“Con l’eliminazione delle Zes il Governo ha creato uno strumento burocratico infernale, una cabina di regia che dovrebbe rilasciare tutte le autorizzazioni che prende il posto delle 8 Zes esistenti con una dotazione finanziaria e di personale identica a quella di una sola Zes, quindi 8 milioni per la Zes unica come precedentemente 8 milioni per ogni singola Zes. Si creerà un collo di bottiglia enorme. Hanno eliminato il taglio del 50% dell’ires; hanno semplicemente rifinanziato il credito d’imposta Sud quindi nulla di innovativo da parte dell’attuale Governo; per cui al momento la cabina di regia unica dovrebbe fare un’attività di programmazione per tutto il Mezzogiorno impossibile da realizzare. Questa manovra sembra piu che altro un tentativo maldestro da parte del Governo di tornare ad una sorta di Iri”. Lo dichiara Stefano Graziano deputato Pd.
“Ma la cosa che va evidenziata e che è stata nascosta nel decreto Sud spostando tutta l’attenzione sulle Zes e poco e niente sul Fsc - prosegue il dem - è proprio il fatto che il ministro Fitto si è letteralmente appropriato del Fsc, cioè sostanzialmente ha definito un procedimento anche in questo caso barocco e complesso di negoziato regione per regione per autorizzare l’utilizzo del Fsc ma definendo in maniera preventiva quali sono gli obiettivi che devono essere raggiunti con l’utilizzo del Fsc, il più importante dei quali è finanziare progetti coerenti con il Pnrr. Quindi si completa il furto che Fitto aveva annunciato per cui quando si siederà con le Regioni e negozierà l’utilizzo del Fsc pretenderà che le Regioni vadano a coprire i progetti che lui nel frattempo ha tagliato sul Pnrr”, conclude Stefano Graziano.
Nostra proposta alternativa su lavoro, sanità e lotta a carovita
“Dopo mesi di proclami positivi, il governo Meloni si accorge adesso che la situazione economica è difficile. Finora le loro scelte hanno peggiorato le cose: ritardi nella attuazione del Pnrr, condoni senza lotta a evasione fiscale, retromarcia sulle accise per la benzina, mancano ancora risorse per i danni dell’alluvione, salario minimo senza risposte. E l’inflazione che si mangia i salari, mentre sulla sanità aumentano liste di attesa e ricorso al privato per chi può. E in Europa siamo isolati a causa delle posizioni degli alleati della destra che negano aiuti per l’immigrazione e per cambiare il Patto di stabilità… Siamo al dunque, dopo tante promesse avanza la realtà di un governo inadeguato. Su lavoro, sanità e lotta contro il carovita, presenteremo una proposta di bilancio alternativa”.
Lo dichiara il capogruppo del Partito Democratico in commissione Finanze alla Camera, Virginio Merola.
"La destra nel panico continua a demonizzare il Superbonus: tra poche settimane infatti la Legge di Bilancio dovrà essere trasmessa al Parlamento ed i cittadini si aspettano che vengano concretizzate - dalle pensioni al taglio dell'Irpef, dalla cancellazione delle accise sui carburanti alla riduzione dell'iva sui prodotti alimentari - almeno alcune delle promesse elettorali. Una manovra senza queste misure sarebbe un fallimento epocale. È quindi chiaro il disegno di governo e maggioranza di addossare tutte le colpe al 110 per cento": è quanto dichiarano i deputati Pd Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capogruppo in Commissione Ambiente e Bilancio.
"A Montecitorio, su indicazione del Pd, si stanno svolgendo due dettagliate indagini conoscitive sugli effetti delle detrazioni edilizie e sull’efficientamento energetico. Nel corso delle audizioni, nella quali sono stati coinvolti tutti i principali enti pubblici e privati (dal Mef all'Istat, dalla Banca d'Italia alle associazioni di categoria) stanno emergendo indicazioni differenti da quelle utilizzate oggi dalla destra, che dovrebbe comunque avere rispetto per il lavoro del Parlamento e commentare soltanto le relazioni conclusive. Senza dimenticare che proprio fino a poco tempo fa molti autorevoli esponenti della maggioranza, compreso Fdi, condividevano il Superbonus e che due terzi dell’attuale esecutivo (Lega e Fi) sono ininterrottamente al governo da quasi 3 anni ed hanno sempre avallato le scelte fatte fino ad ora. Ma ormai per loro la coerenza è un optional”: concludono.
“Dopo un anno, alla maggioranza non resta che assumersi responsabilità e fare i conti con la realtà: non si può scaricare sui governi precedenti e sulla manovra le tensioni interne. Serve una legge di bilancio che metta soldi sui servizi e che punti a proteggere i più fragili. Serve costruire un’asse coi paesi europei per una revisione del Patto di Stabilità che promuova crescita e rilanci investimenti”. Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, intervenendo oggi a Skytg24 Agenda.
“Non accetteremo alcun taglio alla spesa sociale in particolare alla sanità. Temiamo che il modello di questa destra sia la Lombardia dove si è cominciato a pagare il Pronto Soccorso. E’ stato il Ministro della Salute a chiedere 4 miliardi di euro, e con lui i presidenti di regione del centrodestra, perché alla sanità pubblica e universale non si deve rinunciare” ha proseguito Braga.
“Nessuna iniziativa contro l’inflazione e una riforma fiscale che non aggredisce l’evasione non possono essere la ricetta. Così come non può esserlo tagliare il Pnrr soprattutto dove erano previsti progetti di riqualificazione urbana e poi promettere a Caivano un piano di recupero”.
“Sosterremo tutte le iniziative che hanno come obiettivo la riqualificazione delle nostre periferie, ma alle promesse seguano i fatti. Dal contrasto alla violenza di genere al salario minimo, chiediamo al governo di cambiare passo, di farsi carico dei problemi reali del paese con scelte chiare e concrete” ha concluso la capogruppo Pd.
“Il Governo Meloni continua a mentire agli italiani. I soldi per la manovra di bilancio non ci sono, dobbiamo dire la verità agli italiani. Sulle priorità che dovrebbero essere Sanità e Istruzione nessuna risposta; mancate risposte anche sul caro benzina. Il Governo pensa a trovare le risorse per soddisfare le promesse pre e post elettorali piuttosto che risolvere i problemi reali e stringenti dei cittadini che non riescono ad arrivare a fine mese. E intanto dà una lettura assolutamente fuorviante del Superbonus per fare ulteriore cassa sulle spalle di famiglie e imprese, senza risolvere di un millimetro il problema drammatico dei crediti incagliati.” Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio
“Dal Governo Meloni assistiamo a teatrini imbarazzanti fra viceministri che distolgono l’attenzione dal punto: ossia la distanza siderale tra le promesse fatte e le risorse effettive che hanno a disposizione. Il tutto in una situazione congiunturale economica in peggioramento come ha segnalato anche l’Ocse oggi stesso. Attendiamo che il Governo chiarisca i punti salienti della manovra e faccia dei fatti concreti e la smetta di fare confusione prima che questo diventi il presupposto per l’esplosione di rabbia sociale. Da parte nostra ci attendiamo la conferma del taglio del cuneo fiscale ed un potenziamento delle risorse per la sanità pubblica”.
Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio di Montecitorio.
“Ci aspettavamo che il Governo, dopo tutti gli annunci e le promesse fatte, finalmente desse prova di concretezza sulla manovra di bilancio. E invece quelli di Meloni e del suo governo sono stati evidentemente solo slogan. Poche risorse, diverse le priorità all’interno della compagine di governo, viceministri che litigano. Ora gli italiani attendono risposte concrete e soprattutto ne hanno diritto. Ma come al solito da Meloni solo annunci e zero fatti”. Lo dichiara Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze di Montecitorio.
“Questo avviene - aggiunge Merola - perché non si è voluta una lotta seria contro l’evasione fiscale e si sono volute accontentare diverse corporazioni. Per noi è decisivo l’impegno a ridurre in modo permanente il cuneo fiscale per i lavoratori e i pensionati”.
"Giorgetti parla di una manovra complicata, che si annuncia piena di tagli. Per Fitto, senza accordo sul Patto di stabilità, l'Italia rischia. Con i ritardi del Pnrr, i rinvii sul Mes e le alleanze sovraniste con quale credibilità il governo negozierà in UE la riforma del Patto?". Lo scrive su X (ex Twitter) il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche Ue.
"Ho depositato un'interrogazione al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, sollecitando un suo intervento su quanto emerso nel corso di una mia recente visita a Livorno, durante l'inaugurazione della mostra fotografica 'Il porto delle donne', fortemente voluta dall'assessora Barbara Bonciani. In pochi sanno che nel nostro Paese la percentuale di donne impiegate nel lavoro portuale e marittimo è bassissima, non raggiunge le due cifre: troppi sono ancora i pregiudizi secondo cui queste attività vanno svolte soltanto dagli uomini in quanto dotati di maggior forza muscolare. Ma questo poteva valere in un altro tempo, non certo oggi che le operazioni di imbarco e sbarco merci si svolgono con palmari e mezzi meccanici che il personale femminile è perfettamente in grado di manovrare. Ed è sempre per colpa dei pregiudizi se persino nelle posizioni di vertice del settore portuale e marittimo le donne sono appena il 5 per cento, e se al comando di navi di donne non ne esistono affatto". Lo scrive in una nota Laura Boldrini, deputata del Partito democratico e presidente del Comitato permanente della Camera sui Diritti umani nel mondo. "E quali sono le conseguenze se il ruolo delle donne in questo settore non viene riconosciuto? Semplice: si fa scarsa formazione, ci sono poche assunzioni, non c'è accesso alle funzioni apicali, non vengono realizzati servizi e spogliatoi riservati, non si tiene in conto una distribuzione dell'attività che permetta di conciliare il lavoro con la gestione della vita familiare, che nel nostro Paese è drammaticamente in capo alle sole donne", continua l'ex presidente della Camera che poi conclude: "Ci auguriamo che il ministro Salvini dia seguito al più presto alla mia richiesta di adottare iniziative che vadano a sanare una condizione non più al passo col tempo che viviamo. Con un'ultima istanza: quella di riconoscere come usurante il lavoro portuale e marittimo, sia per gli uomini sia per le donne. Si compirebbe così un passo in avanti che può aprire nuove opportunità per le donne e le generazioni future. Noi ci crediamo. Ci crederà anche Salvini?".
“La collega Ghio ha chiesto, per conto del Partito Democratico, l'informativa urgente al ministro Musumeci per la grave situazione degli incendi in Sicilia. Purtroppo, nel corso della giornata, la situazione è nettamente peggiorata rispetto alle notizie drammatiche che arrivavano stamattina provenienti da tutte le 9 province dell'isola. Lo scorso anno sono andati in fumo, in Sicilia, col Governo Musumeci, 56.000 ettari di terreno, di cui 8.000 di boschi. La regione, anche in virtù delle sue specifiche competenze, era chiamata, quindi, a un'opportuna programmazione, a un impiego di ulteriori unità e a un impiego straordinario di risorse, magari nella manovra finanziaria regionale, finanziando qualche sagra in meno e investendo i mezzi per la Protezione Civile e per il soccorso, che, invece, languono soprattutto in queste ore”. Lo ha detto ieri in Aula alla Camera, il deputato siciliano del Pd Anthony Barbagallo, intervenendo a fine seduta.
“I danni - ha concluso Barbagallo - sono incalcolabili anche per il quadro complessivo che in questi giorni attanaglia la Sicilia, con la mancanza di energia elettrica, con la mancanza dell'erogazione dell'acqua potabile e con il trasporto che è andato a farsi benedire, prima di tutto il trasporto aereo verso gli aeroporti di Catania e Palermo. Il Partito Democratico, pertanto, chiederà in tutte le sedi lo stato di emergenza, per garantire gli opportuni ristori che vanno quantificati quanto prima. Serve fare presto, quindi. Serve intervenire con la massima celerità, perché i siciliani non meritano questa inadeguatezza”.
"Sull'Ilva siamo all'ennesima forzatura da parte del Governo. Una forzatura che come il gioco dell'oca, ci costringe a ricominciare tutto daccapo. Ma per la città di Taranto questo non è un gioco. L'emendamento al decreto infrazioni assume infatti un profilo estemporaneo che non risolve le grandi questioni che attengono al futuro dello stabilimento, dei suoi livelli occupazionali e della ambientalizzazione degli impianti. È la solita manovra elusiva a cui ci ha abituato il Ministro Fitto per prendere tempo, come sta facendo anche sul Pnrr, e di questo siamo preoccupati perché Taranto aspetta risposte certe". Così il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd, Marco Sarracino.
“La piccola macchina del fango che Fratelli d'Italia sta cercando di attivare a seguito della drammatica tragedia che ha riguardato gli ospiti della Casa di riposo di via dei Cinquecento è davvero sconcertante. In momenti di dolore e lutto come questi dovremmo tutti stare in silenzio e semmai aiutare la magistratura ad accertare le responsabilità. Ci vediamo invece costretti a intervenire di fronte al grave rovesciamento della verità. L'onorevole De Corato ha infatti attaccato l'esternalizzazione delle 5 Rsa del Comune di Milano attribuendo la cosa Beppe Sala e Pierfrancesco Majorino. Oggi lo ha ripreso perfino il senatore Gasparri. La cosa sconcertante è che l'esternalizzazione delle RSA è del 2008, ed è stata votata dalla Giunta Moratti, il 21 novembre 2008 presenti al voto alcuni esponenti di Fratelli d’Italia tra cui proprio De Corato. Tale manovra peraltro si è realizzata (e non poteva peraltro essere altrimenti) in coerenza con le regole definite da Regione Lombardia, storicamente governata dalla destra”. Così il deputato democratico Vinicio Peluffo, segretario regionale Pd Lombardia.
Dichiarazione di Laura Boldrini , deputata Pd
Una commissione d’inchiesta sul #Covid che esclude dall’indagine le Regioni che hanno per Costituzione la gestione della sanità – il 90 per cento delle competenze è infatti regionale – è una farsa.
Ed è anche un grande imbroglio verso il Paese, perché significa non voler far chiarezza su quanto accaduto. La maggioranza di destra – che nei momenti più difficili della #pandemia occhieggiava a No Vax e No Mask – ha votato per l’istituzione di una commissione d’inchiesta che così com’è impostata non ha alcuna autorevolezza e ha una sola finalità: non quella di indagare su quanto accaduto e sugli errori che pure ci sono stati, ma quella di mettere in atto una vendetta politica contro chi si è trovato a gestire una delle più grandi emergenze degli ultimi cento anni. Peraltro, sul lavoro di chi ha gestito la pandemia, in particolare il presidente Conte e il ministro Speranza, la magistratura si è già espressa affermando che si è agito nell’interesse del Paese, archiviando così il caso con formula piena.
Questa commissione è veramente una manovra indegna.
Il decreto Lavoro del governo Meloni è un concentrato di cinismo sociale, un incoraggiamento all’espansione del nero, una spintarella all’evasione contributiva, un colpo secco al sindacato, un manifesto carico di arroganza nei confronti della parte più debole della società. Nei fatti alimenta la precarietà, non la combatte. Introduce la liberalizzazione totale dei contratti a termine e allarga la sfera dei voucher. Dunque legalizza lo sfruttamento e lo schiavismo in alcuni settori come l'agricoltura. Interviene poi sul reddito cittadinanza tagliando il sussidio per oltre 400.000 nuclei familiari e restringendo ulteriormente la possibilità di accesso all'assegno di inclusione.
Ci troviamo di fronte ad una manovra politica chiara che ha l’obiettivo di colpire il lavoro, indebolirlo nella sua dignità e nella sua capacità di contrattazione e affossare i poveri che sono i veri colpevoli per questa destra della mancata crescita del Paese. Vi siete presentati come quelli che non vogliono disturbare “chi vuole fare”. L’avete spacciata come libertà e invece si trattava di una semplice licenza di arbitrio. Restano invece scolpite nella nostra memoria le parole di un grande leader politico, Enrico Berlinguer: “Noi vogliamo una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane”. Per queste ragioni il nostro no è forte e convinto. Perché lavoro e libertà non possono mai essere separati.
Così Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervenendo in Aula per la dichiarazione di voto sul decreto lavoro.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera
“Il Ddl Salvini non affronta un tema cruciale: quello di garantire ai cittadini il diritto ad una mobilità sostenibile, attiva e sicura. Da una parte, il testo interviene sull’aspetto sanzionatorio per chi fa abuso di sostanze illecite quando è alla guida, ma non interviene sulla causa principale degli incidenti stradali che è la velocità, mentre con una serie di limitazioni e depotenziamenti fa dei grandi passi indietro su quanto fatto fino ad oggi sulla ciclabilità e sullo sviluppo di una mobilità adeguata alle sfide dei nodi urbani.” Lo dichiara il capogruppo Dem in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo a proposito della norma avanzata da Salvini anche a seguito “della morte di un bimbo di 5 anni investito da un Suv che viaggiava a grande velocità a Roma e guidato da uno youtuber”. Per Barbagallo, “il Ddl burocratizza l’iter di gestione della mobilità urbana e non tiene in nessun conto la battaglia culturale che il Parlamento sta effettuando da tempo in relazione all’obbligo di sorpasso delle biciclette ad almeno 1,5 metri di distanza laterale, che diventa obbligatorio solo dove le condizioni della strada lo permettano. In pratica - prosegue l’esponente Dem - accanto alle misure sanzionatorie si realizza una manovra a tenaglia per accerchiare e contrastare quella mobilità attiva che è nata negli ultimi anni e che, soprattutto nei centri urbani, va a supplire alle carenze del servizio di trasporto pubblico, sempre meno adeguato ad affrontare le sfide poste dalla transizione ecologica nelle città. La sensazione – conclude Barbagallo- è che invece di provare a gestire ed incanalare il flusso del cambiamento si sia scelta la via più semplice: quella del ritorno al passato ed alla burocratizzazione dei processi autorizzativi".