Lollobrigida tranquillizzi suo nominato e fornisca dati a Parlamento
“Il direttore di Agea, Fabio Vitale, con un linguaggio inusuale ed arrogante, che mal si concilia con il suo ruolo di funzionario dallo Stato, di nomina governativa, si picca perché mi sarei permesso di chiedere che i parlamentari, ed io tra questi, potessero acquisire l’Annual Performance Report (Apr 2023), il documento che rendiconta l’attività svolta dall’Agenzia nel quadro della prima annualità del ciclo di programmazione Pac 2023-2027. Un documento non secretato poiché il 20 febbraio l’Agea annuncia con grande evidenza che l’Apr 2023 ha ricevuto l’ammissibilità della Commissione Europea e nello stesso giorno il ministro Lollobrigida illustra in una conferenza stampa il risultato raggiunto fornendo i dettagli di tale documento. Di contro, alla richiesta scritta che ho rivolto all’Agea, il direttore Vitale, adducendo banali e burocratiche giustificazioni, ha risposto con un diniego all’invio della documentazione. Per questo, subito dopo, ho chiesto al ministro Lollobrigida, con una interrogazione, esponendo cronologicamente i fatti, nel pieno rispetto delle modalità, per forma e sostanza, di un rapporto istituzionale, ‘se non intenda adottare le iniziative di competenza volte a garantire l’accesso alla documentazione predisposta da Agea relativa al ciclo di programmazione Pac 2023-2027 assicurando l’imparzialità e la trasparenza dell’azione della stessa Agenzia’. Ci aspettavamo, dunque, la risposta del ministro e non certo del direttore Vitale che con un comunicato stampa si è elevato al ruolo di portavoce politico scomodando persino Socrate e la distorsione cognitiva di cui deve certamente essere uno dei massimi esperti. Invitiamo il direttore dell’Agea a rimanere al suo posto e a rispondere agli interessi del Paese e non di una parte politica. Questo è il suo compito. E aspettiamo la documentazione che ora chiederemo anche attraverso la Commissione parlamentare poiché in base alle norme, che forse il direttore Vitale non ha studiato, vi è l’obbligo di trasmettere alle Camere i documenti dell’Ue e di fornire un’informazione qualificata in merito ai medesimo atti, in modo da segnalarne la rilevanza e valutarne l’impatto ai fini dell’esame parlamentare.
Abbiamo altresì chiesto al presidente della commissione Agricoltura della Camera un ciclo di audizioni sullo stato di attuazione e sulle eventuali modifiche della stessa proposte dal ministro Lollobrigida in sede europea senza aver sentito il bisogno di avviare prioritariamente e preventivamente il confronto in Parlamento. Al ministro Lollobrigida consigliamo di tranquillizzare il suo nominato, perché rischia, viste le premesse, che la prossima volta parlerà in sua vece”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd della commissione Agricoltura della Camera.
Il governo continua ad accanirsi incomprensibilmente sui lavoratori frontalieri tra Italia e Svizzera. Dopo l’introduzione dell’ingiusta tassa sanitaria, adesso rischiano di trovarsi nell’incertezza più totale senza vedersi riconosciuti i propri diritti ed essendo tassati due volte. Ci è stata segnalato, infatti, che nella definizione degli elenchi dei comuni frontalieri del nuovo accordo sono stati cancellati interi comuni soprattutto nella provincia di Sondrio, ma non solo. Con la nuova modalità introdotta che prevede una tassazione dell'80% da parte della Svizzera con l'aggiunta anche di dichiarazione sul versante italiano del reddito prodotto, questi lavoratori si trovano a dover fa fronte ad un carico fiscale che esplode improvvisamente, ma soprattutto si trovano fuori dai vantaggi e delle attenzioni fiscali che sia l'accordo del 74, sia i successivi accordi hanno previsto. Queste persone hanno il diritto di capire chi ne stia tutelando gli interessi perché che nel giro di pochi mesi si sono visti un accordo firmato che istituiva un tavolo con le parti sociali mai convocato, si trovano tassati con una nuova tassa sanitaria ingiustificata e adesso sono sottoposti ad un carico fiscale completamente diverso. Per questa ragione chiediamo un intervento urgente del governo con il Canton Ticino e il Canton Grigioni per sanare al più presto questa grave situazione.
Così Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, nella replica al question time al governo in commissione Finanze.
Cancellare norma su blocco della circolazione stradale, è intimidatoria e anti presidii
“Siamo molto preoccupati dalle immagini sempre più frequenti di violenze durante le manifestazioni in giro per l'Italia. Il caso di oggi di Pisa, dove sono stati coinvolti giovani studenti che non rappresentavano alcun pericolo, alimenta ancora di più la nostra preoccupazione.
L’escalation dello scontro è sotto gli occhi di tutti. Siamo stati facili profeti quando, negli scorsi giorni, abbiamo interrogato il Ministro Piantedosi durante il Question Time della Camera proprio sulle modalità usata per la gestione dell'ordine pubblico durante le manifestazioni pubbliche e sull'uso sproporzionato della forza.
Le dimostrazioni di dissenso e di libero pensiero, nelle modalità previste dalla costituzione, sono espressioni di libertà. Devono essere perciò considerate sacrosante in democrazia e devono essere garantite e tutelate dalle Istituzioni dello Stato, a partite da chi è chiamato a gestire l'ordine pubblico.
Ecco perché confermiamo al Ministro Piantedosi che la nostra attenzione sarà massima su come il Governo si muoverà su questo delicato terreno.
Saremo le prime sentinelle per impedire ogni inasprimento da parte dello Stato della modalità di gestione delle forme democratiche di protesta e di dissenso.
Per questa ragione chiediamo che venga immediatamente cancellato l'art. 11 del disegno di legge governativo sulla sicurezza, a prima firma proprio del Ministro Piantedosi, che vorrebbe trasformare il blocco della circolazione stradale fatto solo con il proprio corpo da un semplice illecito amministrativo a un vero e proprio reato da codice penale. Cosa che potrebbe portare alla reclusione fino a due anni anche semplicemente per chi fa un presidio per strada.
In questa legge è facile riscontrare un atteggiamento intimidatorio e la volontà di limitare in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in modo sproporzionato in gravissime conseguenze personali”
Così il democratico Matteo Mauri.
Il Governo dia poteri speciali d’intervento
“Tommaso Foti, capogruppo di Fdi, con informazioni imprecise, cerca di scaricare sulla Regione Emilia-Romagna la responsabilità di un mancato contenimento dei cinghiali e di conseguenza del virus della Psa. Sceglie una modalità da respingere categoricamente perché utilizza pretestuosamente dati non aggiornati per fare un confronto fra Regioni e trarne conclusioni affrettate, e perché cerca di distrarre dal vero tema. La Regione Emilia Romagna sta giustamente ponendo dai primi mesi in cui la Pesta Suina Africana è stata individuata, più di due anni fa, la questione della mancata individuazione di una strategia nazionale efficace di contenimento del virus.
Decidere infatti che ogni singola Regione possa affrontare un problema di tale portata senza nemmeno un riconoscimento di potere speciali, posto che lo stesso virus circola non considerando i confini territoriali, è una semplificazione eccessiva della materia, che non considera adeguatamente il ruolo che ha il settore zootecnico dell’Emilia-Romagna, in particolare nelle produzioni di eccellenza che rappresentano il vero cuore del made in Italy del Paese”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari.
“Ben ha fatto l’assessore Regionale all’agricoltura, Alessio Mammi - aggiunge - a chiedere al Governo un cambio di passo e che si valuti lo stato di calamità del settore perché potrebbe rendere disponibili quei poteri straordinari, anche in capo alle Regioni attraverso la nomina di subcommisari regionali, che possano consentire procedure rapide sia per quanto riguarda la riduzione della specie cinghiale, sia nel mettere in sicurezza le aziende e garantire i ristori a quelle che già oggi attraversano una fase critica per le restrizioni imposte dal commercio dei prodotti della salumeria. Peraltro Foti dovrebbe informarsi meglio dai suoi deputati in Commissione Agricoltura sul fatto che più volte come gruppo Pd abbiamo sollecitato il commissario a fare presto coinvolgendo le regioni anche con poteri speciali e che i danni della psa al settore se non preveniti e contenuti sarebbero stati drammatici per le imprese e l’occupazione.
Di fronte a queste richieste - conclude - la destra e il governo hanno preferito impegnarsi su norme di nessun rilievo per l'agricoltura solo per poter comunicare di aver impegnato il tempo a disposizione”.
“Ministro Piantedosi nessuno ci deve convincere del fatto che le forze di polizia sono un baluardo fondamentale a difesa delle garanzie democratiche di questo Paese. Dopodiché ci guardiamo attorno e mettiamo in fila alcuni elementi perché facciamo riferimento a vicende molto diverse: da ciò che è accaduto in una scuola a ciò che accade in piazza, alle identificazioni da parte degli uomini della Digos che, a detta sua, forse non erano completamente consapevoli e che invece devono essere assolutamente consapevoli. Per cui noi non pensiamo che ci sia un disegno sovversivo. Ma pensiamo invece che il governo non ci debba garantire che non ci siano direttive ministeriali per chiedere alla polizia di contrastare il dissenso, noi vogliamo e pretendiamo che il governo faccia esattamente l'opposto, cioè si erga a difesa di chi ha opinione diverse e di chi vuole dimostrare il proprio dissenso nelle forme democratiche e deve essere tutelato. Perché questo deve fare chi è in maggioranza. Noi svolgiamo il nostro compito fino in fondo, essendo sentinelle attente e anche preoccupate rispetto a ciò che abbiamo visto, consapevoli della forza che lo Stato può dimostrare nella garanzia di quelle tutele democratiche ma tutti devono sapere che nessuno abbasserà mai di un millimetro la guardia, perché sono questioni rilevantissime per il nostro Paese”. Così il deputato Matteo Mauri, responsabile Sicurezza del PD nazionale, intervenendo nella replica del question time a Piantedosi.
Nel presentare l’interrogazione, il deputato Federico Fornaro, della presidenza del Gruppo Pd, ha elencato i casi delle identificazioni di una dozzina di persone in occasione delle manifestazioni di cordoglio per Navalny, dell’uomo identificato dalla Digos alla Scala per il solo fatto di aver detto ad alta voce «Viva l'Italia antifascista» al termine dell'Inno di Mameli e le più allarmanti notizie riportate dalla stampa sulle modalità di reazione o di gestione dell'ordine pubblico, ad esempio nei fatti di Torino del 3 ottobre 2023 o di Napoli del 13 febbraio 2024 di fronte alla sede Rai, o ancora di Bologna del 16 febbraio 2024, modalità di reazione ritenute da più parti sproporzionate in relazione ai fatti avvenuti. “Questi segnali di un atteggiamento intimidatorio e repressivo del dissenso – ha detto in Aula Fornaro - trovano ulteriore conferma nella disposizione prevista dall'articolo 11 del disegno di legge governativo, a prima firma Piantedosi, sulla sicurezza pubblica che trasforma in reato l'impedimento alla circolazione fatto con il proprio corpo e che verrebbe ora punito con la reclusione fino a due anni, norma che limiterebbe in maniera drastica la possibilità di protestare senza incorrere in gravissime conseguenze”.
“Il gioco d'azzardo online rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica e il benessere dei cittadini. Le conseguenze devastanti non riguardano solamente il giocatore, ma coinvolgono anche le famiglie, i luoghi di lavoro e l'intera società. Inoltre, come accertato da molteplici indagini condotte dall’autorità giudiziaria, rappresenta un veicolo per il riciclaggio di denaro sporco della malavita organizzata. È un fenomeno che richiede una risposta urgente e coordinata da parte delle istituzioni, con la codifica per tutte le modalità di gioco d'azzardo, sia online che fisico, la non compartecipazione a nessuna quota delle entrate statali e/o del margine privato da parte di ogni e qualsivoglia pubblica amministrazione locale, del servizio sanitario nazionale, del Terzo settore accreditato nel sistema di sicurezza sociale e delle prestazioni sanitarie, delle scuole e delle associazioni di volontariato. Occorre porsi l’obiettivo ambizioso di strutturare una normativa che favorisca un’idea del gioco, nelle sue diverse espressioni, come condizione ‘normale’ della vita delle persone, come divertimento episodico e non compulsivo. Una direzione di marcia neanche lontanamente raggiunta con questo provvedimento”.
Lo dichiarano i deputati democratici Virginio Merola, capogruppo Pd in commissione Finanze, e Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e primo firmatario della proposta di legge sul riordino della disciplina sui giochi pubblici, esprimendo il parere contrario alla delega al governo sui giochi e, allo stesso tempo, presentando un parere alternativo.
Dl PD emendamenti perché un’infrastruttura così strategica non venga svenduta
“La legge quadro sugli interporti configura l'avvio di una vera e propria privatizzazione di un’infrastruttura strategica del nostro Paese, dopo quella di Ferrovie e Poste italiane. Nell’articolo 5, che rappresenta il cuore della legge, appare chiaro il disegno di questo governo di privatizzare anche gli interporti quando si precisa che gli stessi soggetti gestork devono agire in regime di diritto privato, con modalità che non garantiscono meccanismi di natura pubblica. È preoccupante inoltre la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, senza prevedere nessuna gara pubblica ma solo una perizia giurata di un tecnico per la valutazione degli investimenti. Siamo di fronte ad una nuova svendita del nostro patrimonio e di strutture fondamentali per il Paese.
Come Partito Democratico abbiamo presentato numerosi emendamenti per chiedere che vengano garantiti meccanismi basati su parametri che hanno come riferimento il codice dei contratti pubblici. Se non verranno approvati, si perderanno altri pezzi di patrimonio pubblico strategici per l’Italia. Ancora una volta un provvedimento senza alcuna lungimiranza, che non potenzia adeguatamente l'intermodalità necessaria per tenere insieme sviluppo economico e protezione dell’ambiente. L’ennesimo passo indietro di un centrodestra che a parole si erge a paladino della Patria, ma nei fatti la svende ai privati e non ne rafforza lo sviluppo equo”, così Valentina Ghio deputata, vicecapogruppo PD alla Camera e componente Commissione Trasporti intervenuta sulla discussione in aula della legge sugli interporti.
“Giallo alla Camera sui dati della Politica agricola comune (Pac). Lo speech consegnato dal ministero dell’Agricoltura annuncia un report sull’elenco dei beneficiari diretti e finali della Pac e dei fondi di coesione tra il 2014 e il 2021 in Italia in risposta a una mia interrogazione in commissione Agricoltura alla Camera, presentata insieme ai colleghi Antonella Forattini, Stefania Marino ed Andrea Rossi. Il sottosegretario, Luigi D’Eramo, invece, si è limita ad una risposta evasiva, diversa dalla documentazione consegnata ed anche e soprattutto senza i dati annunciati. Grande imbarazzo in commissione Agricoltura, con lo stesso sottosegretario che annuncia un successivo invio. Resta però il mistero della mancata consegna del report, anche perché gli agricoltori scesi in piazza in queste settimane hanno lamentato, tra i vari problemi, proprio la questione della redistribuzione dei sussidi della Pac europea. Una dotazione importante, oltre 35 miliardi di euro, che Bruxelles garantisce al settore rurale per sostenere redditi spesso più bassi rispetto alla media di altri settori e per tenere in vita grandi e piccole aziende agricole, evitando che vengano schiacciate dalla concorrenza dei produttori di altri Paesi. Quei dati sono determinanti per conoscere le modalità di distribuzione delle risorse e per capire se sono avvenute con equilibrio. Soprattutto tenendo conto delle piccole aziende che resistono nei territori più svantaggiati, come le aree montane, inevitabilmente penalizzate se non hanno la capacità o possibilità di aggregarsi. Scelta imprescindibile per sostenere il tessuto agricolo di qualità e dall'alto valore sociale e ambientale. Verrebbe da domandarsi se per il governo la dimenticanza è solo frutto di disattenzione o è anche di ordine tattico”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“I segnali di crisi del distretto fiorentino della pelletteria di lusso non vanno sottovalutati ma affrontati con rapidità ed efficacia. Molte delle imprese artigiane contoterziste delle grandi aziende di moda sono infatti da tempo in seria difficoltà: per questo motivo ho presentato una interrogazione al Ministro Urso chiedendo subito la convocazione di un tavolo istituzionale di concertazione”: è quanto dichiara il deputato Pd in Commissione Lavoro e segretario Dem della Toscana Emiliano Fossi.
“Questo settore rappresenta uno dei comparti di maggior importanza del business dell’alta moda finalizzato soprattutto all’esportazione i ed alla promozione del Made in Italy, oltre ad essere un comparto traino dell’economia regionale. Da alcuni mesi, a causa di una crisi generata da contrazione della domanda anche a seguito delle criticità del contesto geo-politico globale, sono state però avviate procedure di Cassa Integrazione per circa 4000 lavoratori solo nella provincia di Firenze e non si intravede a breve alcun superamento di tale fase problematica. Ci aspettiamo dal governo l’immediata convocazione del tavolo interministeriale”: conclude Emiliano Fossi.
“Il governo ha risposto oggi all’interpellanza urgente che abbiamo presentato come Gruppo del Partito Democratico, sul terzo fallimento dell'appalto per la realizzazione del nodo ferroviario del Pigneto a Roma, da parte di Rfi. Registriamo positivamente l'impegno del sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, Tullio Ferrante, di garantire i tempi stabiliti per la realizzazione dell'opera entro il 2025, entro il Giubileo. Ci lasciano perplessi la vaghezza delle modalità operative attraverso le quali garantire tale obiettivo. Siamo quasi a marzo 2024 e la qualità dell'opera, in un quadro di sicurezza del lavoro e di sostenibilità dei cantieri, in un quartiere densamente popolato, non possono essere trascurati. Continueremo a vigilare sulla credibilità degli impegni oggi assunti dal governo e per suo tramite da Rfi”. Così i deputati dem Roberto Morassut, vicepresidente della commissione Trasporti e Andrea Casu, della presidenza del Gruppo Pd. L’interpellanza, a prima firma Morassut è sottoscritta, insieme ad Andrea Casu, dai deputati Pd Bakkali, Barbagallo, Ciani, Ghio, Madia, Mancini, Stumpo, Zingaretti e Di Biase.
“L’autonomia differenziata mette a rischio l'unità e la coesione nazionale e renderà impossibile vivere al sud dove saranno compromessi i diritti dei cittadini perché minati i servizi essenziali, dalla scuola, alla sanità all’assistenza sociale”. Così il deputato democratico, Piero De Luca che aggiunge: “Siamo davanti a un provvedimento estremamente dannoso per questo chiediamo che il dibattito parlamentare non venga strozzato e che la presidenza della commissione affari costituzionali si faccia garante di un esame approfondito che, nei tempi e nelle modalità, consenta al parlamento di ascoltare gli esperti all’interno di un ampio ciclo di audizioni. Non possiamo agire con fretta e superficialità su un provvedimento che spacca l’Italia e crea cittadini di ‘serie A’ e cittadini di serie B”.
Da Lega ‘attenzione sospetta’ sul cosiddetto emendamento Bandecchi
“La Lega insiste nel voler esaminare in via prioritaria l’emendamento a firma Ziello al decreto mille proroghe che rinvia di un anno gli obblighi per le università telematiche di uniformarsi agli standard qualitativi degli atenei tradizionali. Un’attenzione ‘sospetta’ per una norma che, come denunciato dalla Conferenza dei rettori, dall’Anvur e dell’Anac, favorisce le università telematiche in termini economici, impoverisce la qualità dei percorsi accademici e crea problemi in termini di legalità” così le deputate e i deputati democratici, Simona Bonafè, Debora Serracchiani, Gianni Cuperlo, Federico Fornaro, Andrea Orlando e Matteo Mauri alla vigilia della riunione che si terrà oggi in commissione Affari costituzionali della Camera sulle modalità e sui tempi dell’esame del decreto milleproroghe.
“Questa norma - spiegano - contrasta con i recenti pronunciamenti della Crui e delll’Anvur che chiedono alle università telematiche (11 in Italia) di aumentare la quota dei docenti a tempo indeterminato in rapporto agli iscritti. Secondo i dati del 2022, le università tradizionali hanno in media un professore ogni 28 studenti a fronte di uno ogni 385 delle online”.
“Inoltre - concludono i dem - Il Tar e l’Anac - hanno segnalato che questa sproporzione ha generato vantaggi competitivi e aumentato il rischio di corruzione legati ai titoli di studio, soprattutto in riferimento al mancato controllo su migliaia di esami e tesi”.
*Manzi: Cosa aspetta intanto Sangiuliano a ritirare deleghe?*
“Apprendiamo che la Presidente del Consiglio ha ricevuto una lettera firmata dal ‘sottosegretario dimissionario’, Vittorio Sgarbi, che annuncerebbe una trattativa con il governo su modalità, tempi e conseguenze delle sue dimissioni. Siamo davanti a una situazione mai accaduta che getta le istituzioni nel ridicolo e nell’imbarazzo. Meloni dica con chiarezza se Sgarbi si è dimesso o no. E, in caso contrario, chiuda questo balletto inqualificabile e proponga immediatamente al Presidente della Repubblica il decreto di revoca del sottosegretario” così la capogruppo democratica nella commissione Cultura della Camera, Irene Manzi. “In questa situazione di stallo - aggiunge la democratica - stigmatizziamo inoltre la reticenza del Ministro della Cultura, il cui silenzio appare intollerabile alla luce della delibera dell’Agcm che dichiara Sgarbi incompatibile. Perché questi tentennamenti? Cosa aspetta Sangiuliano, anche in questa fase, a revocare le deleghe che ha conferito a Sgarbi?”.
Operazione Giorgetti poco chiara, grande preoccupazione
I Gruppi parlamentari del Partito democratico di Camera e Senato hanno incontrato oggi a Montecitorio alcuni rappresentanti sindacali di Poste italiane. L’incontro si è tenuto il giorno successivo all’intervento del ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, che - nel rispondere al question time promosso dai democratici - “non ha chiarito tempi, modalità e l’entità della cessione di quote del capitale di Poste italiane”. I rappresentanti delle segreterie di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno manifestato grande preoccupazione per gli effetti di questa decisione che sta avvenendo senza alcuna informazione e forma di concertazione con i lavoratori e che rischia di avere gravi ripercussioni in termini occupazionali, sia nella quantità che nella qualità contrattuale. I parlamentari hanno ribadito che sarebbe particolarmente sbagliato svendere le quote della più grande società pubblica italiana che gestisce numerosi servizi a cittadini e amministrazioni pubbliche in modo capillare su tutto il territorio. Siamo preoccupati - concludono i dem - continueremo in tutte le sedi parlamentari e istituzionali e sul territorio a incalzare il governo anche in questa fase di predisposizione degli atti formali per la svendita di Poste”. All’incontro di oggi erano presenti i democratici: Chiara Braga, Susanna Camusso, Andrea Casu, Annamaria Furlan, Maria Cecilia Guerra, Roberto Morassut, Antonio Nicita, Marco Sarracino, Arturo Scotto.
“Le condizioni della detenzione di Ilaria Salis in Ungheria e le modalità con le quali ieri è stata condotta nell’Aula del tribunale rappresentano una violazione delle più elementari regole dello Stato di diritto.
Il governo italiano e la premier tacciono e non si capisce se perché impegnati in una delicata iniziativa diplomatica finalizzata a ottenere il trasferimento di Ilaria Salis in Italia o perché imbarazzati e spiazzati dal trattamento riservato a una giovane donna da un regime che considerano un amico fraterno. In questo caso la vergogna sarebbe duplice. Penso che la mobilitazione già in atto per ottenere che Ilaria torni immediatamente in Italia e per una condanna ferma dell’Europa nei confronti del regime ungherese debba allargarsi e trovare nel mio partito un protagonista attivo e determinato.
Benissimo il sit in per denunciare la privatizzazione meloniana della Rai.
Facciamolo precedere da un sit in davanti all’ambasciata ungherese di Roma” così il deputato democratico Gianni Cuperlo in un post su Facebook.