“Nella bozza del DL agostano, all’articolo 14, spunta una nuova norma che condanna Taranto a dover accettare le esigenze nazionali senza poter dire nulla. Si prevede la nomina dell’ennesimo commissario straordinario per bypassare gli Enti del Territorio con criteri di individuazione che sembrano paradossali. Qual è la procedura di incarico? Perché non è previsto un compenso per un ruolo così delicato e di grande responsabilità? La Regione Puglia ed il Comune di Taranto in questa scelta vengono di fatto esautorati da ogni ruolo, poiché scrivere ‘sentita’ la Regione equivale a toglierle ogni competenza e questo in deroga a tutto, anche in materia ambientale. Ci troviamo di fronte ad un unicum nel panorama legislativo nazionale. Anche nei casi di massima accelerazione dei tempi dell’attività decisoria, come ad esempio nel caso delle aree Zes, viene comunque previsto il rispetto delle norme a tutela dell’ambiente e della salute e delle competenze degli enti locali. Si tratta di una vera e propria ‘forzatura’, usando un eufemismo, per aggirare tutti i controllori nella prospettiva della nuova Autorizzazione integrata ambientale in quanto la vecchia scade a fine mese. Sembra proprio una nuova genuflessione del governo nei confronti del socio privato”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.
Con una mano fanno saltare il tetto sui compensi d'oro del management della società del ponte sullo Stretto e con l'altra dicono no al salario minimo e aboliscono il Rdc. Ecco il vero volto della destra sovranista e dei grandi interessi. Scateneranno il conflitto sociale.
Lo scrive sui social Silvio Lai, deputato PD della Commissione Bilancio
“La vicenda del Gruppo Ferretti a Taranto è l’esempio più lampante dell’inerzia del governo Meloni che non riesce a concretizzare un investimento del valore di più di 200 milioni, pianificato già due anni fa dalla regione Puglia e dagli esecutivi Conte II e Draghi. Parliamo di uno stabilimento destinato alla costruzione di scafi per yacht dall’importante ricaduta sul piano occupazionale sul Mar Grande, nel complesso dell’ex Belleli. Nulla si muove, nonostante ormai da mesi siano giunti anche gli ultimi via libera per la riconversione industriale. Questo governo, tra le miopi scelte sull’ex Ilva, le barzellette varie sui Giochi del Mediterraneo ed ora il caso Ferretti, dimostra una strategia chiara di spegnimento di ogni tentativo del territorio di uscire dalla monocultura dell’acciaio”.
Lo dichiara il deputato pugliese e capogruppo Pd in commissione Bilancio, Ubaldo Pagano.
"In una settimana si è materializzata la tempesta perfetta per regioni e comuni e il nome di questa tempesta si chiama Fitto. Il Ministro, prima con la sua informativa sul PNRR e poi con la riunione del Cipess di ieri, ha inferto un durissimo colpo alle regioni. Dopo un anno di attesa la montagna ha partorito il topolino. Il riparto dei fondi di Sviluppo e Coesione è di fatto quello del governo Draghi e pur tuttavia si sono persi numerosi mesi. Non solo. I fondi non sono nemmeno immediatamente ascrivibili a bilancio e inoltre sembrerebbe esservi espresso divieto, cosa mai accaduta in precedenza, di utilizzo per le spese immateriali e per quei progetti che di fatto sono indispensabili per la coesione e per la riduzione del divario nord/sud. Siamo preoccupati perchè sembra che il governo tra pnrr e fsc stia giocando al gioco delle tre carte, di fatto paralizzando l'attività e la programmazione delle regioni e dei comuni. Non accettiamo questo modo di fare e chiediamo che si attivi immediatamente ogni procedura per consentire il pieno utilizzo delle risorse dell'FSC". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“Ancora un bluff da parte del Governo sui fondi FSC. La riunione del Cipess non ha fatto altro che confermare, anche in parte al ribasso, la ripartizione già effettuata un anno fa. Il problema è che dopo un anno ci saremmo aspettati l'effettiva erogazione di queste risorse alle Regioni. Invece anche oggi, si rinvia a domani. La delibera Cipess è solo programmatica, per cui per iscrivere in bilancio questi importi le Regioni sono costrette ancora a sottoscrivere degli accordi bilaterali con il Ministro Fitto. I fondi quindi non sono disponibili e non possono essere utilizzati per i tanti progetti in servizi sociali, lotta alla povertà, turismo, cultura, ricerca e formazione, né possono essere impiegati da subito per il cofinanziamento dei fondi europei. Una decisione folle e incomprensibile che nasconde la volontà malcelata di utilizzare i fondi FSC per il rifinanziamento dei progetti cancellati dal PNRR, penalizzando gravemente le Regioni Mezzogiorno. Continueremo a dare battaglia perché questo non accada, e vengano messe a disposizione da subito le risorse FSC, evitando che possano coprire i disastri che questo Governo sta generando per la sua incapacità e incompetenza”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Politiche Ue Piero De Luca.
“Questa proposta di legge conferma ancora una volta che questo sembra essere il governo del ‘vorrei ma non posso’. Vorrebbe sostenere le politiche per la natalità e la genitorialità, ma poi pasticcia sugli obiettivi Pnrr relativi ai nidi e in legge di bilancio toglie risorse al Fondo per lo 0/6. E’ il governo che fa cassa con le misure legate al dimensionamento scolastico, senza intervenire sulle disposizioni relative al numero degli alunni per classe, ancor più urgenti e necessarie considerati anche gli effetti della denatalità. Ogni attività viene prevista a costo zero, mancando di visione e progettualità. E’ fondamentale e importante sviluppare le competenze trasversali e non cognitive ed estenderle su tutto il territorio nazionale, perché sviluppano il pensiero critico e le relazioni che favoriscono il contrasto delle diseguaglianze. Ma servono le risorse in grado di attuare questi nobili propositi, ma che in questo provvedimento non sono previste. E’ un’occasione mancata”.
Così la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, intervenendo in Aula per annunciare l’astensione del Gruppo sulla proposta di legge per l’introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi scolastici.
“Sappiamo bene - ha aggiunto - che quanto è accaduto in questi anni ha esasperato e fatto emergere diseguaglianze, gap, problemi, rendendo chiaro come aspetti e tratti comportamentali ed educativi stiano diventando centrali. Nella proposta di legge troviamo un elenco lungo ed ambizioso che richiederà formazione dei docenti, impegno e risorse. E qui emerge, purtroppo, con evidenza un elemento che manca nella nuova versione di questa proposta di legge. Anzi - ha concluso - che c’era nella versione depositata dal collega Lupi e che è stata poi espunta dalla maggioranza: le risorse”.
“La maggioranza non ha detto la verità oggi in aula. La sospensiva che porta il salario minimo formalmente al 29 settembre in realtà è un rinvio a gennaio. A dopo la sessione di bilancio. Perché come è noto a tutti durante quel periodo non è possibile votare leggi di spesa. La destra dunque sta imbrogliando gli italiani”.
Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Lavoro Arturo Scotto
“C’è un problema di tempi, lo abbiamo ricordato alla ministra Calderone nel question time di oggi, per dare risposte alle tante famiglie espulse dal Reddito di cittadinanza. Abbiamo appreso dalla ministra che la risposta per quelli che loro hanno definito occupabili, ma che alla prova dei fatti non lo sono perché in grave disagio sociale, dovrebbe arrivare entro il 31 ottobre. Tre mesi nel nulla. Gli altri occupabili devono aspettare che a settembre parta la complessa procedura per partecipare alla lotteria del Supporto per la formazione e il lavoro, un aiuto temporaneo riservato ai fortunati che riusciranno ad essere ammessi a un corso di formazione. Abbiamo avvisato la ministra che altre 100mila famiglie di poveri non occupabili, secondo la definizione del governo, saranno fuori da ogni aiuto, da gennaio, perché il governo ha abbassato le soglie reddituali per essere ammessi al nuovo Assegno di inclusione. Si tratta per lo più di famiglie in affitto, che non potranno essere aiutate dai Comuni perché il Fondo per l’affitto è stato cancellato dalla legge di bilancio. La disperazione che è esplosa in questi giorni non è colpa dell’improvvido sms dell’Inps, ma del fatto che da parte del governo… risposta non c’è”.
Lo dichiara la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd.
“La Camera dei Deputati da molti anni esternalizza alcuni servizi accessori di carattere non amministrativo e di varia natura. Attività che vedono impiegate centinaia di lavoratori. Abbiamo votato contro l’odg che prevede l'eventuale costituzione di una società in house, al fine di migliorare l'efficienza della gestione dei servizi stessi perché non garantisce l’innalzamento delle garanzie retributive dei dipendenti addetti. La società in house infatti, a differenza di quanto è previsto negli attuali contratti (clausola sociale), non garantisce la riassunzione
Abbiamo votato contro perché non è chiara la sostenibilità finanziaria, l'efficienza, l'economicità e l'efficacia di questa nuovo contenitore oltre al fatto che nessuno ha dimostrato il fallimento del mercato. Riteniamo anche noi auspicabile affrontare con maggiore attenzione le ricadute che tali appalti hanno avuto negli anni, rivalutare i termini e le modalità, prevedere tutele aggiuntive, rafforzare tutela dignità lavoratori
Non aspettare i tempi della costituzione della società in house ma reimpostare da subito le nuove gare in scadenza prevedendo nuove opportunità individuando soluzioni per un aumento delle ore di lavoro e del conseguente aumento salariale. L’approfondimento che è stato previsto nell’odg sia quindi orientato a valutare quello che si potrà fare subito”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, deputato Pd e Segretario di Presidenza della Camera
“Questo Governo non ha mai creduto al PNRR, come ha dichiarato candidamente in aula oggi la Lega. Lo sente come una patata bollente da gestire e di cui non si può liberare. E lo sta gestendo malissimo”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, intervenendo stamane nell’aula di Montecitorio.
“La macchina del PNRR - continua Morassut - si sta impallando. Adesso tolgono soldi alla sicurezza idraulica e geologica delle aree fragili, proprio alla vigilia dei violenti temporali di fine estate. Tolgono risorse ai servizi sociali come sanità e asili nido. Aprono le porte agli evasori per racimolare un’elemosina per fare una legge di bilancio strozzata e a rischio. E danno soldi alle grandi compagnie energetiche per insistere su politiche basate sul gas. Tolgono di mezzo i soldi per la decarbonizzazione di Taranto attraverso l’idrogeno. Pasticci ma anche scelte di destra. Scelte negazioniste. Il Governo avrà difficoltà a fare la legge di bilancio e le contraddizioni interne di accentueranno. Noi siamo qui per fermarli. A ottobre ci vuole una grande manifestazione popolare dei Democratici. Il tempo è maturo per far scendere in piazza migliaia e migliaia di studenti, lavoratori, precari, insegnanti, imprenditori in difficoltà. Tutti insieme per l’alternativa”.
“I tagli all’Amministrazione penitenziaria ed al Dipartimento della Giustizia minorile non verranno cancellati. Il governo ha infatti bocciato nell’Aula di Montecitorio il nostro atto che proponeva di reintegrare le risorse tagliate con il bilancio 2023 per assumere agenti, ristrutturare le carceri e promuovere la funzione rieducativa della pena”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Giustizia Federico Gianassi, sulla discussione del suo ordine del giorno al Decreto Pa2 in corso oggi, lunedì 31 luglio, alla Camera dei Deputati.
“La destra ignora la gravissima situazione sulle carceri: strutture fatiscenti, fredde di inverno, roventi di estate, tanti detenuti in condizioni di disagio psichico, tanti i suicidi; in queste condizioni precarie operano gli agenti e tutta l’amministrazione penitenziaria in carenza di organico. Il governo dimentica che un sistema inclusivo rieducativo non solo è sancito dalla Costituzione ma rappresenta uno strumento per promuovere la sicurezza sociale in quando tende alla riduzione della recidiva, la cui crescita è purtroppo esponenziale nel nostro paese”: conclude Federico Gianassi.
“Oggi Eurostat e ISTAT certificano che mentre cala dello 0,3% la crescita italiana, l’eurozona si rilancia con una crescita uguale in senso opposto. Francia, Spagna e Germania si rilanciano mentre noi rallentiamo”. Così ha commentato i dati della crescitail deputato democratico Claudio Mancini, segretario della commissione Bilancio alla Camera.
“Questo discesa è frutto di scelte miopi in un contesto che richiede coraggio. Come affermato da varie parti e da ultimo dal Financial Time, con i tassi di interesse in risalita e l’incertezza attuale le scelte miopi del governo di ridurre la spesa pubblica - tagliando su Superbonus, incentivi e supporto alla domanda - ci stanno portando verso una sempre più probabile recessione.” Conclude Mancini.
“Non appena l’impronta del governo Meloni ha avuto il tempo di fare effetto, siamo tornati in ‘zona retrocessione’. Se dopo un biennio di crescita solida e sostenuta sprofondiamo agli ultimi posti della classifica Ue, facendo peggio di Germania, Francia e Spagna, lo dobbiamo senza dubbio alle scelte fatte in questi mesi. Nessuno provi a giustificarsi o sviare. Non si tratta di congiunture negative o sfortuna, questi sono i risultati della palese incapacità di questo governo di gestire i processi economici e favorire gli investimenti. Lo stop al Superbonus, il rallentamento del Pnrr a causa dell’inutile cambio di governance, così come la scelta di non prorogare il taglio delle accise sui carburanti, sono tutti segnali sbagliati, che hanno generato prudenza negli operatori economici e dissuaso le famiglie ad avviare qualsiasi iniziativa. Verrebbe da dire ‘chi è causa del suo mal, pianga se stesso’, se non fosse che a rimetterci sono gli italiani”.
Così Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio alla Camera.
"Sistema telematico dell'Agenzia delle Entrate in tilt e la privacy di centinaia e centinaia di cittadini contribuenti è stata così violata poiché i dati personali e reddituali di quelle inconsapevoli persone sono state a "disposizione" di chiunque fosse entrato in quei momenti nei propri cassetti fiscali sia personalmente od anche attraverso specifica delega ai commercialisti. Un fatto grave, successo in questi giorni, che non può essere banalmente liquidato come un semplice malfunzionamento come già avvenuto in altre circostanze. In questo caso si tratta di un fatto che richiama la legge sulla Privacy 675/96 che sancisce regole molto severe in tema di protezione dei dati personali, come denuncia anche l'Associazione Nazionale dei Commercialisti.
Aprire il proprio cassetto fiscale e ritrovarsi decine di Certificazioni Uniche dei contribuenti richiede un ulteriore approfondimento che farò nelle prossime ore, con una interrogazione ed una lettera formale, al Ministro dell'Economia e delle Finanze e al Garante per la Privacy". Lo dichiara Silvio Lai, deputato Pd della Commissione Bilancio della Camera
“Siamo ad un bilancio di 39 deceduti in carcere nel 2023, 84 nel 2022 e nel carcere a pochi km da Cagliari a Uta arriva la quarantesima vittima. Proprio nel decreto Pa2, ieri notte, il Pd aveva presentato un emendamento per rafforzare i servizi di diagnosi e cura psichiatrica, puntualmente bocciato dal governo, che preferisce dedicare risorse a coprire l’evasione fiscale. Non si può lasciare solo il sistema carcerario di fronte al dramma della forte diffusione di problemi di salute mentale. Proprio 15 giorni fa è stato il garante dei detenuti del carcere di Bancali a Sassari a denunciare la concentrazione di patologie legate alla salute mentale, senza l'adeguato supporto alle esigenze quantitativamente più elevate rispetto alla popolazione esterna. Il sistema sanitario carcerario, che fa i conti con risorse limitate e personale insufficiente, non riesce a garantire quanto serve e gli esiti di queste carenze purtroppo hanno anche esiti letali. Il governo e il
ministro della Giustizia, Nordio, in particolare, non possono continuare a girare lo sguardo dall’altra parte e considerare le carceri un luogo di punizione di cui non occuparsi”.
Lo dichiara il deputato democratico della commissione Bilancio, Silvio Lai.