Terza rata del Pnrr bloccata da mesi. Quarta in forse. Il governo che passa il tempo ad autolodarsi sta danneggiando il Paese e l’economia in maniera irresponsabile: una situazione che crea grande allarme. E la presidente del Consiglio scappa, neanche una parola su una questione così vitale per le imprese e le famiglie.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
“In attesa che la giustizia faccia il suo corso, non si può non prendere atto come la posizione della ministra Santanchè stia diventando giorno dopo giorno sempre più imbarazzante. Il silenzio della presidente Meloni e il suo evitare con cura ogni rischio di domanda da parte della stampa ne sono la più lampante riprova. Le nuove notizie che riguardano la ministra, in particolare quelle sui pagamenti alla sua dipendente (i rimborsi spese di viaggi ovviamente impossibili durante la pandemia Covid, la consulenza a sua insaputa con Fdi al Senato e in particolare con il senatore La Russa e il lavoro svolto anche in cassa integrazione), rendono la sua permanenza al governo non più tollerabile. Per molto meno, in passato, Meloni chiedeva le dimissioni di esponenti dell’esecutivo. Oggi invece tace. Santanchè ne ha chiaro il perché”.
Lo dichiara Simona Bonafè, vice presidente del Gruppo Pd alla Camera.
Ma proprio non ce la fanno a trattenersi? Oggi è la volta del Ministro #Abodi.
L’unica ostentazione a cui assistiamo è quella di Ministri ottusi e chiusi nel loro oscurantismo anni ‘50. Sempre contro chi chiede diritti, libertà, giustizia, soprattutto donne e comunità Lgbtqia+
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati, commentando le parole del Ministro Abodi che ha definito 'ostentazione' la scelta del calciatore Jakub Jankto di dichiarare il proprio orientamento sessuale.
“Con l’accusa di Palazzo Chigi alla magistratura di svolgere il ruolo di opposizione, lo scontro istituzionale assume un livello di gravità preoccupante. Sarebbe bene che la premier Meloni rendesse nota la sua posizione rispetto ad affermazioni uscite in forma anonima in prossimità dell’inizio del Consiglio dei Ministri.
La destra vuole aprire uno scontro pericoloso e irresponsabile tra poteri dello stato che ci riporta ad anni difficili e rischia di minare il funzionamento delle istituzioni e il rispetto dei ruoli previsto dalla Costituzione”.
Così in una nota i capigruppo democratici di Camera e Senato Chiara Braga e Francesco Boccia
“Adesso basta con queste “fonti”! Abbiano il coraggio di metterci la faccia il ministro Nordio, ex magistrato, e la presidente Meloni, da sempre paladina della magistratura, colei che dichiarava di volersi lasciare alle spalle il tempo degli scontri tra i poteri dello Stato! Notiamo peraltro che il garantismo di questa destra è a senso unico e riguarda solo gli amici. Ricordo inoltre al ministro e alle sue fonti che in Italia vige il principio di obbligatorietà dell’azione penale a tutela dell’eguaglianza dei cittadini. Il controllo del giudice è un presidio di effettività di questo canone ed è stato previsto da quel suo illustre predecessore Giuliano Vassalli che spesso ama citare”. Lo dichiara la deputata democratica Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd.
"La notizia dell'imputazione coatta del sottosegretario alla Giustizia Delmastro per rivelazione di segreto d'ufficio non è un fulmine a ciel sereno. Abbiamo sostenuto sempre, in sedi politiche e istituzionali, come l'utilizzo da parte del sottosegretario alla Giustizia, esponente di spicco del partito della Presidente Meloni, di informazioni riservate fosse rivolto come unico obiettivo a colpire l'opposizione. E ben prima che la Procura di Roma aprisse un fascicolo, peraltro non su nostra richiesta. Tesi smentita improvvidamente più volte dalla stessa Presidente Meloni e dal Ministro Nordio, il quale in Parlamento in diverse occasioni ha confermato come per gli uffici non fossero riservate quelle intercettazioni di conversazioni in carcere di Cospito, veicolate da Delmastro a Donzelli e utilizzate contro il Pd in aula alla Camera. Non resta che attendersi un chiarimento politico e istituzionale da parte della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e del Ministro della Giustizia Nordio su un affare che si configurare come un gravissimo e illecito utilizzo delle prerogative istituzionali per colpire un avversario politico, un grave precedente. Non si tratta ancora di una sentenza e tuttavia la pronuncia di un giudice terzo, ma anche la stessa richiesta di archiviazione che aveva riconosciuto la riservatezza degli atti, dimostra che le parole degli esponenti della maggioranza e del governo sono state clamorosamente avventate. Mentre attendiamo ormai da mesi le scuse, ne traggano le dovute conseguenze, tutte politiche prima ancora che giudiziarie, sia il ministro che la presidente del consiglio, e magari lo stesso sottosegretario”. Lo dichiarano la deputata democratica Debora Serracchiani, responsabile Giustizia Pd, i deputati dem Silvio Lai e Andrea Orlando e il senatore dem Walter Verini.
Dichiarazione on. Stefano Vaccari, deputato Pd e presidente Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi
Al ministro Tajani che questa sera incontrerà il collega del Marocco Nasser Bourita affidiamo un compito, quello di ricordare le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal Regno del Marocco nel Sahara Occidentale, occupato illegalmente e con la forza dai militari e che ha costretto 200mila persone all’esilio nel deserto algerino. Il popolo saharawi sta aspettando da anni che le autorità internazionali consentano di ripristinare una situazione di legalità internazionale e possano tornare ad insediarsi nelle loro terre. Per questo come intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo saharawi sosteniamo la lotta del fronte Polisario affinchè non ci si giri più dall’altra parte per non vedere cosa è drammaticamente successo ed è per questo che abbiamo presentato una mozione parlamentare che chiede tra l’altro al Governo italiano di intraprendere ogni utile azione in ambito europeo, anche contro Francia e Spagna, che favorisca il superamento dello stallo in cui verte il negoziato internazionale nel rispetto del diritto all’autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale in conformità con le risoluzioni delle Nazioni Unite e dell’Unità africana con indubbi benefici nelle relazioni tra Italia e i paesi del Nordafrica. Il Ministro TAJANI venga a discuterla in Commissione e sia in prima fila nel rispetto delle sentenze della Corte di Giustizia Europea che attestano la non applicabilità di qualsiasi tipologia di accordo tra Unione europea e Marocco al Sahara occidentale in quanto territorio distinto e separato dal Marocco, a meno che ciò non avvenga con l’esplicito consenso del popolo saharawi".
Per molto meno delle cose imputate alla Santanchè ministri in passato si sono dimessi. La sua vicenda ed il suo comportamento rappresentano dei colpi micidiali alla credibilità della politica. La presidente del Consiglio non può fare finta di nulla, ritrovi la parola, esca allo scoperto e dica se pensa che la sua ministra possa ancora restare al governo.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
Oggi insieme alla Segreteria a Ventotene per testimoniare i valori e gli ideali più che mai attuali del progetto europeo.
Abbiamo voluto rendere omaggio ad Altiero Spinelli e a chi con lui, dal confino, seppe tracciare un cammino ancora incompiuto per un’Europa di pace e sviluppo. Lavoro, salute, giustizia sociale e climatica, protezione di fronte alle grandi trasformazioni che attraversano il nostro tempo: sono questi i terreni su cui investire con ancora più convinzione nel progetto federalista, per dare risposte ai bisogni dei cittadini e delle cittadine del nostro continente.
Lo ha scritto su Facebook Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera ei Deputati
Tweet di Laura Boldrini, deputata Pd
Sono intervenuta nell’aula della Camera dei deputati e, insieme ad altre colleghe e ad altri colleghi, ho chiesto al #Governo di prendere posizione su quanto sta avvenendo in questi giorni in #Palestina e in #Israele. Il campo profughi di #Jenin, nella Cisgiordania illegalmente occupata dall’esercito israeliano, è stato sottoposto a un violento raid militare che ha provocato tra la popolazione palestinese 10 morti, tutti tra i 16 e i 23 anni, centinaia di feriti e 3000 persone costrette a lasciare le loro abitazioni. Oggi, con un atto di vendetta elogiato da #Hamas, a Tel Aviv un palestinese di Hebron ha scagliato la propria automobile contro civili, alcuni dei quali sono stati feriti gravemente. La spirale di violenza non si ferma, e il Governo di destra guidato da #Netanyahu provoca ulteriore tensione annunciando la costruzione di 5000 nuove case per i coloni israeliani sui territori palestinesi, una decisione che il Segretario generale dell’#Onu, Guterres, ha definito una «flagrante violazione del diritto internazionale». Fino a quando perdureranno le occupazioni illegali della #Cisgiordania non vi sarà sicurezza né per gli israeliani né per i palestinesi. Di fronte a tutto questo il Governo italiano tace e rinuncia così a dare un contributo per la pace e la giustizia. Un silenzio deplorevole e non più sopportabile per un Paese che nella sua storia ha sempre cercato di promuovere ogni occasione di dialogo tra israeliani e palestinesi, per favorire una prospettiva fondata sulla convivenza di due popoli e due Stati.
"Il Governo chiarisca quali procedure sono state seguite dall'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS) nell'autorizzare Delfin a detenere una partecipazione qualificata superiore al 10% del capitale di Generali. Il ruolo di Generali è centrale come custode di una quota importante del risparmio italiano e di conseguenza per l’economia del Paese. Quindi è rilevante sapere se i Ministri competenti siano a conoscenza di fatti e decisioni connesse a un'operazione che, a quanto rilevato dagli osservatori, potrebbe riaprire la partita per il controllo della più grande compagnia assicurativa del Paese con oltre 500 miliardi di attività in gestione". Lo chiede la deputata Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, in un'interrogazione, depositata oggi, al ministro dell'Economia e delle finanze, al Ministro delle Imprese e del made in Italy dello sviluppo economico, in relazione all'autorizzazione concessa dall'Ivass alla Delfin, società lussemburghese e holding finanziaria della famiglia Del Vecchio, a incrementare la sua quota nella compagnia triestina, teoricamente fino a ridosso del 20%.
Nel suo documento, Serracchiani chiede al Governo di sapere "se risponde al vero che la richiesta di salire sopra il 10 per cento del capitale di Generali sia pervenuta oltre due mesi fa e se nell’ambito delle suddette procedure autorizzative sia stata contattata anche Assicurazioni Generali". La deputata domanda inoltre all'Esecutivo di precisare "se l’autorizzazione richiesta per sanare un fatto tecnico sia stata concessa in forma incondizionata e illimitata e, nel caso, quali considerazioni l’IVASS abbia svolto a tutela del settore assicurativo e dei clienti per giungere a siffatta conclusione".
Mai più bambini in carcere. Questa è la proposta che Paolo Siani, estensore della legge, e Paolo Lattanzio, già capogruppo in Commissione Infanzia, hanno portato in Parlamento per evitare che i figli innocenti di madri detenute passino gli anni più importanti della propria vita dietro le sbarre. Si tratta di una proposta di civiltà, votata all’unanimità alla Camera nella scorsa legislatura, e che prevede l’esecuzione della pena in case famiglia protette a cui vengono destinati anche dei finanziamenti. La tutela della salute, fisica e mentale, dei bambini deve essere la nostra priorità culturale e politica.
Il 27 giugno la Regione Campania ha approvato all’unanimità la proposta di legge, rilanciata dal Tavolo Infanzia del Comune di Napoli coordinato da Siani. Adesso porteremo la proposta di legge in tutte le altre regioni, a partire dalla Puglia dove il PD ha dimostrato la volontà di approvarla. Si tratterebbe di un grande risultato, in grado anche di rafforzare la possibilità di proposta legislativa regionale in grado di rimettere al centro del dibattito politico una proposta a garanzia di quei bambini e bambine che pagano per colpe non loro e rischino di avere danni irrecuperabili sul proprio sviluppo.
“L’impegno delle Regioni è fondamentale – ha detto la responsabile Giustizia del Pd Debora Serracchiani - per sollecitare nuovamente l’approvazione della legge sulle detenute madri, una legge di civiltà, che ha a cuore l’interesse dei bambini innocenti che non devono vivere in carcere”.
Dichiarazione di Irene Manzi, capogruppo Pd in Commissione Cultura della Camera
Dobbiamo fare in modo che le celebrazioni per il centenario della morte di Giacomo Matteotti escano dalle aule parlamentari e si diffondano in tutto il Paese per fare memoria viva della storia di quest’uomo, dei suoi valori e della sua esperienza parlamentare e politica, esperienza di un parlamentare tenace, appassionato, impegnato nella lotta per i diritti dei lavoratori e per l'emancipazione di contadini e braccianti. Quell'esperienza dei valori della democrazia, dell'antifascismo, della lotta alla corruzione, della questione morale che lui pose rispetto al fascismo proprio in quest'Aula.” Così la deputata del Pd Irene Manzi, relatrice della proposta di legge sulle Celebrazioni per il centesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti , già approvata all’unanimità dal Senato. “La proposta di legge - ha proseguito Manzi- non vuole essere una semplice occasione di ricordo, ma una vera, autentica, vitale occasione di formazione della coscienza civile, proprio a cominciare dai più giovani, perché la storia, l'esperienza politica, umana e parlamentare di Giacomo Matteotti si intreccia profondamente con la storia delle nostre istituzioni e con la storia del nostro Paese.” “Nel suo impegno per l'eguaglianza e la giustizia sociale –ha concluso Manzi- e nella sua difesa della sovranità popolare, del libero esercizio del voto, delle istituzioni rappresentative, in quel riformismo praticato nelle azioni parlamentari e nell'impegno appassionato e coerente contro la violenza fascista, prima ancora che questa si facesse regime, Giacomo Matteotti è una figura della storia del nostro passato che parla con forza al nostro presente, al presente delle istituzioni democratiche e al presente della nostra opinione pubblica, per valorizzare e ricordare il valore e l'importanza insostituibile delle istituzioni rappresentative e parlamentari, liberamente elette dai cittadini e dalle cittadine, che sono luogo e spazio di discussione e confronto democratico”.
"Diversi milioni di lavoratori, soprattutto giovani e donne, ricevono retribuzioni da fame. Diciamo basta. Per questo con le altre opposizioni faremo una battaglia parlamentare per il salario minimo e per costringere il governo ad assumersi le proprie responsabilità. Incalzeremo questo esecutivo che fa la guerra ai più fragili ed esposti come è chiaro anche nel decreto appena approvato che allarga le maglie del precariato e dello sfruttamento. Il salario minimo è una misura di equità oggi ancora più necessaria".
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd
“La decisione della Commissione Affari Cistutuzionali del Senato di approvare la proposta di legge per una Commisisone di inchiesta sui casi Orlandi-Gregori, senza emendamenti, è un atto saggio e che rende al Parlamento il senso della sua piena dignità e autonomia. Le parole del Papa, nei giorni scorsi, ci avevano riempito il cuore di speranza. Ora il Parlamento può mettersi presto al lavoro, collaborando con gli origani della giustizia italiana e vaticana. Può e deve farlo con equilibrio, saggezza, rigore e autorevolezza. Nel perimetro delle sue facoltà, per contribuire alla verità e alla grande richiesta di chiarezza che viene dalla pubblica opinione. E di verità delle famiglie. Ora si può dischiudere la porta della trasparenza. Sarà un grande passo avanti per tutti e una pagina di giustizia. Mettendo da parte esibizionisti, profittatori, depistatori e ingannatori”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, promotore della proposta.