“Il contrasto alla violenza giovanile dovrebbe passare per un investimento su educazione e formazione: il decreto ‘Caivano’ invece mette i giovani nelle mani dei questori”. Così la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, commentando le misure contenute nel decreto del governo Meloni. “Arresti facili, daspo, fino alla decisione di incarcerare i genitori: il decreto legge Caivano è la “summa” di una strategia repressiva che non guarda ai veri fattori scatenanti il disagio e la criminalità giovanile”.
“Non si tratta di un intervento legislativo strutturale – sottolinea la deputata Pd - ma di misure spot schiacciate nella direzione securitaria, che servono a costruire slogan ma non risolvono le fragilità alla base di questi fatti. E’ necessario invece rovesciare la prospettiva: la pena non è un deterrente a non commettere nuovi reati. Mettere mano al sistema penale richiederebbe come primo passo la differenziazione delle pene per i minori. Aggiungo, serve un investimento sull’educazione, sul contrasto al disagio giovanile, sull’inclusione sociale. Sono necessari investimenti sociali e culturali nelle periferie urbane. Serve – conclude Di Biase - la lotta alla dispersione scolastica, non attraverso l’arresto dei genitori ma con investimenti sulle scuole e sull’insegnamento”.
"La storia di Emanuela Petruzzelli, che da ieri si è incatenata davanti a Montecitorio, è l'ennesima, drammatica storia di una donna vittima di violenza e a rischio femminicidio. Emanuela mi ha raccontato di aver denunciato suo marito e da quattro anni aspetta che giustizia sia fatta. Quattro anni in cui ha vissuto ogni giorno con l'incubo di venire ammazzata, proprio come la sorella, dall'uomo che diceva di amarla. Un incubo che deve finire e per il quale, è evidente, il Codice Rosso non è sufficiente. Perché se si vuole fare sul serio non basta la repressione e perché servono fondi". Lo scrive sui social Laura Boldrini, deputata del Partito democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui Diritti umani nel mondo. "Come fa questo governo, dopo un'estate segnata da violenze e femminicidi, a ritenere che le vite delle donne non valgano i finanziamenti necessari per aumentare gli organici della magistratura e per la formazione di giudici, forze dell'ordine e di tutte le figure necessarie a tutelare le tante, troppe donne che ogni giorno rischiano di essere ammazzate? Ce lo ha ricordato anche il Presidente Mattarella nella sua lettera di oggi a 'Il Tempo delle Donne'. Serve 'un impegno educativo e culturale contro mentalità distorte e una miserabile concezione del rapporto tra donna e uomo'. E per fare questo bisogna investire risorse e cominciare dalle scuole. Sul caso di Emanuela Petruzzelli presenterò un'interrogazione al ministro Nordio per capire come sia possibile un ritardo di questo genere e chiederò alla Commissione bicamerale d'inchiesta sul femminicidio di occuparsene direttamente".
“La risposta ai fatti di Caivano non è aprire le porte del carcere ai 14enni, ma investire risorse sul contrasto al disagio giovanile e alla povertà educativa. L’impostazione securitaria che arriva da esponenti del Governo Meloni è preoccupante: usano slogan facili ed un linguaggio poliziesco invece di pensare ad interventi strutturali. Questo governo mostra i muscoli davanti a questi fatti e non interviene per ridurre il disagio giovanile: restringere un adolescente in carcere non risolve un problema che deve essere affrontato investendo sull'educazione e sulla formazione, tenendo fisso l'obiettivo del reinserimento sociale”.
Così la deputata del Partito Democratico della commissione Giustizia, Michela Di Biase, rispondendo alle parole del vice premier, Matteo Salvini.
Il padre di Saman Abbas arriverà a notte tarda in Italia. I funzionari del ministero degli Interni pakistani confermano così l’estradizione di Shabar Abbas, accusato di essere il responsabile dell’omicidio della figlia nel 2021.
Dopo due anni, l'uomo potrà essere finalmente giudicato dalla giustizia italiana per il femminicidio di Saman. Una vicenda che ha profondamente colpito non solo la comunità reggiana, ma tutto il Paese. Proprio lo scorso autunno, insieme alla collega Ilenia Malavasi, avevamo presentato un'interrogazione al Ministro della Giustizia e del Ministro degli Esteri affinché avviassero l’iter di estradizione per riportare Abbas padre in Italia. Un atto di giustizia, doveroso per portare verità e onore alla terribile morte della giovane, diventato presto un simbolo delle battaglie delle donne, non solo straniere, per l'emancipazione dalle tradizioni patriarcali.
Così il deputato del Pd Andrea Rossi.
“Con l’estradizione del padre di Saman Abbas, si compie una parte della dolorosa storia di quell’orrendo femminicidio. Ci sarà ora un processo e eventualmente una condanna. Nulla potrà riportare Saman in vita, ma è necessario ottenere giustizia. È un dovere nei confronti della memoria della ragazza e soprattutto di chi le voleva bene.
Ringrazio tutti coloro che, tra le autorità pakistane e tra gli esponenti di questo e dei precedenti governi italiani, hanno lavorato affinché la giustizia faccia il proprio corso.”
Così la deputata del Pd Sara Ferrari, Presidente della Sezione Bilaterale di Amicizia Italia - Pakistan della Camera dei Deputati.
"Sulla depurazione delle acque siamo di fronte all'ennesima nomina tardiva del governo in ritardo, in barba alle competenze. Si tratta di un ritardo, dopo oltre 4 mesi dalla scadenza dei precedenti commissari, che ha causato il fermo di tanti cantieri a rischio contenzioso, e il blocco di decine di nuove gare per contribuire a far uscire l’Italia dalla procedura di infrazione”. Lo dichiara in una nota il deputato dem Marco Simiani capogruppo Pd in commissione Ambiente.
"Si tratta - conclude Simiani - di nomine che stanno facendo litigare la stessa compagine di governo, evidentemente in disaccordo sulla spartizione delle poltrone, che avrà probabilmente altri strascichi. Perché la verità è questa: del Paese e dell’inquinamento di mari e fiumi per la mancanza di impianti non interessa nulla. Prima della scadenza del mandato commissariale erano in corso di esecuzione 26 cantieri per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro di investimenti pubblici e numerose procedure di gara per l’affidamento di servizi e i lavori finalizzati al superamento del contenzioso comunitario in corso. A ciò si aggiunge che la suddetta situazione determinerà un incremento della sanzione giornaliera, pari a di 106.000 di euro al giorno, che lo Stato Italiano deve riconoscere alla Comunità Europea in virtù della sentenza della Corte di Giustizia Europea nonché un allungamento dei tempi per la risoluzione di numerose criticità ambientali”.
5 anni dal crollo del Ponte Morandi, quando 43 persone persero la vita. Oggi e' doverosa la memoria, nella consapevolezza di una tragedia che poteva essere evitata e la richiesta di giustizia per le persone scomparse e le loro famiglie a cui va il nostro pensiero. #PonteMorandi
Lo scrive su Twitter la vice capogruppo democratica Valentina Ghio
“Ieri, nella sezione femminile del carcere di Torino, una donna si è lasciata morire di fame e di sete e un’altra si è impiccata nella propria cella. Giunge ora la notizia di un altro detenuto che si sarebbe ucciso nel carcere di Rossano, in Calabria. Sono oltre 40 le detenute e i detenuti che si sono tolti la vita in carcere dall’inizio di quest’anno. È un dato che rinnega il valore del dettato costituzionale e in particolare dell’articolo 27 della Carta. La condizione della popolazione detenuta è spaventosa, e assai difficile quella di chi nelle carceri lavora. Ma al governo Meloni e al ministro Nordio, al di là delle visite di circostanza, tutto questo non interessa. Anzi, la loro logica è ‘tutti in galera e buttiamo la chiave’. Da quando si sono insediati, di fronte a qualunque fenomeno sociale problematico la risposta è stata sempre la stessa: istituire nuovi reati e aumentare le pene di quelli già esistenti. Alla faccia del garantismo”.
Lo dichiara Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico e Presidente del Comitato Permanente della Camera sui Diritti umani nel mondo.
“Nella legge di bilancio - aggiunge - hanno bocciato gli emendamenti del Pd per rimediare ai tagli fatti alle risorse destinate al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e al Fondo per l’Edilizia e l’Architettura carceraria. Nordio ha perfino bocciato la proposta del Pd di erogare incentivi per psichiatri, psicologi e personale sanitario che opera nelle carceri. Servirebbe una svolta per ridurre il sovraffollamento attraverso misure alternative alla detenzione, per aumentare il personale negli istituti di pena e soprattutto gli educatori, che sono figure centrali per il processo di recupero dei detenuti e per consentire loro di godere dei benefici previsti per legge. Una richiesta fatta dalla gran parte di chi è privato della libertà è la possibilità di lavorare in carcere o fuori, ma anche in questo caso ci sono poche possibilità. Una svolta così però - conclude - questo governo non è in grado di farla, perché è esso stesso prigioniero di un’ideologia autoritaria e giustizialista”.
"Il tempo delle promesse è scaduto. Mentre il ministro Nordio annuncia da mesi impegno sulle carceri e strumenti per pene alternative la destra taglia i fondi per l'amministrazione penitenziaria. I suicidi in carcere sono tantissimi: devono arrivare risposte urgenti che però per ora nemmeno si intravedono": è quanto dichiara Federico Gianassi, capogruppo Pd in Commissione Giustizia di Montecitorio.
"In questi mesi abbiamo più volte sollecitato il governo a intervenire. Lo abbiamo fatto con la proposta di reintegrare le risorse al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che erano state tagliate in legge di bilancio, abbiamo proposto investimenti su psichiatri, psicologi e personale sanitario in carcere, abbiamo richiesto fondi per edilizia penitenziaria. Tutte proposte di buon senso che sono state però sempre respinte. Anche quando siamo riusciti a ottenere un risultato con un fondo, seppur modesto, destinato a progetti per il reinserimento dei detenuti dopo otto mesi dall’approvazione del bilancio non ci risulta che quelle risorse siano state messe a terra. Non è più il tempo delle parole ma dei fatti": conclude Federico Gianassi.
“Trovati gli inneschi. Si tratta di incendi dolosi. Tutte le istituzioni siano al fianco degli inquirenti per assicurare alla giustizia i criminali piromani. Giù le mani dalla Sardegna, patrimonio dell'umanità. Sono vicino alle famiglie e alle imprese colpite”.
Lo scrive su Twitter il deputato demcratico sardo, Silvio Lai.
“È scandaloso che a 43 anni di distanza dalla Strage di Bologna ancora non si conosca la piena verità sui mandanti e che si continui a negarne la matrice fascista. C'è bisogno di un rinnovato impegno delle istituzioni perché trionfi finalmente la giustizia e vengano spazzati via tutti i tentativi di insabbiamento e di depistaggio, fuori e dentro i tribunali, che anche in questi giorni sono riapparsi puntualmente. Chi, come la premier Meloni e il ministro Piantedosi, continua a parlare di atto terroristico confermano ciò che diciamo da sempre. Non hanno fatto definitivamente i conti con la fiamma che portano nel loro simbolo”.
Così il segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari.
“Lo dimostra il fatto - aggiunge - che il governo ha respinto in Aula le premesse e l’impegno di una mozione parlamentare, primo firmatario Andrea De Maria che ho sottoscritto convintamente insieme ad altri colleghi del Pd e delle opposizioni, che sospingevano, tra l’altro, l’esecutivo a garantire per quanto di competenza lo svolgimento sereno e senza interferenze dei processi, ancora non conclusi, riguardanti la stagione stragista che ha insanguinato l'Italia e ha visto collaborare insieme neofascisti, logge massoniche segrete ed agenti infedeli degli apparati di sicurezza. Non servono - conclude - generiche commissioni di inchiesta come vorrebbe la destra, per allargare lo spettro delle vicende irrisolte, ma serve che i tribunali assicurino finalmente alla giustizia i colpevoli e i loro sostenitori”.
“2agosto1980 ore 10:25. Strage di Bologna. Noi non dimentichiamo. Fascisti, depistaggi e lungaggini processuali non impediranno di raggiungere verità e giustizia”.
Lo scrive sui social Stefano Vaccari deputato Pd e Segretario di Presidenza della Camera
“Nemmeno sull’ufficio per il processo il Governo riesce a mantenere la parola data. Solo qualche settimana fa il Sottosegretario Delmastro, in risposta a un’interrogazione parlamentare, aveva assicurato la stabilizzazione del personale assunto nell’ufficio per il processo. Qualche giorno dopo è stato addirittura il Ministro Nordio a fargli eco, dichiarando espressamente la stessa intenzione. Oggi lo stesso Governo smentisce entrambi, rifiutandosi di dare un parere favorevole al mio ordine del giorno che chiedeva proprio il rispetto di quest’impegno”.
Così Marco Lacarra, componente della Commissione Giustizia a Montecitorio.
“Questo improvviso ripensamento, come tanti altri ce ne sono stati finora, non ci stupisce affatto ma di certo ci indigna. Innanzitutto perché certifica la superficialità con cui il Governo Meloni usa riferirsi al Parlamento. E poi perché a causa di questa insensata indecisione, migliaia di altri giovani precari continueranno a fuggire da un impiego mal retribuito e senza prospettive, portandoci sempre più lontano dagli obiettivi di smaltimento dei processi che l’UPP sta contribuendo a raggiungere”.
“I tagli all’Amministrazione penitenziaria ed al Dipartimento della Giustizia minorile non verranno cancellati. Il governo ha infatti bocciato nell’Aula di Montecitorio il nostro atto che proponeva di reintegrare le risorse tagliate con il bilancio 2023 per assumere agenti, ristrutturare le carceri e promuovere la funzione rieducativa della pena”: è quanto dichiara il capogruppo Pd in Commissione Giustizia Federico Gianassi, sulla discussione del suo ordine del giorno al Decreto Pa2 in corso oggi, lunedì 31 luglio, alla Camera dei Deputati.
“La destra ignora la gravissima situazione sulle carceri: strutture fatiscenti, fredde di inverno, roventi di estate, tanti detenuti in condizioni di disagio psichico, tanti i suicidi; in queste condizioni precarie operano gli agenti e tutta l’amministrazione penitenziaria in carenza di organico. Il governo dimentica che un sistema inclusivo rieducativo non solo è sancito dalla Costituzione ma rappresenta uno strumento per promuovere la sicurezza sociale in quando tende alla riduzione della recidiva, la cui crescita è purtroppo esponenziale nel nostro paese”: conclude Federico Gianassi.
“Con ben due provvedimenti in pochi mesi la destra non solo non è riuscita a risolvere i problemi della Pubblica Amministrazione, nonostante le promesse fatte, ma ha addirittura utilizzato questi decreti per occupare posti apicali, dirigenziali e di potere, negli enti, nei ministeri e nelle partecipate”: è quanto ha dichiarato Emiliano Fossi, deputato Pd, nel corso del dibattito sul voto di fiducia al Decreto Pa2 svolto oggi, lunedì 31 luglio, a Montecitorio.
“Come Partito Democratico abbiamo provato a migliorare il provvedimento ma ogni nostra proposta emendativa è stata bocciata. Ci aspettavamo stabilizzazioni, assunzioni e rinnovo dei contratti rispetto al carovita e ci ritroviamo con il commissariamento di Inps, Inail, Centro sperimentale di Cinematografia e la soppressione di l’Anpal, un ente che ricopre un ruolo decisivo nella formazione dei lavoratori. Ci aspettavamo il potenziamento di sanità, giustizia, enti locali, scuola e Forze dell’ordine per venire incontro alle necessità di cittadini, amministratori e dipendenti e ci ritroviamo con un decreto che stanzia decine di milioni di euro per gli staff e le direzioni ministeriali. Tutto questo mentre il governo e la maggioranza rimandano per mesi il dibattito sul salario minimo e cancellano i sussidi via sms a milioni di famiglie. La destra non ha perso il contatto con il paese reale, non lo ha mai avuto”: conclude Emiliano Fossi.