“Il ferimento di un uomo a Cinecittà conferma quanto sia grave e radicata la presenza delle organizzazioni criminali in ogni quartiere. La grande finanza e la criminalità dominano il campo nelle grandi metropoli. Dobbiamo renderci conto di questo e dare forti armature ai poteri democratici nelle grandi aree urbane per riequilibrare e contrastare questi colossi dando più sicurezza e più opportunità ai cittadini soprattutto in periferia. Subito si discuta del ruolo di Roma Capitale nell’autonomia differenziata. Non solo Roma ma anche Milano e Napoli devono avere prerogative di rango regionale. Senza affrontare questi nodi non c’è sano federalismo”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
"Continua ad allungarsi la lista dei "nemici" della destra sul Pnrr. Hanno iniziato prendendosela con l'ufficio di Bilancio del Senato sul versante dell'autonomia differenziata. Ora, invece, se la prendono con la Corte dei Conti, "rea" di aver solo detto la verità con i numeri. Questa arroganza non risolverà alcun problema, anzi.
È il mantra culturale di questa destra. Il PNRR, da grande occasione di coesione sociale e territoriale per aiutare a rilanciare il Paese dopo la pandemia al fine di contrastare le diseguaglianze, rischia di trasformarsi un paradossale dramma solo ed esclusivamente per la loro incapacità, diventata ideologia". Così il deputato e membro della Segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
"Anche dall'Ue arriva una bocciatura sull'autonomia differenziata. Vediamo se adesso la destra parlerà di complotti, nemici, manine. Il report sull'Italia della Commissione Europea è chiaro. Forse Calderoli dovrebbe prendere atto che la sua proposta spacca l'Italia e rende impossibile assicurare gli stessi livelli essenziali di servizi nelle regioni che partono già da condizioni svantaggio. Ma c'è di più. Si "rischia di mettere a repentaglio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica". Insomma siamo dinanzi ad un vero e proprio pasticcio, ad una riforma che spacca anche i conti pubblici. Speriamo che finalmente Calderoli lo abbia capito e che lo abbiano capito i suoi colleghi di Governo e che agiscano di conseguenza ritirando una proposta antistorica e sbagliata. Il Partito Democratico continuerà ad opporsi, tutelando l'unità e la coesione del paese". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della Segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
Il Dl enti pubblici non ha nulla di urgente se non la volontà della destra di azzerare i vertici di Inps, Inail e San Carlo. Commissariare Inps e Inail è una decisione gravissima, immotivata e senza precedenti, che rischia di minare, oltre che l’autonomia e l’indipendenza degli Istituti coinvolti, anche la qualità dei servizi erogati. L’altra scelta vergognosa è quella che abbassa il limite di anzianità a settanta anni per i direttori stranieri degli enti lirico-sinfonici: una vera e propria norma ‘ad personam’ finalizzata a liberare la carica di sovrintendente al Teatro lirico San Carlo di Napoli. Un’altra scelta ideologica, che dimostra la volontà della destra di mettere le mani ovunque e di fare dello spoil system selvaggio la normalità ovunque, anche dove mai era arrivato”.
Così la deputata Silvia Roggiani, intervenendo in Aula sulla pregiudiziale presentata dal Partito Democratico al DL enti pubblici.
"Le dichiarazioni odierne di Calderoli alla stampa e di Zaia in tv il termometro della grande difficoltà della Lega sul capitolo autonomia differenziata. La verità è che iniziano ad emergere sostanziali differenze e distinguo all'interno della maggioranza rispetto ad un disegno di legge che aumenta i divari e le diseguaglianze. Calderoli continua a prendersela con un organo terzo e imparziale quale il servizio di bilancio del Senato, il Presidente Zaia invece dichiara addirittura che l'autonomia differenziata sarebbe una riforma degli italiani e non invece la codificazione di un egoismo istituzionale minoritario. Il Pd si opporrà duramente in parlamento e nel paese a tutela della coesione e dell'interesse nazionale". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
Importante mobilitazione questa mattina a Napoli organizzata da Cgil, Cisl e Uil.
“I sindacati, che conoscono bene i problemi del nostro tessuto sociale e operaio, presentano proposte ponderate per affrontare le sfide del futuro: tutela dei redditi, riforma del fisco, promozione dell'occupazione, sicurezza sul lavoro, riforma del sistema previdenziale” ad affermarlo è il capogruppo in vigilanza Rai del Pd Stefano Graziano a margine della manifestazione dei sindacati a Napoli.
Le contestazioni dei sindacati” - continua Graziano - “si oppongono apertamente alla proposta di Calderoli in materia di autonomia differenziata che finirebbe per aggravare il divario tra le regioni, compromettendo l'equilibrio territoriale e limitando le opportunità di crescita per le aree più bisognose.”
“Oggi a Napoli, in piazza accanto ai sindacati per ribadire il nostro NO all’Autonomia differenziata. Un progetto che non unisce ma divide gravemente, aumentando i divari già inaccettabili tra Nord e Sud, in alcuni settori decisivi come scuola, salute, assistenza, lavoro.
Continueremo ad opporci, come Partito Democratico, in ogni sede contro questa proposta secessionista e contro le politiche di un Governo di destra che crea più precarietà e lavora ogni giorno per rompere la coesione e l'unità del Paese”.
Lo ha dichiarato in una nota l’on. Piero De Luca che ha partecipato a Napoli alla manifestazione nazionale dei sindacati contro il progetto di autonomia differenziata del Governo.
"Un incontro tra amici e niente di più. Il ministro Calderoli incontra a Cagliari, peraltro in un salone da pranzo e non in uno spazio istituzionale, un gruppo di consiglieri e assessori della Sardegna e fa ironia sull'assenza delle forze di opposizione. Calderoli piuttosto, se ha in animo di fare il censore, dovrebbe chiedere conto dell'assenza del rappresentante legale e presidente della regione Solinas che attesta senza ombra di dubbi la non ufficialità della riunione, della quale non ci sono precedenti. Un incontro tra amici che nasce dalla totale assenza di cultura istituzionale nella forma e nella sostanza della organizzazione e della partecipazione.
Le opposizioni hanno fatto bene a non partecipare anche perché avrebbero continuato ad ascoltare proposte che mal si conciliano con gli interessi della Sardegna e le valutazioni oggettive che il servizio bilancio del Senato ha fatto dell'articolato del ministro Calderoli allorché viene evidenziato la previsione che l'autonomia differenziata produrrebbe ulteriori divaricazioni tra le regioni in termini di opportunità e servizi per i cittadini. Nulla si continua a dire sulle diverse condizioni di partenza delle economie regionali e su come affrontare questa evidente disparità senza nuove risorse. L'allarme arriva proprio dal dossier del Senato allorché si sottolinea che non si possono assegnare funzioni alle Regioni basandosi sulla tassazione regionale che dipende dai cicli economici e dalle condizioni di partenza. E quando Calderoli dice che se lo Stato spende 100 e la regione spenderà quei 100 significa che dove si spende 40 si continuerà perlomeno a spendere solo 40. Tentiamo di spiegarlo così al ministro Calderoli poi passeremo ai disegnini. Ciclo economico negativo meno capacità di tassazione, ergo meno finanziamento alle regioni. Insomma i ricchi saranno più ricchi, i poveri saranno più poveri. Per di più la Sardegna da regione a statuto speciale perderebbe la sua specificità e le sue attuali prerogative, comprese le entrate tributarie. Vade retro Autonomia differenziata, è solo un imbroglio di chi ha imbrogliato gli italiani con la legge elettorale peggiore di tutte, il porcellum. Senza soldi in più che non ci sono va definita come la Banca d’Italia ha definito la riforma fiscale proposta dal Governo, impraticabile!"
Così Silvio Lai, deputato Pd della Commissione Bilancio della Camera.
OPPOSIZIONE CON FORZA A CHI SPACCA ITALIA CON RIFORMA CHE AMPLIA DIVARI
"Ringraziamo il Ministro Calderoli per le generose parole di "stima" riguardo le capacità cognitive del Mezzogiorno, che secondo lui non avrebbe capito le potenzialità della sua riforma. Al sud, e non solo, abbiamo invece ben compreso gli effetti devastanti che produrrebbe il ddl Calderoli, come è anche testimoniato proprio dalla relazione del servizio di bilancio del Senato. In queste ore emergono però due dati: il primo è rappresentato dall’enorme debolezza dell’impianto della riforma, per cui gli stessi autori, anziché entrare nel merito delle critiche, si concentrano sulla ricerca, a tratti inquietanti, di presunti nemici interni. Il secondo invece è la totale spaccatura nella maggioranza, che da un lato pratica l’accentramento dei poteri e dell’altro esaspera il principio di autonomia. Trovare un punto di compromesso tra queste due posizioni inconciliabili è praticamente impossibile. Anche per questi motivi, sapendo di essere in sintonia con il Paese, il Partito Democratico si opporrà con forza nel merito e nel metodo ad una riforma che spacca l'Italia, ingiusta ed antistorica, che amplia i divari, pregiudica la coesione e aumenta le diseguaglianze". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
Il ministro Calderoli, pur di minimizzare le valutazioni del servizio di bilancio del Senato sulle criticità legate al progetto di autonomia differenziata, interpreta banalmente e si arrampica sugli specchi quando dice che si tratta di previsioni ipotetiche. Anche il Def, e Calderoli lo sa bene, ma glielo ricordiamo noi, si basa su ipotesi e previsioni di crescita economica e su quelle, conseguentemente, si assumono decisioni e si fanno le leggi di bilancio.
Il dossier del Senato segnala che non si possono assegnare funzioni alle Regioni basando il loro finanziamento sulla tassazione regionale perché il ciclo economico negativo riduce la capacità di tassazione, le Regioni hanno capacità di tassazione differente, manca la capacità compensatoria dello Stato. Neanche la Ragioneria Generale dello Stato può mettere in discussioni queste libere e oggettive valutazioni del servizio Bilancio del Senato che portano ad un fatto chiaro, solo le Regioni ricche hanno margine per assumere nuove funzioni, quelle povere no. Non c’entra niente la bravura degli amministratori ma il punto di partenza dell’economie regionali. Ergo si conferma che il progetto di Calderoli alimenta solo gli egoismi, affossa le Regioni e le popolazioni più deboli, divide ulteriormente il Paese. Un progetto di autonomia che non serve all’Italia, né serve per accreditare il governo in Europa. E allora viene da chiedersi, per chi lo fa?
Lo dichiara Silvio Lai, deputato Pd della Commissione Bilancio della Camera.
“Il servizio del Bilancio del Senato - nonostante una smentita che parla di erronea pubblicazione ma non rinnega i contenuti- conferma quello che il Partito democratico ha sempre denunciato: il disegno di legge di Autonomia differenziata del ministro Calderoli danneggia pesantemente le regioni del Mezzogiorno, più in difficoltà in termini di servizi e opportunità. E aumenta conseguentemente la disparità tra Nord e Sud del Paese. Un’autonomia ‘spacca Italia’ alla quale noi continueremo ad opporci con forza per evitare di aumentare ulteriormente le diseguaglianze nel Paese ai danni dei cittadini del Mezzogiorno. Non possiamo permetterlo”.
“Il servizio del Bilancio del Senato - nonostante una smentita che parla di erronea pubblicazione ma non rinnega i contenuti- conferma quello che il Partito democratico ha sempre denunciato: il disegno di legge di Autonomia differenziata del ministro Calderoli danneggia pesantemente le regioni del Mezzogiorno, più in difficoltà in termini di servizi e opportunità. E aumenta conseguentemente la disparità tra Nord e Sud del Paese. Un’autonomia ‘spacca Italia’ alla quale noi continueremo ad opporci con forza per evitare di aumentare ulteriormente le diseguaglianze nel Paese ai danni dei cittadini del Mezzogiorno. Non possiamo permetterlo”.
“Le elezioni in Turchia risvegliano la speranza di una svolta politica in uno dei Paesi più importanti nel contesto mondiale e non solo euro mediterraneo. Il 98% dei turchi si è recato al voto nonostante l’esistenza di un regime autoritario o di una ‘Democratura’, come oggi si dice. Tutto questo introduce riflessioni profonde anche per noi, in Italia. L’elezione diretta del capo del Governo è davvero così pericolosa e inquietante? In Italia la democrazia è stanca e il parlamentarismo infiacchito. Governi che vivono di decreti e fiduce e un Parlamento che discute di quasi nulla, con equilibri perennemente instabili”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Occorre trovare la strada si una democrazia più efficiente e decidente - continua Morassut - con i giusti contrappesi parlamentari. Credo che il Pd debba porsi questo nodo irrisolto da decenni. E non sia giusto chiudersi nella difesa di scuola dell’esistente. Un no secco va posto sull’autonomia differenziata, invece. Senza mediazioni. Mettendo in campo una nostra idea di riforma del regionalismo e le macroregioni. Un modo per spaccare la destra, senza avere paura di una qualche forma di elezione diretta. Anche perché se si votasse domani, credo che Elly Schlein batterebbe Giorgia Meloni”.
“Il Partito Democratico si è reso disponibile a dialogare con il governo sul tema delle riforme istituzionali, sia pur ponendo dei paletti chiari sul ruolo del Presidente della Repubblica e del Parlamento. Ma la volontà di confronto del governo dev'essere reale. Per questo motivo non è accettabile l'atteggiamento assunto finora dalla destra sulla proposta di autonomia differenziata avanzata dal ministro Calderoli, che per noi va assolutamente tolta dal tavolo. Non possiamo accettare la discussione su una riforma che spaccherebbe letteralmente il Paese, aumentando i divari tra Nord e Sud del Paese e tradendo il senso di unità nazionale previsto dalla Costituzione, ai danni di un Mezzogiorno che pagherebbe un costo enorme in termini sociali ed economici”. Così il deputato democratico Piero De Luca, capogruppo in commissione Politiche Ue.
"La gestione dei lavori delle commissioni riunite Finanze e Affari sociali sul decreto bollette è stata delirante e dimostra la totale inadeguatezza di maggioranza e governo. Lo dichiarano in una nota, Ilenia Malavasi, GianAntonio Girelli, Toni Ricciardi, Virginio Merola e Bruno Tabacci.
"Una commissione imbarazzante -aggiungono- in cui abbiamo atteso invano fino a notte inoltrata- riformulazioni, pareri e relazioni tecniche: non siamo stati messi nelle condizioni di poter lavorare ed esercitare le nostre prerogative".
Ma cosa ancora più grave segnaliamo che gli accordi presi, frutto di un confronto tra i gruppi per arrivare all'approvazione di emendamenti di buon senso proposti dalla minoranza, sono stati disattesi. Un atteggiamento inaccettabile -proseguono i deputati del Pd- frutto di impreparazione, superficialità e improvvisazione. La maggioranza con le solite forzature e mancato rispetto degli accordi ha svuotato per l'ennesima volta parlamento e commissione di qualsiasi autonomia rispetto a un governo che ha predeterminato qualsiasi azione".
"È molto grave non essere stati messi, ancora una volta, nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro di parlamentari per provare a migliorare un decreto importante per il Paese". Così concludono.