Il deputato del Partito Democratico: “Sbagliata l’idea di smontare il decreto Dignità. Con il lavoro precario non si costruiscono progetti di vita”
“Il decreto Dignità cercava di mettere alcuni limiti alla precarizzazione del lavoro, ma il Governo Meloni lo sta smontando agevolando i contratti a termine”.
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato del Partito Democratico e componente della commissione Lavoro della Camera.
“Il Governo di centrodestra ha previsto criteri sempre meno rigidi per i contratti a termine, precarizzando sempre di più il lavoro: per i contratti a tempo determinato si potrà arrivare fino a 2 anni e non servirà la causale sotto i dodici mesi - sottolinea Fossi -. Il decreto Dignità del 2019 aveva previsto, per i contratti di durata superiore ai 12 mesi, nonché per le proroghe e i rinnovi, causali stringenti, come la sussistenza di condizioni straordinarie, imprevedibili o comunque eccezionali rispetto all’organizzazione produttiva. Adesso il Governo ribalta la situazione e spinge sulla precarizzazione”.
“La premier Meloni – sottolinea Fossi - si riempie la bocca con la parola natalità, chiedendo agli italiani di fare figli, ma poi agevola il precariato. Non si può essere precari a vita, non si può fare un progetto di vita a colpi di contratti a tempo determinato. Una famiglia ha bisogno di stabilità: serve un lavoro di qualità e con le giuste tutele”.
Le deputate e i deputati del partito democratico si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa di Cesare Fumagalli. Lo ricorderemo con affetto, per la serietà e la passione con cui si è sempre dedicato alla difesa del lavoro e al sostegno alla piccola impresa. Ci ha fatto conoscere un mondo laborioso, creativo e sostenibile su cui si basa l’economia del nostro paese.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Mi fanno pena certe polemiche. Gualtieri giocava a tresette durante una seduta dell’Assemblea Capitolina? Non trovo nulla di scandaloso. Era chiaramente un atto antistress. Ognuno di noi ne fa uso in forme diverse durante il lavoro”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Se avesse fatto un cruciverba - continua Morassut - lo avrebbero elogiato. Ma il tresette? ‘È greve e da osteria?’. Ma per favore. Io canto. Si, durante il lavoro, canto. Non certo in aula. Ma mentre lavoro alla scrivania. Mentre scorro la corrispondenza o svolgo altre attività. E la sera lo faccio a casa, con dei bellissimi karaoke. Adesso mi sono concentrato su Lucio Battisti. Con grave disdoro dei miei vicini di casa. Avrei bisogno di una sala di registrazione per esercitarmi, ma non c’è l’ho”.
“Ognuno ha le sue valvole di decompressione ed è giusto che sia così. L’importante è che queste valvole non compromettano la nitidezza del lavoro istituzionale. Guardiamo i fatti e discutiamo di questi. Purtroppo la politica e la comunicazione romana è sono povere di sostanza e ricche di pettegolezzi, di retroscena quasi sempre squallidi e insignificanti”, conclude.
"Come denunciato in un'inchiesta di Fanpage.it andata in onda nella puntata di ieri sera di Piazza Pulita, in una comunità di recupero chiamata Shalom, che si trova a Palazzolo sull'Oglio (Brescia), ci sono ospiti che vivono nel terrore tra violenze psicologiche e fisiche e con un consumo non controllato di farmaci e psicofarmaci. Sono perlopiù giovani, a volte minorenni, con diverse problematiche: dalla tossicodipendenza all'anoressia, fino ai disturbi comportamentali. Dall’inchiesta si evince un clima di paura unito a metodi terapeutici che lasciano sconcertati, fatti di violenza fisica e psichica, di botte e soprusi verso ragazzi in grave difficoltà. Ma com'è possibile che in tanti anni la comunità Shalom abbia potuto operare senza che fossero fatti i dovuti controlli? Ho presentato un’interrogazione al Ministro della Salute e al Ministro del Lavoro per fare chiarezza su questa comunità perché quello che abbiamo visto attraverso quest’inchiesta è spaventoso e inaccettabile". Così Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali, annuncia la presentazione di un'interrogazione sulla comunità Shalom.
Il deputato del Partito Democratico: “Hanno vinto le elezioni politiche promettendo la riduzione delle tasse e la revisione della riforma Fornero, ma finora zero fatti”
“La Destra ha vinto le elezioni politiche promettendo la riduzione delle tasse e la revisione della riforma Fornero, ma si sono rivelate false promesse”.
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato del Partito Democratico e membro della commissione Lavoro.
“Nel Documento di economia e finanza varato dal Governo - sottolinea Fossi - non c’è traccia della riforma della legge Fornero come promesso dal duo Meloni-Salvini, perciò restano i 67 anni come età pensionabile. La ministra Calderone si è limitata ad annunciare che alle pensioni il Governo penserà più avanti. La realtà è dura e la premier Meloni non sa dove trovare le necessarie coperture. La Lega spera di confermare quota 103 ma costa 2,2 miliardi, dove li vanno a trovare? Le uniche risorse disponibili sono state messe sulla revisione dell’Irpef ma ci aspetta un 2024 di tagli. Niente da fare anche per l’assegno unico. Senza dimenticare che i programmi elettorali di tutte le formazioni del centrodestra puntavano da subito a una flat tax per tutte le partite Iva fino a 100mila euro di ricavi o compensi, ed anche in questo caso promesse, solo promesse”.
“Tra un mese, il 14-15 maggio, si voterà in molti Comuni italiani. Gli elettori si stanno rendendo conto che alle promesse da campagna elettorale non corrispondono poi fatti concreti. Un conto è pontificare dai banchi dell’opposizione come la Meloni ha fatto per anni, altra cosa è governare un Paese: servono competenze e professionalità ma anche serietà. Il Centrosinistra deve ripartire dalle priorità degli italiani quali tasse e pensioni. Dobbiamo rimettere al centro e lottare per un’equità retributiva, per un salario giusto, per una sanità universale”.
“Il monitoraggio dell’impatto del lupo, degli ibridi e dei cani inselvatichiti, sul comparto zootecnico è uno degli aspetti fondamentali per assicurare la conservazione del lupo e la tutela di imprese agricole e zootecniche, come ci insegna il lavoro svolto da Federparchi. Purtroppo oggi dal governo non abbiamo ricevuto risposte concrete. Le predazioni sono la principale causa della chiusura di molti allevamenti, con ripercussioni su biodiversità, occupazione e manutenzione del territorio. Occorre ritrovare un equilibrio sostenibile che preservi la specie del lupo in purezza (l’ibridizzazione recente o antica secondo il rapporto Ispra sfiora ormai il 30%) e riduca l’impatto dei cani inselvatichiti. Serve un piano per la progressiva eradicazione dei cani inselvatichiti e uno studio sulle presenze abnormi del lupo in alcuni areali, affidando alla scienza le strategie di controllo. Serve rivedere il sistema di risarcimento dei danni, oggi l’attesa è in media di 201 giorni, reintegrando all’agricoltore i costi di perdita del capo e di mancata produzione di latte o carne. Va previsto un adeguato regime di sostegno delle imprese e sistemi assicurativi i cui costi devono essere per il 100% a carico degli enti pubblici competenti. Non saliamo sulle curve tra i protezionisti di tutto così com’è o di chi ritiene che serva agire in maniera indistinta. Vedremo cosa emerge dalla nuova versione del piano di conservazione del lupo, ma siamo ancora in attesa del piano complessivo di gestione della fauna selvatica, strombazzato in sede di Legge di bilancio ed ancora non arrivato come la costituzione del comitato tecnico faunistico venatorio nazionale. Ci sarebbe urgente bisogno di una strategia, che però non abbiamo intravisto nelle risposte di oggi di un governo che sembra invece navigare a vista, capace solo di agitare quando serve la bandierina propagandistica”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, in replica alla Camera alla risposta della sottosegretaria, Matilde Siracusano, all’interpellanza urgente di cui è il firmatario assieme alla capogruppo, Chiara Braga.
“Non siamo assolutamente soddisfatti della risposta del governo. Anzi, abbiamo avuto la conferma che in merito al RePowerEu vi è grande confusione e incertezza sugli stessi progetti che si intendono presentare. Petaltro, il termine previsto dal nuovo regolamento europeo è quello del 30 aprile. Mancano solo pochi giorni, dunque, e apprendiamo che il governo è in assoluto ritardo e che non vi è alcuna idea precisa di quali siano i progetti sui quali puntare. Denunciamo inoltre il mancato coinvolgimento del Parlamento sulle modifiche che la destra intende fare al Pnrr nel suo complesso. Questo è ancor più grave perché alcuni esponenti della maggioranza hanno annunciato di voler rinunciare ad una parte di queste risorse. Dal Pd il messaggio è chiaro: l’Italia non può rinunciare a queste risorse decisive per il futuro del Paese e che abbiamo ottenuto dall’Europa. Occorre dal governo una operazione di trasparenza e verità. Lo chiedono gli italiani”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee, Piero De Luca, in replica alla Camera alla risposta della sottosegretaria, Matilde Siracusano, all’interpellanza urgente presentata insieme al collega Andrea Casu.
“RePowerEu - ha detto Andrea Casu illustrando l’interpellanza - è un piano finalizzato a risparmiare energia, produrre energia pulita, diversificare il nostro approvvigionamento energetico. L’obiettivo è quello di rendere l'Europa indipendente dai combustibili fossili russi ben prima del 2030, secondo modalità che garantiscano la coerenza con il Green Deal europeo. Parliamo per l’Italia di risorse che possono arrivare fino a 5 miliardi di euro complessivi per il miglioramento delle infrastrutture e dell’efficienza, il contrasto alla povertà energetica, la diffusione delle energie rinnovabili, l’incentivazione della riduzione della domanda e la riqualificazione della forza lavoro per acquisire competenze verdi. Ecco perché - ha concluso - sarebbe una follia non portare a termine questa missione”.
"'Il giorno che hanno staccato l’altoforno, per me è stato un funerale'. Queste parole descrivono al meglio lo stato d’animo di lavoratori e sindacalisti durante l’incontro del consiglio di fabbrica delle acciaierie di Piombino con la nostra delegazione parlamentare, composta da me, Emiliano Fossi e Marco Simiani. Con noi c’erano anche il consigliere regionale Gianni Anselmi, Simone De Rosas e il PD Val di Cornia Elba. Da quasi dieci anni mille persone sono in cassa integrazione, e la loro vita è tenuta in sospeso a causa di impegni disattesi. Le aziende italiane e straniere che si sono succedute hanno promesso sviluppo e occupazione, ma hanno invece lasciato macerie.
E anche la politica, come sottolineato nell’incontro, ha la sua parte di responsabilità in questa vicenda. I rappresentanti sindacali ci hanno esposto le conseguenze negative generate dalla prolungata inattività, così come le richieste avanzate alla JSW Steel Italy: un piano industriale, investimenti in nuove tecnologie, chiarezza sulle ultime commesse assegnate. Temi che, dopo molte sollecitazioni, il 27 aprile verranno finalmente affrontati al ministero.
Noi ci siamo impegnati sia a predisporre interventi parlamentari – una risoluzione, un question time, eccetera – per sollecitare il governo a sbloccare questa pesante situazione, sia ad accompagnare il percorso della vertenza. Ci siamo confrontati in un clima costruttivo e ho apprezzato molto la solidità di queste persone, la loro sobrietà e la determinazione ad andare fino in fondo. Noi li accompagneremo in questa battaglia. Perché questo deve fare un partito che mette il lavoro dignitoso al centro del proprio programma". Lo scrive sul suo profilo Facebook la deputata dem Laura Boldrini.
“Siamo al fianco dei lavoratori del settore autoferrotranviero che oggi scioperano per migliorare le condizioni di lavoro nel settore ferroviario. Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali confederali che oggi scioperano a livello nazionale per richiamare ancora una volta l’attenzione del governo sulle condizioni di lavoro nel settore. Sosteniamo le richieste per un piano di assunzioni per le attività lavorative e una maggiore attenzione ai tempi di lavoro degli equipaggi dei treni. Crediamo sia indispensabile trovare tutti gli strumenti per rafforzare la sicurezza dei lavoratori preda di continue aggressioni del personale a bordo treno e delle stazioni e al contempo rendere efficiente il settore manutenzione andando avanti con i processi di internalizzazione adeguando gli organici. Crediamo non più rinviabile un piano per riqualificare riorganizzare e modernizzare un settore strategico e vitale del nostro Paese”. Così in una nota il vicepresidente della Commissione Trasporti della Camera, Roberto Morassut.
“In queste ore stanno circolando indiscrezioni di ipotesi di individuazione, da parte del governo, di siti in Toscana in cui aprire nuovi CPR. Si parla di Coltano, nel pisano, e Pescia, in provincia di Pistoia. Se confermata siamo di fronte ad una scelta del governo Meloni grave e sbagliata. I CPR non sono assolutamente una soluzione, non servono per “contrastare la criminalità“. Nei CPR ci finiscono, infatti, tutti quelli che semplicemente non hanno un permesso di soggiorno in tasca. Da sempre denunciamo il fatto che l’irregolarità non ha nulla a che fare con la criminalità: a causa della legge Bossi-fini molti cittadini stranieri, ad esempio, diventano irregolari solo perché hanno perso il lavoro. Può essere irregolare una badante, un operaio o un bracciante agricolo. Per questi motivi il Consiglio regionale della Toscana ha giustamente e prontamente respinto a maggioranza una mozione a favore di un Cpr. Il governo se ne faccia una ragione, in Toscana non c’è più spazio per nuovi Centri di permanenza e rimpatri. I Centri per il Rimpatrio non servono a garantire sicurezza a nessuno ma solo a calpestare diritti e dignità delle persone e per questo ci opporremo con tutte le nostre forze”. Lo dichiara in una nota Marco Furfaro, deputato pistoiese del Partito Democratico e capogruppo in commissione affari sociali.
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
Oggi la Commissione Affari Costituzionali si riunisce in sede referente per discutere diverse proposte di legge aventi ad oggetto l'istituzione della possibilità di votare fuori sede. L'Italia, assieme a Malta e a Cipro, è l'unico paese europeo a non prevedere delle modalità di voto per cittadini aventi diritto al voto che per ragioni di studio, lavoro o cura si trovano distanti dalla propria città di residenza. Questo ritardo ad ogni tornata elettorale impedisce a circa 5 milioni di italiani di esercitare il proprio diritto di voto. Non ci sono problemi tecnici insormontabili per garantire questa opportunità: ogni tentativo di ostruzionismo o la mancanza di un atteggiamento costruttivo paleserebbero infatti la volontà politica della maggioranza di privare 5 milioni di italiani del diritto di voto. Oggi la Commissione Affari Costituzionali si assuma la responsabilità storica di portare avanti una legge di civiltà che ci mette al passo con gli altri paesi europei.
Dichiarazione di Mauro Laus, capogruppo Pd commissione commissione Lavoro e relatore provvedimento
Subappalti a cascata, l'allargamento degli affidamenti diretti, la precarietà, i contratti atipici, i dislivelli occupazionali, le basse retribuzioni, sono solo alcune delle ragioni che hanno portato ad istituire una #Commissione d'#inchiesta sulle condizioni di #lavoro in Italia, sullo #sfruttamento e la tutela della #salute e della #sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. Così Mauro Laus sulla sua pagina Fb dove posta l’intervento in aula .
“Nel settore dello spettacolo operano migliaia di lavoratori con contratti atipici, intermittenti e con poche tutele. Nella scorsa legislatura è stata approvata una delega al governo per il riordino di ammortizzatori sociali e indennità per queste figure professionali, che fissava anche strumenti innovativi: norme su contratti ed equo compenso; riconoscimento del ruolo professionale; introduzione di indennità di discontinuità e benefici previdenziali; redazione di un codice dello spettacolo. Uniti a due grandi valori costituzionali: il diritto al lavoro e la promozione e diffusione culturale. L’esecutivo Meloni ha però prorogato il termine per l’esercizio della delega al 18 agosto 2024, pregiudicando operatività delle misure e utilizzo delle risorse”.
Così il deputato dem, Mauro Berruto, nel corso del Question time alla Camera, rivolgendosi al ministro della Cultura.
Nella replica a Gennaro Sangiuliano, il deputato del Pd, Matteo Orfini, si è detto “non soddisfatto della risposta del ministro. Su iniziativa del Pd, insieme, abbiamo scritto la legge. Su proposta del Pd, insieme, abbiamo implementato le risorse portandole a 100 milioni di euro per il 2023, ma ciò che non possiamo scrivere insieme, poiché attiene al governo, sono i decreti attuativi. Centinaia di migliaia di lavoratori dello spettacolo sono in attesa dell’indennità di discontinuità, diritto previsto per gli altri settori. Dal ministro ci attendevamo non un generico impegno, ma la data di entrata in vigore di questo strumento. Ci auguriamo - ha concluso Matteo Orfini - che almeno da giugno diventi realtà”.
Dichiarazione deputati Pd Commissione Lavoro Camera
I componenti Pd della Commissione lavoro della Camera Chiara Gribaudo, Emiliano Fossi, Mauro Laus, Marco Sarracino, Arturo Scotto e la deputata Silvia Roggiani, segretaria metropolitana del Partito Democratico di Milano, esprimono “profondo cordoglio per la morte di due operai avvenuta questa mattina a Noverasco di Opera e la massima vicinanza al terzo lavoratore rimasto ferito gravemente”. “Gli infortuni sul luogo di lavoro e le morti bianche – proseguono gli esponenti Pd - costituiscono un fenomeno inaccettabile per una società avanzata che voglia davvero essere civile e democratica. Per questa ragione in commissione lavoro abbiamo appena approvato - su proposta della Capogruppo Pd Gribaudo prima firmataria - l'istituzione di una Commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il numero di vittime che ogni giorno si registrano nel Paese e i fenomeni di sfruttamento, ancora presenti, non possono essere ignorati”. “L'istituzione di una commissione – concludono i deputati dem - consentirà non solo per accertare il livello di applicazione delle norme antinfortunistiche, ma soprattutto di individuare nuove misure e politiche di prevenzione, attraverso il coinvolgimento delle parti sociali, per rafforzare la cultura della sicurezza in ambito lavorativo”.
“Non pago di aver perso le vertenze di lavoro causate dall’improvvida rimozione di Alfonso Mascitelli dall’Agenzia Sanitaria Regionale e di Armando Mancini dalla direzione della Asl di Pescara, il presidente in scadenza Marsilio mette in atto nuove ingerenze nella sanità attraverso la mancata riconferma del direttore sanitario della Asl di Chieti Angelo Muraglia, chiesta a gran voce dal Comitato dei sindaci con l’assenso del direttore generale Thomas Schael”: l’on. Luciano D’Alfonso spara ad alzo zero contro la giunta regionale sulle nomine nella sanità.
Il deputato del Pd rievoca i casi clamorosi di Mascitelli e Mancini, fatti decadere dai loro incarichi prima della scadenza naturale dei rispettivi mandati, e successivamente vincitori delle cause di lavoro intentate contro la Regione Abruzzo targata centrodestra: “Anche uno studente al primo anno di Giurisprudenza avrebbe capito ictu oculi che quelle revoche erano illegittime. Ma la giunta Marsilio ha tirato dritto per la sua strada, andando violentemente a sbattere contro le sentenze della Corte d’appello di L’Aquila che ha dato piena ragione ai due ricorrenti. La protervia di questa classe dirigente regionale ha conosciuto una doppia sconfitta, ma a quanto pare non è bastato”.
D’Alfonso fa riferimento ad un altro caso scoppiato nel settore della sanità abruzzese, quello relativo al direttore sanitario della Asl teatina Angelo Muraglia: “Il suo contratto in scadenza - spiega il deputato dem - non è stato rinnovato dalla Regione Abruzzo, nonostante una precisa richiesta in tal senso del Comitato dei sindaci, cui si era uniformato anche il direttore generale Thomas Schael. Marsilio ha cercato di bypassare l’argomento sostenendo la sua non competenza sulla materia - e da un certo punto di vista posso anche credergli - ma è chiaro che dietro questa mancata riconferma c’è una volontà politica. Come da prassi consolidata, questa giunta regionale considera il merito come un fattore marginale e alle competenze interne preferisce qualche paracadutato da fuori: forse nei corridoi di palazzo Silone è scoppiata un’epidemia di esterofilia, nel qual caso bisognerebbe intervenire con una profilassi adeguata, ma tra qualche mese saranno gli abruzzesi a sradicare certe insane patologie. Sabato prossimo a Chieti ci sarà una conferenza stampa nella quale chiederemo conto delle nomine ad alto tasso di densità politica e di accompagnamento segnalatore. Riprenderà luce anche un manuale di spartizione insabbiato, che la tecnologia ha restituito alla luce”.