“Sappiamo che ENAC inibisce agli aerei delle ONG lo spazio aereo del Mediterraneo centrale, sostenendo che la loro presenza 'disturba' le operazioni di soccorso della Guardia Costiera. Oggi apprendiamo che avrebbe ora irrogato una sanzione di 2000 euro nei confronti dell’aereo Seabird di Sea Watch perché ha comunicato ad una nave della ONG di effettuare la procedura di recupero dei migranti in acque libiche. In altre parole, sarebbero stati multati perché hanno avvisato alla nave di recuperare e salvare vite umane. Tutto ciò assurdo e disumano”. Lo dichiara la deputata Ouidad Bakkali, membro della Commissione trasporti alla Camera, presentando una nuova interrogazione al ministro Salvini esortandolo a reiterare la richiesta urgente di audizione dei vertici ENAC.
“È proprio la Convenzione IMO per la salvaguardia della vita umana in mare che fa obbligo agli Stati contraenti, tra cui l’Italia, di procedere al soccorso - salvo che l'operazione non metta a rischio i soccorritori - e di rilanciare eventuali richieste o notizie di soccorso eventualmente ricevute. Esattamente ciò che ha fatto l'aereo Seabird”, ha concluso Bakkali.
Oggi conferenza stampa alla Camera con Braga e la delegazione dem che è stata in Albania
L’accordo Italia-Albania sui migranti, voluto dal Governo Meloni e venduto al Paese come la soluzione di tutti i problemi, è un bluff. Secondo la propaganda della destra doveva essere operativo dal 20 maggio. Ieri, 22 maggio, una delegazione di deputati del Pd si è recata in Albania dove ha constatato che nei luoghi destinati alla costruzione dei centri migranti ci sono solo ruspe. I dettagli del blitz verranno resi noti domani in una conferenza stampa a cui parteciperanno la capogruppo democratica, Chiara Braga e i 4 deputati della delegazione, Simona Bonafè, Enzo Amendola, Matteo Mauri e Mattero Orfini.
“800 milioni di euro di fallimento elettorale. Chiediamo che questi fondi siano ritirati e destinati alla sanità pubblica per potenziare il sistema sanitario nazionale, come previsto dalla legge Schlein” dichiarano i dem.
La conferenza stampa si terrà oggi, giovedì 23 maggio, ore 12, presso la sala Berlinguer del gruppo del Pd della Camera.
Ingresso Via Uffici del Vicario 21.
È necessario inviare un accredito all’indirizzo pd.ufficiostampa@camera.
L’accordo Italia-Albania sui migranti, voluto dal Governo Meloni e venduto al Paese come la soluzione di tutti i problemi, è un bluff. Secondo la propaganda della destra doveva essere operativo dal 20 maggio. Oggi, 22 maggio, una delegazione di deputati del Pd si è recata in Albania dove ha constatato che nei luoghi destinati alla costruzione dei centri migranti ci sono solo ruspe. I dettagli del blitz verranno resi noti domani in una conferenza stampa a cui parteciperanno la capogruppo democratica, Chiara Braga e i 4 deputati della delegazione, Simona Bonafè, Enzo Amendola, Matteo Mauri e Mattero Orfini.
“800 milioni di euro di fallimento elettorale. Chiediamo che questi fondi siano ritirati e destinati alla sanità pubblica per potenziare il sistema sanitario nazionale, come previsto dalla legge Schlein” dichiarano i dem.La conferenza stampa si terrà domani, 23 maggio alle ore 12 presso la sala Berlinguer del gruppo del Pd della Camera.
Ingresso Via Uffici del Vicario 21.
È necessario inviare un accredito all’indirizzo pd.ufficiostampa@camera.it
"Due avvocati sono stati arrestati in Tunisia nel giro di due giorni: Sonia Dahmani e Mahdi Zagrouba. Dahmani, che è anche una nota opinionista, è stata accusata di diffondere notizie false per minare la sicurezza del Paese per avere usato toni sarcastici nel commentare le politiche discriminatorie del presidente Kais Saied sui migranti subsahariani. E' stata arrestata durante una diretta TV del canale France24, all'interno della Camera Penale di Tunisi, dalla polizia a volto coperto. La colpa di Zagrouba è avere tentato di difenderla durante l'arresto. L'ordine degli avvocati tunisino ha protestato contro questi arresti, così come i corrispondenti che lavorano in Tunisia. In questi giorni, anche gli ordini degli avvocati italiani si sono uniti alla protesta.
Questa è la situazione dei diritti umani, civili e politici nella Tunisia di Saied che aveva già mandato i carri armati davanti al Parlamento per impedire ai deputati democraticamente eletti di entrare, che ha stravolto la Costituzione a colpi di decreti, che perseguita giornalisti, attivisti per i diritti umani, avvocate e avvocati, sindacalisti, magistrati e oppositori politici.
Per Giorgia Meloni va tutto bene? Si possono fare accordi con l'autocrate tunisino senza nessuna clausola sulle libertà civili e politiche e sui diritti umani, costantemente violati, pur di evitare la partenza dei migranti?
Per noi è gravissimo, per questo abbiamo fatto un'interrogazione al ministro Tajani perché venga a riferire in Parlamento su cosa intenda fare il governo in merito a questa grave situazione". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Il governo italiano sta operando a 360 gradi per minare l’incolumità dei migranti e i loro diritti” lo dichiara la deputata democratica e presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, Laura Boldrini, firmataria dell’interrogazione parlamentare ai ministri Tajani e Salvini con cui i gruppi dem in Commissione Esteri e in Commissione Trasporti chiedono conto dell'inserimento dell'Egitto tra i paesi sicuri e delle recenti ordinanze dell’Enac. Ordinanze che, di fatto, impediscono l’attività di monitoraggio che gli aerei delle Ong effettuano nel Mediterraneo Centrale. "Il governo è arrivato addirittura ad utilizzare di enti amministrativi per ostacolare e per punire chi contribuisce al salvataggio di migliaia di vite umane. È sbagliato – aggiunge Boldrini – pensare che lo Stato abbia una sorta di monopolio delle operazioni di ricerca e soccorso in mare mentre altri soggetti agiscono in modo abusivo ed illegale, svolgendo un’attività di ricerca e soccorso non autorizzata. Né le nostre leggi né le Convenzioni Internazionali sulla salvaguardia della vita in mare prevedono questa sorta di esclusiva né una qualche “specializzazione” o autorizzazione per l’avvistamento, la segnalazione e il soccorso di navi in pericolo. Anzi, come noto, viene costantemente affermato il dovere di segnalare e soccorrere una nave in pericolo da parte di chiunque se non si vuole incorrere nel reato di omissione di soccorso. La decisione di Enac, quindi, appare non solo infondata ma anche pericolosa perché la sua applicazione può causare un ulteriore aumento di naufragi e di vittime in mare, e sembra finalizzata a voler togliere di mezzo testimoni sgraditi che segnalano imbarcazioni a rischio". "Vorremmo poi sapere dal governo - conclude Boldrini - su quale base abbia inserito l’Egitto tra i paesi di origine dei migranti ritenuti sicuri, nonostante, in quel paese, la situazione riguardo al rispetto dei diritti umani e delle libertà è sempre più deteriorata. Risulta infatti che siano circa 60 mila i detenuti in stato di detenzione arbitraria, unicamente per aver esercitato i loro diritti umani, civili e politici nel contesto di un’implacabile repressione del dissenso".
“Chiediamo al governo come intenda agire per evitare che ordinanze come quelle dell’Enac, chiaramente illegittime, oltre che propagandistiche e inapplicabili, possano ostacolare il doveroso compito degli aerei delle Ong di monitoraggio e avviso di imbarcazioni in pericolo di perdersi in mare. Vorremmo poi sapere dal governo su quale base abbia inserito l’Egitto tra i paesi di origine dei migranti ritenuti sicuri, consci del notorio deterioramento del rispetto dei diritti umani nel paese”. Sono le richieste contenute nell'interrogazione ai ministri Salvini e Tajani presentata dai deputati del Pd Bakkali, Boldrini, Provenzano, Barbagallo, Morassut, Casu, Ghio, Porta, Quartapelle.
“Notizie di stampa informano di una serie di ordinanze dell’Enac con cui sembra voglia interdire l’attività di monitoraggio che gli aerei delle Ong effettuano nel Mediterraneo Centrale, attività che contribuiscono alla salvezza di migliaia di vite umane, ritenendo che lo Stato abbia una sorta di monopolio delle operazioni di ricerca e soccorso in mare e che altri soggetti agiscano in modo abusivo ed illegale, svolgendo un’attività di ricerca e soccorso non autorizzata. In realtà, nessuna norma né dell’ordinamento interno né le Convenzioni Internazionali relative alla salvaguardia della vita in mare, prevede questa sorta di esclusiva né una qualche “specializzazione” o autorizzazione per l’avvistamento di navi in pericolo o interventi di soccorso in mare; anzi, come noto, viene costantemente affermato il dovere di provvedere alla segnalazione di una nave in pericolo, da parte di tutti i soggetti che vengano a conoscenza della situazione, così come quello di procedere al salvataggio (laddove ciò non metta a rischio la vita dei soccorritori). La decisione di Enac, quindi, appare non solo infondata ma anche pericolosa, potendo causare, se applicata concretamente, un ulteriore aumento di naufragi e di vittime in mare, e sembra finalizzata a voler ‘accecare’ un occhio sgradito che segnali imbarcazioni “in distress” ed obblighi ad effettuare soccorsi”.
“La politica sull’immigrazione del governo Meloni vive di propaganda e pugno duro contro i deboli e le Ong. Sulla propaganda brilla il caso dei centri per migranti in Albania. Dovevano aprire ‘non oltre’ il 20 maggio, per permettere ovviamente qualche passerella governativa prima del voto europeo. Ma in realtà nessuno ormai sa quando saranno operativi. Lo avevamo previsto mesi fa e adesso si sta verificando. Tanto che perfino esponenti di primo piano del governo ormai lo ammettono apertamente. Parliamo di oltre 650 milioni di inutile spesa a carico dei contribuenti italiani e di un buco nero per i diritti nella gestione dei migranti. L’ennesimo fallimento di un governo che sa fare solo demagogia e populismo”.
Così il deputato democratico ed ex vice ministro dell’Interno, Matteo Mauri.
“Giorgia Meloni, pur di raccontare agli italiani di aver fatto diminuire i flussi migratori, non solo è disposta a elargire fondi dei contribuenti a regimi autocratici e violenti come quelli egiziano e tunisino, ma anche inserire questi Stati nell'elenco dei cosiddetti ‘Paesi sicuri’”.
Lo dichiarano il responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano, e la deputata Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Se - aggiungono - come si legge nel decreto del ministero degli Esteri, un Paese è considerato sicuro ‘sulla base dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico’ chiederemo al ministro Tajani di spiegare secondo quali criteri l’Egitto possa rientrare in questa definizione, un Paese che tiene in carcere almeno 60mila dissidenti, attivisti, sindacalisti e oppositori. Questo fa il paio con le nuove disposizioni di Enac (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile), di diretta competenza del ministro Salvini, secondo cui gli aerei delle Ong non potranno più alzarsi in volo sul Mediterraneo per individuare eventuali imbarcazioni in difficoltà, dare l'allarme e salvare le vite di chi è a bordo. Una decisione cinica che mette a rischio la sopravvivenza di migliaia di uomini, donne e bambini, come accade già a causa del decreto Piantedosi che impedisce alle navi umanitarie di intervenire per più di un soccorso alla volta. L'ennesimo tentativo di smantellare un sistema di monitoraggio e salvataggio che la società civile ha messo in atto per compensare le mancanze dello Stato. Per Meloni e Salvini - sottolineano Boldrini e Provenzano - la priorità non è evitare i naufragi, ma ostacolare i salvataggi delle Ong. Per questo, presenteremo un'interrogazione al governo”.
"Nella nuova lista dei paesi cosiddetti "sicuri" il governo ha inserito anche l'Egitto. Chissà cosa ne pensa la famiglia Regeni che proprio in queste settimane è in tribunale ad ascoltare come gli ufficiali dell'esercito del "paese sicuro" hanno depistato le indagini sull'assassinio di Giulio. Un paese è considerato sicuro “sulla base dell’applicazione della legge all’interno di un sistema democratico” si legge nel decreto del ministero degli Esteri.
Giorgia Meloni sta stringendo patti con autocrati e dittatori a cui chiede una sola cosa: bloccare i migranti con ogni mezzo. In cambio di denaro e di aiutarli a rifarsi un'immagine. E così, dopo la Tunisia anche l’Egitto diventa “sicuro”, un paese governato da un presidente diventato tale dopo un colpo di stato, nel 2013, che mette oppositori, difensori dei diritti umani e sindacalisti in carcere, com'è successo a Patrik Zaki per qualche post sui social. Le carceri egiziane, vale la pena ricordarlo alla premier, sono piene di persone che hanno osato manifestare e si oppongono al regime: sono circa 60mila.
Quale sarà il prossimo promosso tra i "paesi sicuri"? La Libia dei campi di detenzione dove le persone vengono stuprate, picchiate, e torturate?
Come si può arrivare a tanto?" Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Il caporalato è un fenomeno che riguarda il Paese intero e contro il quale bisogna usare tutti gli strumenti già previsti dalla legge 199 del 2016. Per questo oggi siamo venuti a Piombino, con il segretario del PD di Piombino Fabio Cento e il segretario del PD Piombino - Elba - Val di Cornia Simone de Rosas, al centro di accoglienza straordinaria "La caravella" dove vivono 67 migranti sfruttati nei campi, alcuni per meno di un'euro l'ora. I caporali sono stati arrestati, ma per agire non possiamo aspettare la prossima indagine: bisogna prevenire". Lo dichiarano i deputati del PD Laura Boldrini e Marco Simiani.
"Il governo non faccia finta di niente puntando il dito sulle vittime invece che sui carnefici.
Si adoperi per l'implementazione della legge 199 coinvolgendo anche le prefetture, l'INPS e tutti gli enti interessati. Risponda alle interrogazioni del PD e spieghi come intende fronteggiare questa piaga sociale", concludono Boldrini e Simiani.
Secondo il primo rapporto sui lavoratori immigrati nell’agroalimentare italiano presentato nei giorni scorsi al Cnel, il lavoro migrante rappresenta il 50% della manodopera attiva del made in Italy agroalimentare. Eppure i flussi regolari restano gravemente sottodimensionati, con 151.000 quote nel 2024 su 690.000 istanze. E mentre le aziende faticano a reclutare manodopera attraverso i canali ufficiali, vi sono 519mila stranieri presenti irregolarmente in Italia, spesso in balia di mediatori e datori di lavoro che speculano sulla loro invisibilità forzata. Un fenomeno che va fermato con una regolamentazione dei flussi aderente alle esigenze del comparto e con il potenziamento delle attività ispettive. Purtroppo, anche su un tema così importante c’è stato il totale disimpegno della maggioranza, che ha approvato l’ordine del giorno ma senza l’impegno a reperire le risorse per attuarlo”.
Così Antonella Forattini, deputata Pd in commissione Agricoltura, intervenuta in Aula per illustrare l’ordine del giorno che, nell’ambito del Pnrr, impegna il governo a contrastare il fenomeno del caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori migranti in agricoltura.
“L’accordo Italia-Albania sull’immigrazione è un progetto costosissimo che avrà effetti dannosi per le casse dello Stato. A maggior ragione la creazione di centri per i migranti sul territorio albanese e un carcere comporterà un esborso economico per il governo molto elevato.
Oltre alle cifre già stanziate per l’Albania che ammontano a 635 milioni di euro, nell’ultimo decreto fatto ne hanno aggiunti altri 65 milioni, che riguardano alcune voci di spesa come la bonifica di ordigni bellici piuttosto che la creazione delle reti idriche e fognarie e collaudi vari. Nonostante tutti questi sprechi di denari, sarà molto poco probabile che i centri siano già attivi da maggio, come sostiene il governo.
Quindi alla fine dei conti questo accordo non è vantaggioso per l’Italia e provocherà una perdita economica e sottrazione di personale per l’Italia, togliendo fondi e risorse importanti ad altri investimenti e progetti prioritari per l’Italia, come i fondi destinati ai territori colpiti da terremoti e alluvioni, come abbiamo già denunciato fin dall’inizio”. Lo dichiara MATTEO MAURI deputato e responsabile sicurezza del PD.
“Il patto sui migranti ha diviso la maggioranza perché vediamo che le forze di governo in Italia hanno votato in modi diversi. Quindi assistiamo ad una maggioranza completamente spaccata. Questo patto sull’immigrazione a noi continua a non convincere. Perché comunque non prevede il meccanismo di redistribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo su cui noi ci battiamo da anni, e poi perché è un patto che tende a concentrare l’attenzione sulle frontiere esterne che pure sono un tema ma non prevede regole stringenti e importanti per la gestione dei richiedenti asilo sul suolo europeo a partire dal diritto d’asilo europeo. E da ultimo non va bene perché non si tocca Dublino per cui c’è ancora la regola del paese di prima approdo e questo fa molto male all’Italia. La maggioranza di governo completamente spaccata cerchi di capire cosa vuole fare e dove vuole andare perché così certamente non fa bene all’Italia”. Lo dichiara Simona Bonafè, vicepresidente e del gruppo democratico e capogruppo in commissione Affari costituzionali di Montecitorio.
“Giovedì 4 aprile 2024, una nave di Mediterranea Saving Humans sta effettuando un salvataggio in acque internazionali. Arriva la guardia costiera libica e spara. Avete capito bene spara. L'equipaggio di Mediterranea è riuscito a salvare dalle acque in cui si erano gettati i migranti in seguito agli spari 58 persone, altre sono state catturare dalla guardia costiera. È un fatto gravissimo e il nostro Paese non può rendersi complice di questi reati continuando a finanziare quella guardia costiera così opaca in metodi e meriti. Inoltre, come dice oggi dalle colonne della Stampa Don Mattia Ferrari dovremmo considerare questa guerra che da anni attanaglia il nostro Mediterraneo come un problema che riguarda tutte e tutti noi e che non si risolve certo con respingimenti e propaganda. ‘Perché - come ha affermato Papà Francesco all'incontro di Marsiglia - siamo a un bivio di civiltà: da una parte l'indifferenza che insanguina il Mediterraneo, dall'altra la fraternità che feconda di bene la comunità umana’. Un bell'impegno da attuare prontamente per chi ha celebrato solo pochi giorni fa la Santa Pasqua”.
Così il deputato democratico, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
"Ho firmato la proposta di legge per l'uso personale della cannabis di Meglio Legale. E l'ho fatto convintamente. Non per ideologia, ma per mera, semplice logica. Vi spiego il perché in tre semplici punti. Punto primo: le mafie con la cannabis guadagnano 6 miliardi l'anno. Se la legalizziamo, gli togliamo il terreno da sotto i piedi. E in più rendiamo sicuro un prodotto utilizzato da 6 milioni di consumatori che oggi - lasciato al malaffare - spesso sicuro non è. Punto secondo: dove la cannabis è legale, si crea lavoro. Negli Stati Uniti parliamo di centinaia di migliaia di posti. Farlo qui da noi sarebbe un toccasana per l'economia. Garantirebbe lavoro, crescita e sviluppo, soldi per le persone più fragili, per la prevenzione e nella lotta all'abuso di droghe. Punto terzo: il proibizionismo ha fallito. Impiega un numero spropositato di forze dell'ordine dietro piccoli spacciatori (spesso ragazzini o migranti in mano alle mafie), ingolfa tribunali, comporta costi esosi e non ha portato miglioramento alcuno alla lotta alle droghe. Queste sono le ottime ragioni per legalizzare la cannabis. Sono valide, forti, chiare e sinceramente inoppugnabili. E ti portano alla scelta più giusta: firmare per questa legge e portarla avanti". Così in un post su facebook Marco Furfaro. deputato e responsabile iniziative politiche del Partito Democratico, annuncia la firma alla proposta di legge popolare dell'associazione Meglio Legale sull'uso personale di cannabis.