26/03/2025 - 18:11

“Di fronte ai dati sconfortanti sulla (dis)parità di genere, che emergono dalla relazione del Ministero dell’economia e delle finanze sul bilancio di genere dello Stato, ci aspettiamo uno scatto di investimento del governo in politiche pubbliche che intervengano a correggere le profonde discriminazioni esistenti tra uomini e donne nel nostro Paese. I dati dimostrano che in questi due anni lo scatto non c’è stato. Ad oggi soltanto lo 0,42% della spesa pubblica statale nei vari settori riguarda impegni che impattano direttamente sulla riduzione delle disuguaglianze di genere. Dal 2022 al 2023 nel suo primo anno di governo Giorgia Meloni, la prima donna premier italiana ha aumentato queste spese solo dello 0,01%. Il bilancio di genere presentato oggi fornisce un’analisi delle spese pubbliche secondo il loro impatto di genere assolutamente insufficiente perché l’83% del bilancio viene letto come neutro rispetto al genere (cioè che incide ugualmente sulla vita di uomini e di donne), una lettura fuorviante poiché nessuna scelta sulla spesa pubblica è neutra. Serve dunque una lettura non basata sul pregiudizio e un maggior impegno del governo nella più approfondita valutazione di impatto della spesa, per mettere in campo le risposte più adeguate a colmare il gap esistente. I soldi dei cittadini e delle cittadine vanno investiti in modo appropriato per rispondere ai bisogni di tutte e tutti. Non serve fare propaganda, esaltando la crescita dell’occupazione femminile, tra l’altro precaria e povera - una tendenza già in atto dopo il Covid - ma azioni mirate e specifiche da parte di tutti i ministeri, non solo quello delle pari opportunità. Ci aspettiamo finalmente dalla presidente del consiglio Meloni interventi governativi concreti che migliorino la vita delle donne e la competitività della società italiana” così le deputate democratiche, Laura Boldrini, Valentina Ghio e Sara Ferrari.

 

08/03/2025 - 09:53

“Oggi celebriamo la Giornata Internazionale della Donna, un momento di riflessione e di impegno per contrastare le tante disuguaglianze che ancora attraversano la nostra società e che penalizzano in modo particolare le donne, soprattutto nel mondo del lavoro. Le disparità salariali, le difficoltà di accesso ai ruoli di vertice e il mancato riconoscimento di diritti fondamentali, come quello all’autodeterminazione sul proprio corpo, rappresentano ostacoli per moltissime donne. Quelle donne che la prima Presidente del Consiglio donna continua a ignorare.”
Lo dichiara Chiara Braga, presidente del Gruppo Pd alla Camera, sottolineando l’importanza di azioni concrete per garantire pari opportunità.

“Il Partito Democratico – ha aggiunto l’esponente dem - è in prima linea con le proprie proposte che vanno in questa direzione: dal salario minimo per garantire un lavoro dignitoso e meno precario, all’aumento della disponibilità degli asili nido e di una sanità di qualità su tutto il territorio nazionale, fino all’introduzione dei congedi parentali paritari e obbligatori per entrambi i genitori. Sono interventi necessari per permettere alle donne di conciliare davvero i tempi di vita e di lavoro e migliorare la qualità della vita di tutti.”

“Dobbiamo – ha concluso Braga - agire con determinazione per contrastare ogni forma di violenza di genere. Per questo, ci impegniamo a modificare la legge introducendo il principio del consenso come elemento fondamentale nel reato di violenza sessuale. È una battaglia di civiltà che non possiamo più rimandare. La giornata dell’8 marzo non è solo una celebrazione, ma un’occasione per rinnovare un impegno quotidiano. Il Partito Democratico continuerà a lavorare dentro e fuori le istituzioni per una società più giusta, equa e libera da ogni discriminazione di genere”.

 

06/03/2025 - 13:24

“Il W20 a New York è un appuntamento che quest’anno acquisisce un’importanza ancora maggiore soprattutto per le conseguenze sulle donne delle guerre e dei conflitti in corso, ma anche perché in molte parti del mondo inclusi diversi paesi occidentali, i diritti delle donne subiscono continuamente profondi attacchi da chi non riconosce il ruolo paritario delle donne e di chi nega i diritti conquistati dalle donne e continua a mettere ostacoli per limitarne la partecipazione in ruoli chiave nei processi decisionali nazionali e internazionali.
Quindi più che mai è importante a New York far sentire la voce delle donne al CSW e in ogni altra sede dove si formano i processi decisionali, dove si decidono le regole oltreche' pretendere piu' donne nei processi di mediazione alla pace, dove purtroppo le donne sono troppo spesso assenti, ma dove invece la loro voce è una garanzia alla sostenibilità nel tempo e nella durata dei percorsi di pace”. Lo ha detto Valentina Ghio vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera presentando la conferenza stampa a Montecitorio di presentazione del Parallel Event Women 20 Italia promosso dall'Associazione W20 alla 69^ Commission on the Status of Women (CSW) di New York.

06/03/2025 - 12:23

La conferenza stampa si terrà oggi giovedì 6 marzo alle 11.30 presso la sala stampa della Camera dei Deputati (Via della Missione, 4). Promossa dalla deputata del Pd Valentina Ghio, interverranno l'on. Annarita Patriarca, le delegate italiane del W20 Linda Laura Sabbadini, Elvira Marasco, Katia Petrini, la capo delegazione del W20 Sudafrica Narnia Bohler Muller, la presidente della Consulta femminile di Milano Laura Caradonna, la giornalista Patty Torchia, la W20 ambassador Monica Baldi e altre esponenti dell'associazionismo femminile italiano. È previsto un saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani.

La conferenza stampa è l’occasione per presentare il parallel event del W20 Italia a New York che si terrà il 14 marzo, nell’ambito del CSW69 sull'evoluzione dell'associazionismo femminile dal 1995 (30 anni dalla Conferenza di Pechino) ad oggi, e sui primi dieci anni di attività del W20. Inoltre, durante la conferenza stampa verrà dedicato uno spazio di discussione alla Presidenza G20 del Sud Africa, con un approfondimento sulle sue priorità in materia di parità di genere e sviluppo inclusivo.

 

05/03/2025 - 20:42

La conferenza stampa si terrà domani giovedì 6 marzo alle 11.30 presso la sala stampa della Camera dei Deputati (Via della Missione, 4). Promossa dalla deputata del Pd Valentina Ghio, interverranno l'on. Annarita Patriarca, le delegate italiane del W20 Linda Laura Sabbadini, Elvira Marasco, Katia Petrini, la capo delegazione del W20 Sudafrica Narnia Bohler Muller, la presidente della Consulta femminile di Milano Laura Caradonna, la giornalista Patty Torchia, la W20 ambassador Monica Baldi e altre esponenti dell'associazionismo femminile italiano. È previsto un saluto della vicepresidente della Camera, Anna Ascani.

La conferenza stampa è l’occasione per presentare il parallel event del W20 Italia a New York che si terrà il 14 marzo, nell’ambito del CSW69 sull'evoluzione dell'associazionismo femminile dal 1995 (30 anni dalla Conferenza di Pechino) ad oggi, e sui primi dieci anni di attività del W20. Inoltre, durante la conferenza stampa verrà dedicato uno spazio di discussione alla Presidenza G20 del Sud Africa, con un approfondimento sulle sue priorità in materia di parità di genere e sviluppo inclusivo.

 

05/03/2025 - 18:25

“Il Governo deve uscire dalle vuote parole trionfalistiche e stare nella realtà: per occupazione femminile siamo ultimi in Europa, con un divario di genere di oltre 18 punti che diventano anche 30 per il gap retributivo. Se il Governo non approva il salario minimo e invece liberalizza i contratti a termine, dà un segnale preciso che incide sulla vita delle donne, che sono quelle con contratti più deboli e precari. Se taglia 150mila posti di asilo nido e non riconosce i congedi paritari pienamente retribuiti e universalistici, significa che vuole tenere le donne a casa. Se affossa anche nel percorso pensionistico una possibilità concreta per le donne di recuperare il tanto tempo dedicato alla cura con la restrizione di Opzione donna, significa che a questa maggioranza di destra sta bene che le donne siano più povere anche da pensionate. In questi due anni il Governo non ha agito in modo sistemico sul mercato del lavoro, sui suoi modelli organizzativi, sul sistema dei servizi, sulla dimensione della famiglia e su quella culturale. Contrastare il declino demografico ed economico di questo Paese significa sostenere misure di equità salariale, fiscale, di accesso ai servizi per le donne, ma questo Governo con la prima presidente del Consiglio donna di questo Paese, ha preso tutt’altra strada”.

Così la vice presidente del Gruppo PD alla Camera, Valentina Ghio, replicando nell’Aula della Camera all’informativa dei ministri Foti e Calderone sulle politiche volte a favorire l’occupazione femminile.

 

05/03/2025 - 17:44

C'è una legge, la 162 Gribaudo sulla parità salariale, che la ministra Roccella conosce molto bene che prevede strumenti premiali che, se applicati, possono contribuire a ridurre il gap tra uomini e donne nel mondo lavorativo. I dati dell'ultimo rendiconto dell'INPS sono veramente impietosi: tra uomini e donne si registrano ancora differenze fino al 50% sul fronte retributivo per le posizioni dirigenziali e il dato occupazionale non è migliore, visto che le donne hanno carriere più precarie e più discontinue e questo incide anche sulla loro pensione. Ricordo anche alla ministra che noi siamo il Paese che ha la più bassa partecipazione delle donne in Europa nel mercato del lavoro. Per  correggere queste storture la legge 162 istituisce la certificazione della parità di genere e l'obbligo della consigliera nazionale di parità di presentare al Parlamento la relazione con il monitoraggio sulla situazione della legge. La consigliera per le pari opportunità avrebbe dovuto rendicontare entro il 30 giugno 2024 sull'andamento delle certificazioni per la parità di genere, ma siamo a marzo 2025 e ancora non è stato presentato niente. Allora ministra Roccella, siccome tra poco sarà l'8 marzo e durante questa ricorrenza ci ricordiamo tutti dei diritti delle donne, questo sarebbe un modo non solo per fare retorica ma per mettere in campo azioni concrete.

Così la deputata del Pd Simona Bonafè, intervenendo in Aula durante il Question Time alla Camera sulla parità salariale di genere.

 

05/03/2025 - 16:41

Solo propaganda e retorica ma nessun rispetto per le donne

“La consigliera per le pari opportunità, in base all'articolo 1 della legge 162 del 2021 avrebbe dovuto rendicontare entro il 30 giugno 2024 sull'andamento delle certificazioni per la parità di genere ma non lo ha mai fatto. Dalla ministra Roccella otteniamo risposte già note sui giornali e non del perché tale rendicontazione non ci sia stata. La ministra è venuta in Aula a fare la solita manfrina fatta di propaganda e retorica”. Così la deputata dem Chiara Gribaudo intervenendo in replica alla ministra Roccella durante il Question Time alla Camera sulla parità salariale di genere.
“La verità è che questo governo non ha alcuna intenzione di occuparsi del gap tra donne e uomini nel mercato del lavoro e i suoi ministri preferiscono rilasciare interviste sul gender. L'unico gender che al Pd interessa è il gender gap salariale in questo Paese”.
“Roccella - continua la parlamentare Pd rispondendo alla ministra sui dati Istat - parla di dati positivi sull'occupazione femminile ma nasconde che la crescita è legata al lavoro precario e povero. Siamo il Paese d'Europa con il più basso tasso occupazionale femminile perché il governo Meloni lavora contro le donne con la liberalizzazione dei contratti di somministrazione, l'abrogazione dell'esenzione Irpef alle prestazioni di baby-sitting di welfare aziendale, l'aumento dell'Iva sui prodotti igienico-sanitari femminili e sui pannolini. Questo governo ha cancellato 'Opzione donna', non finanzia i consultori e inserisce le stanze dell'ascolto per non lasciare le donne libere di scegliere”. “Questo governo ha tagliato fondi sugli asili nido presenti sul Pnrr e, in ritardo di un anno, solo l'altro ieri ha reso note le risorse sul reddito di libertà per le donne. Voi non guardate al futuro del Paese e, soprattutto, non portate rispetto alle donne”, conclude Gribaudo.

 

11/02/2025 - 16:56

“Oggi ricorre la Giornata internazionale delle donne nella scienza ed è importante tornare a lanciare un appello al Governo e alla maggioranza parlamentare per rafforzare l’accesso delle donne allo studio delle materie scientifiche e matematiche. La settimana delle Stem è un’iniziativa di sicura importanza per incentivare le materie che oggi garantiscono il maggior numero di sbocchi professionali e lavorativi, ma il grande problema italiano riguarda il divario di genere nell’accesso a questi corsi di laurea”. Lo dichiara la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, capogruppo in commissione Infanzia e Adolescenza.
“Lo studio delle Stem – aggiunge Di Biase - è un viatico importante per la riduzione del gender gap salariale. Troppi stereotipi e pregiudizi precludono alle donne l'accesso agli studi scientifici. Sulla promozione della parità tra i sessi nell'accesso alla formazione per le discipline Stem c'è una proposta di legge di cui sono prima firmataria che è ferma da mesi in Commissione.  Approviamola – conclude Di Biase – e aiutiamo le donne a superare gli stereotipi e diventare sempre più protagoniste nella scienza”.

04/02/2025 - 14:18

“Il discorso della presidente Meloni in occasione della Settimana delle discipline Stem dimentica ancora una volta il divario di genere nell’accesso ai corsi universitari di ambito scientifico. E’ questo il problema principale che riguarda il nostro Paese, ma la premier non ne ha fatto alcun cenno. Tra i laureati nelle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche, registriamo dagli ultimi dati Istat disponibili una percentuale del 34 per cento tra gli uomini e di appena il 16 per cento tra le donne. Se prendiamo solo i numeri dei laureati in ingegneria scopriamo che le donne sono appena il 26 per cento, una su quattro. Sono dati preoccupanti, che hanno conseguenze dirette sul futuro lavorativo delle donne”.

Lo dichiara la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase.

“Lo studio delle Stem - aggiunge - è un viatico importante per la riduzione del gender gap salariale. Troppi stereotipi e pregiudizi precludono alle donne l'accesso agli studi scientifici.  Sulla promozione della parità tra i sessi nell’accesso alla formazione per le discipline Stem c’è una proposta di legge di cui sono prima firmataria che è ferma in Commissione. Mi auguro - conclude - che in occasione della Settimana delle discipline Stem si decida di riprendere i lavori per arrivare ad una veloce approvazione”.

17/01/2025 - 18:51

"Evidentemente per Fratelli d'Italia anche per le offese ci sono sue pesi e due misure, soltanto ieri chiedevano ed ottenevano giustamente solidarietà ad una loro deputata vergognosamente insultata sui social mentre oggi, dopo poche ore, veicolano odio e commenti volgari su Maria Elena Boschi solo perché, su un ordine del giorno per riconoscere la parità di genere nella nuova composizione del Csm, si è chiesta come possa la maggioranza di una presidente del consiglio donna non sentire il dovere di sostenere una battaglia di civiltà per tutte le donne. All'esponente di Italia Viva va tutta la mia solidarietà e il mio sostegno". Così la vicepresidente vicaria dei deputati Pd Simona Bonafè.

17/01/2025 - 18:37

“Amnesie e silenzi sono la prerogativa costante della presidente Meloni che rivendica di essere una donna al potere ma poi lo dimentica quando si tratta di stare dalla parte delle donne. Sui social di fratelli d'Italia vengono indirizzati insulti ed improperi alla deputata Elena Boschi sol perché avrebbe rivendicato la parità di genere nella scelta dei componenti del Csm e avrebbe segnalato che una simile battaglia dovrebbe essere fatta in primis dalle donne. La reazione è quella tipica della destra che impugna il manganello e si lascia andare ad offese sessiste e piene di odio. La presidente Meloni continua a guardare altrove. Oggi due volte: prima dopo il rinvio a giudizio della sua Ministra Santanchè ed ora con lo squadrismo parolaio dei suoi militanti. Da parte nostra piena solidarietà alla deputata Boschi”.

Lo dichiara il deputato del PD, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.

16/01/2025 - 18:22

PD, M5S, AVS e IV hanno respinto la riformulazione proposta dal governo all’ordine del giorno sulla separazione delle carriere, che chiedeva di garantire la parità di genere nel sistema elettivo dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).

“Riteniamo inaccettabile – sottolineano PD, M5S, AVS, IV – che la maggioranza non riconosca la centralità di questo tema e sminuisca questo obiettivo, affermando che potrà essere raggiunto attraverso una semplice legge ordinaria. Garantire un’equilibrata rappresentanza di donne e uomini nei luoghi decisionali non è solo una questione di giustizia e democrazia, ma rappresenta un passo indispensabile per superare le disuguaglianze che ancora persistono nella nostra società e nelle istituzioni. Per questo motivo, ribadiamo che il principio della parità di genere nel CSM debba essere riconosciuto come un principio di rango costituzionale. Questa non è una battaglia ideologica, ma una necessità per fare della parità di rappresentanza una pietra angolare del nostro ordinamento, a tutela di una giustizia equa e rappresentativa. Il governo e la maggioranza hanno perso oggi una grande occasione. Auspichiamo che, durante l’esame al Senato, ci sia un cambio di approccio, abbandonando soluzioni temporanee o di compromesso e sancendo finalmente la parità di genere come un diritto fondamentale di rango costituzionale”.

09/01/2025 - 16:17

La decisione di respingere l’emendamento del Partito Democratico, a prima  firma Gianassi, che chiedeva di assicurare la parità di genere nel sistema elettivo dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura, rappresenta un atto gravissimo. Garantire un’equilibrata rappresentanza di donne e uomini nei luoghi decisionali non è solo una questione di giustizia e democrazia, ma un passo necessario per superare le disuguaglianze ancora presenti nella società e nelle istituzioni.
Durante il dibattito parlamentare sulla riforma costituzionale, diverse deputate del Partito Democratico hanno denunciato con forza questa chiusura della maggioranza, che continua a ignorare i richiami al dialogo e all’ascolto delle opposizioni.
La responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani, ha detto “chiedevamo di affermare che il principio della parità di genere nel Csm fosse di rango costituzionale, troviamo inaccettabile e intollerabile che proprio su questo ci venga invece detto: ‘si può fare con legge ordinaria’”. La deputata Rachele Scarpa ha sottolineato che: "l’emendamento riconosceva che le disuguaglianze di genere penalizzano sistematicamente la rappresentanza delle donne. Sarebbe compito delle istituzioni garantire la parità di genere, ma con questo voto la maggioranza dimostra di non essere interessata”. Ilenia Malavasi ha ricordato che: "L’accesso delle donne alla magistratura è stato il risultato di un lungo percorso iniziato solo nel 1963. Garantire la parità di genere nella rappresentanza non è solo un principio costituzionale, ma un modo per affermare la dignità e l’autorevolezza delle donne nel nostro Paese". Irene Manzi ha evidenziato l’ipocrisia del rinvio a una futura legge ordinaria: "Nascondersi dietro il rinvio è un pretesto. Garantire un equilibrio di genere nei CSM è un principio fondamentale che non dovrebbe essere sacrificato". Infine, Sara Ferrari ha dichiarato: "Bocciando questo emendamento, non si fa un danno all’opposizione, ma al Paese. In un sistema in cui le decisioni della magistratura impattano su tutti i cittadini, è necessario garantire la diversità di genere, delle esperienze e delle competenze nei luoghi decisionali per assicurare soluzioni più solide e inclusive." La chiusura della maggioranza, volta a preservare un accordo interno al Governo – hanno concludo le democratiche - è inaccettabile e va contro i principi di uguaglianza e rappresentanza che dovrebbero guidare una riforma costituzionale”.

09/01/2025 - 16:02

Noi riteniamo che questa riforma non ci appartenga e abbiamo tutti i motivi per dire che siamo contrari, però ci chiediamo perché tenere fuori un principio costituzionale, quello della garanzia della parità di genere, quello che non ci sia discriminazione tra sessi? Perché dire che un principio, come quello della parità di genere, può anche essere fatto con una legge ordinaria? L'idea che si sta dando è che non sia un valore così importante e che ne possiamo fare a meno. L'idea insomma che la Carta costituzionale sia cartastraccia. Per noi non è così, e dato che questo è un governo che viene presieduto da una donna, chiediamo alla maggioranza che di questo principio non si faccia cartastraccia, e che di questo principio si mantenga il rango costituzionale, perché troviamo inaccettabile e intollerabile che proprio su questo ci si dica: si può fare con legge ordinaria.
A tenerla sempre sotto il tappeto, quella parità di genere, prima o poi, non sarà un problema forse per noi che, grazie a quelle donne che si sono sacrificate, oggi siamo qui e possiamo dire quello che pensiamo, ma pensate alle vostre figlie e alle vostre nipoti, perché questi diritti non sono mai scontati e questi diritti, anche oggi, vengono messi costantemente in discussione.

Così la deputata democratica e responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, intervenendo in Aula.

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