“Il Partito Democratico voterà favorevolmente a questa proposta di legge, che porta anche il mio nome fra i sottoscrittori, a testimonianza del fatto che lo sport resta un terreno dove, quando lo si vuole, si può agire verso obiettivi condivisi. Lo abbiamo fatto votando l’approvazione della modifica dell‘articolo 33 della Costituzione, la proposta di legge che riguarda la lotta alla pirateria digitale e lo faremo spero presto, quando voteremo una proposta di legge per il ripristino dei Giochi della Gioventù. Lo facciamo oggi, almeno per ciò che ci riguarda, votando questa proposta di legge che vuole introdurre il tema, fino ad oggi sconosciuto nel nostro Paese, della partecipazione popolare nelle società sportive. Lo facciamo su sollecitazione, è bene ricordarlo per onestà intellettuale, di un grande lavoro e di una propositiva richiesta di una serie di associazioni di tifosi che loro sì, molto più di quanto accada in questa aula, hanno messo da parte le bandiere del tifo per i rispettivi club e si sono dati un nome comune: Noif, acronimo che sta per: ‘Nelle origini il futuro’”.
Così il deputato democratico, Mauro Berruto, responsabile Sport del Pd, intervenendo nell’Aula della Camera per annunciare il voto favorevole del Pd alla Pdl partecipazione popolare a quote delle società sportive.
“Proprio per rinsaldare il rapporto fra sport, tifosi e territorio - ha aggiunto - ci auguriamo che questa idea alternativa, la partecipazione popolare, possa andare oltre il calcio ed estendersi anche a realtà sportive legate al basket, alla pallavolo e speriamo anche ad altre discipline di squadra. Votiamo a favore perché questa Pdl propone modelli più radicati nel territorio rispetto a quella del singolo imprenditore/padrone che, talvolta per amore, spesso per gloria o per interesse, si prende in carico una squadra di calcio utilizzando i tifosi come spettatori o, peggio, come propri clienti”.
“L’accettazione da parte del governo, tramite il ministro dello Sport Abodi, del nostro Odg che impegna l’esecutivo ad agire direttamente per il contrasto del fenomeno della ludopatia connessa anche all’abuso delle scommesse sportive, senza la classica riformulazione ‘valutare l’opportunità di…’, rappresenta un piccolo segnale ma importante. Potenziare l’attività di monitoraggio e prevenzione del fenomeno dell’abuso delle scommesse sportive e dei connessi fenomeni di ludopatia, con particolare riferimento alla tutela dei minori, è infatti un obiettivo che deve accumunare tutte le forze politiche ed è necessario sciogliere chiaramente ogni ambiguità su questo tema. Il nostro Odg va nel solco dell’articolo 33 della Costituzione, che invita a riconoscere il valore educativo e sociale di promozione del benessere psicofisico, mentre chi strumentalizza lo sport per promuovere l’abuso di scommesse calpesta questo principio e deve essere fermato".
Così Andrea Casu, della Presidenza del gruppo Pd alla Camera, e presentatore dell’Odg.
"Con l'autonomia differenziata, ministro Calderoli, lei vuole realizzare il sogno di una vita: spaccare l'Italia. Del resto, la Lega Nord nasce come un progetto secessionista che non ha mai rinnegato le sue origini, nonostante gli opportunismi politici, ed ha sempre considerato il meridione come una zavorra di cui parlare con espressioni razziste e violente. Ricordiamo tutti frasi come "Vesuvio lavali col fuoco", solo per fare un esempio - lo ha dichiarato oggi in Commissione Affari Costituzionali, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo -. L'Italia è notoriamente un Paese attraversato da profonde divisioni sociali, economiche, di genere e territoriali: lo dicono tutte le statistiche. Un governo che ha a cuore le sorti del Paese, dovrebbe lavorare per superare le disuguaglianze, per promuovere più coesione e pari opportunità per tutti.
Il ddl sull'autonomia differenziata, invece, produce ulteriori divisioni non solo tra aree, ma addirittura tra regioni. Le possibilità che la vita presenta a ciascuna e a ciascuno dipenderanno dal luogo in cui si nasce e questo è altamente discriminatorio - ha proseguito Boldrini -. In alcune regioni non si potrà vivere per mancanza di servizi: pochi ospedali, trasporti del tutto carenti, asili insufficienti, scuole inadeguate. Lei vivrebbe in una regione senza opportunità, ministro? Immagino di no. E cosa pensa che faranno le persone che nascono in regioni con sempre meno opportunità? Si muoveranno verso quelle che, invece, hanno buone prospettive. Questa riforma è un danno per tutto il Paese: ma che vi ha fatto di male l'Italia?
Sono tantissime le materie che possono diventare di esclusiva competenza delle Regioni: dall'energia al commercio con l'estero, dall'ambiente alla scuola fino ai trasporti - ha aggiunto -.
Questo creerà un effetto spezzatino: l'Italia si trasformerà in venti piccoli staterelli. Secondo lei, ministro, l'Italia così sarebbe più forte o più debole nella competizione globale? Ovviamente più debole. Ma che vi ha fatto di male l'Italia? E i "patrioti" di Fdi perché non sono in commissione a difendere l'autonomia differenziata? Forse perché hanno il mal di pancia.
Neanche le imprese vogliono questa giungla che renderà incredibilmente caotico fare investimenti in più regioni, così come non la vogliono tante italiane e italiani perché gli effetti negativi ricadranno su tutti.
Continuate a proporre misure bandiera che interessano soltanto voi: il ponte sullo stretto lo vuole solo Salvini, questa riforma la vuole solo lei, ministro Calderoli.
Autonomia differenziata e premierato - ha concluso Boldrini - sono due riforme che mirano alla disgregazione nazionale: altro che patriottismo e nazione! Uno scambio scellerato tra i due maggiori partiti di governo che porterà a un peggioramento della qualità della vita delle persone, al tracollo del sistema-paese e alla perdita del peso internazionale dell'Italia".
“Crediamo che il terzo settore sia davvero un patrimonio preziosissimo per il nostro Paese. Un settore indispensabile da decenni, che garantisce ogni giorno servizi essenziali, come un pasto a domicilio o un trasporto disabili, ma riconosciuto grazie a un governo di centro-sinistra solamente nei tempi recenti. Con i suoi 4,5 milioni di volontari, opera quotidianamente per migliorare la qualità della vita delle nostre comunità, con dedizione e generosità. Per noi il terzo settore è una realtà da sostenere e da rilanciare perché supporta le istituzioni rispetto a nuove povertà, a solitudini emergenti, alle fragilità, alla carenza di servizi. Si tratta del primo erogatore di servizi per le nostre comunità. Non è un caso che il Presidente della Repubblica, nel discorso di giuramento per il suo reincarico, abbia proprio posto l'accento sul lavoro che fa il terzo settore. Come abbiamo già sottolineato in commissione, questo è un provvedimento che ha tante luci, ma anche molte ombre”. Lo ha detto in Aula alla Camera, la deputata dem Ilenia Malavasi, annunciando il voto di astensione del Gruppo Pd al ddl sul Terzo settore.
"Siamo contenti - ha aggiunto l'esponente PD - che sia stata ascoltata la voce del terzo settore che chiedeva di semplificare e rivedere la parte burocratico-amministrativa per garantire l'efficacia del loro servizio quotidiano, così come apprezziamo l'estensione della capacità assunzionale a tempo indeterminato in deroga ai vincoli di contenimento della spesa per gli assistenti sociali alle forme associative dei comuni. Tuttavia, ci lascia molto perplessi, ad esempio, la norma che istituisce un tavolo di lavoro sul fenomeno dei minori fuori famiglia e dei minori affidati e in carico ai servizi sociali territoriali, così come ci lascia perplessi l'istituzione, il 9 aprile di ogni anno, della Giornata nazionale dell'ascolto dei minori, quando già il 20 novembre celebriamo ogni anno la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. L'ascolto dei minori non si realizza istituendo nuove giornate, che servono solamente ad usare bandierine per l'ennesima propaganda. Servono risposte strutturali e risorse, che questo governo non ha messo, anzi che ha tagliato. Non mi pare infatti che questo governo si sia occupato, al di là degli slogan, di minori".
“Il Partito Democratico ci sarà per tutte le battaglie che riguardano la qualità della vita e la dignità delle persone – ha concluso Malavasi - e ci saremo quando si tratterà di costruire strumenti di supporto alle nostre comunità, ai giovani che vivono in difficoltà, agli anziani soli, alle famiglie che non arrivano alla fine del mese e non riescono più a curarsi, perché il welfare, lo Stato sociale, è un carattere distintivo ed unico della cultura Europea. L’esperienza italiana è ricchissima di eccellenze e dell'essenziale contributo di organizzazioni della società che affiancano e spesso suppliscono alle carenze dello Stato".
Anche oggi nel corso delle audizioni stanno emergendo tutte le criticità relative al ddl Calderoli sulla autonomia differenziata. La Svimez ancora una volta in maniera analitica e con argomentazioni supportate da elementi di fatto ha smontato pezzo per pezzo l'impianto di una riforma che pregiudicherebbe l'unità sostanziale del Paese partendo dai diritti che la Costituzione garantisce. Vanno garantite le risorse per il Lep su sanità, istruzione e trasporto pubblico. Se così non fosse ci troveremmo in un Paese in cui i diritti dipendono dal luogo di nascita ed è inaccettabile. Fossi nei panni di un parlamentare meridionale eletto tra le fila della maggioranza proverei forte imbarazzo pensando alle attese dei territori e delle comunità che dovrebbero rappresentare. Siete ancora in tempo ad evitare questo scempio.
Così il deputato democratico, responsabile nazionale Sud e aree interne, Marco Sarracino.
“Accolto il nostro ordine del giorno al ddl sul codice della strada che impegna il governo ad intervenire tempestivamente per sanare l'anomala situazione relativa al rilascio del certificato di rilevanza storica per garantire l'attribuzione solo ed esclusivamente a veicoli che rispettano i requisiti indicati dalla Direttiva Europea. Oggi, infatti, l’80 per cento del parco certificato come storico risulta usato quotidianamente e per assolvere alle normali funzioni di trasporto, in netto contrasto con quella che è la ratio della norma in cui l'esenzione è pensata per auto da esibizione con poche uscite l'anno e pochissimi chilometri da percorrere”. Così il deputato dem Antonhy Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti.
Non affrontano vero tema che riguarda uso distorto e dittatura delle automobili nella rete stradale
“Noi abbiamo affrontato la discussione sul codice della strada con la speranza e l’obiettivo di arrivare ad un risultato che affrontasse il tema del governo e dell’uso delle reti stradali con una filosofia di fondo, ossia la possibilità di incidere su cambiamenti sostanziali che sono avvenuti nel tempo
sul modo di utilizzare le reti stradali.
Invece purtroppo ci siamo trovati di fronte ad una proposta del Governo minimale, banale, con qualche pennellata e modifica normativa, qualche inasprimento neanche troppo centrato delle norme punitive amministrative o penali, in particolare come ricordavano i relatori del provvedimento sull’uso dell’alcol e della droga alla guida dell’auto, giuste ma parziali e minimali, non sufficienti per colpire e reprimere il distorto uso delle automobili. Noi abbiamo cercato di introdurre una filosofia, un punto di vista nuovo: il fatto che le strade e il codice della strada non sono delle automobili, e che occorre contrastare la dittatura dell’automobile, il suo uso eccessivo, il suo uso distorto e arrogante nei confronti di altri utenti della rete stradale, che sono fragili, indifesi alla mercè di mezzi che se usati male sono delle armi. Non a caso si parla di omicidio stradale. Le statistiche ci dicono che la maggior parte delle morti sulla strada avvengono per eccesso di velocità, anche per casi legati ad un uso distorto dei cellulari alla guida delle auto. Oggi dobbiamo tornare a rimettere al centro l’essere umano, la persona, l’individuo e dobbiamo rimettere in discussione l’assioma che correre in auto è uguale ad efficienza. E qui mi ricollego al progetto di città 30 ossia riportare la velocità all’interno dei centri urbani a 30 km/h orari, che non significa andare in tutte le strade a 30 km/h, ma significa andare a 30 km/h nei centri abitati, nelle zone residenziali, nei centri urbani più popolati, per tutelare proprio l’individuo, le persone più fragili, i cittadini, i pedoni, gli anziani e i ragazzi giovani, chi rinuncia all’auto per andare con i mezzi pubblici e quindi dobbiamo potenziare sicuramente l’uso dei mezzi pubblici e tutta la parte di un uso più ecologico e sostenibile delle strade. Con quel limite di velocità a 30 km/h significa rispettare la vita che si svolge nei centri urbani. In Europa già succede questo. Vogliamo che questa filosofia di vita urbana sia introdotta anche in Italia”. Lo ha detto in Aula Roberto Morassut, deputato Pd e vicepresidente della commissione Trasporti di Montecitorio, in discussione generale del ddl in materia di sicurezza stradale e revisione del codice della strada.
Dl PD emendamenti perché un’infrastruttura così strategica non venga svenduta
“La legge quadro sugli interporti configura l'avvio di una vera e propria privatizzazione di un’infrastruttura strategica del nostro Paese, dopo quella di Ferrovie e Poste italiane. Nell’articolo 5, che rappresenta il cuore della legge, appare chiaro il disegno di questo governo di privatizzare anche gli interporti quando si precisa che gli stessi soggetti gestork devono agire in regime di diritto privato, con modalità che non garantiscono meccanismi di natura pubblica. È preoccupante inoltre la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, senza prevedere nessuna gara pubblica ma solo una perizia giurata di un tecnico per la valutazione degli investimenti. Siamo di fronte ad una nuova svendita del nostro patrimonio e di strutture fondamentali per il Paese.
Come Partito Democratico abbiamo presentato numerosi emendamenti per chiedere che vengano garantiti meccanismi basati su parametri che hanno come riferimento il codice dei contratti pubblici. Se non verranno approvati, si perderanno altri pezzi di patrimonio pubblico strategici per l’Italia. Ancora una volta un provvedimento senza alcuna lungimiranza, che non potenzia adeguatamente l'intermodalità necessaria per tenere insieme sviluppo economico e protezione dell’ambiente. L’ennesimo passo indietro di un centrodestra che a parole si erge a paladino della Patria, ma nei fatti la svende ai privati e non ne rafforza lo sviluppo equo”, così Valentina Ghio deputata, vicecapogruppo PD alla Camera e componente Commissione Trasporti intervenuta sulla discussione in aula della legge sugli interporti.
“Pur mantenendo il nostro giudizio negativo sul Decreto Milleproroghe, va segnalata la notizia positiva dell’approvazione di un nostro pacchetto di emendamenti che, dopo l’intervento correttivo e non risolutivo sull’Irpef, dimostrano il cambio di linea totale del governo sull’agricoltura. Ci riferiamo agli emendamenti che prorogano al 31 dicembre 2024: il termine fino al quale il riutilizzo a scopi irrigui in agricoltura delle acque reflue depurate prodotte dagli impianti di depurazione già in esercizio è autorizzato dalla regione; la data entro la quale effettuare la revisione relativa alle macchine agricole ed operatrici immatricolate fino al 31 dicembre 1983; il termine entro il quale viene consentito alle Amministrazioni pubbliche di posticipare al momento del saldo le verifiche richieste per la conformità dei provvedimenti di elargizione dei sussidi alla regolarità contributiva e fiscale a beneficio delle imprese della filiera ittica. Bene anche l’approvazione dell’emendamento che differisce il termine per il completamento degli adempimenti necessari per la piena operatività delle disposizioni del Manuale operativo per la gestione del nuovo Sistema di identificazione e registrazione degli operatori, dei trasportatori e degli animali. Avevamo proposto anche altro e molto male la mancata proroga del sostegno delle polizze catastrofali che tanto potevano aiutare le imprese agricole. Se il governo Meloni e il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida avessero tenuto veramente in considerazione gli interessi del mondo agricolo non ci troveremmo oggi in questa situazione di estrema difficoltà”.
Lo dichiarano i parlamentari democratici della commissione Agricoltura, Vaccari (capogruppo), Forattini, Rossi e Marino, e della commissione Ambiente, Simiani (capogruppo) Ferrari, Di Sanzo e Curti.
“Sono diversi gli aspetti problematici e di illegittimità del Ddl sul protocollo Italia-Albania che ci portano a sollevare la questione pregiudiziale di merito. A partire dalle irragionevoli discriminazioni di trattamento che si produrranno tra le persone migranti che giungeranno in Italia e quelle trasportate nei centri albanesi: sia riguardo l’accoglienza, con la previsione di una detenzione generalizzata, che riguardo le garanzie fondamentali riconosciute dalle direttive europee. Occorre precisare che l’Italia ha l’obbligo di rispettare i vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali anche nelle proprie azioni extra territoriali. Analoghe considerazioni valgono sul trattamento delle persone vulnerabili, che in nessun caso possono essere inviate nei centri in Albania, e sulle modalità di selezione di minori e donne incinte a bordo delle navi italiane”.
Così Paolo Ciani, della Presidenza del Gruppo Pd-Idp e segretario di Demos, intervenendo nell’Aula della Camera sulla questione pregiudiziale di costituzionalità del Ddl sul protocollo Italia-Albania.
“Occorre ricordare - ha aggiunto - che se i dieci Cpr su suolo italiano sono costati 52 milioni di euro in quattro anni, la trasformazione di Shengjin, e soprattutto Gjader in enclave italiane ne costerà almeno cinque volte tanto per i prossimi cinque anni. Secondo i dati riportati dalla Ragioneria generale dello Stato, infatti, il protocollo sottoscritto da Italia e Albania vale 230 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri 75 milioni per esportare e collegare il sistema giudiziario italiano con l’Albania, fino ad un conto totale che va ben oltre i 300 milioni di euro. Va in ultimo ricordato che in Albania al momento è stato presentato ricorso alla Corte costituzionale per la violazione della Costituzione albanese circa le procedure di stipula e i contenuti del protocollo stesso. L’approvazione della legge di autorizzazione alla ratifica - ha concluso - pertanto appare del tutto inopportuna, oltreché inutile finché la Corte costituzionale albanese non si pronuncerà sul ricorso”.
“Nel decreto legge Milleproroghe il Governo Meloni aumenta le tariffe autostradali senza motivate ragioni legate alla verifica del rispetto degli investimenti previsti dalle convenzioni con i concessionari.
Per questo come gruppo del Pd abbiamo chiesto con diversi emendamenti di non applicare gli aumenti, ma di verificarne la fattibilità solo al momento della scadenza dei piani economico finanziari e dei rendiconti sugli investimenti come previsto dalla normativa vigente. Abbiamo chiesto al Mit e alla Autorità di regolazione (Art) di verificare che l’aumento delle tariffe non sia automatica. Quanto proposto è grave perché dimostra che la tragedia di Genova non ha insegnato nulla e che la sudditanza al potere dei concessionari è dura a morire”.
Così i deputati democratici della commissione Trasporti, Roberto Morassut (vicepresidente) e Anthony Barbagallo (capogruppo Pd).
“Ho depositato un'interrogazione rivolta al ministro per lo Sport, Andrea Abodi, invitandolo a precisare se e in che tempi intende emanare l'atteso decreto che elenca tutte le ulteriori mansioni riguardanti i lavoratori sportivi, senza il quale restano tagliate fuori dall'inquadramento agevolato tutte le figure da sempre presenti in ogni associazione e società sportiva e indispensabili per il corretto svolgimento delle discipline sportive. In assenza del provvedimento si vanifica l'articolo 25 del Dlgs 36/2021, il quale prevede che il ministro dello Sport, sentito il ministro del Lavoro, approvi con decreto l'elenco delle mansioni necessarie per lo svolgimento dell'attività sportiva”.
Così il deputato e responsabile nazionale Sport del Pd, Mauro Berruto “E' paradossale - aggiunge - che i regolamenti delle federazioni sportive impongano la presenza di ruoli tecnici e operativi e che una norma disponga la riconducibilità di tali ruoli al lavoro sportivo agevolato (introdotto dalla Riforma dello Sport), ma che non sia possibile inquadrare le persone preposte a tali mansioni poiché manca ancora il decreto a quasi sette mesi dall’entrata in vigore della Riforma”.
“E' stato bocciato il nostro emendamento che prevedeva un articolo aggiuntivo per accelerare la concreta e corretta attuazione della direttiva comunitaria in materia di decarbonizzazione dei Trasporti e mobilità sostenibile. Infatti l’insopportabile melina messa in atto dall’esecutivo nell’ultimo anno sta producendo una inversione di rotta rispetto agli anni precedenti”. Lo ha detto il capogruppo Pd in commissione Trasporti Anthony Barbagallo, intervenendo oggi alla Camera nel corso del dibattito sulla legge di delegazione europea.
“I dati ci consegnano un Paese che annaspa: più emissioni e meno energia rinnovabile. Il differimento dei termini in diverse e significative misure del PNRR - non ultima quelle delle risorse da assegnare ai comuni, quelle relative alle agevolazioni sulle auto elettriche e sulle colonnine di ricariche completamente assenti in alcune aree del Paese – pongono l’Italia in contro tendenza rispetto ai più avanzati paesi dell’UE. Se a questo aggiungiamo alcune incomprensibili dichiarazioni del ministro Salvini, accade ciò a cui stiamo assistendo, l’Europa va da una parte e il governo Meloni da tutt’altra”.
"Questo decreto è l’ennesimo 'omnibus' che rende confuse e inapplicabili le leggi approvate, rimanda ad altri provvedimenti del Governo l’attuazione delle sue norme e, nel frattempo, garantisce la dose quotidiana e settimanale di propaganda, regalie e donazioni a gruppi precisi e individuati, mai quelli più bisognosi, mai quelli che non conoscete.
Siamo un Parlamento ridotto ormai alla servitù di un Governo che impedisce il dibattito non solo tra maggioranza e opposizione, ma anche all’interno della maggioranza, come mostra l’umiliante teatrino sulla manovra di bilancio a cui assistiamo al Senato.
Siete un governo che di fronte ai problemi veri dei cittadini e delle piccole imprese vi girate dall’altra parte.
Vi abbiamo chiesto di non cancellare la tassa sugli extraprofitti e vi abbiamo proposto di usarla per aiutare le famiglie che non riescono a pagare le rate dei mutui, le bollette e che hanno bisogno di essere sostenute con i bonus trasporti. Cosi come vi abbiamo chiesto di utilizzare quei 450 milioni per pagare gli affitti delle famiglie che non ce la fanno, i trasporti pubblici e le stanze degli studenti fuorisede. Cosi come vi girate dall’altra parte quando vedete la sanità che non risponde a chi è più povero o di fronte alle alluvioni in Toscana e in Emilia Romagna per i quali in questo decreto vi limitate solo al rinvio delle scadenze tributarie come se non ci fossero danni alle case, alle imprese e alle infrastrutture. A tutto questo avete detto di NO e vi girate dall’altra parte anche di fronte alle responsabilità che avete sull’Ilva, sulla sua decarbonizzazione, sul disimpegno del privato, sulle risorse europee che non si spenderanno". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Silvio Lai, dichiarando il voto di fiducia contrario del Pd al dl anticipi.
“Registro con fiducia il parere positivo del governo all’ordine del giorno, a mia prima firma, sul decreto di proroga dei termini normativi e dei versamenti fiscali, nel quale si richiede di reperire risorse aggiuntive al fine di ridurre l’impatto del costo del lavoro che le associazioni sportive saranno chiamate a sostenere per la piena attuazione della riforma del lavoro sportivo. Lo prendo per ciò che è: un impegno!”.
Lo dichiara il deputato democratico Mauro Berruto, responsabile Sport del Pd.
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