“Accelerare la messa in sicurezza del territorio, procedere con una legge contro il consumo di suolo e approvare al più presto il piano nazionale di adattamento climatico. Ma soprattutto utilizzare la prossima Legge di bilancio per destinare tutte le risorse a disposizione del Parlamento a rafforzare la prevenzione del dissesto idrogeologico, ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici e dedicare cura al territorio, evitando di disperderle in opere inutili e dannose. Incalzeremo il governo perché il tema del clima, della difesa del territorio, della manutenzione diventi una priorità per evitare altre tragedie come quella di Casamicciola. Ma soprattutto metteremo in campo ogni azione per scongiurare nuovi condoni edilizi. Preoccupano infatti le parole e le ambiguità del ministro perché non esiste un ‘abusivismo leggero’. Preoccupa perché le forze politiche che sostengono l’attuale governo sono state protagoniste in passato di condoni gravissimi, che precedono quello del 2018 che estese proprio a Ischia le norme del condono più permissivo di sempre. Chiediamo di garantire ai sindaci e ai prefetti strumenti e risorse per attuare i piani di salvaguardia e abbattere ciò che non poteva e non doveva essere costruito, per sbloccare le procedure di esproprio e per mettere davvero in sicurezza un territorio fragile come il nostro”.
Cosi la deputata del Pd, Chiara Braga, intervenendo a nome del Gruppo durante l’informativa del ministro Musumeci sulla tragedia di Ischia.
“Dopo l'audizione del ministro Valditara siamo ancora più preoccupati di quanto già non lo fossimo. Lo show degli ultimi giorni non è servito solo a illustrare l'idea di una scuola in cui il merito è una parola vuota e dove si deve mortificare e umiliare lo studente che sbaglia, ma anche a coprire il vuoto di idee che abbiamo registrato oggi nel corso dell'intervento del ministro. La verità è che non è stata data nessuna risposta concreta sul tema del precariato dei docenti, sul potenziamento del sistema integrato 0/6, sugli strumenti di prevenzione del disagio e del bullismo, sull'edilizia e la dispersione scolastica. Del resto, non sono previsti investimenti significativi nella legge di bilancio, non ci sono ulteriori risorse rispetto a quelle previste dal Pnrr, le risorse per il nuovo contratto sono insufficienti e, soprattutto, non è stata pronunciata una parola sulla volontà, contenuta nella legge di bilancio, di ridurre nel corso dei prossimi dieci del 10% il numero delle scuole italiane. E’ del tutto evidente, infatti, che la norma prevista dalla manovra porterà a un accorpamento degli istituti. Il rigore, la disciplina e il classismo della scuola descritta da Valditara a mezzo stampa servono solo a nascondere il tentativo di ridimensionare gli investimenti sull'istruzione che si farà nei prossimi anni, già a partire dalla prossima Legge di bilancio”.
Così la capogruppo dem in VII commissione e responsabile Scuola del Pd, Irene Manzi.
“Nell’ultima versione della legge di bilancio licenziata dal Governo apprendiamo che ben 400 milioni di euro sono stati stanziati per il dibattito parlamentare. Oggi, davanti ai grandi disastri che con una frequenza ormai preoccupante mettono in ginocchio intere comunità, è doveroso chiedersi se non sia più giusto investire queste risorse nella prevenzione del rischio idrogeologico. Ciò che è avvenuto a Ischia è solo l’ultimo degli eventi calamitosi per cui piangiamo vittime e danni gravissimi al territorio. Nel nostro Paese in quasi il 95% dei comuni c’è il rischio reale di dissesto idrogeologico. Ben 21,8 milioni di persone, cioè un italiano su tre, vivono in zone ad alto rischio. Negli ultimi 40 i disastri naturali in Italia sono aumentati in maniera spropositata. Lo sanno bene le popolazioni terremotate dell’Abruzzo e del Centro Italia, delle Marche e del Sud.”
Lo dichiara Ubaldo Pagano, Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio a Montecitorio.
“Allora il Partito Democratico vuole fare una proposta al Governo Meloni. Vista anche la necessità di accorciare i tempi dell’esame della manovra, togliamo tutti i 400 milioni dalla disponibilità del Parlamento per devolverli interamente alla cura dei territori più a rischio, alla prevenzione e alla ricostruzione delle aree colpite. È una proposta di buon senso che speriamo tutti possa essere accolta senza tentennamenti”.
"Un'inversione di tendenza" dice il ministro? Vero, ma a danno della sanità pubblica. I fondi aggiuntivi in manovra destinati alla sanità sono 2 miliardi, di cui 1,4 miliardi saranno erosi dal caro energia e dall'inflazione. Il resto? Zero, niente di niente. Non c'è nulla per il personale, niente per il rinnovo dei contratti, niente per dimezzare le liste d'attesa. Niente per portare il numero di medici di base e pediatri a un livello appena dignitoso, finendola di gravare in modo spropositato su medici e operatori sanitari come fatto in questi anni. La verità è che la legge di bilancio metterà a rischio i bilanci delle regioni e, ancora peggio, il diritto alla salute degli italiani, in particolare quelli più fragili. Una linea chiara: per la destra a pagare devono sempre essere i più fragili, con i più ricchi che potranno ricorrere alla sanità privata.
Così Marco Furfaro, capogruppo PD in commissione Affari Sociali, commenta le dichiarazioni del ministro della Salute Schillaci che ha parlato di "inversione di tendenza"
“Il salario minimo è e sarà una delle battaglie identitarie del Pd. In Italia esiste ormai una questione sociale non più rinviabile e questa crisi la sta aggravando. Ci sono diseguaglianze economiche che hanno raggiunto livelli non più accettabili dal punto di vista etico. La forbice tra chi ha e chi non ha continua ad allargarsi. Una politica che riaffermi una nuova giustizia sociale, che vada nella direzione di una redistribuzione delle ricchezze ma anche delle opportunità, è per noi prioritaria”. Così il deputato dem Marco Sarracino, intervenendo in Aula per illustrare la mozione Pd sul salario minimo.
“La manovra di Bilancio varata da questo governo purtroppo non va in questa direzione, anzi. Sul tema del lavoro non c’è praticamente nulla. Noi invece riteniamo fondamentale in questo momento affrontare con urgenza la questione salariale. In Italia, troppe persone, nonostante lavorino risultano essere sotto la soglia di povertà, soprattutto giovani e donne al Sud. Il salario medio di un under 35 nel nostro Paese è inferiore a 1000 euro al mese. Come può un ragazzo progettare un futuro in quelle condizioni? Voi parlate dell’immigrazione, ma non vedete che il principale problema in Italia è l’“inverno demografico”. È arrivato il tempo di istituire un salario minimo con una sua quantificazione a 9,50 all’ora. Puntiamo subito alla definizione della retribuzione minima legale, facendo innanzitutto riferimento ai principali contratti collettivi nazionali sottoscritti dai datori e prestatori di lavoro più rappresentativi. Ma prevedendo che il trattamento economico corrisposto ai lavoratori non possa essere inferiore a 9 euro e 50 all’ora, al lordo degli oneri contributivi e previdenziali. Perché esiste una soglia sotto la quale non si tratta più di lavoro, ma di sfruttamento. Per questi motivi, con questa mozione, il Pd impegna il governo ad avere una road map in grado di giungere al recepimento della direttiva comunitaria in tempi brevi. Siamo convinti che il senso di responsabilità che dovrebbe accompagnare tutte le forze politiche ci guiderà in questo percorso non facile, ma necessario”.
"Con i tagli al Sistema Sanitario Nazionale previsti in manovra, il Governo prende a picconate la sanità pubblica. Un definanziamento che mette a rischio il diritto alla salute di cittadini e cittadine, previsto dall'art. 32 della Costituzione. Il 15 dicembre al fianco di medici e dirigenti sanitari".
Lo scrive su Twitter Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
“Il 15 dicembre saremo con medici, dirigenti sanitari e organizzazioni sindacali in difesa del SSN contro i tagli alla sanità pubblica. La manovra va cambiata. Ci opporremo con forza all’attacco della destra al diritto alla salute”. Lo scrive in un tweet, la deputata Ilenia Malavasi, componente de Pd della commissione Affari sociali.
“Tra le pieghe della Legge di bilancio punta una norma che introduce una sanzione di 3000 euro a carico del professionista che trasmette la richiesta di avvio dell'attività ai fini dell'attribuzione del numero di partita Iva nei casi in cui, all'esito dei controlli, l'agenzia delle entrate emana un provvedimento di cessazione. La destra ancora una volta continua a scrivere norme sanzionatorie, punitive e vessatorie contro gli stessi professionisti che a parole racconta di voler tutelare.
Dopo la riproposizione di una proposta di legge sull'equo compenso che, con una incomprensibile inversione dei ruoli, prevede una sanzione automatica al professionista sottopagato invece che al committente inadempiente, ci troviamo di fronte all'ennesimo attacco ai liberi professionisti, con l'introduzione di una nuova sanzione a loro carico. Strano modo di tutelare i professionisti quello di sanzionarli! Peraltro, si badi bene, non per violazioni commesse in prima persona, ma per i comportamenti scorretti dei propri clienti. Per tali ragioni già nella proposta di legge sull'equo compenso che ho presentato alla Camera viene previsto non solo un sistema sanzionatorio a carico dei soli committenti inadempienti, ma anche una serie di disposizioni volte a circoscrivere la responsabilità civile dei professionisti, in una ottica di proporzionalità con la prestazione svolta”.
Così la deputata dem e vicepresidente della commissione Lavoro, Chiara Gribaudo.
“Che brutta ed iniqua manovra di bilancio Si colpiscono deboli e fragili e si fa cassa con i pensionati. Serve altro al Paese.Ha ragione Sbarra Cisl: piena indicizzazione delle pensioni, via vincoli ad opzione donna, rafforzare taglio cuneo e RDC, equità e progressività fiscale”.
Lo scrive su Twitter il deputato democratico Silvio Lai.
“Con questa legge di bilancio le promesse della destra si infrangono con la realtà. È una manovra inefficace e iniqua che colpisce le fasce più deboli, le famiglie e i lavoratori più fragili. E non affronta adeguatamente l'emergenza dell’aumento del costo della vita. I 21 miliardi previsti bastano a coprire solo per tre mesi la crisi energetica. E dopo? Nulla. Tutto questo di fronte a un già assodato aumento della benzina da dicembre. Sul lavoro era necessario uno sforzo maggiore rispetto a quanto previsto. Serviva un taglio del cuneo fiscale del 5-6% per ridare potere di acquisto alle famiglie, con almeno un mese in più di stipendio a fine anno. E ancora, nessuna traccia dell’indispensabile salario minimo di fronte al dramma di oltre 4 milioni di lavoratori poveri. Per non parlare delle contraddizioni su flat tax e pensioni. Misure diverse da quelle annunciate in campagna elettorale, realizzate però facendo cassa sui più deboli, tagliando tra qualche mese il reddito di cittadinanza ad oltre 600.000 percettori e riducendo l'aumento delle pensioni per oltre 4 milioni di persone. Infine, nulla per la crescita e nessuna parola sul Mezzogiorno. Una Manovra sbagliata che non aiuta il Paese, alla quale ci opporremo in Parlamento e in Piazza”. Così Piero De Luca, vice capogruppo Pd alla Camera, intervenendo stamattina a Settegiorni su Rai1.
“Il volontariato non è solo un'attività nobile, ma un'idea di società. Perché al tempo delle solitudini, della precarietà, delle feroci diseguaglianze, il Terzo settore costruisce comunità in cui ci si prende cura gli uni degli altri, in cui non rimane indietro nessuno. Il lavoro delle pubbliche assistenze, dell'associazionismo, il prezioso e immane contributo che hanno dato durante la pandemia, questo ha consegnato alla politica: la richiesta di un mondo nuovo in cui ci fosse una sanità pubblica e forte, un mondo del lavoro che non producesse precarietà, politiche per ridurre le diseguaglianze. La Legge di bilancio è una delusione. Pochi soldi, nessuna misura per far fronte alle liste di attesa, ai pronto soccorso intasati, per migliorare la medicina territoriale. Niente di niente per garantire il diritto alla cura degli italiani. Come se il Covid non avesse insegnato niente. Una Legge di bilancio senza visione, che non tocca la precarietà, né i problemi degli italiani. L'unica cosa che fa è la guerra ai poveri, aumentando le diseguaglianze".
Così Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera, nel suo intervento di saluto al 54* congresso nazionale dell'Anpas.
“Per il Partito Democratico è fondamentale che il governo approvi rapidamente i decreti attuativi della legge delega in materia di spettacolo approvata alla fine della scorsa legislatura. Nei giorni scorsi in Aula alla Camera abbiamo presentato un question time al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, proprio per conoscere l’orientamento dell’esecutivo. Purtroppo, in materia di cultura, stanno dando segnali molto preoccupanti, tenuto anche conto, viste le indiscrezioni, della totale assenza di investimenti in legge di bilancio". Lo ha dichiarato la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, a Milano Music Week nel panel organizzato da Assomusica su Codice dello spettacolo, priorità, emergenze ed esigenze del settore del live music.
"Per noi - ha proseguito l'esponente Pd - si sarebbero dovute implementare le risorse destinate all'attuazione delle disposizioni contenute nella legge delega in fase di approvazione della manovra. Per questo, presenteremo un emendamento in sede di esame della legge di bilancio. E riteniamo che per l’attuazione delle deleghe sia indispensabile un coinvolgimento preliminare, urgente e massimo dei lavoratori. Si tratta di una tra le riforme di settore attesa da anni dai lavoratori dello spettacolo, che consente l'avvio di un nuovo welfare, centrale per la vita economica e culturale del Paese. Sono lavoratori che lo Stato non può dimenticare in alcun modo".
"Per noi la cultura - ha concluso Manzi - è condizione fondamentale per una democrazia e chi lavora in questo campo è benemerito e ha bisogno del sostegno delle Istituzioni. Chi sceglie di lavorare nella cultura, nella musica, nel teatro, va incoraggiato e aiutato economicamente nei momenti di vuoto lavorativo, che sono ordinari e tipici di questo mestiere. Nella legge ci sono le risorse per iniziare un lavoro. L'Inps è attrezzata per farlo. Il governo metta le risorse necessarie. Serve lavorare anche a norme di semplificazione delle procedure di realizzazione degli eventi.Inoltre, è indispensabile intervenire sulla questione dei consumi culturali. Proprio per questo ho presentato una proposta di legge per la Carta cultura dei lavoratori, per incoraggiare, oltre alle liste già legate a 18App, un più diffuso consumo culturale da parte di tutti”.
"Questa è una manovra senza visione, inadeguata ad affrontare questo momento difficile e, soprattutto, iniqua. E' gravissimo che il governo abbia tolto fondi alla sanità già provata dall'emergenza Covid e dal costo esorbitante dell'energia. La verità è che questo esecutivo vuole dare il colpo di grazia alla sanità pubblica, introducendo a livello nazionale il fallimentare sistema sanitario lombardo in cui vi è un forte sbilanciamento a favore del privato. Tra caro energia, super inflazione e spese Covid si è aperto un buco di 3,4 miliardi di euro che impedirà di assicurare a tutti i cittadini le migliori cure, ridurre le liste d'attesa sempre più lunghe e assumere i sanitari necessari al fabbisogno nazionale, ma anche quelli per far partire le Case e gli Ospedali di comunità previsti dal Pnrr per potenziare l'offerta dell'assistenza territoriale".
Così la deputata reggiana del Pd e componente della commissione Affari Sociali, Ilenia Malavasi.
"ll governo - prosegue la deputata dem - ha scaricato sulle amministrazioni locali gli oneri maggiori, mettendo a rischio i loro bilanci. Noi chiediamo all'esecutivo di fare marcia indietro e di intervenire subito per assicurare al sistema sanitario le risorse indispensabili per garantire l'universalità di accesso alle prestazioni. Ancora una volta, sarebbero i più fragili a pagare. Il Pd si batterà con tutte le sue forze per fare in modo che in sede di esame della Legge di bilancio siano incrementati i fondi per la sanità pubblica. La salute - conclude - è un diritto che deve essere garantito a tutti e che non deve generare nuove, drammatiche disuguaglianze".
“Hanno gettato la maschera: vogliono colpire la sanità pubblica. Nel loro programma elettorale, il Sistema Sanitario Nazionale non era nemmeno citato e con la Legge di bilancio si inizia a capire perché. Da quello che emerge, siamo di fronte all'ennesimo attacco della destra alla sanità pubblica. Liste di attesa, costi straordinari delle regioni per emergenza Covid, medicina di base, sovraccarico dei pronto soccorso. Delle criticità che vivono gli italiani sulla propria pelle, nella Legge di bilancio non c'è traccia. Inoltre, gli sbandierati due miliardi in più erano già previsti dalla precedente manovra, e 1,4 sono vincolati per il caro bollette, Quindi, nessun stanziamento aggiuntivo è stato fatto. Come se la pandemia non avesse insegnato niente. Come se l’emergenza di questi due anni non ci avesse insegnato che avere un sistema sanitario forte ed efficiente è l’unica arma per poter affrontare in futuro ulteriori crisi. Mancano medici di base, pediatri, le regioni sono in grande sofferenza a causa della pandemia e del peso di questi anni. In tutto ciò, la destra si pone l'obiettivo di svilire il sistema sanitario nazionale, con la conseguenza che solo chi potrà permetterselo ricorrerà ai privati per curarsi. L'Italia è sotto la media Ue di 12,7 miliardi di euro, ci batteremo per aumentare i finanziamenti alla sanità pubblica e garantire il diritto alla salute a tutti gli italiani che la destra vuole colpire”.
Così il capogruppo dem in commissione Affari sociali, Marco Furfaro.
“Il governo gira le spalle alla sanità pubblica. Meno fondi nella Legge di bilancio che non coprono nemmeno il buco Covid e il caro energia. Ci rimetteranno i servizi. Si allungheranno le liste d'attesa. A rischio Case e Ospedali di Comunità. Corsie senza i sanitari necessari”.
Così il deputato dem della commissione Bilancio, Silvio Lai, su Twitter.