“Ci dobbiamo opporre, nelle piazze e nelle aule parlamentari, a un governo ipocrita che si accanisce sui poveri italiani. Saremo l’unico Paese d’Europa senza uno strumento universale di lotta al reddito. Mentre Giorgia Meloni fa comizi in Parlamento, manda 400 mila famigle sulla strada, perché rimarranno fuori da ogni aiuto, come ha certificato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio. E per gli altri sarà comunque a tempo, come a dire “sei povero ed è colpa tua, non meriti nessuno strumento di protezione da parte dello Stato se non ce la fai”. Il disegno è chiaro: precarizzare maggiormente il lavoro e consegnare al mercato persone senza difese e senza possibilità di opporsi allo sfruttamento incontrollato. Per questo hanno abolito il fondo affitti e contro la morosità incolpevole. È una logica incivile e violenta, che svela l’odio per i poveri di questa destra e di questo governo. E’ urgente un fronte comune tra sociale e politica per impedire che il dl lavoro sia solo l’inizio di questo disegno disastroso di precarizzazione del mondo del lavoro e di azzeramento dei diritti delle persone”. Così il deputato Marco Furfaro, della segreteria nazionale del PD e capogruppo in commissione Affari sociali, intervenendo al presidio organizzato a Roma a piazza del Pantheon dalla rete di associazioni e movimenti 'Ci vuole un reddito’.
"Hanno ragione i giovani industriali di Confindustria, l'evasione fiscale è indegna di un Paese civile anche perché non si tratta di un fenomeno oscuro ma se ne conoscono ormai i dettagli. Rimane una questione dirimente però: il governo che se ne dovrebbe occupare guarda altrove o addirittura prende decisioni, come l'utilizzo del contante o la scardinamento delle regole sugli appalti, che vanno in direzione ostinata e contraria. La presidente Meloni venga in Parlamento con un pacchetto di proposte che riformino il fisco nel segno della giustizia sociale e ambientale, rendano strutturale il taglio al cuneo fiscale, impongano controlli certi e rigorosi, rafforzino in chiave di progressività il gettito fiscale prevedendo misure che agevolino l'occupazione giovanile e femminile". Lo dichiara il deputato dem Silvio Lai, componente della commissione Bilancio.
"Serve - conclude Lai - un nuovo patto di cittadinanza fiscale per fare della lotta all'evasione fiscale una priorità con un approccio basato su cooperazione e reciprocità. Serve determinazione e coraggio per garantire tutti i cittadini e tutte le imprese, non solo possidenti, ricchi e grandi interessi che fino ad ora sono stati ben coperti dalle norme introdotte dal governo Meloni".
Dichiarazione di Nicola Care’ deputato Pd eletti all’estero
“La casa delle imprese Italiane sono le Camere di Commercio e io mi batterò affinché abbiano un ruolo riconosciuto. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge volto alla valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy ma pur avendo come obiettivo, tra le altre cose, anche quello di sostenere lo sviluppo delle produzioni nazionali d’eccellenza e promuoverle, non concede un ruolo ai veri ambasciatori del Made in Italy nel mondo che sono le Camere di commercio”. Così il deputato Pd eletto all’estero Nicola Care’, che ha preso parte agli stati generali del Made in Italy a Colli del Tronto nell'ambito della 32ª Convention Mondiale delle Camere di commercio italiane all'estero.
“ Abbiamo un Made in Italy invidiabile - ha proseguito Caré- , in quanto aggiungiamo a un prodotto di qualità, un livello industriale unico. Ma abbiamo tre lacune da colmare: il divario digitale; la precarietà occupazionale; la carenza di risorse. È qui che subentra il ruolo fondamentale delle Camere, un riferimento essenziale nelle aree in cui operate. Potenziare il network del sistema camerale è imperativo - ha concluso il parlamentare Dem - perché rafforza sempre più le imprese e produce ricchezza e ne giova il paese. Nel 2019, come primo firmatario, ho fatto approvare un ordine del giorno per assicurare loro le opportune risorse e nell'ultima legge di bilancio i fondi destinati alle Ccie sono passati, grazie ad un emendamento a mia prima firma, dai 5,8 milioni di euro dello scorso anno, agli attuali 6,8 milioni di euro. Con un ulteriore aumento di 1,5 milioni previsto sia per il 2024, che per il 2025. Le camere promuovono e valorizzano il patrimonio italiano di prodotti e servizi di alta qualità sul mercato internazionale, consolidando la reputazione dell'Italia come paese di eccellenza e stile di vita riconosciuto a livello globale. ”
Persino l’Ufficio per il Bilancio spiega che l’autonomia di Calderoli avrà effetti distorsivi sul lavoro. Le imprese investiranno di meno nel sud e a pagarne le spese saranno le fasce più deboli del paese. A meno che non si consideri l’Upb una costola dell’opposizione sarebbe necessario che il Governo e la maggioranza si fermino e blocchino il Dl Calderoli. Solo gli irresponsabili davanti a dati innegabili continuano minare la tenuta sociale e istituzionale del paese.
Lo dichiara il deputato democratico Arturo Scotto, capogruppo in commissione lavoro.
“Da mesi registriamo gravi ritardi nei servizi di erogazione dei passaporti da parte delle questure e degli uffici di Polizia territorialmente competenti. Quali che siano le ragioni di questo disservizio, a cui sicuramente ha contribuito il Covid e la Brexit, il Governo non è ancora riuscito ad offrire soluzioni tali da evitare file chilometriche e attese infinite. Sono stati tantissimi i cittadini che in questi mesi annullano o rimandano i viaggi perché nelle proprie città è diventato praticamente impossibile ottenere il passaporto in tempo utile.
Mentre il Ministro Piantedosi, ancora oggi in risposta al question time alla Camera, ha continuato a temporeggiare, noi proponiamo una serie di soluzioni capaci di superare questo diffusissimo problema. La proposta di legge presentata dal PD punta non solo ad accelerare, nell’immediato, le procedure di rilascio del passaporto. Ma a risolvere la questione una volta per tutte, offrendo rimedi definitivi a mancanze strutturali. In primo luogo, semplificando e velocizzando le richieste dando piena applicazione al principio del “Once Only”, in modo tale che i cittadini non siano costretti a dare alla P.A. informazioni e dati già in possesso dello Stato. In secondo luogo, modernizzando e adeguando le attuali procedure: dando la possibilità di utilizzare la piattaforma ‘PagoPa’ per il pagamento delle imposte dovute e superando finalmente modalità di pagamento dello scorso secolo; e poi, stanziando le risorse necessarie per migliorare l’applicazione “Agenda Online” che oggi, invece di essere d’ausilio, causa ulteriori rallentamenti. Infine si prevedono due misure per far sì che non ci siano più ritardi nell’ottenimento del passaporto. Da un lato, autorizzando l’assunzione di 2.000 agenti di polizia strettamente destinati al disbrigo di queste pratiche. Dall’altro dando il via a una partnership con Poste Italiane affinché la richiesta per la della Carta d’Identità Elettronica comporti l’automatica richiesta per il rilascio del passaporto ordinario, consegnato a domicilio da Poste.
La legge prevede che ogni cittadino sia libero di uscire dal territorio della Repubblica e oggi questo diritto è fortemente limitato dalla burocrazia e dagli alti costi. Per questo, oltre a queste misure, chiediamo che il contributo amministrativo di 73,50 euro sia eliminato e che per l’emissione del passaporto sia corrisposta soltanto l’imposta da 42,50 euro.
Insomma, proposte concrete per superare un problema che sta generando danni per milioni di euro, oltre a tante opportunità perdute. Il PD batte un colpo, sperando che questo Governo risponda!”
Così Ubaldo Pagano, capogruppo PD in commissione Bilancio a Montecitorio e Debora Seracchiani, responsabile Giustizia Pd.
"L'approfondimento tecnico fornito dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio sull'autonomia differenziata rappresenta l'ennesima bocciatura senza appello del ddl Calderoli. Si evidenzia infatti il rischio di come la frammentazione e la proliferazione di normative differenziate possano incidere su imprese e lavoratori creando squilibri e aggravando i divari. È evidente che il Mezzogiorno, con quel tipo di riforma , rischia di risultare poco attrattivo per investimenti di qualità, vedendo di conseguenza accentuato il pericolo, già ormai molto alto, di una desertificazione del suo tessuto industriale e produttivo a discapito dei livelli occupazionali. Chiedo ai colleghi parlamentari del Mezzogiorno eletti nelle fila del centrodestra se alla luce di questi elementi terzi ritengano ancora di sostenere questa assurda riforma. Il Pd si opporrà a questo disegno antistorico, sia in Parlamento che nel paese, a partire dalla mobilitazione nazionale che terremo a Napoli il 14 e 15 luglio per difendere il sud, la coesione e l'unità nazionale". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“L’ennesima brutta figura di un Governo impreparato e diviso su tutto, persino sul Mes dove sembravano testardamente concordi nel forzare la mano con l’Ue. Oggi è il ministero dell’Economia, il ministro Giorgetti, a far sapere che il Meccanismo Europeo di Stabilità porterebbe solo vantaggi al nostro Paese. Una verità che sconfessa anni di idiozie e propaganda sovranista. Ora aspettiamo di vedere cosa succederà, sperando che si convincano ad approvare uno strumento utile anche all’Italia, archiviando definitivamente la montagna di bugie che urlavano dai banchi dell’opposizione".
Così Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, in merito al parere del Mef alla Commissione Esteri nell’ambito dell’esame della proposta di legge a firma PD e IV sulla ratifica del Mes.
"La fotografia che ci ha consegnato oggi l’UPB, nel Rapporto sulla politica di bilancio presentato al Senato, è drammatica. I dati ci dicono che circa il 42 per cento dei percettori del reddito di cittadinanza non accederanno all’assegno di inclusione previsto dal governo Meloni. I nuclei percettori passeranno da 1,2 milioni a 740mila: parliamo di circa 400mila famiglie escluse perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. E’ un'ingiustizia insopportabile, a maggior ragione se guardiamo alla realtà del Paese e all’emergenza sociale che le famiglie devono affrontare tra disoccupazione, precarietà, costo della vita, affitti, mutui. Famiglie lasciate sole dal governo di Giorgia Meloni che da quando è in carica ha messo in campo una guerra intollerabile ai poveri e agli ultimi di questo paese. Una vergogna senza fine alla quale bisogna opporsi con fermezza e determinazione". Lo dichiara Marco Furfaro, capogruppo della Commissione Affari Sociali alla Camera e membro della segreteria nazionale.
“Finalmente è stato approvato l’emendamento che permette di stabilizzare centinaia di lavoratori e lavoratrici precari impegnati presso gli IRCCS e IZS. Un risultato importante e frutto di un lavoro parlamentare corale, portato avanti con determinazione dal Gruppo del Pd e soprattutto dalla lotta dei precari coinvolti. Viene finalmente affrontato il tema di una particolare categoria di lavoratori della sanità pubblica da decenni condannati a una condizione di precarietà. Una categoria che comprende biologi, chimici, fisici, farmacisti, statistici, ingegneri, data manager, grant officer, infermieri, tecnici e tanti altri lavoratori che non hanno avuto diritto a contributi pensionistici, ferie, congedi parentali, maternita', TFR. Era stato approvato in aula un nostro ordine del giorno che impegnava il governo al raggiungimento di questo obiettivo ed ora abbiamo ottenuto la concretizzazione di questa misura. Un risultato importante per tante persone che meritano di essere stabilizzate”. Lo dichiarano Ubaldo Pagano e Marco Furfaro, firmatari dell’emendamento approvato e rispettivamente capogruppo Pd in commissione Bilancio e Affari sociali.
“Bocciati tutti gli emendamenti su Bonus 110 alle case popolari”
“La destra ha bocciato tutti gli emendamenti sottoscritti da me e da altri colleghi del Pd per dare più tempo ai gestori di case popolari e di edilizia residenziale pubblica per l’utilizzo del bonus 110. Una scelta incomprensibile che colpisce tanti condomini dove vivono le fasce sociali più in difficoltà. Con i colleghi Pagano, Peluffo e Merola, abbiamo presentato diverse proposte per prorogare il termine per l’avanzamento del 60 per cento dei lavori e quello per la proroga del 110 per cento in misura totale agli istituti delle case popolari. Erano proposte dettate dal buon senso, anche a fronte della necessità di lasciare alle case popolari questa possibilità, dopo che alcune gare sono andate deserte per l’affollarsi di interventi. La maggioranza dovrebbe spiegare agli italiani perché continua a penalizzare le fasce più deboli della popolazione. La destra che governa la Regione non ha nulla da dire sul fatto il suo Governo sta lasciando, con loro, migliaia di cittadini delle case Aler nel degrado ? "
Lo dichiara la deputata Pd Silvia Roggiani della Commissione bilancio, firmataria degli emendamenti al DL 51/2023 in materia di enti pubblici, sottoscritti anche dai deputati Peluffo e Giorgianni, per consentire alle case popolari la possibilità di prorogare i termini rispetto all’utilizzo del bonus 110.
Le commissioni Bilancio e Affari istituzionali della Camera hanno bocciato l'emendamento del Partito Democratico al decreto "Omnibus" che chiedeva una proroga per i lavori ammessi alla fruizione del 110% degli Iacp che operano nelle province dell'Emilia-Romagna, per le quali è stato dichiarato lo stato di emergenza a seguito dei drammatici eventi atmosferici del maggio scorso. Un'ulteriore prova dell'indifferenza della maggioranza e del governo nei confronti delle popolazioni delle zone così gravemente colpite.
Lo dichiara la deputata Maria Cecilia Guerra, cofirmataria dell'emendamento.
A Valparaiso (Cile) duecento parlamentari di tutto il mondo hanno approvato il “Patto globale contro la fame e la malnutrizione”. A conclusione del secondo Summit mondiale organizzato in collaborazione con la FAO, deputati e senatori provenienti da tutti i continenti hanno sottoscritto e approvato un “Patto” con il quale si impegnano “a lavorare per una transizione verso sistemi agroalimentari sostenibili, inclusivi, equi, resilienti e mirati alla realizzazione del diritto ad una alimentazione adeguata per tutti”.
Il patto impegnerà i Parlamenti a promuovere nuove leggi e ad aggiornare le esistenti, favorendo una adeguata allocazione di poste di bilancio a favore della lotta alla fame e alla malnutrizione e di politiche orientate alla sicurezza e alla educazione alimentare.
L’accordo di Valparaiso mira a promuovere e rafforzare la collaborazione tra Parlamenti e ‘stakeholders’ (mondo accademico, società civile, comunità scientifica, settore privato) per incoraggiare lo scambio delle migliori esperienze e unire le forze.
Per raggiungere tali finalità i parlamentari chiedono inoltre alla FAO “di prestare assistenza nello sviluppo di strumenti tecnici per sostenere l’implementazione del Patto.”
Un prossimo Summit per verificare i risultati raggiunti e programmare nuove iniziative sarà convocato entro il 2026; il pre-vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari si terrà invece a Roma il prossimo 26-28 luglio e anche in quella sede saranno presentati i contenuti e le richieste del “Patto di Valparaiso”.
Secondo il deputato del Partito democratico, Fabio Porta, delegato della Camera dei Deputati al Summit, “la lotta alla fame e alla malnutrizione è ormai diventata una emergenza assoluta, aggravata dal cambiamento climatico e dal moltiplicarsi dei conflitti in varie parti del mondo. Sicurezza alimentare e crescita sostenibile dovranno essere centrali nell’agenda politica di tutti i governi e da ciò deriva la responsabilità centrale dei Parlamenti come rappresentanti di popoli e nazioni”.
Oggi abbiamo ascoltato i sindaci e sindache delle città colpite in occasione delle audizioni in Commissione. Le richieste sono chiare ed operative e riguardano il miglioramento di questo primo decreto che trionfalmente la Presidente Meloni ha annunciato settimane fa. Le risorse realmente spendibili sull’emergenza sono di molto inferiori ai bisogni e ancora non è stata delineata nessuna prospettiva né economica, né organizzativa per i prossimi mesi e per la fase di ricostruzione.
Sul decreto nello specifico abbiamo sostenuto la richiesta dei Comuni, con particolare attenzione a quelli più piccoli, di avere maggiore flessibilità in termini di personale, scadenze sul Pnrr e anticipo del Fondo di solidarietà comunale, viste le grandi necessità di cassa sopraggiunte con l’alluvione che si sommano ai problemi di bilancio che si stavano già vivendo a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime e dei rincari energetici. Oltre a migliorare questo decreto, però, è urgente avviare la fase della ricostruzione e del ripristino di strade, collegamenti ferroviari, opere idrauliche e di quanto necessario per la messa in sicurezza dei nostri territori. I rappresentanti dei territori hanno invece trovato un clima poco collaborativo, che ha messo in discussione perfino le opere di “somma urgenza” avviate a loro dire, senza aver concordato con l’esecutivo. I Sindaci hanno il dovere di mettere in sicurezza i propri territori e in emergenza sono costretti a farlo subito, senza ritardi che potrebbero compromettere la sicurezza dei propri cittadini.
Il Governo deve dare risposte celeri, che non stanno arrivando. Al contrario i segnali sono pochi e confusi, non solo sulla nomina del Commissario che tarda a venire e quindi anche la strategia di ricostruzione, che deve partire e dotare chi dovrà prendere le decisioni sul futuro del nostro territorio regionale di poteri speciali che tengano insieme i primi ripristini e riparazioni con uno studio serio e approfondito per la messa in sicurezza del territorio. Preoccupa ancora di più lo smarrimento dell’esecutivo nel reperire le risorse necessarie. Il Governo deve operare in sinergia con le Istituzioni e territori che non possono farcela da soli e vogliono essere ascoltati, rispettati e non certo “redarguiti” o invitati, come ha fatto il viceministro Bignami, in modo scomposto e fuori dai limiti del suo ruolo istituzionale, ad andare alla Festa dell’Unità di Crespellano.
Così la deputata del Pd, Ouidad Bakkali.
La bocciatura dei nostri emendamenti per finanziare l’ abbattimento delle liste d’attesa e per quello che prevedeva semplicemente la riassegnazione delle risorse stanziate dal governo Draghi e non utilizzate dimostra una volta di più la volontà del governo di colpire la sanità pubblica e di conseguenza i cittadini più deboli. La destra non perde occasione per chiarire la sua avversione per le politiche di giustizia sociale”. Lo dichiara il deputato democratico Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio.