Miran il grande merito va innanzitutto ai genitori di Ilaria, a Giorgio e Luciana Alpi, ormai scomparsi e che voglio ricordare con gratitudine e affetto.
Insieme a loro va il nostro grazie a Mariangela Gritta Grainer, alla Federazione Nazionale della Stampa, all’Ordine dei giornalisti, all’associazione Articolo 21.
Dobbiamo impegnarci ancora al loro fianco perché a 30 anni di distanza la verità giudiziaria è ancora una meta da raggiungere.
Come recita lo slogan scelto per le commemorazioni di oggi, “noi non archiviamo”. Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il ministro Valditara si vergogni delle sue stesse dichiarazioni invece di dare lezioni o patentini sull’inclusività” così la deputata democratica, Ouidad Bakkali, replica al ministro Valditara che oggi, nel corso di un evento sull’istruzione, ha “usato in modo strumentale i dati sui risultati formativi dell’istituto scolastico di Pioltello ‘enormemente inferiori alla media’ alludendo a scuole si ‘serie a’ e scuole di ‘serie b’ legate alla presenza di ragazzi con background migratorio. Non ci sono altre definizioni, queste sono frasi razziste peraltro non troppo lontane dalle classi ghetto di cui Valditara aveva già parlato. Il ministro, caso strano, viene frainteso sempre sulle stesse tematiche”.
“Gentile Ministro – prosegue ancora la Bakkali - prima di essere deputata mi sono occupata per 10 anni di scuola e territorio. Per dieci anni ho costruito strategie e politiche di inclusione e valorizzazione delle ricchezze e delle diversità nelle scuole. Ho lavorato sul plurilinguismo, sulla valorizzazione delle progettualità che consolidano le lingue madri e l’apprendimento della lingua italiana, progetti di extra scuola e di sostegno ai compiti, progetti per arricchire, aprire, sostenere ambienti educativi e docenti. Nelle scuole inclusive che conosco io si valorizza il dialetto locale e le lingue di origine di bambini e bambine con background migratorio. Si coinvolge il quartiere e le famiglie, per creare coesione sociale e mutua conoscenza. Anche quelle che lei definisce, “di questo tipo”. Lei che ha fatto? Le do un paio di suggerimenti – conclude Bakkali - il primo, convochi e lavori con l’Osservatorio per l’inclusione degli alunni con background migratorio, ascolti le competenze decennali che la scuola e la pedagogia italiana esprimono su questi temi. La smetta di fare campagna per la Lega sulla pelle viva delle scuole riproponendo le classi differenziate, parlando di stranieri e italiani quando si riferisce a bambini di scuole primarie. Il secondo, lasci fuori la campagna elettorale dal dicastero che guida e si occupi davvero di strategie per la scuola pubblica”.
Clamoroso ritardo del Mit su attuazione Pnrr, dati Corte dei Conti inequivocabili
"Il prossimo Consiglio europeo è chiamato ad assumere decisioni fondamentali. La preoccupazione è che l’Italia, con la presidente Meloni al Governo, non sia in grado di giocare un ruolo da protagonista.
Come può l’Italia sostenere davvero l’Ucraina ed assumere un ruolo decisivo per la pace se ogni giorno il Vice Presidente del Consiglio Salvini rilascia dichiarazioni imbarazzanti? Come possiamo credervi se c’è una parte del Governo che si complimenta con Putin per la vittoria in elezioni che sono chiaramente condizionate e non libere davvero? Il Governo ha il dovere di chiarire quale sia la sua posizione politica e quella del vicepremier Salvini. Altrimenti queste tensioni e decisioni ci indeboliscono a livello internazionale ed europeo". Lo ha detto in Aula Piero De Luca, della presidenza del gruppo Pd alla Camera e capogruppo Pd in commissione Politiche Ue, a proposito delle comunicazioni della presidente del Consiglio Meloni alla Camera in vista del Consiglio europeo.
E sulla questione di Israele Piero De Luca ha aggiunto: "Bisogna fare ogni sforzo per proteggere la popolazione palestinese innocente e inerme. Sarebbe un errore grave aggiungere vittime innocenti palestinesi alle vittime innocenti israeliane. Invitiamo Il Governo a sostenere ogni iniziativa per un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza. Basta violenza. Tacciano le armi. Si aprano i valichi per gli aiuti umanitari e si avvii un’iniziativa di de-escalation per aprire una conferenza di pace che ponga fine al conflitto attraverso una soluzione politica, quella dei “due popoli e due Stati”. Non vi sono altre strade percorribili".
"Sulle riforme in materia economica bisogna essere credibili e attuare il Pnrr - ha proseguito Piero De Luca -; i dati che la corte dei conti ha emanato nelle scorse ore irritano la presidente del consiglio ma sono dati reali. Siamo indietro in modo clamoroso con l'attuazione del piano, questa è la verità. Il Mit di Salvini è al 15 per cento della spesa rispetto alle risorse ottenute e avete fatto tagli drammatici certificati su settori decisivi quali sanità e asili nido, state sbagliando strada. Il pnrr è arrivato grazie al Pd e grazie al lavoro che David Sassoli ha fatto in Europa dando vita ad un piano, il next generation, che non era mai esistito finora e grazie a lui abbiamo portato 200 miliardi in Italia. Non possiamo dimenticare che il governo Meloni ha votato contro quel piano! Vi chiediamo serietà e responsabilità in Europa perché solo da lì possiamo riportare democrazia, diritti ed economia".
"Purtroppo si stanno scrivendo alcune norme male, che andranno non nella direzione di diminuire le vittime della strada, ma in quella opposta. Se tutte le associazioni delle vittime della strada stanno chiedendo al Governo e alla politica di fermarsi, se tanti movimenti scendono in piazza per fermare il “codice della strage”, chiediamo al governo di fermarsi ad ascoltare queste voci. Non possiamo fare finta che vada tutto bene. Perché il ministro Salvini non va ad incontrare direttamente queste associazioni? E se non lo fa il ministro Salvini perché non interviene la presidente del Consiglio Giorgia Meloni?". Lo ha detto il deputato del Pd, Andrea Casu, ospite di ReStart su Rai 3.
"Se Londra, Parigi, Barcellona, Madrid, Amsterdam, Copenaghen, stanno andando tutte nella stessa direzione non è in corso una cospirazione internazionale contro il governo Meloni e il ministro Salvini, bensì semplicemente nel resto del mondo si sta mettendo al primo posto la vita delle persone. Città 30 non significa che non si possono superare i 30 km/h in tutte le vie della città, ma che nelle parti centrali o dove c'è una maggiore incidenza di pedoni e utenti fragili il limite deve essere più basso per tutelarli, dove è invece possibile superiore”, ha aggiunto Casu.
"A Bologna negli ultimi due mesi con Città 30 abbiamo avuto una riduzione di morti, scontri e feriti pari a quella che abbiamo avuto in Italia negli ultimi 10 anni. Questo dimostra che il mondo non sta sbagliando. Inoltre si potrebbero applicare subito le nuove tecnologie per salvare moltissime vite. Il primo emendamento del Pd che voteremo oggi è quello per i dispositivi sugli angoli ciechi dei mezzi pesanti. I mezzi pesanti uccidono 200 persone l'anno perché chi guida non vede bene negli angoli nascosti dalla grandezza del mezzo. Questo emendamento chiede di mettere nel codice dispositivi obbligatori di segnalazione in tutti i mezzi, non solo nei nuovi, anche nel resto del parco circolante. Come si fa a continuare a votare contro una norma che può salvare ogni anno 200 vite sulle nostre strade?", ha concluso il dem.