Dichiarazione di Andrea De Maria, deputato Pd
"Apprendo che la TV russa si è occupata di Bologna. Con un servizio relativo ad una manifestazione che si è caratterizzata per attacchi inaccettabili alla parlamentare europea Pina Picierno, al Sindaco Matteo Lepore ed al Partito Democratico. A Picierno e Lepore va tutta la mia solidarietà. Il fatto che la TV di una stato autoritario voglia darci lezioni di democrazia si commenta da solo. Soprattutto viene da chiedersi come possa esserci stato questo servizio in diretta da Bologna a fronte delle sanzioni che riguardano la Russia dopo l' invasione dell' Ucraina. Presenterò una interrogazione parlamentare per chiedere chiarimenti in merito". Così Andrea De Maria, deputato PD
“Il “Piano Olivetti” per la cultura riconoscerà anche la “cultura del movimento”. Sono felice che, su mia proposta, sia stato accolto negli emendamenti al decreto il concetto di riconoscere il legame della famiglia Olivetti con il movimento: Camillo, con il suo amore per la bicicletta, e Adriano, promotore del primo percorso “Vita e Salute” di cui si ha notizia, nel parco alle spalle della storica fabbrica di mattoni rossi di Ivrea.
Qui operai e dipendenti vedevano realizzarsi la concreta utopia della Olivetti di quegli anni, che teneva insieme impresa, dignità del lavoro, cultura e, attraverso la cultura del movimento, welfare.
È un riconoscimento per Ivrea e per il mio Canavese, dove pochi giorni fa abbiamo inaugurato, proprio nei luoghi olivettiani, la “Morenic Sport Commission”. Così in una nota il deputato democratico, componente della Commissione Cultura della Camera, Mauro Berruto.
“Il Parco Nazionale del Matese è una grande opportunità per il territorio e chiediamo che si accelerino tutte le procedure affinché rapidamente diventi operativo nell'interesse prioritario della tutela ambientale e della valorizzazione turistica di questo comprensorio. A tal proposito abbiamo depositato anche una interrogazione per chiedere al ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin, che il suo ministero si adoperi per rimuovere tutti gli ostacoli relativi alla perimetrazione del Parco anche alla luce del pronunciamento del Tar. Auspichiamo inoltre che l'annunciato incontro del 5 febbraio con le Regioni Campania e Molise e i Comuni interessati, possa conseguire questo risultato. Non possono esserci più ritardi, ci sono tutte le condizioni affinché la situazione del parco si sblocchi definitivamente”. Così il deputato Marco Sarracino, responsabile Mezzogiorno del Partito Democratico.
"Ho appena sentito Luisa Morgantini, ex vicepresidente del parlamento europeo,e il giornalista del Sole 24 Ore Roberto Bongiorni, da poco liberati dalla polizia israeliana che li aveva fermati intorno alle 16 di oggi pomeriggio nei pressi di Tubas, in Cisgiordania.
Un fermo non motivato da alcuna ragione dato che nella zona in cui si trovavano non c'era alcun cartello che vietasse l'accesso o imponesse limiti.
Morgantini e Bongiorni stanno bene e si trovano ancora al posto di polizia Kiryat Arba in attesa della liberazione di Sami Huraini e Mohammed Barakat, i due palestinesi che li stavano accompagnando verso Tubas e che, come loro, non hanno commesso alcuna violazione né infrazione. Conosco Sami Huraini: un attivista che pratica la resistenza non violenta che ho incontrato giovedì scorso a Betlemme.
Auspichiamo che la liberazione di Sami e Mohammed avvenga prima possibile perché il loro trattenimento sarebbe del tutto immotivato e ingiusto". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Al netto della discussione giuridica sulla iscrizione al registro degli indagati con il rinvio al Tribunale dei ministri, che è atto molto diverso comunque dall’avviso di garanzia, noi condanniamo la vicenda della scarcerazione del torturatore libico da un punto vista politico. Qui si tratta di un mandato d'arresto emesso dalla Corte penale Internazionale nei confronti di un criminale, un torturatore, un assassino, un trafficante di uomini. Almasri dopo essere stato arrestato dalla polizia, è stato scarcerato per l'inerzia del ministro della Giustizia che ha violato lo Statuto della Corte Penale Internazionale, facendo decorrere i termini per la conferma dell'arresto. Ma come se non bastasse il governo oltre a liberare questo criminale, addirittura lo messo su un volo di Stato pagato dai contribuenti. E lo ha fatto tornare nell'unico posto, la Libia, dove godrà ovviamente dell'impunità per i crimini commessi. Andava inviato all'Aja e non in Libia. Dal nostro punto di vista non c'è nessuna ragione di Stato, nessuna questione di interesse pubblico o di sicurezza nazionale che giustifichi questo atteggiamento. Il governo e la presidente del Consiglio Meloni hanno il dovere di intervenire in Parlamento e di chiarire le ragioni di questa vicenda grave e inquietante. Noi crediamo sia stata gravemente minata la credibilità internazionale del nostro Paese. Meloni doveva cercare i trafficanti lungo il globo terraqueo e invece li rimanda a casa con i voli di stato a proseguire il loro lavoro”. Lo ha detto Piero De Luca, capogruppo del Pd in commissione politiche europee, a Restart su Rai3.
L' evento è organizzato dalla Fondazione Bruno Buozzi e dall’Intergruppo parlamentare per la sensibilizzazione sui rischi del gioco d’azzardo. L’apertura dei lavori è affidata al sen. Giorgio Benvenuto, presidente della Fondazione Bruno Buozzi a cui seguirà l’introduzione di Giancarlo Iodice della stessa Fondazione.
“E’ una occasione importante per riflettere con i portatori di interesse, i rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo sul tema di una necessaria riforma del gioco legale. Servono misure per allargare le distanze con l’illegalità che prospera in questo ambito e arginare il fenomeno devastante della ludopatia che trascina con se sempre più cittadini e le loro famiglie. Discuteremo in assoluta libertà partendo dai rispettivi punti di vista”, dichiara il deputato dem Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e coordinatore dell’Intergruppo che concluderà i lavori del convegno.
Con Vaccari, saranno presenti diversi esponenti politici che aderiscono all’Intergruppo: dai deputati Elena Bonetti (Azione), Virginio Merola (Pd) e Andrea Quartini (M5s) alle senatrici Elena Murelli (Lega) e Cinzia Pellegrino (Fdi).
Interverranno inoltre Filippo Torrigiani, consulente della commissione Antimafia, Marzio Govoni, presidente Fondazione Isscon/Federconsumatori, Antonello Turturiello e Angela Bravi per la Conferenza delle Regioni, Giulia Migneco, segreteria nazionale di Avviso Pubblico, Emmanuele Cangianelli, presidente Egp Fipe Confcommercio, Denise Amerini, della rete “Mettiamoci in Gioco”, Geronimo Cardia, presidente Acadi, Associazione Concessionari Giochi Pubblici e Luciano Gualzetti, direttore Caritas Ambrosiana.
“Viste le presenze, l’obiettivo, partendo dai dati, è quello di portare a sintesi unitaria, senza alcuna pregiudiziale, la discussione ed offrire al Parlamento i punti condivisi per una riforma diversa non più rinviabile”, conclude Giorgio Benvenuto, presidente Fondazione Bruno Buozzi.
“La presidente del consiglio Giorgia Meloni continua con il suo refrain ‘non sono ricattabile’, ma a quanto pare è sotto scacco del ministro Santanchè che continua a tirarla in causa nelle sue vicende giudiziarie peraltro con modalità poco istituzionali. A questo punto la domanda sorge spontanea: non è che la presidente Meloni continua a ripetere che non è ricattabile perché cerca di autoconvincersi di un qualcosa che non corrisponde a verità? All’interno della maggioranza assistiamo infatti a ricatti e giochi di potere che apprendiamo fra l’altro ogni giorno a mezzo stampa. Piuttosto che dire che non è ricattabile la presidente Meloni dovrebbe uscire fuori da questa situazione imbarazzante e dire al ministro Santanchè di fare un passo indietro. O non può farlo?”. Cosi il capogruppo democratico in commissione attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo.
“Abbiamo assistito ad una lotta eroica del popolo ucraino, una resistenza come atto di difesa della libertà e della dignità umana. Come cittadini europei è nostro dovere aiutare l'Ucraina non solo a parole ma con azioni concrete che ne garantiscano la sicurezza e la nostra stessa stabilità. La risposta unitaria dell'Europa dimostra come è possibile agire in modo coordinato. Dobbiamo assicurare che l'Ucraina non sia solo un Paese che si difende ma che possa svilupparsi all'interno della Ue”. Così il deputato dem Nicola Carè intervenendo nella dichiarazione di voto per la proroga degli aiuti all'Ucraina.
“La diplomazia è fondamentale – continua il parlamentare Pd - affinché la pace non sia ottenuta con l'uso della forza, può essere imposta ma costruita insieme. La comunità internazionale ha il dovere di riattivare i canali diplomatici per costruire un'architettura sostenibile europea. Non possiamo fare dell'Europa un vassallo delle dinamiche geopolitiche globali. È tempo di decidere se vogliamo essere semplici spettatori della storia o protagonisti attivi nel plasmare il nostro destino”.
“L'Ucraina ha pagato un prezzo enorme e l'Europa ha pagato un prezzo gigantesco in termini di stanchezza delle opinioni pubbliche, di prezzi delle materie prime che sono aumentati e della crescita dei partiti populisti. Noi del Pd non smetteremo mai di chiedere di far tacere le armi e consentire l'avvio di un negoziato per giungere a una pace giusta e sicura, rispettosa della verità”, conclude Carè.
“Oggi riconfermiamo con forza il sostegno all'Ucraina e al suo diritto inalienabile di resistere ad una aggressione brutale. La guerra con la sua scia di morte e distruzione è una ferita aperta che riguarda tutta l'Europa e il mondo: l'ordine mondiale è sotto attacco da potenze che non rispettano il diritto internazionale e siamo allarmati dalla retorica di leader che giustificano l'espansione territoriale attraverso la forza. Non possiamo rimanere silenziosi davanti a questa deriva”. Così il deputato dem Nicola Carè intervenendo in Aula durante il dibattito sulla proroga degli aiuti all'Ucraina.
“Gli aiuti umanitari che abbiamo inviato finora – continua il parlamentare - sono stati legati al fatto che l'Ucraina potesse arrivare al tavolo dei negoziati in una posizione di forza anche se sappiamo che non sarà semplice e tutti noi dovremo pagare un prezzo”. “È essenziale che l'Europa non rimanga spettatrice, che sia protagonista investendo in una diplomazia attiva e in una politica estera comune che metta al centro la ricerca della pace e non una semplice tregua”, conclude Carè.
“Introdurre una nuova figura di intermediazione tra direttore e vicedirettore non ha alcun senso. Inaccettabile che la maggioranza non venga in Commissione”. Lo ha detto Stefano Graziano, capogruppo del Pd in commissione Vigilanza Rai, in una intervista a Repubblica.it.
“Partiamo da un presupposto: mentre l'Europa ha realizzato il Freedom Act che dà più spazi di libertà al servizio pubblico, qui la tv di Stato appare la gazzetta ufficiale del governo, è un atteggiamento da democratura più che democrazia. E questo nuovo provvedimento è di natura liberticida. Solo che ora, dopo il fallimento in termini di ascolti e reputazione di tele-Meloni, se entro agosto non applicheremo il Freedom Act arriverà l'infrazione e il conto lo pagheranno gli italiani”, ha aggiunto Graziano.
“Intanto è inaccettabile che la maggioranza si sia ritirata a Colle Oppio e non venga in Vigilanza bloccando la Commissione deputata al controllo del servizio pubblico, questo perché non ha i numeri e vuole imporre a tutti i costi un nome. Il tema è di metodo e non personale ovviamente e anche qui si vede la loro idea di reprimere pluralismo e spazi di libertà. Comunque ribadiamo con chiarezza e fermezza che se ci avessero ascoltato, a quest'ora la riforma l'avremmo fatta. Invece si sono persi quattro mesi. Dicemmo subito: prima la riforma, poi la governance. Ma il punto è che a destra non si ha nessuna voglia di dare più informazione e pluralismo. FdI persegue l'occupazione, la Lega vorrebbe la privatizzazione, FI è interessata a tutelare la quota di mercato pubblicitario di Mediaset. Quindi eccoci bloccati. Siamo stati facili profeti nel prevedere quest'esito”, ha proseguito il capogruppo dem.
“Guardiamo ai fatti. Noi abbiamo fatto uno studio preciso per dimostrare come Mediaset sorpassi Rai tutto l'anno nel '24, e per la prima volta dopo oltre 35 anni non è solo un duopolio ma un quadripolio, con La7 e Discovery. Immagini un po’ che oggi anche uno dei più grandi eventi sportivi, gli Australian Open di Sinner, l’abbiamo dovuta vedere su 9 e la Rai forse manco si è posto il tema. Si è polverizzato il palinsesto; la questione del sostegno economico ha un approccio sbagliato, diviso com'è tra fiscalità generale e canone, tema che priva una strategia complessiva, non a caso non c'è un disegno di vera trasformazione della Rai; l'indebitamento è di 600 milioni. In sostanza non c'è una visione della Rai del futuro e per questo siamo anche preoccupati per la sorte dei 12 mila dipendenti del servizio pubblico e degli italiani che pagano il canone”, ha concluso Graziano.
“Il 27 gennaio 1945 l'orrore si presentò davanti agli occhi dei militari dell'Armata Rossa che entrarono per la prima volta, liberandolo, nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau. Un massacro sanguinario perpetrato contro ebrei, rom, sinti ma anche omosessuali, neri e disabili nel nome di una ignobile presunzione di superiorità di razza. Il nazismo poté contare sull'alleanza con il fascismo di Mussolini che assecondò, partecipando attivamente, la tirannia nazista ponendo fine ad ogni forma di libertà e democrazia nel nostro Paese.
Il Italia, il 5 agosto 1938 venne fondata la rivista "La difesa della Razza". Direttore Telesio Interlandi con al fianco il segretario di Redazione, Giorgio Almirante che ebbe a scrivere "Il razzismo ha da essere il cibo di tutti e per tutti" e che "non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue". D'altronde lo stesso Almirante negli anni '70 ribadì: "Non rinneghiamo niente del nostro passato. Io sono stato fascista e se le stesse circostanze potessero riprodursi, io farei certamente le stesse cose". Celebrare il giorno della memoria senza aver fatto i conti con un terribile passato è decisamente ignobile. Rigurgiti fascisti tornano a manifestarsi nel nostro Paese ben tollerati da una destra che mantiene nel suo simbolo la fiamma che evoca il ventennio. Cancellare il nome di Almirante da strade e piazze d'Italia, ben 81, l'ultima a Grosseto, rappresenterebbe la prima, anche se non unica, scelta che politica e istituzioni dovrebbero fare per affermare che c'è una storia condivisa che oggi commemora le vittime dell'Olocausto”. Lo scrive sui social il deputato del PD, Stefano Vaccari, Segretario di Presidenza della Camera.
“Ho letto con una certa sorpresa - dichiara la vicepresidente nazionale del Partito Democratico Chiara Gribaudo - le parole del commissario straordinario del Terzo valico Calogero Maugeri in riferimento alla morte, nel 2023, del lavoratore Salvatore Cucè.”
“Ad oggi - spiega la Presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia - non abbiamo nessun elemento che permetta di valutare le ragioni dell’incidente che ha coinvolto e ucciso Cucè all’interno degli scavi della galleria di Voltaggio. Né dall’inchiesta della magistratura alessandrina che è ancora in corso, né dal Ministero dei trasporti e delle infrastrutture che ho interrogato nei mesi scorsi e che ancora non si è pronunciato. Invece le parole di Maugeri alludono a errori commessi dagli operai nel corso delle loro operazioni, rivendicando anche come elementi a sostegno di questa tesi il fatto che il cantiere non è stato posto sotto sequestro e le lavorazioni sono proseguite fino ad oggi.”
“Non capisco - si interroga Gribaudo - quale piega voglia prendere il ragionamento di Maugeri che, ricordo, è Commissario straordinario del Governo e parla in questa veste quando si esprime sul Terzo Valico. Da lui ci aspetteremmo parole di maggior riguardo sulla sicurezza sul lavoro dal momento che gestisce un cantiere le cui gallerie sono classificate in classe 2 di pericolosità, la più elevata, per il rischio di esalazioni di gas metano e a questo si aggiunge la complessa catena di appalti e subappalti che caratterizza il cantiere che rappresenta, come purtroppo spesso accade nei grandi cantieri, un potenziale amplificatore dei rischi legati a carenze di comunicazione e possibili rischi di economie sui costi della sicurezza.”
“Intendo ribadire che siamo stanchi di assistere ai continui tentativi di trovare la spiegazione degli incidenti sul lavoro nell’'errore umano - tanto più prima delle conclusioni delle indagini - e mi auguro che l'inchiesta sia rapida ed faccia emergere con chiarezza le responsabilità specie, se ci sono state, organizzative. Come già detto in precedenza la realizzazione di una grande opera pubblica come il Terzo Valico è fondamentale per il territorio interessato ma anche per il Paese e per l’Europa ma questo non può esimerci da attuare le massime misure di prevenzione e sicurezza” conclude la deputata dem.
La Presidente Meloni deve venire in Aula a spiegare al paese perché Almasri, capo della polizia giudiziaria libica e del centro detenzione di Mitiga, accusato di crimini contro l’umanità, perseguito dalla Corte penale internazionale, sia stato liberato dopo l’arresto in Italia e riportato in Libia con un aereo di Stato. Meloni deve assumersi la responsabilità perché è stata una decisione politica, deve spiegare perchè non c’è stata alcuna interlocuzione con il Tribunale dell’Aja e non si è rispettato un accordo internazionale".
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla camera dei Deputati, intervenendo oggi a Rainews 24.
“Meloni deve anche chiedere a Daniela Santanchè di dimettersi: accuse rivolte alla ministra del Turismo e il rinvio a giudizio la mettono nelle condizioni di dover lasciare il governo il prima possibile. Meloni deve pretendere le dimissioni anche per averle chieste in situazioni analoghe. Spero non si arrivi alla mozione di sfiducia perché il governo venga sollevato prima da una presenza inadeguata” ha aggiunto Braga.
Non è semplice rappresentare lo spessore culturale, politico, umano di una personalità come Furio Colombo che ci ha lasciato pochi giorni fa al termine di una lunga vita spesa con intensa passione civile, alta qualità intellettuale e rara poliedricità. Ricordo l’entusiasmo con cui accolse la candidatura parlamentare che gli offrii e che lo vide per tre legislature Deputato e Senatore dei DS, dell’Ulivo e del PD, dedicandosi nella Commissione Esteri al cruciale tema dei diritti umani, ma anche promuovendo disegni di legge ispirati alla promozione dei diritti e della cultura, come le sue proposte sulla istituzione dell’avvocato del minore, sugli incentivi all’acquisto di opere di giovani artisti, sulla riorganizzazione degli Istituti italiani di cultura, sulla istituzione dei centri regionali di terapia del dolore. Era un uomo libero, vivendo i valori in cui credeva con grande determinazione come anche testimonia il dissenso che, con lealtà, espresse ogni volta che le decisioni proposte entravano in conflitto con i suoi convincimenti. La sua attiva presenza parlamentare culminò nella promozione della legge, di cui fu primo firmatario, per l’istituzione della Giornata della Memoria, introdotta in Italia prima che anche le Nazioni Unite la proponessero al mondo intero. Così come fu fondatore dell’associazione progressista Sinistra per Israele, dedicando scritti importanti al rapporto tra ebraismo e sinistra e battendosi per una soluzione di pace che riconoscesse i diritti di entrambi i popoli che vivono in quella terra. Chi, come me, ha avuto la enorme fortuna di averlo come amico vero e sincero non potrà mai dimenticare l’attenzione con cui curava i rapporti personali, la capacità di ascolto di ogni interlocutore, la curiosità intellettuale di chi sa che anche nella persona più distante c’è un pezzo di verità da scoprire e comprendere. Così oggi lo ricordiamo, con immensa gratitudine.
Lo ha detto in Aula il deputato del Pd Piero Fassino durante la commemorazione di Furio Colombo.
"Noi non vogliamo e non possiamo rassegnarci e cedere all'idea dell'inevitabilità della guerra. Lei, signor Ministro, ha attaccato Borrell prima. Io le dico che ci preoccupano molto le dichiarazioni di oggi della nuova alta rappresentante della politica estera e di sicurezza comune, Kallas, che dice che dobbiamo prepararci alla guerra. Noi dobbiamo prepararci alla pace, perché la politica oggi parla di negoziato, ne parlano tutti. Ne parla Zelensky. Un negoziato che non si risolverà in 24 ore, come prometteva Trump prima del suo insediamento”. Così il deputato dem Peppe Provenzano nella dichiarazione di voto di astensione del Pd sulle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, per la proroga degli aiuti militari all’Ucraina.
“Sarà un negoziato difficile, durissimo – continua il responsabile Esteri del Pd - per il quale tutti pagheranno, pagheremo, un prezzo. Non c'è nessuna ragione per cui accanto all'impegno nel sostenere militarmente l'Ucraina, l’Europa, che più di tutti subisce i costi umani, economici, sociali e persino politici del protrarsi della guerra, non si impegni in un'iniziativa politica per la pace”. “Al negoziato non era meglio arrivare prima di Trump? Se avessimo avuto un maggiore protagonismo dell'Europa a quel tavolo, le ragioni dell'Ucraina non sarebbero state difese meglio? Lei è preoccupato per il nostro continente. Lo siamo anche noi, Ministro. Ma il suo governo partecipa all'indebolimento della solidarietà europea che invece proprio oggi è ancora più necessaria”, conclude Provenzano.