“Cosa sta accadendo a Rai News? Dopo l’ennesima interruzione della diretta parlamentare, proprio durante l’intervento della segretaria del partito democratico, chiediamo al direttore Petrecca di riferire con urgenza in commissione di vigilanza su quanto accaduto oggi e sulle modalità con cui il canale all news del servizio pubblico segue le dirette parlamentari”. Lo scrivono in una nota i componenti democratici nella Commissione parlamentare di vigilanza Rai.
“Sono diversi gli aspetti problematici e di illegittimità del Ddl sul protocollo Italia-Albania che ci portano a sollevare la questione pregiudiziale di merito. A partire dalle irragionevoli discriminazioni di trattamento che si produrranno tra le persone migranti che giungeranno in Italia e quelle trasportate nei centri albanesi: sia riguardo l’accoglienza, con la previsione di una detenzione generalizzata, che riguardo le garanzie fondamentali riconosciute dalle direttive europee. Occorre precisare che l’Italia ha l’obbligo di rispettare i vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali anche nelle proprie azioni extra territoriali. Analoghe considerazioni valgono sul trattamento delle persone vulnerabili, che in nessun caso possono essere inviate nei centri in Albania, e sulle modalità di selezione di minori e donne incinte a bordo delle navi italiane”.
Così Paolo Ciani, della Presidenza del Gruppo Pd-Idp e segretario di Demos, intervenendo nell’Aula della Camera sulla questione pregiudiziale di costituzionalità del Ddl sul protocollo Italia-Albania.
“Occorre ricordare - ha aggiunto - che se i dieci Cpr su suolo italiano sono costati 52 milioni di euro in quattro anni, la trasformazione di Shengjin, e soprattutto Gjader in enclave italiane ne costerà almeno cinque volte tanto per i prossimi cinque anni. Secondo i dati riportati dalla Ragioneria generale dello Stato, infatti, il protocollo sottoscritto da Italia e Albania vale 230 milioni di euro, cui vanno aggiunti altri 75 milioni per esportare e collegare il sistema giudiziario italiano con l’Albania, fino ad un conto totale che va ben oltre i 300 milioni di euro. Va in ultimo ricordato che in Albania al momento è stato presentato ricorso alla Corte costituzionale per la violazione della Costituzione albanese circa le procedure di stipula e i contenuti del protocollo stesso. L’approvazione della legge di autorizzazione alla ratifica - ha concluso - pertanto appare del tutto inopportuna, oltreché inutile finché la Corte costituzionale albanese non si pronuncerà sul ricorso”.
“Il ministro Crosetto riferisca immediatamente in Parlamento sulle regole d’ingaggio, le modalità e il perimetro dell’impegno italiano nella missione in Mar Rosso” lo chiede il capogruppo democratico nella Commissione difesa della Camera, Stefano Graziano che sottolinea “la necessità del passaggio parlamentare”.
“Fdi attacca Report Rai Tre. Un programma di informazione. Una informazione scomoda per la presidente del Consiglio e il suo partito? Può darsi. Ma l’informazione deve essere pubblica e soprattutto libera. E non deve essere sottoposta a censure (articolo 21 della Costituzione italiana). Quindi il partito della Meloni e la destra hanno dimostrato per l’ennesima volta di non rispettare i principi democratici e della nostra Costituzione”. Lo dichiarano in una nota i parlamentari Pd della commissione di Vigilanza sulla Rai.
Caso David non è l’unico, ministro punta a occupazione cultura
“Nonostante il tentativo di nascondere l’evidenza, il sottosegretario Mazzi ha confermato l’azione del ministro Sangiuliano che punta a politicizzare la presenza del Governo nelle istituzioni culturali, a partire dalla Fondazione Accademia Cinema italiano, premi David di Donatello. Il MiC sta infatti proponendo, in tutta Italia e a diverse istituzioni culturali, di modificare gli statuti per cambiare le modalità di selezione del rappresentante del Mic che non sarà più un dirigente apicale del ministero ma una figura direttamente indicata dal ministro, se non lui stesso. Una netta politicizzazione di istituzioni che non dovrebbero essere imbrigliate e che dovrebbero restare fuori dalle tentazioni della destra di occupazione della cultura”. Così la capogruppo democratica in commissione cultura della camera, Irene Manzi commenta la risposta che il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzo, ha dato alla Camera a una interrogazione parlamentare presentata dal gruppo dem sul caso Premio David di Donatello.
“Per volontà del governo e del ministro Lollobrigida siamo chiamati, dopo una discussione surreale in Commissione ed anche in Aula, ad approvare una legge burla, utile, e mi si perdoni il termine, per assegnare riconoscimenti marchetta di cui non si sentiva davvero il bisogno rispetto ai grandi problemi che riguardano il settore enogastronomico, l’agricoltura e l’intero Paese. Il cibo è una cosa molto seria e vi sono altre modalità per valorizzarlo, che sembrano sfuggire a questa maggioranza il cui imperativo è appuntare una medaglia di cartone al petto dei cuochi e dei pasticceri, italiani che non hanno certo bisogno di queste sortite folcloristiche per essere apprezzati in tutto il mondo e da tutto il mondo per la capacità di rappresentare cultura e tradizioni del nostro Paese attraverso la preparazione di materie prime di eccellenza, lo studio e la sperimentazione di tecniche e di nuove conoscenze. Stiamo ovviamente parlando del cibo buono, pulito e giusto, tre parole che identificano anche una politica e una strategia estranee alla visione di questo esecutivo”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Agricoltura, Stefano Vaccari, intervenendo in Aula alla Camera per annunciare la contrarietà del Gruppo Pd al Ddl per l’istituzione del premio ‘maestro d’arte cucina italiana’.
“Ci abbiamo provato a farvi cambiare rotta - ha aggiunto - raccogliendo le segnalazioni delle organizzazioni di settore. Oltre 60 emendamenti che avete respinto e che si muovevano su tre direttrici: sostegno agli agricoltori in grave difficoltà per crisi pandemica, energetica e climatica; sostegno agli agricoltori che attuano la conversione ecologica; sostegno al ricambio generazionale e di genere. Questa legge invece tiene impegnato il parlamento con un impegno di spesa di 2mila euro, mentre il ministro ha ottenuto nella legge di bilancio uno stanziamento di 2 milioni di euro per allargare il suo staff in vista delle europee. In quel caso i soldi si trovano. Le medaglie di cartone, dunque, le lasciamo a voi. Non ci interessano e non interessano al Paese. Noi - ha concluso - proseguiremo la nostra battaglia in Parlamento e nel Paese per sostenere l’agricoltura di qualità e multifunzionale quale premessa per costruire un nuovo modello di sviluppo nell’interesse di tutti i cittadini”.
Interrogazione a Urso, incontro previsto per fine mese deve essere risolutivo
Una interrogazione al Mimit e un appello al Governo da parte del Pd perché i conti su Eurallumina non tornano. “L’incontro del 14 dicembre al Ministero con azienda e sindacati, pur confermando la CIG per i lavoratori ha rinviato a fine gennaio l’appuntamento con le soluzioni che però non appaiono certe all’orizzonte”, affermano i parlamentari sardi del PD Silvio Lai, primo firmatario dell’interrogazione alla Camera, e Marco Meloni al Senato.
“Per quanto riguarda la CIG, ad oggi non è ancora stato emanato il provvedimento di ripartizione delle risorse fra le regioni e il decreto del ministero del Lavoro per evitare ritardi nell’erogazione ai lavoratori, per ciò che riguarda il blocco azionario dell’azienda, il Comitato di Sicurezza Finanziaria (CSF) non ha ancora rivisto la sua decisione nonostante la vendita del 21,37% delle azioni della proprietà effettuata a ottobre, e sul versante del gas, dal ministero non giungono notizie che riportino una soluzione alle problematiche.
“Eurallumina - proseguono i Dem nella interrogazione firmata anche da Andrea Casu e Stefano Vaccari - senza la revoca del provvedimento e senza nuove modalità di approvvigionamento energetico, non può procedere con il progetto di ripartenza dell’impianto e con il relativo investimento da 300 milioni di euro, in una condizione di incertezza sul futuro aziendale che causa persino difficoltà di trovare società per la redazione dei progetti operativi dell’impianto oltreché causare continue richieste di spiegazioni dai fornitori sulla posizione attuale della Società.”
“Per questo - scrivono i Dem - serve un colpo di reni da parte del Governo e del ministro Urso, non si può arrivare al buio al prossimo appuntamento: occorrono le risposte concrete sulla CIG e sul gas e occorre che il CSF prenda una decisione sul blocco delle azioni che rendono l’operatività aziendale limitata alla ordinaria amministrazione. Eurallumina non è una azienda qualunque e soprattutto il Sulcis non è un territorio qualunque, sul quale non porre attenzioni speciali e il nostro appello al Governo è per un’azione rapida e concreta, non si può aspettare ancora senza certezze.”
“Con il decreto Milleproroghe il Governo, per fare cassa, continua a puntare sul gioco d’azzardo e rinnova, anche per il 2024, la possibilità di giocate suppletive infrasettimanali al Lotto e al Superenalotto. Con gli ulteriori introiti sarà incrementato il Fondo per le emergenze nazionali, tra le quali la recente alluvione dell’Emilia Romagna. Una scelta sbagliata, perché non si esprime solidarietà a popolazioni colpite dalle grandi calamità puntando sulla sofferenza di migliaia di cittadini che cadranno non solo nella rete della ludopatia e che, come attestano le cronache, rischiano di cadere nelle mani dell’usura e delle attività criminali”.
Lo dichiara il deputato democratico, Stefano Vaccari, dell’Ufficio di Presidenza della Camera.
“Facendo nuovamente ricorso ad un aumento dell’offerta di gioco - aggiunge - si rafforzano di fatto le abitudini dei giocatori, soprattutto quelli più fragili. Per questo insieme ai colleghi del Pd Gnassi, Pagano, Simiani, Merola, Rossi, Bakkali, con un’apposita interrogazione, ho chiesto al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, se intenda continuare a fare affidamento sulle entrate fiscali derivanti dal gioco pubblico d'azzardo per incrementare il Fondo per le emergenze nazionali; se è in grado di fornire una relazione puntuale e aggiornata relativa alla ripartizione del Fondo per l’anno 2023; e se, al fine di razionalizzarne l’impiego e quindi l’efficienza del Fondo stesso, quali criteri e quali modalità di ripartizione intende adottare per l’anno 2024”.
Governo intervenga per garantire livelli occupazionali di chi ottiene finanziamento pubblico
Il gruppo parlamentare del Pd ha incontrato questa mattina a Montecitorio una delegazione del Cdr e dei lavoratori dell’Agenzia di stampa Dire. All’incontro, convocato dalla capogruppo democratica, Chiara Braga, erano presenti Ouidad Bakkali, Andrea Casu, Piero De Luca, Stefano Graziano, Cecilia Guerra, Irene Manzi, Andrea Orlando, Giuseppe Provenzano, Toni Ricciardi, Arturo Scotto. Le deputate e i deputati hanno manifestato solidarietà ai lavoratori e stigmatizzato i licenziamenti e le illegittime sospensioni messe in atto dalla società editrice. Per favorire soluzioni che possano superare la grave crisi aziendale che ha investito l’Agenzia, il gruppo del Pd ha inoltre annunciato che chiederà alla presidenza della commissione Cultura della Camera di programmare rapidamente un’audizione della proprietà della società editrice. Il gruppo del Pd chiede inoltre al sottosegretario Barachini di attivarsi affinché il dipartimento editoria del governo di intervenga rapidamente a garanzia dell’occupazione anche rivedendo le
modalità di accesso ai fondi per l’editoria per scongiurare che le società beneficiarie dei finanziamenti pubblici possano minare le tutele dei lavoratori e compromettere i livelli occupazionali. “I giornalisti dell’agenzia Dire - hanno concluso i deputati del Gruppo del Pd - rappresentano un importante riferimento per il sistema dell’informazione italiano, voci libere che vanno salvaguardate”.
Immagini impressionati, sciogliere immediatamente gruppi neofascisti
“Quali iniziative urgenti intendano adottare il Ministro dell’Interno e il Ministro della Giustizia in relazione ai gravi fatti avvenuti a Roma in occasione della commemorazione dei morti di via Acca Larentia, lo scorso 7 gennaio; nonché per impedire il ripetersi di fatti analoghi e contrastare con ogni mezzo l’apologia del fascismo e l’organizzazione di manifestazioni fasciste. E per sapere quali misure intendano adottare per attivare le procedure atte allo scioglimento dei gruppi neofascisti che espressamente inneggiano al disciolto partito fascista o ne richiamano fedelmente simbologia e modalità, come quanto avvenuto nel quartiere Tuscolano a Roma”.
L’interrogazione, depositata alla Camera questo pomeriggio, porta la firma della Segretaria del Pd, Elly Schlein, della Capogruppo Chiara Braga e di tutte le deputate e i deputati democratici.
Ecco il testo integrale dell’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno e al Ministro della Giustizia
per sapere,
premesso che,
stanno circolando in rete alcune immagini impressionanti, girate nel quartiere Tuscolano a Roma, in occasione della commemorazione dei morti di via Acca Larentia lo scorso 7 gennaio;
nelle immagini, si vedono distintamente centinaia di braccia tese che si levano verso l’alto compiendo il così detto saluto romano mentre viene chiamato il “presente”;
ciò che appare ancora più sconcertante è la formazione in cui si trovano gli uomini ripresi, schierati quasi in una sorta di falange come nelle immagini di repertorio del passato regime, fino al punto che diventa difficile credere che si tratti di immagini contemporanee e non girate durante i terribili anni della dittatura fascista, e si sollevano inquietanti dubbi anche su ipotesi di riorganizzazione di milizie o falangi;
i fatti riportati sono di una gravità inaudita e la commemorazione di tre giovani uccisi nel 1978 non può in alcun modo giustificare l’apologia del fascismo né può in alcun modo avallare alcuna strumentalizzazione dei morti di quegli anni per riproporre simboli, gesti e parole d'ordine del passato regime;
la legge 645 del 1952, come è noto, punisce all’articolo 4 l’apologia del fascismo e all’articolo 5 il compimento di manifestazioni fasciste, così come prevede all’articolo 3 le modalità di scioglimento di gruppi di ricostituzione fascista;
del resto la nostra Costituzione è saldamente fondata, storicamente e culturalmente, sul valore dell’antifascismo che dovrebbe essere una pietra miliare del sentimento di unità nazionale, come più volte ricordato anche dal Capo dello Stato, e testimoniato anche dalla dodicesima disposizione transitoria della Costituzione che vieta espressamente la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista: -
quali iniziative urgenti intendano adottare, per quanto di competenza, in relazione ai gravi fatti avvenuti, nonché per impedire il ripetersi di fatti analoghi e contrastare con ogni mezzo il diffondersi di atti e comportamenti quali quelli riportati in premessa, e per attivare, per quanto di competenza, le procedure atte allo scioglimento dei gruppi neofascisti che espressamente inneggiano al disciolto partito fascista o ne richiamano fedelmente simbologia e modalità come nelle immagini sopra citate.
“Il governo non dà risposte concrete sui tempi, la progettazione e il reperimento dei fondi per la realizzazione della Pontremolese, un’opera fondamentale per tre regioni: Liguria, Toscana ed Emilia Romagna. In modo superficiale e incurante il viceministro alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, rispondendo in commissione a una mia interrogazione, firmata insieme ai colleghi Orlando, Barbagallo, Bakkali, Fossi, Simiani e Malvasi, ha dichiarato che ad oggi il ministero non sa dove reperire i 113 milioni mancanti per la tratta Parma/ Vicofertile, mentre per la tratta Vicofertile/Fornovo di 18 km non è ancora stato redatto alcun progetto, forse si farà nel 2024. Non solo, per la seconda fase del progetto, per la quale si stima la necessità di fondi pari a 4,5 miliardi di euro, non si fa alcun cenno alla modalità di reperimento dei fondi e alle tempistiche dell’iter progettuale e di realizzazione, addirittura è messa in dubbio anche la realizzazione delle restanti tratte, visto che Rfi sta ancora valutando l’opportunità di procedere per la seconda fase dei lavori. Una situazione inaudita, che rischia di mettere a rischio la realizzazione di un'infrastruttura strategica per il collegamento della Liguria con Toscana ed Emilia-Romagna, ma dimostra quotidianamente la sua importanza per il trasporto intermodale delle merci tra le diverse aree produttive e i porti di La Spezia e Marina di Carrara e tra il Mediterraneo e l'Europa, come parte integrante della rete TEN-T Comprenhensive. Il completamento del raddoppio porterebbe benefici anche di carattere ambientale, con il parziale spostamento del traffico su gomma al ferro, con importanti migliorie ambientali e di sicurezza sull'intera rete infrastrutturale. La risposta di oggi è superficiale e inaccettabile: si deve procedere al più presto con la progettazione definitiva di tutte le tratte a binario unico e con il reperimento dei fondi e si deve stabilire un cronoprogramma puntuale per portare a termine l’opera”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicecapogruppo Pd e componente della commissione Trasporti.
Una battaglia giusta. L’opposizione ha scelto di utilizzare tutta la sua disponibilità della manovra contro la violenza di genere. La maggioranza si è solo accomodata. Ora ci sono fondi per aiutare le donne, ma serve più coraggio per cambiare cultura e educare al rispetto.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, commentando l’approvazione dell’emendamento alla manovra che destina 40 ml di euro al contrasto alla violenza di genere.
“Questo è un provvedimento che, nonostante le integrazioni e lo sforzo di miglioramento, rimane prigioniero di tutta la sua debolezza originaria. Eppure non dimentichiamo che il made in italy ha successo in tutto il mondo.
Peccato pero’ che la dotazione prevista sia davvero troppo esigua.
Rimangono aperti tutti i nodi critici che abbiamo sollevato nella discussione in commissione, a partire dal cosiddetto fondo sovrano all’articolo quattro.
Presentato in pompa magna è stato poi rubricato più modestamente come “fondo nazionale a sostegno del made in Italy”, del resto con una dotazione di 700 milioni di euro per l’anno che si sta concludendo e 300 milioni per il prossimo anno non è neanche lontanamente paragonabile agli altri fondi sovrani, senza scomodare quello norvegese che obiettivamente gioca un altro campionato, non c’è paragone neppure con la dotazione di quello irlandese a 15 miliardi, maltese a 17, spagnolo a 15.
E non si tratta neppure di nuovi stanziamenti, ma sono presi da altri fondi, in una sorta di partita di giro, si prendono dal Fondo Patrimonio Destinato e dal Fondo di Venture Capital.
Il ddl sul made in italy, nato con tanta ambizione e tante aspettative, è rimasto incastrato nel novero dei provvedimenti senza respiro e senza visione”. Lo ha detto in Aula Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in commissione Attività produttive di Montecitorio, dichiarando il voto contrario del gruppo del Partito democratica sul ddl Made in Italy.
"Il Governo Meloni assiste inerme al progressivo impoverimento di capacità produttiva degli stabilimenti italiani di Stellantis che sono abbandonati al loro destino. Per questo motivo abbiamo presentato una interrogazione al Ministro Urso per sapere quali iniziative intende assumere soprattutto in vista del tavolo del 6 dicembre al fine di salvaguardare il futuro produttivo dello stabilimento di Pomigliano e avere adeguate garanzie sui modelli che verranno realizzati a tutela dei livelli occupazionali". Lo chiedono in una interrogazione presentata alla Camera i deputati Pd Marco Sarracino, Arturo Scotto, Chiara Gribaudo, Emiliano Fossi e Mauro Laus della commissione Lavoro e Cecilia Guerra della Segreteria nazionale.
"Abbiamo appreso, nel corso del vertice Italo-Serbo dalle parole del premier serbo, Aleksander Vucic, nell’ambito dell’incontro con la Presidente del consiglio Giorgia Meloni, che presso lo stabilimento di Kragujevac - scrivono gli esponenti dem - dove attualmente si produce la 500L, Stellantis trasferirà la produzione della Panda elettrica. Si tratta di una notizia molto impattante per l’automotive italiano, in quanto aumentano le incertezze sul futuro in particolare dello stabilimento di Pomigliano. Il prossimo 6 dicembre è previsto il tavolo con l’azienda sul futuro degli stabilimenti Stellantis in Italia, tavolo più volte rinviato. Le organizzazioni sindacali hanno già sollevato preoccupazioni e timori - ricordando i parlamentari Pd - rispetto ad un annuncio non solo inusuale nella modalità ma preoccupante nel merito".
“Sulla modifica del nuovo Pnrr abbiamo ascoltato toni trionfalistici dal ministro Fitto che, francamente, proprio non riusciamo a condividere. La premier ha annunciato di aver ottenuto oltre 21 miliardi in più per l’Italia. Ma questa è una fake news, una bugia, poiché si tratta invece di 2,8 miliardi legati agli adeguamenti tecnici del nuovo capitolo REPowerEU. C'è, dunque, una bella differenza. Quei 21 miliardi, inoltre, sono in realtà rimodulazioni di risorse già esistenti su cui state producendo un disastro, perché stralciate progetti strategici per l'Italia. Infatti cancellate: oltre 100mila nuovi posti in asili nido, scelta grave; oltre 500 progetti di nuove case ed ospedali di comunità, decisione scellerata; circa 10 miliardi di progetti di riqualificazione delle periferie e di interventi nei comuni, operazione profondamente sbagliata. Dove avete spostato le risorse tagliate e con quali criteri? Avete rispettato l'equilibrio del 40% al Sud? Oggi dovevate mostrare le carte al Parlamento e invece continuate a produrre fumo e promesse al vento, ma non fornite risposta e nessuna delle nostre domande e lasciate nell'incertezza l'intero Paese”.
Lo ha detto il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee, Piero De Luca, replicando in Aula al ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, nel corso del Question time alla Camera. Nell’illustrazione, Silvia Roggiani, della Presidenza del Gruppo Pd, aveva chiesto al governo quale fosse la portata del nuovo Pnrr e i criteri e le modalità di scelta per le modifiche.