“Il ministro per lo Sport, Abodi, completa il suo quotidiano allenamento di genuflessioni: dopo le società di serie A di calcio è il turno della ministra del Lavoro, Calderone, già presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. Ai consulenti del lavoro in assemblea, Abodi dice: ‘Grazie a voi le società sportive entreranno senza traumi nella dimensione del lavoro sportivo’. Ecco allora spiegati i ritardi del ministro dello Sport che stanno mettendo in ginocchio soprattutto le piccole società sportive che devono affidarsi, per forza e pagando, a consulenti del lavoro, quando la legge permetterebbe loro di fare molti adempimenti gratuitamente e in autonomia, se solo i decreti fossero attuati, se solo il registro delle società dilettantistiche funzionasse. Il problema è che al ministro Abodi non interessano le società sportive, ma il solito club di presunti amici”.
Così Mauro Berruto, deputato Pd e responsabile Sport del Partito democratico.
“Ancora tutta la mia solidarietà ai lavoratori de La Perla. Ed il massimo impegno in una vertenza di grandissimo valore, a fronte delle giuste preoccupazioni ribadite da Cgil e Uil. Per difendere i posti di lavoro ed un marchio di grandissimo valore per il Made in Italy”. Così su X io deputato democratico, Andrea De Maria dell’Ufficio presidenza del gruppo del Pd.
Preoccupa molto l'impatto economico che la crisi in corso nel Mar Rosso ha scatenato nel settore della logistica, provocando forti ritardi nelle spedizioni ed una vertiginosa impennata dei noli marittimi. In uno scenario così preoccupante è necessario agire subito per gestire quella che già oggi rappresenta una emergenza per il Paese. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione e richiesto una informativa urgente al Ministro Salvini, affinché venga a riferire in Commissione Trasporti sulle strategie messe in campo dal Governo per affrontare l'impatto che la crisi del Mar Rosso sta generando sul settore della logistica, dei trasporti e della portualità, che si inserisce in una congiuntura già complessa e che avrà impatti importanti sul lavoro trasportistico e portuale e a cascata sulle economie delle aziende e delle famiglie, e quali azioni intenda assumere per contrastare eventuali comportamenti speculativi come il rischi aumento dei noli.
Lo affermano la vicecapogruppo PD alla Camera Valentina Ghio e il capogruppo PD in commissione Trasporti Anthony Barbagallo.
“Non è questa la strada per una vera riforma della Giustizia e del sistema penale. Proponete un nuovo reato a settimana, avete superato ogni record in questo delirio panpenalista, e continuate ad ignorare i problemi che si ripetono ciclicamente nei penitenziari. Approvate nuovi reati senza interrogarvi sulla finalità della pena e con il Decreto Caivano il governo ha smantellato la giustizia minorile, inasprendo le pene e smantellando le pene alternative, e abbandonando a sé stessi i detenuti con disagio neuro psichiatrico. Nordio aveva annunciato un fantomatico Piano carceri, ma sembra aver fatto la fine del Piano Mattei. Con 50mila posti disponibili abbiamo oltre 60mila persone recluse, con un tasso di crescita del 120%. Dall’inizio dell’anno nelle carceri italiane si sono già registrati quattro suicidi. La situazione è drammatica. Per costruire un nuovo carcere servono 25 milioni di euro e tra i 5 e 10 anni di tempo e servirebbero 44 nuovi istituti. Ma allora di cosa parliamo? La detenzione in carcere, oggi, a queste condizioni, rischia di perdere la sua funzione rieducativa. Rischia di perdere umanità. Non possiamo continuare a girarci dall’altra parte”.
Così la deputata dem della commissione Giustizia, Michela Di Biase, intervenendo in Aula dopo le comunicazioni del Guardasigilli Carlo Nordio sullo stato della Giustizia.
“Il lavoro parlamentare - ha aggiunto - si è ridotto a qualche legge correttiva e ad una serie di proposte preoccupanti come il Ddl in discussione al Senato o come le scelte sulla prescrizione che rischiano al Paese di far perdere una parte delle risorse assegnate con il Pnrr. Si è scelta la direzione sbagliata. Si pensi all’abolizione dell’abuso d’ufficio, che rischia di aprire un nuovo conflitto tra il nostro Paese e l’Ue, o alle drammatiche scelte operate dal governo nella Finanziaria con tagli da un miliardo di euro sul triennio. C’è bisogno di attivarsi subito - ha concluso - poiché sul carcere è calato il silenzio e ci troviamo in una fase di trionfo del populismo penale”.
Ora non ci sono scuse, subito nuove assunzioni e investimenti infrastrutturali
"Dopo la visita e le promesse tradite del viceministro Sisto alla giustizia, i proclami delle parlamentari di destra del territorio come Mazzetti e La Porta cui non seguiva nessun impegno da parte del governo, l'interrogazione fatta al Ministro Nordio che ha risposto non dando nessuna risposta, ho deciso di mettere alla prova il governo e il Parlamento con un ordine del giorno sul Tribunale di Prato che impegnava il governo ad assumere tutte le iniziative necessarie al fine di dare risposta alla domanda di giustizia di un intero territorio. Predisponendo, in particolare, fin dal primo provvedimento utile, tutte le misure necessarie a procedere alla prosecuzione e alla conclusione dei lavori strutturali del Palazzo di giustizia in tempi rapidi e ragionevoli. Nonché - prosegue l'ordine del giorno approvato - all’assunzione e all’assegnazione di personale amministrativo al fine di permettere la riapertura dell'ufficio decreti ingiuntivi presso il giudice di pace". Così in una nota Marco Furfaro, deputato, annuncia l'approvazione a larga maggioranza di un ordine del giorno a sua prima firma sul Tribunale di Prato.
"Una volta ancora" - spiega il deputato Pd eletto a Prato - "c'è la destra pratese e le sue parlamentari capaci di parlare sui giornali ma mai di alzare la mano per chiedere un impegno per il territorio al governo e poi ci siamo noi, che lavoriamo per Prato con i fatti. Siamo contenti che il Parlamento abbia votato un impegno per Prato che ora il governo deve rispettare, assumendo personale, proseguendo i lavori strutturali e ripristinando il corretto lavoro degli uffici. Vigileremo affinché questo impegno diventi al più presto operativo".
“Ho presentato un’interrogazione al Ministro per lo sport Andrea Abodi, poiché il decreto che ha dato piena attuazione alla riforma del lavoro sportivo prevedeva (entro il 31 dicembre 2023) l’istituzione, presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, dell’Osservatorio nazionale sul lavoro sportivo, al fine di favorire la conoscenza, migliorare l’attuazione e raccogliere e analizzare le problematicità della riforma.
Il termine indicato è ampiamente trascorso e dell'Osservatorio nazionale non c’è traccia. Chiedo al Ministro Abodi di uscire dal suo reiterato silenzio e dare al Parlamento e alle migliaia di società sportive qualche risposta su questo tema: quando verrà istituito questo tavolo di osservazione previsto dal decreto? Come e da chi sarà composto?” Così il deputato democratico, responsabile sport del Pd, Mauro Berruto.
“Gli allevamenti della provincia di Pavia sono allo stremo. Lo dicono i dati degli abbattimenti, arrivati oggi a 40mila, a fronte di nessun indennizzo riconosciuto in una porzione della Lombardia che vive di suinicoltura“ .
Così la deputata Pd, Antonella Forattini, rivolgendosi in commissione Agricoltura al Commissario alla peste suina africana, Vincenzo Caputo, chiamato a fare il punto sull’attività svolta, rivolgendogli le domande che anche i consiglieri regionali della Lombardia avevano più volte formulato in relazione agli indennizzi agli allevatori, ai criteri di perimetrazione della zona rossa, alla gestione dei liquami, all’individuazione dei macelli. Rispetto alla relazione ottimistica del Commissario, la parlamentare dem ha evidenziato che “ancora una volta il rischio è quello delle enunciazioni fine a se stesse: i Got, Gruppi Operativi Territoriali, in Lombardia non sono partiti, come non si è visto l’annunciato esercito. Il Commissario scarica ogni responsabilità sulla Regione, mentre noi ci aspettiamo che questo rimpallo di responsabilità cessi quanto prima e che arrivino i riscontri concreti. Il settore è in ginocchio, le risposte non possono essere rimandate ulteriormente. L’audizione odierna - ha concluso la deputata democratica - è stata richiesta dal Gruppo Pd alla Camera per la preoccupazione rispetto al raggiungimento degli obiettivi di abbattimento indicati nel piano, del ruolo che dovrà svolgere l’esercito al fianco delle regioni e dei Got, della ravvicinata scadenza del mandato del commissario che rischia di pregiudicare il lavoro di organizzazione e implementazione delle azioni messe in campo”.
“Quanto emerge dalla XI indagine dell’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia è un quadro molto preoccupante che purtroppo non stupisce. Le strutturali condizioni di difficoltà e precarietà che accompagnano il ruolo dei dottorandi in Italia non sono infatti nuove, ma nonostante ciò continuano a peggiorare: borse troppo basse, incapaci di garantire una vera sostenibilità economica, carichi di lavoro esagerati e un imbuto lavorativo che nega prospettive certe al grande lavoro di ricerca che si compie. Tutto questo, sottolinea il documento di ADI, produce livelli di stress e depressione allarmanti. Interventi immediati non sono solo auspicabili, ma necessari”. Lo afferma Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico che ha ospitato la conferenza stampa presso la Camera. Alla presentazione erano presenti la Dott.ssa Rosa Fioravante, Segretaria nazionale ADI, il Prof. Paolo Vincenzo Pedone, Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), il Prof. Antonio Felice Uricchio, Presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), il Prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Università degli Studi di Catania, coordinatore della Commissione ricerca della Conferenza dei rettori delle Università Italiane (CRUI), la Dott.ssa Marcella Gargano, Direttrice generale delle istituzioni della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), ed Alessia Conti, Presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU).
“Condivido il punto di vista dell'ADI – prosegue Scarpa - per cui il tema della salute mentale affrontato solo come episodico malessere individuale, ci fa correre il rischio di percepirlo come una mera ulteriore voce di spesa offrendo, per esempio, alcune sedute psicologiche e di counselling gratuite alla comunità dottorale. Se questo tema diventa invece elemento di riflessione sulla sostenibilità dei luoghi di lavoro di ricerca, qualità delle relazioni interpersonali, serietà del percorso professionalizzante e benessere personale e organizzativo, allora può rappresentare una straordinaria occasione di promozione di ambienti lavorativi cooperativi, percorsi formativi innovativi e inclusivi ed essere vettore di accesso a nuovi diritti e tutele. L’intervento sistemico sulle cause profonde rappresenta quindi un orizzonte non solo di sostenibilità economica e contenimento dei costi dell'intervento ex post, ma anche orizzonte positivo di promozione di valori fondanti della comunità accademica, nel riconoscimento del diritto universale alla dignità, al benessere materiale e immateriale, allo sviluppo umano integrale. Inoltre le indagini dell'ADI consentono di sollevare periodicamente i problemi strutturali legati alla considerazione del percorso dottorale come percorso unicamente di studio, svalutandone la professionalità e facendo mancare le dovute tutele che spetterebbero sul posto di lavoro, in controtendenza con il resto d'Europa."
“A proposito della fine della legge Fornero, baluardo della campagna elettorale di Salvini e della Lega tutta, il sottosegretario Durigon dichiara ora che “per cancellarla servirebbero enormi risorse”. La futura realizzazione della promessa quota 41 (che pure, secondo l’Inps costerebbe comunque 75 miliardi nei primi dieci anni) si arricchisce di un ricalcolo contributivo, non certo raccontato in campagna elettorale.
Ma se questo riguarda il futuro, il presente non è meno preoccupante: avevano promesso di rendere strutturale Opzione donna e di confermare Ape sociale: la prima è stata massacrata dalle due ultime leggi di bilancio, per la seconda sono stati inaspriti i requisiti di accesso. Durigon ascrive alla Lega il merito di avere stoppato l’aggancio delle pensioni anticipate alla speranza di vita, ma con la legge di bilancio l’hanno riattivata con un anno di anticipo. Hanno fatto cassa limitando l’indicizzazione delle pensioni medio alte, dopo aver promesso la rivalutazione di tutte le pensioni. Forse questo non era l’anno della riforma pensionistica, ma se il buongiorno si vede dal mattino…”. Lo dichiara la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.
Pd presenterà emendamento a mille proroghe
“La proroga al sostegno al lavoro portuale è quanto mai necessaria e urgente, anche in conseguenza delle criticità nel Mar Rosso che obbligano a rotte logisticamente più complesse. Oggi ho riposto la questione in Commissione Bilancio alla Camera, durante le audizioni per il Milleproroghe, nell'ambito delle quali abbiamo richiesto di audire rappresentanti del cluster portuale, fra cui Assoporti che oggi ha confermato la preoccupazione della categoria per la situazione di crisi nel Mar Rosso. Anche per questo non si può più rimandare la proroga che come PD abbiamo chiesto in ogni sede, per sostenere il lavoro portuale, e che chiediamo oggi con uno specifico emendamento che abbiamo predisposto al Milleproroghe, visto che gli annunci del Governo sono rimasti ancora tali e in nessuna delle occasioni possibili si sono concretizzate, inclusa la versione del Milleproroghe che stiamo esaminando. Il tempo dei rinvii è finito: la prossima discussione in aula deve portare all’approvazione delle nostre proposte per sostenere il lavoro portuale”, così la deputata e vicecapogruppo PD alla Camera Valentina Ghio alla fine della Commissione bilancio che si è svolta questa mattina, in cui il Partito Democratico ha chiesto l’audizione di Assoporti e Ancip per un confronto sui temi e sulla necessità di sostegno al lavoro portuale.
“Ho letto con attenzione l’intervista del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che annuncia nei fatti un ennesimo intervento sulle pensioni dopo quello già fatto in Legge di bilancio. Qui siamo davanti a un’operazione di portata enorme, anche perché mette in discussione uno dei capisaldi della campagna elettorale del centrodestra: il superamento della riforma Fornero. Pensiamo che il Governo debba rapidamente venire in commissione Lavoro e spiegare cosa intenda fare e con che metodo intende coinvolgere le forze sociali. E’ una materia troppo delicata per affrontarla con gli annunci”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Sulle pensioni va dato atto al sottosegretario Durigon di averci messo la faccia. Non era facile in piena campagna per le Europee ammettere candidamente che tutte le promesse elettorali della destra e del governo Meloni erano un inganno e 'quota 100' una clamorosa fake news". Lo dichiara il deputato dem Emiliano Fossi, componente in commissione Lavoro.
Lavoratori dello sport nel caos per latitanza ministro
“Ho depositato un'interrogazione al Ministro per lo sport Andrea Abodi, invitandolo a chiarire se intende prorogare il termine del 31.12.2023 entro il quale gli sportivi già aderenti al fondo pensionistico sportivi e lavoratori dello spettacolo (ex Enpals) potevano optare per restare iscritti a tale fondo. Si auspicava un'intensa campagna informativa da parte dei Ministeri per lo Sport e del Lavoro, che invece non c'è stata: tanti sportivi, quindi, sono inconsapevolmente passati al fondo Inps Gestione Separata con effetto retroattivo dal 1 luglio scorso nonostante i club dilettantistici avessero frattanto versato i contributi al fondo ex Enpals”. Così il deputato democratico, responsabile nazionale Sport del Pd, Mauro Berruto che aggiunge: “si è generato un enorme caos poiché quei contributi dovranno essere trasferiti ma soprattutto per il fatto che le agevolazioni del lavoro sportivo spettano soltanto agli sportivi iscritti al fondo Inps Gestione Separata, dunque si sta profilando un disastro anche dal profilo economico-finanziario che potrebbe riversarsi sulle associazioni e società sportive. Se non viene riaperto il termine e concesso un congruo termine, il sistema-sport accuserà un assurdo incremento di costi e molti sportivi si troveranno iscritti in un fondo previdenziale diverso da quello ambito. Soprattutto, ora dovrà essere garantita la massima divulgazione di questo adempimento, per evitare di ricadere in un errore dal sapore di trascuratezza verso lo sport dilettantistico”.
Domani, 16 gennaio, verrà presentata presso la Camera dei Deputati la XI Indagine sulle condizioni di lavoro e la salute mentale del dottorato di ricerca condotta da ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia.
La presentazione è ospitata dall’on. Rachele Scarpa, promotrice dell’Intergruppo sulla salute mentale e responsabile giovani e salute del Partito Democratico, che dichiara: “Quanto emerge dalla XI indagine dell’ADI è un quadro molto preoccupante che purtroppo non stupisce. Le strutturali condizioni di difficoltà e precarietà che accompagnano il ruolo dei dottorandi in Italia non sono infatti nuove, ma nonostante ciò continuano a peggiorare: borse troppo basse, incapaci di garantire una vera sostenibilità economica, carichi di lavoro esagerati e un imbuto lavorativo che nega prospettive certe al grande lavoro di ricerca che si compie. Tutto questo, sottolinea il documento di ADI, produce livelli di stress e depressione allarmanti. Interventi immediati non sono solo auspicabili, ma necessari”.
Alla presentazione saranno presenti la Dott.ssa Rosa Fioravante, Segretaria nazionale ADI, il Prof. Paolo Vincenzo Pedone, Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), il Prof. Antonio Felice Uricchio, Presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), il Prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Università degli Studi di Catania, coordinatore della Commissione ricerca della Conferenza dei rettori delle Università Italiane (CRUI), la Dott.ssa Marcella Gargano, Direttrice generale delle istituzioni della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), ed Alessia Conti, Presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU).
“Ho depositato un'interrogazione rivolta al ministro per lo Sport, Andrea Abodi, invitandolo a precisare se e in che tempi intende emanare l'atteso decreto che elenca tutte le ulteriori mansioni riguardanti i lavoratori sportivi, senza il quale restano tagliate fuori dall'inquadramento agevolato tutte le figure da sempre presenti in ogni associazione e società sportiva e indispensabili per il corretto svolgimento delle discipline sportive. In assenza del provvedimento si vanifica l'articolo 25 del Dlgs 36/2021, il quale prevede che il ministro dello Sport, sentito il ministro del Lavoro, approvi con decreto l'elenco delle mansioni necessarie per lo svolgimento dell'attività sportiva”.
Così il deputato e responsabile nazionale Sport del Pd, Mauro Berruto “E' paradossale - aggiunge - che i regolamenti delle federazioni sportive impongano la presenza di ruoli tecnici e operativi e che una norma disponga la riconducibilità di tali ruoli al lavoro sportivo agevolato (introdotto dalla Riforma dello Sport), ma che non sia possibile inquadrare le persone preposte a tali mansioni poiché manca ancora il decreto a quasi sette mesi dall’entrata in vigore della Riforma”.