“La destra al governo ha prima creato una situazione di allarme bloccando i superbonus, poi ha parlato di buco di bilancio che non c’era, adesso con Giorgetti motiva con il debito pubblico il proprio operato. In realtà il governo ha imposto un blocco per guadagnare risorse da spendere per le proprie scelte. Invece che discutere di un nuovo sistema di incentivi per l’edilizia, come propone l’Europa. Adesso si tratta di rimediare alle difficoltà create a imprese, lavoratori e famiglie. Abbiamo approvato pochi emendamenti finora e all’unanimità, perché è troppo evidente il guasto compiuto con il decreto. Ma siamo in attesa di sapere su tante parti del decreto cosa propone la maggioranza, a cominciare dai crediti incagliati. Senza testi chiari, con soluzioni che come Pd abbiamo proposto in accordo con tutte le parti sociali coinvolte, a nulla varranno le parole accomodanti odierne di Giorgetti”.
Lo dichiarano i deputati democratici Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio, Virginio Merola, capogruppo in commissione Finanze, e Marco Simiani, capogruppo in commissione Ambiente.
Il progetto è stato depositato dal deputato del Partito democratico: “Rendere maggiormente stringenti le norme vigenti e disincentivare le delocalizzazioni improvvise e non concertate”
Roma, 23 marzo 2023 – “Un progetto di legge contro le delocalizzazioni delle aziende”. Lo ha depositato il deputato del Partito democratico Emiliano Fossi alla luce delle varie crisi aziendali che hanno interessato, ad esempio, la piana tra Firenze e Prato, basti ricordare i casi dell'ex Gkn e della Gegè Italpizza di Prato.
“Con questo progetto di legge si vogliono rendere maggiormente stringenti le norme vigenti (Legge di Bilancio 2021 e Decreto Aiuti Ter 2022) e, compatibilmente con le norme e gli indirizzi comunitari, disincentivare le delocalizzazioni improvvise e non concertate - sottolinea Fossi -. Si vogliono aumentare gli attuali finanziamenti disponibili a favore delle imprese in forma di società cooperativa, costituite da lavoratori provenienti da aziende in liquidazione, specificando che tali risorse vadano anche ai progetti presentati da cooperative di dipendenti di società che delocalizzano. Così facendo si potrà facilitare, anche con il sostegno pubblico, la riconversione di stabilimenti produttivi altrimenti destinati alla chiusura. Va ricordato come ci siano già state, in Italia, esperienze significative di questo tipo di progetti collettivi”.
“Un’altra finalità della proposta di legge - spiega Fossi - è quella di elaborare una relazione ufficiale annuale sia sulle reali conseguenze, sul territorio nazionale, delle delocalizzazioni in termini occupazionali ed economici, sia sull’efficacia delle norme vigenti per disincentivare la delocalizzazione delle imprese, salvaguardare i livelli occupazionali e la continuità degli stabilimenti la cui attività produttiva viene trasferita all’estero”.
"Nominare un commissario ad acta che gestisca il pagamento degli espropri effettuati per costruire l'asse attrezzato e che scongiuri qualsiasi ipotesi di imposizione di pedaggi quando l'infrastruttura passerà sotto la gestione dell'Anas". Lo ha chiesto il deputato abruzzese del Pd Luciano D'Alfonso, intervenendo sull'annosa vicenda degli indennizzi destinati ai 40 proprietari dei terreni occupati per realizzare il collegamento stradale per Pescara, scongiurando anche l'ipotesi del pagamento del pedaggio annunciata per il passaggio sul 'raccordo' stradale. I proprietari "attendono di essere risarciti sin dagli anni Settanta", ha spiegato il parlamentare sottolineando che nella Legge di bilancio 2023, il governo ha stanziato 7 milioni per l'annualità corrente e 7 per la prossima e che la somma stanziata "si è già rivelata insufficiente: il totale da corrispondere ammonta a 14 milioni 588 mila euro più interessi maturati e futuri, inoltre si è da poco aggiunto un credito di 1 milione 640 mila euro vantato dall'istituto Don Orione, mentre altri contenziosi potrebbero far lievitare ulteriormente il debito". La funzione del commissario, secondo D'Alfonso, sarebbe quella di "rifare caso per caso tutti i conteggi e chiudere definitivamente la questione degli indennizzi, ammesso che il governo riesca a reperire tutte le risorse necessarie - ha continuato - È fondamentale scongiurare il pericolo che, quando il contenzioso sarà risolto e la proprietà dell'infrastruttura passerà interamente ad Anas, possano essere imposti pedaggi per transitarvi. Su questo punto vedo pericolose sottovalutazioni da parte di qualche testa distratta del centrodestra abruzzese che, qualora non convergesse sull'idea del commissario ad acta, mi costringerebbe a considerare soltanto 2 alternative: far dire messa affinché gli espropri vengano pagati, oppure aspettare chissà quanto per vedere infine emergere qualche norma da asino di Buridano - ha concluso - Cari onorevoli e cari regionalisti, come procede la scampagnata di articoli con i quali annunciavate il pagamento degli espropri? Fatemi sapere, sono curioso".
L'accordo con le principali manifatture del tabacco da parte del ministero dell'Agricoltura è un fatto importante che abbiamo sollecitato in più occasioni a partire dalla legge di bilancio con specifici emendamenti e durante i lavori parlamentari. Il settore aveva bisogno di programmare l'attività ed ora potrà farlo a fronte di investimenti importanti che avranno durata pluriennale e che avranno quali cifre di riferimento l'innovazione, la qualità e la sostenibilità. Peraltro la produzione italiana è pari ad un terzo di quella europea ed occupa circa 40.000 addetti per centinaia di aziende. Garantire la progettualità consentirà alla filiera del tabacco di mantenere la leadership che attualmente occupa.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura della Camera.
Sulla flavescenza dorata, malattia epidemica che distrugge i vigneti e che è in rapida espansione, occorrono strategie appropriate che prevedono interventi di monitoraggio, di gestione e di eventuali estirpazioni delle viti colpite. Come gruppo PD della commissione Agricoltura della Camera abbiamo sollevato più volte la questione fino a far approvare uno specifico emendamento alla legge di bilancio, che ha istituito un fondo a disposizione per le aziende agricole coinvolte. Risorse limitate che andrebbero ulteriormente incrementate. Dal ministero dell'Agricoltura però la questione non viene affrontata con la solerzia che l'urgenza richiederebbe. Per questo come gruppo PD abbiamo presentato una interrogazione a firma dei deputati Vaccari, Forattini, Marino, Rossi per incalzare il Ministero ad adottare iniziative concrete, per sollecitare la predisposizione dell'elenco delle aree colpite ed interessate ai trattamenti fitosanitari e per sapere se, d'intesa con le Regioni, è stato concordato il riparto delle risorse a disposizione.
Così i deputati Pd della Commissione Agricoltura della Camera.
“Chissà se il governo Meloni, anche di fronte alle evidenze, continuerà a dare del Superbonus una valutazione che si discosta totalmente dalla realtà. Quanto è emerso stamani alla Camera con l’audizione dall'Ufficio parlamentare di bilancio attesta che le agevolazioni edilizie hanno rappresentato una importante occasione di sviluppo per il Paese, con particolare riferimento al Sud, oltre che l'occasione di rigenerazione degli immobili rendendoli finalmente sostenibili ed efficienti sul versante energetico. In particolare il Superbonus ha avuto positivo riscontro per tutti i cittadini e non solo per quelli più ricchi, quando sono state introdotte lo sconto in fattura e la cessione del credito, ha riattivato tutto il sistema delle piccole e medie imprese artigiane in edilizia, ha permesso di raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico previsti dal Pnrr. La maggiore spesa che lo Stato dovrà affrontare, che pure esiste, è stata già coperta dal governo Draghi e non ha prodotto alcun buco di bilancio. Il governo non può pensare che i cittadini abbocchino ai ‘raccontini del buco di bilancio da 120 miliardi’ chiudendo di colpo una misura che comunque raddoppia gli investimenti fatti. Con quali altre spese vuole sostituire il bonus edilizio il governo?”.
Così Silvio Lai, deputato dem della Commissione Bilancio.
“Quali sono - aggiunge - gli investimenti a cui l’esecutivo guarda con lo stesso moltiplicatore e con gli stessi risultati in termini di lavoro e di risparmio energetico? A quale altro sistema, oltre le squadre di calcio di serie A, deve fare qualche ‘favore’ il governo per chiudere la misura in questo modo, con il rischio di produrre contenziosi, fallimenti di imprese e crisi nei diversi settori produttivi delle costruzioni? Nel frattempo, per capire la direzione del vento di questo Governo, dal Senato arrivano notizie di maggioranza di una possibile proroga del Superbonus per le case unifamiliari e non certo per gli immobili popolari. Il ministro Giorgetti - conclude - venga in Aula a riferire delle favole raccontate e delle omissioni su questo tema’.
“L’Ufficio Parlamentare di Bilancio ha oggi chiarito in maniera definitiva che il Superbonus, rispetto a tutti gli altri bonus, ha avuto gli effetti meno regressivi. Si è infatti indirizzato verso le categorie con redditi più bassi e verso le zone geografiche del Paese più in difficoltà, quali le aree interne e il Mezzogiorno. La sua novità maggiore è stata soprattutto nella cedibilità del credito e nell’entità della misura. Sempre secondo l’Upb non esiste alcun buco di bilancio, come aveva annunciato il ministro Giorgetti che, per aver detto il falso, deve subito venire a riferire in Parlamento. Nell’ultima Nadef si erano ipotizzati costi per 110 miliardi, male che vada si arriverà a spese per 120 miliardi, dunque in linea con una progressione che potrebbe essere recepita nel prossimo Def. La scelta del governo di non investire nel Superbonus è dunque una decisione politica. Nel peggiore degli scenari ipotizzati dall’Upb, ancora da verificare, a fronte di una spesa di 70 miliardi, il Superbonus avrebbe prodotto rientri per circa 30 miliardi. Poiché il governo con le misure previste il Legge di Bilancio calcolava di poter avere un rientro in crescita del Paese pari a 1/3 per ogni euro investito, è evidente che il Superbonus sia ampiamente l’intervento più conveniente che abbiamo oggi a disposizione. Quando le imprese dichiareranno fallimento e licenzieranno i lavoratori e lo Stato dovrà pagare le casse integrazione, quando gli artigiani non riusciranno ad andare avanti, questi costi chi li pagherà”.
Così i capigruppo alla Camera del Pd in commissione Bilancio, Ubaldo Pagano, in commissione Finanze, Virginio Merola, e in commissione Ambiente, Marco Simiani.
L'Istat chiarisce che Superbonus e cessione del credito non hanno creato un buco aggiuntivo nei conti pubblici. L'Istituto di statistica ha infatti certificato quello che dicevamo da tempo. Se gli italiani non potranno beneficiare di incentivi per avere case sicure, antisismiche ed efficienti dal punto di vista energetico sarà a causa di precise scelte politiche del governo. La destra si prenda, almeno una volta, le proprie responsabilità senza addossare come sempre ad altri i propri fallimenti": è quanto dichiara una nota congiunta dei Deputati Pd Marco Simiani, capogruppo in Commissione Ambiente; Ubaldo Pagano, capogruppo in Commissione Bilancio e Virginio Merola, capogruppo in Commissione Finanze.
<Dalla presidente del Consiglio ci si aspettano risposte serie, concrete, efficaci soprattutto quando il tema è così urgente e drammatico come la lotta alla precarietà ed il contrasto agli stipendi da fame. Invece l’on. Meloni, evidentemente incapace di dare queste risposte, sceglie di buttare la palla in tribuna, di fuggire alle proprie responsabilità, di chiamare in causa i governi precedenti. Ha ragione la segretaria del Pd, sul piano sociale l’azione di questa destra al governo si definisce con le parole incapacità, approssimazione e insensibilità che hanno ispirato le scelte compiute fino ad ora, a partire da una legge di bilancio pensata per colpire i poveri e i più fragili. Sull’introduzione del salario minimo andremo avanti perchè la dignità del lavoro non può essere calpestata>.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
Dichiarazione di Ubaldo Pagano, capogruppo Pd commissione Bilancio
“Non avevamo grandissime aspettative ma nemmeno che il Ministro Fitto mancasse di rispondere a pressoché tutte le domande che gli abbiamo posto.”
Così Ubaldo Pagano, Capogruppo PD in Commissione Bilancio a Montecitorio, a margine dell’audizione del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, in merito alla Relazione sullo stato di attuazione della politica di coesione europea e nazionale - Programmazione 2014-2020.
“Abbiamo fatto semplici domande su aspetti fondamentali delle politiche di coesione e il Ministro che ne è responsabile e che oggi vuole stravolgerne la Governance non ha saputo dare nessuna puntuale risposta. Come ad esempio sapere che fine faranno le risorse già destinate alla realizzazione di tanti progetti al Sud che non saranno impegnate entro fine anno o cosa si intende fare con gli investimenti per le grandi imprese che danno i risultati maggiori in termini di più occupazione e ricadute per i territori su cui si attuano, ed in particolar modo nel Mezzogiorno, se è vero che il Ministro ha ricevuto risposte negative nelle sue recenti visite a Bruxelles per presentare la sua riforma che accentra a livello nazionale la gestione dei fondi strutturali. Abbiamo infine chiesto come si concilia la centralizzazione voluta da questo Governo, se i dati ci dicono esattamente l’opposto, ossia che le Regioni sanno spendere molte più risorse (e meglio) di quanto non facciano le amministrazioni centrali. Ed ultimo, quando porterà in CIPESS la delibera della quota FSC 2021/2027 delle Regioni meridionali, già pronta ed approvata in Conferenza delle Regioni lo scorso giugno.”
“Troviamo stucchevole – conclude Pagano – che Fitto si lamenti del malfunzionamento delle politiche di coesione degli ultimi tre cicli di programmazione quando lui stesso ha contribuito, da Ministro in passato, alla situazione attuale. Oggi ci aspettavamo risposte che non sono arrivate e non può che restare amarezza per i tutti i nodi e le contraddizioni che restano da sciogliere. Speriamo sia stata solo una falsa partenza.”
“Sulla vertenza delle acciaierie Jsw di Piombino l’immobilismo del governo è inaccettabile. Da mesi, con ripetuti atti parlamentari, abbiamo sollecitato il Ministro Urso ad intervenire presso la proprietà per avere risposte certe senza avere però fino ad oggi alcun riscontro. E’ altrettanto inaccettabile che lo stesso titolare del dicastero delle Imprese e del Made Italy non abbia voluto avere fino ad ora alcuna interlocuzione con le associazioni sindacali. Tra pochi mesi scadrà la cassa integrazione, non rinnovabile, per 1500 lavoratori che hanno bisogno di prospettive e certezze sul rilancio dello stabilimento produttivo, in un settore peraltro strategico per l’intera industria nazionale”: è quanto dichiara una nota congiunta del Gruppo Pd alla Camera dei deputati dopo aver incontrato oggi, giovedì 9 marzo, una delegazione sindacale del polo siderurgico di Piombino. Per il Partito Democratico erano presenti il Presidente del Gruppo Debora Serracchiani, i vice presidenti Simona Bonafè e Piero De Luca, il capogruppo in Commissione Bilancio Ubaldo Pagano, il capogruppo in Commissione Ambiente Marco Simiani, il capogruppo in Commissione Lavoro Mauro Laus, il Capogruppo in Commissione Giustizia Federico Gianassi, il capogruppo in Commissione Difesa Stefano Graziano ed Emiliano Fossi, neo segretario Pd della Toscana.
“La buona notizia sul recupero record dell’evasione nel 2022 è una buona notizia che premia il lavoro dell’Agenzia per le entrate e certamente anche l’impegno profuso in questa direzione dal precedente governo. Il rafforzamento della lotta all’evasione va inteso come elemento di giustizia sociale, di riduzione delle diseguaglianze e anche di un maggior rispetto di una vera e più libera competizione tra le imprese. Occorre inoltre adeguare questi interventi nel solco previsto dalla nostra Costituzione e cioè nel senso della progressività del sistema impositivo. Da questo punto di vista, è necessario far pagare meno chi oggi paga troppo, ad esempio il mondo del lavoro. Mentre devono contribuire maggiormente al bilancio dello Stato le grandi rendite finanziarie. Il Partito Democratico è d’accordo nel semplificare e migliorare il rapporto tra i cittadini e il fisco, ma questo non deve significare la rinuncia a un equo sistema impositivo. Il governo delle destre sta invece dando cattivi segnali come sulla flat tax e sull’innalzamento del tetto al contante”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Finanze alla Camera, Virginio Merola.
“Le nuove regole proposte della Commissione europea sulla governance economica dell'Unione rappresentano un serio passo avanti per aprire una nuova fase in grado di dare impulso alle economie degli Stati, superando vecchi approcci politici di austerità e rigidità finanziaria nell'applicazione del Patto di Stabilità. Il governo appoggi con forza questo processo di riforma, sostenuto dal commissario Paolo Gentiloni, a partire dal prossimo Consiglio Ecofin del 14 marzo e continui a negoziare per ottenere ulteriori risultati in tale ambito sulla scia degli strumenti rivoluzionari adottati in risposta alla crisi determinata dalla pandemia. C'è bisogno di una sempre maggiore integrazione e unità europea a livello fiscale e di bilancio. La destra continui a percorrere il cammino avviato negli anni scorsi grazie all'impegno in particolare del partito democratico a Roma e Bruxelles”.
Lo dichiara il vice capogruppo del Pd alla Camera Piero De Luca.
“Non si può morire di Università, è il grido che si è levato durante le cerimonie accademiche. Certo, le ragioni di un suicidio rimangono sempre complesse, lasciano sgomenti e addolorati, ma hanno tratti in comune: bugie ai genitori sugli esami sostenuti o sulla data di laurea, lettere in cui si incolpava la difficoltà nel proseguire gli studi. Il rendimento, inoltre, è strettamente legato alla possibilità di continuare a studiare, specie per chi è fuorisede o pendolare e conta sulle borse di studio per fare qualcosa che dovrebbe essere garantito dalla Costituzione. Quella della competizione e della retorica della performance da record non è l'università che chiedono gli studenti. Dopo che la pandemia ha cambiato profondamente il mondo, il Pd si è battuto per una misura fondamentale: il bonus psicologo, reso sì strutturale nell’ultima legge di bilancio, ma con meno fondi. Eppure serve uno strumento come lo psicologo di base e servizi anche negli atenei per il sostegno psicologico. Chiediamo al governo di affrontare le fragilità introducendo meccanismi di cura e tutela che si attivino se uno studente salta ripetutamente un appello o non passa più volte un esame”.
Così la capogruppo del Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, nel corso del Question Time dopo che il collega Mauro Berruto aveva segnalato alla ministra Bernini i dati sul fenomeno dei suicidi in ambito universitario, ricordando il caso della studentessa di Somma Vesuviana che si è tolta la vita perché in ritardo con gli esami.
“Secondo l’Istat - ha detto Mauro Berruto - in Italia si registrano ogni anno circa 4mila morti per suicidio. Nella fascia 15-34 anni sono circa 468, 200 tra gli under 24 e in altissima percentuale di studenti universitari. E’ dimostrato, inoltre, che tra gli studenti universitari il 33,8% soffre d’ansia e il 27,2% ha sintomi depressivi. In alcune facoltà molto competitive come Medicina - ha aggiunto il deputato dem - l’incidenza della depressione è maggiore da 2 a 5 volte. Ecco perché il governo deve intervenire per dare piena effettività al diritto allo studio”.
Con la propaganda e le norme pasticciate non si rivolvono i problemi, tantomeno quelli legati alla presenza in sovrannumero dei cinghiali. È lo stesso governo ad ammetterlo visto che rispondendo, questa mattina, ad una interrogazione del Gruppo Pd in commissione Agricoltura, ha ammesso di non aver ancora predisposto il Piano quinquennale di gestione della fauna selvatica e di non conoscere i dati relativi alle catture predisposte dalle Regioni. Un nulla di fatto che peraltro è ulteriormente aggravato dalla sospensione delle precedenti norme regionali che nel frattempo sono diventate incompatibili con le nuove disposizioni volute dal governo, con un blitz notturno, nella legge di bilancio.
Nel frattempo i cinghiali continuano a imperversare nelle campagne e nelle città creando gravi disagi alle imprese agricole e alla sicurezza dei cittadini. Di contro abbiamo appreso dal governo che è in fase di approvazione il decreto di ricostituzione del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, che come Pd abbiamo fortemente voluto, al quale partecipano l’Ispra, i rappresentanti istituzionali e delle organizzazioni agricole, venatorie ed ambientaliste. È in quella sede che potrà venire quel confronto tra tutti i portatori di interesse per affrontare le criticità, ma anche per valutare eventuali proposte di perfezionamento delle norme nazionali su caccia e parchi.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera.