Vicinanza alla Liguria colpita in questi giorni da effetti gravissimi del maltempo. La messa in sicurezza di territori fragili e un nuovo modello di sviluppo che freni il consumo scellerato di suolo devono tornare centrali nelle politiche della Regione. Il Governo investa di più in prevenzione anziché tagliare ancora una volta nella legge di bilancio le risorse per il contrasto al dissesto idrogeologico.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“E’ una manovra di galleggiamento, è una manovra che non porta risposte, né alle persone, né alle famiglie, né ai grandi problemi che l'Italia ha oggi. Pensiamo alla sanità, saremmo alle comiche se non ci fossero di mezzo le vite delle persone. Il ministro Schillaci è andato a letto pensando di avere 3,4 miliardi per poi scoprire che invece quest'anno alla Sanità arriveranno solo 880 milioni. Pochissime risorse per un Paese dove la Sanità pubblica è davvero a rischio, con liste d’attesa lunghissime. Per non parlare dei Comuni. Abbiamo avuto un ministro che aveva promesso non ci sarebbero stati altri tagli, invece i Comuni, che devono garantire i servizi alle persone, si troveranno 1,6 miliardi di tagli nei prossimi tre anni”. Lo ha detto la deputata dem Silvia Roggiani, componente della commissione Bilancio, intervistata dal sito web dei Deputati Pd.
“Mancano - ha concluso Roggiani -alcuni temi fondamentali per la vita delle persone: non c'è niente sulle politiche per la casa, un problema che riguarda tantissime famiglie. Niente sul trasporto pubblico locale. Non c'è niente che davvero aiuti le persone contro il carovita, ad esempio, non c'è niente sul caro bollette”.
“La sanità è sotto finanziata. Al di là del balletto dei numeri tra la Premier Meloni e il Ministro Giorgetti, quello che è chiaro è che nella prossima legge di bilancio la spesa per il Servizio Sanitario nazionale non è sufficiente a coprire le gravi carenze. Mentre resta senza copertura il decreto liste d’attesa che è stato solo un grande bluff per le elezioni europee”.
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati intervenuta a Skytg24 Start.
“Sarà pure una manovra che rispetta i conti, ma rimane senza prospettive e senza un’idea per la crescita, sovrastima le entrate e fa cassa su fronti fondamentali. Penso ai tagli agli enti locali e ai ministeri che significano tagli ai servizi per i cittadini: meno assistenza sociale, meno trasporti pubblici, meno nidi.
E intanto la pressione fiscale aumenta come il governo stesso ha scritto nel Documento programmatico di bilancio e che passa dal 42,3% del 2024 al 42,8% del 2025 mentre si tagliano detrazione fiscali per chi non ha diritto ai bonus e sono possibili incrementi sul costo delle assicurazioni come ricaduta del contributo chiesto nella manovra” ha concluso la Presidente Braga.
“Sulle aree protette terrestri e marine questo governo ha innestato la retromarcia. Non solo per quanto concerne le risorse, dove oggi abbiamo registrato una riduzione di 200mila euro, ma è ormai evidente che non si vuole scommettere più su una chiara valorizzazione dello sviluppo e del rispetto dell’ambiente. Si allontana così l’obiettivo fissato dalla Cop di Montreal, sottoscritto anche dall’Italia, di arrivare al 30% del territorio protetto tra terra e acqua entro il 2030. A questo si aggiunge che molti parchi sono senza governance con oggettive difficoltà di gestione e organizzazione. Presenteremo nostri emendamenti in Legge di Bilancio per invertire rotta e dare piena cittadinanza a questo straordinario comparto, con più risorse e più investimenti, inserendovi anche i geoparchi minerari. Non permetteremo che vengano strangolate le nostre aree protette”.
Lo dichiarano le deputate e i deputati del Pd, Sara Ferrari, Valentina Ghio, Eleonora Evi, Augusto Curti e Marco Simiani.
“La situazione della sanità ligure è drammatica; è tra le regioni peggiori del centro-nord Italia per l'applicazione dei Lea, passando dall'ottavo posto del 2019 al 13esimo del 2022. E' tra le regioni che registra il maggior numero di partenze tra i malati con il 13,7 per cento dei cittadini che si rivolgono fuori regione per le prestazioni sanitarie. E' la regione che ha un dato di costo per quanto riguarda la mobilità sanitaria che è passato da 51 milioni del 2020 a 115 del 2023. Due liguri su tre scelgono di operarsi fuori regione soprattutto a causa di lunghe lista d'attesa che a volte arrivano a superare i 12 mesi ed è la regione con una spesa pro capite a carico delle famiglie più alta a livello nazionale, con un costo del 10% superiore alla media nazionale. Numeri sconcertanti aggravati dai mancati investimenti del governo. La drammatica verità è che la sanità in Liguria è peggiorata in modo impressionante a causa delle privatizzazioni selvagge, dei mancati investimenti sulla sanità pubblica, nessun ospedale realizzato nonostante le promesse e interi reparti gestiti con personale a gettone. Abbiamo chiesto al governo cosa intenda fare per garantire il diritto alla salute e alla prestazioni sanitarie come garantito dalla Costituzione ai cittadini liguri. La risposta, purtroppo, non ci rassicura e le scelte per la legge di bilancio certificate oggi da Giorgetti con briciole destinate alla sanità pubblica non fanno che confermare questa tendenza. Intanto la sanità ligure è al collasso e il governo se ne lava le mani con la regione abbandonata a se stessa” così la Deputata democratica Ilenia Malavasi nel corso del question time di oggi con il ministro Schillaci alla Camera.
“Le risposte del ministro Schillaci confermano il fatto che il governo ha abbandonato la Liguria e non vuole affrontare una gravissima situazione sanitaria. Il ministro cita un decreto 'liste d'attesa' che non è mai stato finanziato e si dimentica di quei 150mila liguri che, in una regione piccola, rinunciano alle cure per l'inadeguatezza del sistema. Anche i numeri della manovra di Bilancio confermano le mistificazioni portate avanti in queste settimane dal governo: gli annunciati 3,5 miliardi per la Salute sono stati ridotti a soli 880 milioni per il prossimo anno”. Lo dice la deputata ligure Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera nella replica al question time al ministro Schillaci.
“Tutto questo – continua la parlamentare - si traduce in briciole per la Liguria, proprio dove la spesa sanitaria è ben oltre la media delle altre regioni. Otto mesi di attesa per una colonscopia o dieci per un ecodoppler sono solo uno spaccato che evidenziano il tracollo della sanità pubblica in Liguria”. “Le risposte dell'attuale governo ligure sono state miopi e sbagliate a partire dalla privatizzazione selvaggia. Le risposte del governo Meloni sono addirittura peggiori: preferite buttare 880 milioni per deportare migranti in Albania anziché sostenere la salute dei cittadini e abbandonate al proprio destino le persone più deboli perché prive di un adeguato portafoglio. Questo centrodestra ha deciso di abbandonare al proprio destino la parte più fragile della popolazione. E in Liguria, se uniamo i dati sulla sanità a quelli di Unioncamere, che ci vedono ultimo posto in Italia nella crescita delle aziende e primi per fuga di giovani, appare chiaro che i risultati di questi nove anni di governo di centrodestra non solo sono stati fallimentari, ma tragici. Questo impone una svolta decisa e determinante" , conclude Ghio.
Nella manovra di bilancio il governo prevede entrate improbabili dal concordato preventivo, che dovrebbero servire a una riduzione degli scaglioni dell’Irpef: un grande bluff viste le scarse adesioni allo stesso, malgrado condoni e sanatorie da parte di contribuenti evasori, che hanno tolto inutilmente risorse di bilancio a cose più importanti, come la sanità. Nonostante le mirabolanti promesse farcite di propaganda in campagna elettorale, Meloni e Giorgetti regalano al Paese e ai contribuenti onesti una manovra fatta di poche risorse e tagli ai servizi essenziali”. Così il deputato dem Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, commentando la nota ufficiale di Palazzo Chigi sulla manovra.
“Nella Manovra approvata dal governo le tematiche ecologiche tornano indietro di decenni. No a nuove risorse per salvaguardare l’ambiente e contrastare il dissesto idrogeologico, nessuna misura per limitare i mutamenti climatici nonostante i numerosi eventi estremi che hanno ripetutamente devastato il Paese nei mesi scorsi. Ancora peggio per le infrastrutture, completamente dimenticate, e l’efficientamento energetico: gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie tornano ai minimi storici, proprio mentre l’Europa vara il Green New deal per gli edifici e le famiglie avrebbero bisogno di risorse per riqualificare le abitazioni. Ancora una volta Giorgia Meloni ha fatto l’opposto rispetto a quanto promesso : aveva annunciato 'basta bonus ed interventi di lungo termine', ma ci ritroviamo una legge di Bilancio senza visione con mancette ed improvvisate misure una tantum solo di carattere elettorale”.
Così il capogruppo Pd in commissione Ambiente alla Camera, Marco Simiani.
I sacrifici li faranno gli italiani
“La manovra di quest’anno si preannuncia amara per milioni e milioni di italiani. Lontanissimo dal mantenere le promesse su pensioni e accise, il governo si dimentica della crescita e continua a tagliare i servizi pubblici e ad alzare le tasse, come testimonia l’aumento della pressione fiscale nel 2024 e nel 2025 rispetto al 2023. La fregatura dietro tante parole è nei numeri”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
“In più di un’ora di conferenza stampa - aggiunge - Giorgetti non ha mai parlato di misure che dovrebbero aiutare il nostro Paese ad uscire dalla crescita dello ‘zero-virgola’ in cui siamo piombati da quando c’è la destra al governo. Giorgetti continua a raccontare la favoletta sui sacrifici da imporre a banche e assicurazioni, ma la realtà è profondamente diversa. Non verranno chiesti né sacrifici, né contributi, ma soltanto un'anticipazione sulle tasse. Insomma, la più grande presa in giro del secolo. I sacrifici veri dovranno farli i cittadini, visto che sarà su di loro che si ripercuoteranno i tagli da miliardi di euro a Ministeri, Regioni e Comuni. Risorse in meno per servizi pubblici essenziali, dalla scuola ai trasporti, fino alla sanità, dove il duo Meloni-Giorgetti prova un altro trucco di magia. L’aumento corposo del Fondo Sanitario Nazionale - conclude - è soltanto uno specchietto per le allodole, visto che gli unici incrementi rilevanti sono previsti a partire dal 2026, mentre l’anno prossimo si stanziano cifre assolutamente ridicole rispetto alle necessità del Ssn”.
“Siamo molto preoccupati per una manovra che, al di là dei soliti annunci roboanti, prevede tagli di spesa, aumento di tasse e sacrifici per famiglie e imprese. I tagli ai ministeri indicati nel Dpb consegnato a Bruxelles dovrebbero valere nel 2025 circa 2,5 miliardi di euro. Questo significa tagli lineari di spesa a partire da cultura, istruzione e università che già nelle scorso leggi di bilancio sono state oggetto di mancati investimenti e tagli. Se sommiamo questi tagli al sacrificio richiesto agli enti locali, già tartassati pesantemente dall'ultima manovra, temiamo che non saranno più garantiti importanti servizi ai cittadini.
Ribadiamo con forza che togliere ulteriori fondi a questi comparti, già sottofinanziati, sarebbe un grave errore. A scuola, università e cultura mancano risorse e sono comparti che non possono sopportare ulteriori tagli.
L’Italia è indietro rispetto alla spesa per l’istruzione in rapporto al PIL, e occorrono investimenti per colmare questo divario, non tagli. Non è condivisibile una legge di bilancio che incide negativamente, ancora una volta, sui comparti del sapere, della conoscenza e della cultura, definiti sempre strategici nelle dichiarazioni ma marginalizzati nelle scelte di spesa”. Lo dichiara Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura di Montecitorio.
“L’Italia spenderà circa un miliardo per attuare il famoso accordo per i migranti con l’Albania; ingenti risorse pubbliche che potevano essere utilizzate per destinarle ai bisogni dei cittadini italiani a partire dalla prossima legge di bilancio. Ieri in Aula ci siamo permessi di ricordare alla premier Meloni che questo accordo, con il quale immaginava di risolvere tutto il problema dei migranti, è disumano, inefficace, e costa alle casse del Paese circa un miliardo di euro nei prossimi anni. Sono risorse buttate a mare. Un’operazione di pura propaganda ideologica che non risolve un’emergenza strutturale, ma aggrava solo il carico di difficoltà nella gestione dei flussi e vìola i diritti umani. Ma soprattutto costa risorse che potevano essere indirizzate anzitutto alla sanità, ma anche alla scuola, alle politiche sociali, al trasporto pubblico locale. Dal nostro punto di vista, un errore clamoroso. Abbiamo semplicemente chiesto conto di quello che si prefigura come un enorme danno erariale. La premier ha voluto buttare la palla in tribuna con una battuta diciamo sgrammaticata, ma non ha risposto sul tema. Non è stata sul merito”. Lo ha detto a Restart su Rai3 Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione politiche dell’Unione europea alla Camera, replicando all’attacco della premier di cui è stato oggetto ieri a Montecitorio.
"Avevano promesso, anche durante le audizioni del PSB, che non avrebbero più tagliato i fondi a chi, sul territorio, deve dare risposte ai cittadini. Ci avevano garantito che comuni ed enti locali non sarebbero stati toccati. E invece, questa mattina ci svegliamo con una manovra che, ancora una volta, colpisce duramente gli enti locali, che saranno costretti a contribuire con 1,6 miliardi di euro in due anni. È inaccettabile che siano sempre i territori a pagare il prezzo delle scelte sbagliate di questo governo. Costringere regioni, province e comuni a tagliare servizi essenziali e diritti per le comunità è gravissimo. La destra dimostra ancora una volta di voler fare 'cassa' sui cittadini, mentre sceglie di continuare con condoni e privilegi per i soliti noti”.
Lo ha dichiarato Silvia Roggiani, deputata alla Commissione Bilancio e Segretaria regionale del Partito Democratico della Lombardia.
“Mentre Giuli taglia nastri, il ministero della Cultura subisce un ennesimo feroce taglio al bilancio che avrà effetti profondi su settori già fortemente colpiti dalle scorse manovre del governo Meloni” così in una nota la capogruppo democratica nella commissione e Cultura della Camera, Irene Manzi, commenta l’approvazione della manovra di bilancio da parte del Cdm. “I margini di azione politica sono irrisori, Giuli è già stato commissariato di fatto”.
"La destra sta preparando una Legge di bilancio contro gli italiani. Abbiamo un governo spaccato e nel caos, con un Ministro dell'Economia che ha di fatto commissariato i ministri. La manovra che arriverà in CDM si tradurrà in tagli ai servizi e al welfare e il prezzo più alto lo pagheranno i cittadini più in difficoltà, mentre si preparano condoni per i soliti noti. Ci opponiamo fermamente a questa visione e lavoreremo per indicare all'Italia una strada alternativa, basata sul sostegno al lavoro, sulla giustizia sociale e. su un forte impegno verso la green economy, tema totalmente ignorato dal Governo".
Così la deputata Pd in commissione Bilancio, Silvia Roggiani.
“Giuli sarà assente giovedì in parlamento e molto probabilmente sarà assente anche questa sera in Cdm, non è proprio un buon inizio per chi dovrebbe promuovere i settori culturali e difenderli dai tagli annunciati dal ministro Giorgetti. Il governo Meloni ha determinato lo stallo del ministero della cultura a cui si appresta - temiamo- ad infliggere un ulteriore grave taglio nella prossima legge di bilancio che colpirà tutti i settori della cultura” così la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.