“La legge 81 del 1993, introducendo il meccanismo dell'elezione diretta dei sindaci, ha segnato una svolta epocale, che ha vinto la diffidenza dei cittadini verso la politica attraverso i volti, i programmi e i contributi dei sindaci che si potevano eleggere direttamente. Ha ridato senso e solidità alla politica. Da questo convegno noi proponiamo che vengano individuate alcune coordinate, un contributo concreto al processo riformatore che è in atto in Parlamento. Attualmente, fra incardinati e non, abbiamo depositati sette progetti di legge che vanno a modificare gli assetti di comuni, province, città metropolitane. A cui si affiancano la riforma sull’autonomia differenziata e le intenzioni di una riforma in senso presidenziale del Paese. C’è ora anche la proposta di alcune forze politiche che vuole abbassare la soglia per l’elezione dei sindaci al 40% al primo turno. Non si può pensare di trovare l’assetto più efficiente per dare risposte al Paese senza fare una discussione ordinata, perché livelli amministrativi, programmatori, funzioni, responsabilità, sono intrecciati. Oggi tra burocrazia e inefficienze mediamente per la realizzazione di un’opera attraverso gli atti amministrativi nei comuni occorrono 7 anni. I blitz per abbassare la soglia di elezione del sindaco al 40% al primo turno non solo ci preoccupano, ma scardinano la stessa legge 81 del ’93, che pur con limiti e difetti, oggi, dopo 30 anni, ha dato la maggiore stabilità e governabilità a un assetto (quello locale) del Paese. Le riforme devono essere incardinate attraverso due chiavi: la prima, che vi sia una discussione ordinata e non scomposta o stravagante o fatta per blitz per interessi politici di parte; la seconda, che non si operi nell’ottica dell’affermazione di un primato politico, ma considerando come gli effetti reali delle riforme possano dare risposte ai bisogni dei cittadini. Stiamo ragionando sull’architettura istituzionale del Paese non su cosa conviene a una parte politica”.
Lo ha detto il deputato del Pd e già sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, nel corso del convegno alla Camera ‘Una democrazia matura. I 30 anni dall'elezione diretta dei sindaci: stabilità e governabilità’.
Convocare subito commissione Vigilanza
“L’aggressione politica contro Lucia Annunziata è indecente. E’ un attacco all’autonomia e professionalità di una grande giornalista. La minaccia alla libertà dell'informazione in questo Paese è rappresentata dallo squilibrio osceno dell’informazione Rai e dalla vergogna, dopo mesi dalla formazione del Governo, di non aver ancora convocato la commissione parlamentare di Vigilanza per avere le mani libere. I Presidenti di Camera e Senato la smettano di giocare e procedano a fare quello che è un loro dovere”.
Lo dichiara il deputato del Pd, Nicola Zingaretti.
“Ha il sapore amaro di una beffa che il governo Meloni celebri la Giornata dell’Unità nazionale e della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera, dopo aver avviato il percorso dell’Autonomia secessionista di Calderoli. Lo ripetiamo nuovamente e lo faremo fino allo sfinimento: questa è un’ Autonomia sbagliata e dannosa che spacca ancora di più e irrimediabilmente il Paese a scapito del Mezzogiorno. Un progetto che calpesta i princìpi di unità, coesione e solidarietà nazionale che la Carta Costituzionale sancisce con chiarezza. Il Partito democratico non fermerà la propria battaglia per unire, non per dividere, l'Italia, assicurando livelli essenziali delle prestazioni omogenei al Nord come al Sud e pari opportunità, diritti e servizi nell'intero Paese. Lo faremo in Parlamento così come nelle piazze. Per questo oggi siamo a Napoli con i sindaci e i sindacati che difendono l'Italia e il Sud da questo attacco pericoloso della destra”. Così il vice capogruppo del Partito democratico alla Camera, Piero De Luca.
“I viaggi e le visite d’istruzione rappresentano un momento integrativo e complementare all’attività educativo-didattica della scuola. Sono un momento privilegiato di conoscenza, comunicazione e socializzazione, preziosa occasione di riscontro e approfondimento di quanto trattato nelle attività di studio. Essi, infatti, scaturiscono dalla programmazione didattica, dalla quale non possono prescindere, e sono inseriti nel Piano dell’offerta Formativa.
Oggi - dopo la pandemia e con la grave crisi economica e sociale che stiamo affrontando - molti studenti non possono partecipare a queste attività a causa dei costi, spesso, insostenibili per le famiglie. In alcune occasioni, sono gli stessi istituti che si fanno carico degli studenti più fragili, istituendo fondi di solidarietà.
Riteniamo opportuno un intervento diretto dello Stato, tramite l’istituzione di un apposito fondo dedicato, per incentivare la partecipazione degli studenti ai viaggi promossi dalle scuole. Accanto alle risorse andranno poi definiti i criteri di accesso che dovranno tenere conto inevitabilmente del contesto economico e sociale di origine dei potenziali beneficiari, di eventuali disabilità , oltre che dell’impegno didattico e del comportamento disciplinare degli studenti, sempre e comunque nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica.
Chiediamo al Ministro Valditara di provare a dare un senso alla parola Merito, sostenendo la partecipazione di tutti i ragazzi ai viaggi di studio. La scuola deve essere inclusiva, combattere le disuguaglianze e dare a tutti le stesse opportunità”. Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati del Pd, Emiliano Fossi e Irene Manzi, che annunciano di aver depositato un’interrogazione al Ministro Valditara per valutare l’istituzione del fondo.
Tweet di Peppe Provenzano, Vicepresidente gruppo Pd Camera
Resta solo da capire se il modello di Stato sociale che ha in mente #Meloni per l’Italia sia quello bielorusso o, per non stupirci troppo, il modello ungherese del suo caro #Orban.
Non vogliono solo spaccare il Paese, con l’autonomia differenziata. Vogliono proprio smantellarlo
Domani a Napoli per dire a Meloni che l'Italia non si spacca
"Esito del Cdm per il Sud, in sintesi. Un Ponte immaginario (e salvo intese) per far passare l’autonomia differenziata che frantuma l’Italia e affossa il Mezzogiorno.
Domani 17 marzo a Napoli, nell’anniversario dell’Unità, diremo a Calderoli e Meloni che l’Italia non si spacca". Lo scrive su Twitter Peppe Provenzano, vicepresidente dei deputati del PD.
"La sconcertante scelta del sindaco di Grosseto di pacificare la nazione accostando gerarchi del ventennio e personalità di primo piano della Repubblica antifascista e democratica, pone l'attenzione sulla necessità di una norma nazionale che regoli la toponomastica vietando la celebrazione di esponenti del fascismo": così Marco Simiani, deputato del Pd, rilanciando la calendarizzazione a Montecitorio dell'apposita proposta di legge presentata da mesi dal Partito Democratico, a prima firma di Andrea De Maria.
"È inammissibile che un sindaco ed una giunta, senza sensibilità istituzionale e senza conoscere minimamente le vicende locali possano, in piena autonomia, non solo mettere sullo stesso piano fascismo ed antifascismo ma addirittura celebrare chi, come Giorgio Almirante, ha firmato editti per la fucilazione di cittadini nello stesso territorio".
“Dal 13 marzo e fino al 2025, per il completamento del raddoppio della tratta Catenanuova-Bicocca, niente treni, sostituiti da bus con base di partenza/arrivo da Dittaino. Questo non è (neanche) un pesce d’aprile! E’ un diktat, una comunicazione inaccettabile nei tempi e nei modi che offende la Sicilia e i siciliani. Una scelta paradossale, oltre che inspiegabile, quella adottata da RFI nella regione, la Sicilia, con la velocità media dei treni più lenta d’Europa”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo.
“Si discute di autonomia differenziata ma – prosegue Barbagallo – così facendo, e questo è un esempio concreto, ci sarà sempre un’Italia a due livelli diversi: l’alta velocità al Nord e i cantieri infiniti in Sicilia con la chiusura di 2 anni per completare 38 chilometri per il raddoppio della tratta Catania-Palermo-Catania. Treni vecchi, binario unico, mezzi lenti e servizi sostitutivi con bus: questo è il triste ed amaro risultato. RFI, ci tratta come sudditi nel totale e assordante silenzio del Governo regionale. Il PD – conclude – presenterà un atto ispettivo alla Camera e chiederà conto in ogni sede dell’operato di RFI e di tutte le istituzioni coinvolte”.
“Cieca obbedienza pur di non disturbare il manovratore. Solinas e la sua giunta dicono Sì all'autonomia differenziata svendendo le peculiarità della Sardegna. Rispondono obbedisco senza avere coinvolto il consiglio regionale e senza aver segnalato le necessità dell'isola per evitare di diventare i parenti poveri delle regioni più ricche. Su quali livelli si garantiranno le stesse condizioni per servizi e diritti ai cittadini della Sardegna e delle altre regioni italiane? Ci sono in Sardegna le stesse infrastrutture e gli stessi servizi sociali della Lombardia e del Veneto? Come risolvere i problemi della continuità territoriale? Con l'autonomia differenziata di questo governo si vuole spaccare il Paese e si allargano le distanze tra ricchi e poveri. Solinas nel chiuso delle sue stanze ha deciso per tutti senza ascoltare le istituzioni e le comunità sarde”.
Così il deputato dem della commissione Bilancio, Silvio Lai.
“Il fantasmagorico piano del ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, fa un bel frontale con la realtà. Apprendiamo dalla stampa che il progetto di centralizzare la gestione del Pnrr e degli altri fondi europei ha incontrato il secco 'no' della Commissione. E se ciò dovesse essere confermato, non ci stupirebbe affatto. Il ministro Fitto, in preda a un’ingiustificabile mania di controllo, ha dimenticato le regole di base dei fondi strutturali Ue, come ad esempio il principio territoriale e regionale su cui si fonda la politica di coesione.”
Lo dichiarano i deputati pugliesi del Partito Democratico Ubaldo Pagano e Claudio Stefanazzi.
“A questo punto - concludono Pagano e Stefanazzi - sarebbe opportuno che gli italiani ne sappiano di più sui recenti colloqui del ministro in Europa, visto che il Parlamento ha all’esame un decreto legge che cambia radicalmente il modello di governance di queste risorse. Come pure dal punto di vista politico vorremmo capire che direzione vuole prendere questa destra di governo, che appare sempre più confusa. Da un lato lo scempio dell’autonomia differenziata e dall’altro la centralizzazione dei fondi europei. Delle due l’una: o si tratta del piano perfetto per commissariare ed ammazzare il Sud Italia, oppure siamo di fronte a una classe dirigente con livelli di preparazione da far tremare i polsi".
"I parchi assumono nel nostro Paese un ruolo fondamentale per la salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità. Rappresentano inoltre uno strumento insostituibile di presidio e controllo del territorio e una opportunità di crescita sociale, occupazionale ed economica. Per questi motivi tali enti necessitano di una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse assegnate e di una autonomia decisionale efficace capace di coniugare sostenibilità economica e corretta programmazione delle attività. L'attuale normativa, che non consente però l'utilizzo di consistenti residui di bilancio, va quindi cambiata. Il Partito Democratico presenterà emendamenti con questa finalità nei prossimi provvedimenti utili". Lo dichiara il deputato dem Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio, a margine dell'incontro di oggi con una delegazione di Federparchi.
"Il bilancio delle attività dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro relativo allo scorso anno, che vede un miliardo di contributi recuperati, maggiori ispezioni e violazioni riscontrare, dimostra come fosse giusta nello scorso governo la scelta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, di investire sull'aumento delle risorse ispettive, con concorsi banditi ed espletati già nel 2022, e dei poteri. Ci auguriamo che il governo Meloni prosegua su questa strada senza sacrificare l'autonomia dell'Ispettorato assorbendola, come annunciato più volte alle parti sociali, nel ministero del Lavoro. Allo stesso tempo sarebbe necessario che le Regioni provvedano ad investire sull'assunzione di personale ispettivo delle Asl la cui carenza ha comportato un drammatico calo di ispezioni di loro competenza". Così in una nota i deputati dem Marco Sarracino ed Emiliano Fossi, della commissione Lavoro della Camera.
“Sconfitte chiare per il centrosinistra. Sono il cuore del nostro congresso e della Costituente che diviene tanto più urgente svolgere come grande processo di ricostruzione democratica. Ma l’astensione record fa anche capire l’irriconoscibilità dell’ente Regione, avvertito lontano e non chiaramente compreso nelle sue reali e importanti funzioni dalla stragrande maggioranza della popolazione. Occorre riformare il regionalismo italiano e non certo con l’autonomia ‘spacca italia’ proposta dalla Lega. E riflettere sul ruolo di quelle Province tanto disprezzate ma che sono sempre state un legame tra territori, città e regioni”. Lo scrive in una nota il deputato Pd, Roberto Morassut.
“La Lombardia può cambiare. Abbiamo una grande occasione domenica e lunedì votando Pierfrancesco Majorino Presidente. La partita è aperta grazie ad un programma che mette al centro i cittadini e le cittadine lombarde. Vogliamo cambiare la sanità lombarda per dare a tutti il diritto di curarsi gratuitamente e senza tempi di attesa inaccettabili. Vogliamo far diventare la Lombardia il motore di uno sviluppo capace di ridurre le disuguaglianze tra territori e fasce della popolazione puntando sulla sostenibilità ambientale, sul lavoro di qualità e sicuro e sulle competenze che servono a non lasciare nessuno indietro. E infine vogliamo fermare il tentativo di dividere il Paese con un’idea di autonomia che privatizza i servizi e moltiplica disuguaglianze. Per tutto questo saremo in tanti oggi a Milano al Teatro del Buratto con i candidati alla segreteria del Pd. Perché solo un partito Democratico unito e forte può far vincere una Lombardia più giusta, solidale, democratica”.
Così Chiara Braga, deputata del Pd e segretaria di Presidenza della Camera dei deputati.
“Si autodefiniscono ‘patrioti’ ma puntano a dividere l’Italia. Un paese già indebolito da enormi diseguaglianze che la destra vuole ulteriormente aggravare. No all’autonomia differenziata”.
Lo scrive su Twitter Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.