Dichiarazione di Marco Sarracino , deputato Pd e responsabile Sud e Coesione del Partito Democratico
"La documentazione fornita e firmata dal sottogruppo del Clep chiamato ad occuparsi del coordinamento della finanza pubblica, rappresenta l'ennesima prova che il progetto di autonomia differenziata voluto dalla destra è totalmente sbagliato, antistorico, iniquo e mette a rischio la tenuta dei conti pubblici. Siamo dinanzi ad un documento tecnico, elaborato da una commissione voluta dallo stesso Ministro Calderoli, che dovrebbe indurre il Governo a fermarsi e riflettere. Si fa ormai fatica a tenere conto dei giudizi e dei pareri negativi emersi in questi mesi rispetto a questo disegno di legge, da importanti organismi terzi dello Stato, senza contare quelli espressi dai sindacati, fino alla conferenza episcopale. Purtroppo però ci troviamo dinanzi ad un Governo che conferma con le sue scelte politiche di essere contro il Mezzogiorno, specie se pensiamo a quanto si sta verificando con il Pnrr o alla sua contrarietà a misure importanti come quella del salario minimo, il tutto nel conformismo delle classi dirigenti della destra meridionale. Per questo tra le battaglie prioritarie ed identitarie del Pd, c'è proprio quella a difesa della coesione e dell'unità nazionale". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
Dichiarazione di Piero De Luca, segretario di presidenza gruppo Pd Camera
“Spiace constatare l’incapacità del Governo che anziché affrontare i problemi degli italiani si dimostra in grado solo di attaccare e penalizzare ogni giorno il Mezzogiorno. Le scelte politiche fatte ad oggi si ripercuotono soprattutto contro il Sud. Pensiamo alla decisione disastrosa di eliminare il Rdc, al taglio di 16 miliardi di interventi del Pnrr, che colpisce in particolare i territori meridionali. E ancora, alla scellerata rimodulazione di oltre 2 miliardi di fondi per le infrastrutture voluta da Salvini, che toglie sempre al Mezzogiorno per dare al Nord. Come se non bastasse, in queste ore i saggi del Comitato Clep, nominati dallo stesso Calderoli, confermano il grave allarme che come Partito Democratico stiamo lanciando da mesi sull'autonomia differenziata spacca Italia. Il progetto di riforma leghista infatti, non solo metterebbe a rischio i conti pubblici, ma provocherebbe anche evidenti riduzioni di risorse e servizi ai danni delle Regioni meridionali, aumentando i divari esistenti. La destra si ostina a parlare di Nazione ma è la vera nemica dell'unità nazionale”.
“La ministra Calderone ha risposto positivamente alla nostra richiesta: anche per la formazione di lavoratori che beneficiano della nuova tipologia di ammortizzatore sociale recentemente introdotta, la 'cassa integrazione guadagni in deroga per eccezionali cause di crisi aziendale e riorganizzazione', come appunto gli ex Gkn, sarà possibile utilizzare le risorse del Pnrr": è quanto dichiara una nota congiunta del deputato e segretario Pd della Toscana, Emiliano Fossi, e dell’assessora regionale della Toscana alla formazione professionale e al lavoro, Alessandra Nardini, che nei giorni scorsi avevano promosso rispettivamente una interrogazione parlamentare e una lettera, destinati entrambi alla ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali.
"Nel confronto con lavoratori e istituzioni locali, nei giorni scorsi era emersa, a fronte di concrete prospettive occupazionali, la necessità di mettere a disposizione di questi lavoratori percorsi formativi di aggiornamento e riqualificazione. Ci siamo sempre impegnati, fin dall'inizio di questa vertenza, nel garantire ai lavoratori il massimo e migliore supporto e continueremo a farlo. Per questo negli scorsi giorni ci siamo prontamente attivati in due direzioni, quella nazionale e quella regionale, per consentire loro di poter accedere ai percorsi di formazione che abbiamo a disposizione ma che finora non li vedevano compresi tra i possibili beneficiari": concludono.
Chiediamo al governo serietà e responsabilità nelle sue azioni. La smetta di penalizzare soprattutto i più fragili. L’abolizione netta del reddito di cittadinanza per i primi 169000 nuclei familiari, unita ai tagli dei fondi del PNRR per i Comuni e alla mancata volontà di sostenere la proposta di salario minimo del Partito Democratico e delle opposizioni, rischia di creare un vero e proprio dramma sociale nelle nostre comunità, soprattutto al Sud. La destra aumenta il tetto per gli stipendi dei manager della Società Ponte sullo Stretto di Messina e allenta le misure contro l'evasione fiscale, ma sottrae risorse ai nostri cittadini e ai nostri territori. È inaccettabile.
Così sui social Piero De Luca, capogruppo PD Commissione Politiche UE della Camera.
"I fondi già stanziati del Pnrr per le scuole della Toscana ed in particolare per le infrastrutture sportive degli istituti sono bloccati. I comuni non hanno ricevuto gli acconti previsti e i progetti rischiano di essere rimandati. Questo ulteriore caos non è conseguenza delle risorse recentemente cancellate dal governo ma di una continua e colpevole gestione approssimativa e dilettantesca dei finanziamenti europei": è quanto dichiarano i parlamentari del Pd della Toscana Marco Simiani, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli. A Montecitorio su tale tematica è già stata depositata una interrogazione mentre al Senato verrà presentata nei prossimi giorni.
"Le criticità riguardano in particolare le province di Arezzo, Grosseto, Livorno, Massa Carrara e Pistoia, per un totale di circa 16 milioni di euro. Si tratta di risorse che non penalizzano soltanto le scuole ma intere comunità locali dove infrastruttura sportive sono spesso carentie vengono utilizzate non soltanto dagli istituti ma per molte altre attività. Il governo ci dica se e quando questi anticipi verranno erogati": concludono.
Vi sono almeno tre problemi che stanno aggredendo la capacità di vita e di organizzazione della nostra comunità regionale.
1) La ferrovia Pescara-Roma, uscita dal PNRR, dovrebbe sostenersi con i fondi di coesione e sviluppo. Non basta un comunicato stampa: bisogna precisare da dove arriveranno le risorse, perché progetti e cantieri nascono soltanto se c’è copertura finanziaria. Servono 6 miliardi 305 milioni di euro, e intanto abbiamo perso un miliardo 465 milioni del PNRR: occorrono atti tipici dei ministeri competenti, e non chiacchiere.
2) L’altro grande buco riguarda la trasportistica: per 32 anni abbiamo avuto il collegamento aereo con Milano Linate, oggi è stato perso e non è possibile che si debba registrare questa inadeguatezza di reazione. Bisogna avviare subito un contatto con il Ministero dei Trasporti (poiché il Ministro di sicuro farà collaborativamente la sua parte), con l’Autorità dei trasporti e con l’Enac, affinché si riapra il confronto con Ita Airways e magari anche con altre compagnie aeree, chiudendo intanto la partita vergognosa della scelta del direttore generale dell’aeroporto d’Abruzzo. Evitiamo che litigi di bottega mettano a rischio il funzionamento dello scalo: non può esserci questa stravaganza di interesse, si agisca subito rispettando e riscontrando le esigenze poste sul tavolo dal Presidente di Saga, se sono questioni reali.
3) Il terzo problema è quello del centro Le Naiadi a Pescara, una struttura di valenza sportiva e culturale con 55 anni di attività che oggi rischia la chiusura. Si prendano concretamente le risorse FSC spettanti alla Regione da 36 mesi per rendere attrattivo l’investimento di qualche privato tramite un project financing, perché Le Naiadi devono riprendere a funzionare con tranquillità e qualità. Gli ultimi bandi fatti dalla Regione si sono rivelati buchi nell’acqua: verrebbe da pensare che non li sappiano fare, forse perché abituati a dare affidamenti senza gara. La vicenda ricorda quella delle Terme di Caramanico: anche lì si utilizzino le risorse di sviluppo e coesione.
Le Regioni sono nate per fare programmazione: in questo campo non si può improvvisare, perché adesso l’improvvisazione la stiamo subendo e pagando.
"In una settimana si è materializzata la tempesta perfetta per regioni e comuni e il nome di questa tempesta si chiama Fitto. Il Ministro, prima con la sua informativa sul PNRR e poi con la riunione del Cipess di ieri, ha inferto un durissimo colpo alle regioni. Dopo un anno di attesa la montagna ha partorito il topolino. Il riparto dei fondi di Sviluppo e Coesione è di fatto quello del governo Draghi e pur tuttavia si sono persi numerosi mesi. Non solo. I fondi non sono nemmeno immediatamente ascrivibili a bilancio e inoltre sembrerebbe esservi espresso divieto, cosa mai accaduta in precedenza, di utilizzo per le spese immateriali e per quei progetti che di fatto sono indispensabili per la coesione e per la riduzione del divario nord/sud. Siamo preoccupati perchè sembra che il governo tra pnrr e fsc stia giocando al gioco delle tre carte, di fatto paralizzando l'attività e la programmazione delle regioni e dei comuni. Non accettiamo questo modo di fare e chiediamo che si attivi immediatamente ogni procedura per consentire il pieno utilizzo delle risorse dell'FSC". Così il deputato e responsabile Sud e Coesione della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino.
“Ancora un bluff da parte del Governo sui fondi FSC. La riunione del Cipess non ha fatto altro che confermare, anche in parte al ribasso, la ripartizione già effettuata un anno fa. Il problema è che dopo un anno ci saremmo aspettati l'effettiva erogazione di queste risorse alle Regioni. Invece anche oggi, si rinvia a domani. La delibera Cipess è solo programmatica, per cui per iscrivere in bilancio questi importi le Regioni sono costrette ancora a sottoscrivere degli accordi bilaterali con il Ministro Fitto. I fondi quindi non sono disponibili e non possono essere utilizzati per i tanti progetti in servizi sociali, lotta alla povertà, turismo, cultura, ricerca e formazione, né possono essere impiegati da subito per il cofinanziamento dei fondi europei. Una decisione folle e incomprensibile che nasconde la volontà malcelata di utilizzare i fondi FSC per il rifinanziamento dei progetti cancellati dal PNRR, penalizzando gravemente le Regioni Mezzogiorno. Continueremo a dare battaglia perché questo non accada, e vengano messe a disposizione da subito le risorse FSC, evitando che possano coprire i disastri che questo Governo sta generando per la sua incapacità e incompetenza”. Lo dichiara il capogruppo democratico in commissione Politiche Ue Piero De Luca.
“La notizia della scelta di Paul Whurt e Midrex come soggetti che insieme a DRI d’Italia dovranno occuparsi della realizzazione dell’impianto di preridotto negli stabilimenti di Taranto non lascia più alcuna attenuante al ministro Fitto. Il percorso della decarbonizzazione, malgrado le sue sconsiderate decisioni, è già tracciato. Sblocchi il miliardo di euro del Pnrr che avevamo appositamente destinato alla transizione dell’ex Ilva e che lui invece ha pensato bene di cancellare. Taranto non può tornare ad essere schiava dell’acciaio. Il ministro ne prenda atto”.
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Le pessime decisioni del governo sull’ex Ilva si scontrano, per fortuna, con l’arrivo di una buona notizia: l’individuazione, da parte di DRI d’Italia, di Paul Whurt e Midrex quali imprese per la costruzione dell’impianto di preridotto di ferro. Insomma, ‘malgrado’ questo governo e i suoi desideri di ritorno al passato, c’è ancora qualcuno che continua a lavorare incessantemente per imprimere una svolta storica nella storia del siderurgico di Taranto. Per il ministro Fitto non dev’essere una giornata semplice, considerato che proprio qualche giorno dopo il blocco del miliardo di euro del Pnrr per l’acciaio verde e dopo aver reintrodotto la totale impunità per produrre di più in una fabbrica che cade a pezzi, è stato smentito dai progressi sul campo. Se questo governo crede davvero nella decarbonizzazione dell’ex Ilva, faccia immediatamente un passo indietro restituendo le risorse bloccate e cancellando le norme indegne degli ultimi due decreti. I fatti dimostrano che è possibile attivare il nuovo impianto entro il 2026 e se non lo si fa è soltanto perché questo governo ha deciso diversamente”.
Così Claudio Stefanazzi, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Questa proposta di legge conferma ancora una volta che questo sembra essere il governo del ‘vorrei ma non posso’. Vorrebbe sostenere le politiche per la natalità e la genitorialità, ma poi pasticcia sugli obiettivi Pnrr relativi ai nidi e in legge di bilancio toglie risorse al Fondo per lo 0/6. E’ il governo che fa cassa con le misure legate al dimensionamento scolastico, senza intervenire sulle disposizioni relative al numero degli alunni per classe, ancor più urgenti e necessarie considerati anche gli effetti della denatalità. Ogni attività viene prevista a costo zero, mancando di visione e progettualità. E’ fondamentale e importante sviluppare le competenze trasversali e non cognitive ed estenderle su tutto il territorio nazionale, perché sviluppano il pensiero critico e le relazioni che favoriscono il contrasto delle diseguaglianze. Ma servono le risorse in grado di attuare questi nobili propositi, ma che in questo provvedimento non sono previste. E’ un’occasione mancata”.
Così la capogruppo Pd in commissione Cultura alla Camera, Irene Manzi, intervenendo in Aula per annunciare l’astensione del Gruppo sulla proposta di legge per l’introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive nei percorsi scolastici.
“Sappiamo bene - ha aggiunto - che quanto è accaduto in questi anni ha esasperato e fatto emergere diseguaglianze, gap, problemi, rendendo chiaro come aspetti e tratti comportamentali ed educativi stiano diventando centrali. Nella proposta di legge troviamo un elenco lungo ed ambizioso che richiederà formazione dei docenti, impegno e risorse. E qui emerge, purtroppo, con evidenza un elemento che manca nella nuova versione di questa proposta di legge. Anzi - ha concluso - che c’era nella versione depositata dal collega Lupi e che è stata poi espunta dalla maggioranza: le risorse”.
“I tagli al Pnrr, perché di tagli si tratta, sono doppiamente drammatici: non solo impediscono la realizzazione di progetti già cantierabili dei comuni su temi prioritari come la lotta al dissesto idrogeologico, la messa in sicurezza del territorio o il potenziamento della sanità. Annunciati con questa modalità ambigua, senza quindi definire cosa e quando verrà annullato, stanno anche gettando chiaramente nel panico migliaia di enti territoriali, che ogni giorno lavorano per concretizzate gli interventi e non avranno per settimane o forse mesi informazioni fondamentali per definire l’iter di tutti gli appalti previsti. L’appello degli amministratori locali a fare chiarezza, e in particolare di Anci Toscana, è quindi perfettamente condivisibile, come sono altrettanto giustificati gli allarmi lanciati dai sindaci anche di destra. A fronte di questo caos non so se sia più imbarazzante il governo o i parlamentari di maggioranza che cercano di falsificare la realtà, con scuse puerili ed accuse farneticanti”
“Da governo vergogna senza fine”
“Non c’è limite al peggio. Adesso è sparito anche 1 miliardo di euro dal Pnrr per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. La scelta del governo e le ridicole giustificazioni del ministro Pichetto Fratin non possono che suscitare rabbia e sconcerto. Taranto, la salute dei suoi cittadini, sembrano ormai un bersaglio da colpire come più possibile da parte del governo. Una vergogna senza fine. Sembra che il ministro Fitto voglia far pagare ai pugliesi il fatto di non averlo votato per 2 volte presidente della Regione”. Lo dichiara il deputato democratico Ubaldo Pagano.
Il deputato Pd: “Puerile la difesa del governo fatta da Mazzetti. Anche i sindaci di centrodestra si dicono preoccupati”
“Sul Pnrr la deputata di Forza Italia Mazzetti nasconde la realtà in modo puerile e confusionario. Il governo ha fatto tagli importanti, che rischiano di mandare all'aria opere fondamentali per il Mugello e tutta la Toscana. Mazzetti, così come i suoi colleghi di centrodestra, parlano tanto di ‘difendere gli italiani’, ma la verità è che li tradiscono avallando questi tagli”.
A dirlo è Emiliano Fossi, deputato e segretario del Pd toscano, a proposito dell’attacco della deputata di Fi Erica Mazzetti ai sindaci del Mugello.
“Mazzetti attacca i sindaci - dice Fossi - ma dimentica due cose: primo, il taglio dei fondi Pnrr si ripercuote prima di tutto sui cittadini toscani, che vedranno sfumare opere essenziali come quelle previste per rafforzare la sanità territoriale; secondo, anche alcuni sindaci di centrodestra sono preoccupati. Ci dica, onorevole Mazzetti: anche loro sono pericolosi estremisti di sinistra?”.
“Quella del centrodestra toscana Mazzetti dovrebbe smetterla di fare confusione, di cercare come sempre di evitare il confronto, preferendo la rissa politica. La sua è una piccola battaglia di retroguardia quando di fronte c'è un oceano di problemi che si possono creare senza tutti i fondi del Pnrr”. “Il governo di centrodestra invece di parlare degli amministratori locali deve prendersi le proprie responsabilità – ha concluso Fossi -. Le paure dei sindaci non sono infondate, sono quelle riportate dai cittadini. Basta stare sul territorio. Il problema è che Mazzetti vive in un altro mondo”.
“Questo Governo non ha mai creduto al PNRR, come ha dichiarato candidamente in aula oggi la Lega. Lo sente come una patata bollente da gestire e di cui non si può liberare. E lo sta gestendo malissimo”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, intervenendo stamane nell’aula di Montecitorio.
“La macchina del PNRR - continua Morassut - si sta impallando. Adesso tolgono soldi alla sicurezza idraulica e geologica delle aree fragili, proprio alla vigilia dei violenti temporali di fine estate. Tolgono risorse ai servizi sociali come sanità e asili nido. Aprono le porte agli evasori per racimolare un’elemosina per fare una legge di bilancio strozzata e a rischio. E danno soldi alle grandi compagnie energetiche per insistere su politiche basate sul gas. Tolgono di mezzo i soldi per la decarbonizzazione di Taranto attraverso l’idrogeno. Pasticci ma anche scelte di destra. Scelte negazioniste. Il Governo avrà difficoltà a fare la legge di bilancio e le contraddizioni interne di accentueranno. Noi siamo qui per fermarli. A ottobre ci vuole una grande manifestazione popolare dei Democratici. Il tempo è maturo per far scendere in piazza migliaia e migliaia di studenti, lavoratori, precari, insegnanti, imprenditori in difficoltà. Tutti insieme per l’alternativa”.