Dichiarazione di Valentina Ghio, deputata Pd
Un’altra occasione sprecata. Ancora una volta abbiamo sperato che un decreto portasse miglioramenti per la vita dei cittadini e sostenesse i bisogni delle famiglie e delle imprese. Invece nessun passo avanti sostanziale è stato fatto, solo qualche debole rinvio.” Così la deputata del Pd Valentina Ghio sul voto finale al decreto milleproroghe. “Il giudizio su questo provvedimento –ha proseguito Ghio intervenendo in aula per conto del suo gruppo- è molto deludente: nessun segnale che accompagni una strategia di sviluppo economico ed industriale del nostro Paese, nessun provvedimento che dimostri l’obiettivo di farsi carico dei bisogni sociali e delle povertà crescenti che vengono puntualmente ignorati, nessun segnale di avvio di riforme attese e vincolanti per non rischiare di mancare le opportunità del Pnrr. Anzi – ha sottolineato la parlamentare Dem- si è anche evitato di correggere un errore clamoroso dato dalle modifiche su Opzione donna inserite nella legge di bilancio. E scegliendo di non decidere, vengono lasciate 30.000 donne intrappolate in requisiti molto più restrittivi, bloccando la quasi totalità della platea delle lavoratrici che, con la misura attiva fino al 2022, potevano uscire dal mondo del lavoro.” Per Ghio ci sono poi “altri temi che rendono evidente la ritrosia di questo Governo ad occuparsi delle dinamiche sociali, quelli che incidono nella carne viva delle persone e che vengono ignorate, mentre si concentrano azioni e possibilità su interessi particolari. Penso al mancato ripristino del Fondo affitti e del fondo morosità incolpevole, che incide fortemente e spesso drammaticamente nella vita delle famiglie. Cosi come non è stato affrontato in modo più strutturale il tema energetico per andare oltre il 31 marzo con i sostegni alle spese energetiche o le proroghe, anche parziali, al taglio delle accise su benzina e gasolio. E l’elenco potrebbe continuare. In definitiva – ha concluso Ghio- una occasione persa per dimostrare di essere connessi con i bisogni reali dei cittadini e per dimostrare di avere una rotta salda, una visione chiara delle priorità sociali, economiche e ambientali necessarie a far crescere il Paese”.
Il nuovo codice appalti votato oggi dalla maggioranza in commissione ambiente non convince né nel merito e nè nel metodo. Perché riteniamo davvero grave l’atteggiamento della maggioranza che ha voluto comprimere i tempi per l’approvazione di un testo che costituisce uno degli obiettivi centrali del Pnrr. In un contesto legittimo di semplificazione, il testo votato dalla maggioranza contiene evidenti criticità, a partire dalla riduzione dei compiti dell’Anac, per passare all’indebolimento delle disposizioni di contrasto alle frodi, alla corruzione, al conflitto d’interessi nello svolgimento delle procedure e a presidio della concorrenza, della tutela del lavoro e della parità di trattamento tra operatori. In sostanza, qui si vuol far passare la semplificazione per una deregulation a discapito però della qualità delle opere e della tutela del lavoro e della sicurezza. Perché la sicurezza è un tema per noi rilevante e nel nuovo testo non vengono introdotte misure finalizzate alla valorizzazione della qualità della progettazione e viene, viceversa, cancellato uno degli obiettivi fondamentali come la compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica. Non si prevede inoltre l’introduzione di pratiche di valutazione d’impatto ex post delle opere pubbliche e in tema più stringente di tutela e sicurezza sul lavoro emergono preoccupanti carenze con riferimento alla manodopera necessaria alla realizzazione dei lavori, dei servizi e delle forniture, a partire dalle disposizioni sull’appalto a cascata, per passare alle infrazioni contributive e retributive che non sono più causa di esclusione automatica di un operatore dalla partecipazione a una procedura d’appalto. Si tratta, in sostanza, di un testo che fa fare passi indietro nei rapporti tra Pa ed Enti del Terzo settore e al principio di applicazione dei contratti collettivi nazionali. E poi siamo fortemente preoccupati per la mancata inclusione del principio della parità di genere, inserito soltanto nell’ambito dei soggetti con disabilità: un arretramento preoccupante e pericoloso rispetto alle vecchie norme come se l’occupazione femminile e l’equità di genere non fossero una priorità del nostro Paese.”
Dichiarazione dei deputati Pd in Commissione Ambiente Marco Simiani, Chiara Braga, Sarà Ferrari, Augusto Curti e Christian Di Sanzo
Il nuovo codice appalti votato oggi dalla maggioranza in commissione ambiente non convince né nel merito e nè nel metodo. Perché riteniamo davvero grave l’atteggiamento della maggioranza che ha voluto comprimere i tempi per l’approvazione di un testo che costituisce uno degli obiettivi centrali del Pnrr. In un contesto legittimo di semplificazione, il testo votato dalla maggioranza contiene evidenti criticità, a partire dalla riduzione dei compiti dell’Anac, per passare all’indebolimento delle disposizioni di contrasto alle frodi, alla corruzione, al conflitto d’interessi nello svolgimento delle procedure e a presidio della concorrenza, della tutela del lavoro e della parità di trattamento tra operatori. In sostanza, qui si vuol far passare la semplificazione per una deregulation a discapito però della qualità delle opere e della tutela del lavoro e della sicurezza. Perché la sicurezza è un tema per noi rilevante e nel nuovo testo non vengono introdotte misure finalizzate alla valorizzazione della qualità della progettazione e viene, viceversa, cancellato uno degli obiettivi fondamentali come la compatibilità geologica, geomorfologica e idrogeologica. Non si prevede inoltre l’introduzione di pratiche di valutazione d’impatto ex post delle opere pubbliche e in tema più stringente di tutela e sicurezza sul lavoro emergono preoccupanti carenze con riferimento alla manodopera necessaria alla realizzazione dei lavori, dei servizi e delle forniture, a partire dalle disposizioni sull’appalto a cascata, per passare alle infrazioni contributive e retributive che non sono più causa di esclusione automatica di un operatore dalla partecipazione a una procedura d’appalto. Si tratta, in sostanza, di un testo che fa fare passi indietro nei rapporti tra Pa ed Enti del Terzo settore e al principio di applicazione dei contratti collettivi nazionali. E poi siamo fortemente preoccupati per la mancata inclusione del principio della parità di genere, inserito soltanto nell’ambito dei soggetti con disabilità: un arretramento preoccupante e pericoloso rispetto alle vecchie norme come se l’occupazione femminile e l’equità di genere non fossero una priorità del nostro Paese.”
“La soppressione dell'Agenzia della coesione è estremamente pericolosa. L'accentramento della gestione a Palazzo Chigi rischia di alimentare colli di bottiglia che rallenteranno e renderanno ancora più difficile l'utilizzo dei fondi legati alle politiche di coesione. Senza considerare che l'accumulo delle varie tipologie di risorse mette in discussione la ripartizione territoriale del loro utilizzo, penalizzando il Mezzogiorno che ne ha assoluto bisogno per recuperare le distanze esistenti in termini di opportunità, servizi e diritti”.
Lo dichiarano il vicecapogruppo del Pd alla Camera Piero De Luca e il capogruppo in commissione Bilancio Ubaldo Pagano
"Le problematiche del carcere di San Gimignano sono molteplici e riguardano da anni personale penitenziario e detenuti. Le criticità relative al sovraffollamento cronico, alla mancanza di un organico adeguato e alle gravi situazioni strutturali che rendono difficili riscaldamento ed approvvigionamento idrico, vanno affrontate e risolte con rapidità ed efficacia; utilizzando anche gli apposti fondi stanziati con il Pnrr. Per questi motivi abbiamo presentato una interrogazione al Ministro della Giustizia Carlo Nordio". Così i deputati Pd Marco Simiani e Federico Gianassi.
"Soltanto pochi giorni fa si è verificato purtroppo un suicidio tra i detenuti. Per garantire a tutti la sicurezza del carcere e condizioni di vita e lavoro dignitose è necessario un equilibrio numerico, ormai da tempo disatteso, tra personale e reclusi. Da anni, inoltre, l'amministrazione comunale di San Gimignano, in sinergia con la direzione della casa di reclusione, ha fatto predisporre un progetto per l'estensione della rete gas metano e dell'acquedotto a servizio della struttura carceraria; proprio per risolvere definitivamente queste due croniche carenze presenti fin dalla realizzazione dell'edificio. Il Dap (Dipartimento Polizia Penitenziaria) non ha però ancora dato alcun riscontro ed è necessario che mantenga gli impegni presi": concludono Simiani e Gianassi.
“Non mi ritengo per nulla soddisfatto dalla risposta del governo, in relazione alle modalità e soprattutto ai tempi previsti per colmare il digital-divide tra le zone urbane urbane e le aree interne dove persiste un enorme problema di connettività e di copertura di rete che non interessa solo Internet ma anche la rete telefonica e addirittura il segnale televisivo”. Così il capogruppo del PD in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo, dichiarandosi insoddisfatto dopo la replica del governo all’interrogazione con cui si evidenzia il ritardo dei servizi a banda ultra larga, per le aree interne, i piccoli comuni e le isole minori.
“C’è un paese che viaggia a due velocità – ha detto Barbagallo – mentre per la Costituzione l’Italia è una e indivisibile. E il governo, anche per quanto riguarda le risorse del PNRR stanziate in questo ambito, non ha fornito risposte adeguate. Basti pensare che le risorse per questo obiettivo – ha concluso – coprono solo i settori come sanità e scuola e non sono neanche sufficienti a soddisfare le esigenze delle isole minori: bastano solo per 21 isole minori in tutta Italia ma solo in Sicilia sono 15. Prova evidente che si tratta di uno stanziamento insufficiente”.
“Sul Superbonus il governo appare in totale confusione: non solo non è intervenuto in questi mesi per sbloccare la cessione dei crediti mettendo in ginocchio migliaia di piccole imprese ma, qualora venissero confermate le indiscrezioni di stampa, vorrebbe addirittura impedire agli Enti Locali di acquistarli. Se così fosse, sconfesserebbe clamorosamente anche le iniziative e le richieste delle Regioni in cui governa e autorevoli esponenti della stessa maggioranza, dimostrando che la posizione dell’esecutivo, anche sui bonus edilizi, è palesemente ideologica, discordante e contraddittoria”. E' quanto dichiarano in una nota congiunta i deputati dem Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capogruppo Pd in commissione Ambiente e Bilancio di Montecitorio, sulle norme previste nel prossimo decreto Pnrr in via di approvazione dal Consiglio di Ministri.
Dichiarazione di Marco Simiani, capogruppo Pd Commissione Ambiente della Camera
“Anche sulle concessioni balneari Giorgia Meloni decide di non decidere. Governare significa prendersi delle responsabilità e non procedere a tentoni con continui spot elettorali. Rimandare ancora penalizza soprattutto le imprese serie del settore che hanno bisogno di certezze per programmare attività ed investimenti”. E' quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Il riordino delle concessioni era già stato messo in agenda dal governo Draghi ed un ulteriore rinvio metterebbe a rischio i fondi del Pnrr legati all’attuazione di riforme strutturali come quella sulle concessioni demaniali. Il Partito Democratico si è subito messo a disposizione per individuare una norma condivisa ma l’arroganza e la superficialità di questo esecutivo impedisce ogni confronto”, conclude Marco Simiani.
"La Commissione di inchiesta che con questa legge andiamo a ricostituire ha rappresentato nel tempo un importante punto di osservazione e di controllo parlamentare, restituendo l'immagine di un Paese che chiede alle istituzioni non solo interventi riparatori di danni ormai subiti, ma anche e soprattutto la capacità di scrivere oggi una pagina nuova, che tenga insieme sostenibilità economica, ambientale e sociale, nell’impresa e nel lavoro.
Le organizzazioni criminali continuano ad affondare le loro radici nell’ambiente, spinte da interessi trasversali in cui si intrecciano sempre di più criminalità ambientale e interessi economici. Per questa ragione è fondamentale tenere alta la guardia, tanto più in una fase in cui la mole di risorse pubbliche che stano arrivando nei territori grazie al PNRR, proprio nel settore della transizione ecologica, rischia di attrarre gli appetiti delle organizzazioni criminali e di inquinare, oltre all’ambiente, il tessuto economico sano del Paese.
Abbiamo assistito in questi primi mesi di operato del Governo e della maggioranza all’oscuramento dei temi ambientali.
Il rischio è che anche sul fronte del contrasto all’illegalità ambientale ci sia un pericoloso abbassamento del livello di guardia.
Non possiamo permettercelo, sarebbe un errore imperdonabile.
Le attività di inchiesta della Commissione ecomafie in questi anni hanno posto le basi per approfondimenti e sviluppi da affidare al legislatore e al Governo. In particolare, voglio ricordare la quantità e la qualità del lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta nella scorsa Legislatura. Lo testimoniano le venti Relazioni approvate, oltre alla Relazione conclusiva, tutte con il voto unanime dei parlamentari della Commissione e trasmesse al Parlamento. L’auspicio è che il lavoro svolto in passato possa proseguire con lo stesso approccio costruttivo e che questa Commissione continui ad essere un riferimento per orientare le scelte del Governo e, più nello specifico, del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica". Lo ha detto in Aula Chiara Braga, deputata e responsabile Transizione Ecologica del Pd, dichiarando il voto favorevole del Pd alla legge che istituisce la commissione d'inchiesta sulle Ecomafie.
"Questa mozione dimostra la volontà politica del Parlamento nel perseguire un impegno a tutela della salute dei cittadini e cittadine su un tema drammatico, quello del cancro. L'unanimità dimostra che sulla salute non ci possono essere dei distinguo, rimane una priorità, un diritto alla cittadinanza che non può essere messo in discussione da nessun governo e da nessun partito politico". Lo ha detto intervenendo in Aula, la deputata del Pd, Ilenia Malavasi, dichiarando il voto favorevole del Pd alla mozione sulla prevenzione e cura del cancro.
“La salute è una questione di democrazia e giustizia sociale. Per il Partito Democratico, garantire una reale parità di accesso alle cure rappresenta un impegno che è anche un caposaldo del nostro vivere comune, perché questo deve avvenire indipendentemente dal territorio di residenza o dalle proprie possibilità economiche. Esiste un tema di diseguaglianza di accesso alle prestazioni sanitarie - come avevo già sottolineato in un emendamento alla legge di bilancio, riguardo agli screening mammografici - che è discriminatorio e contrario a quanto espresso anche dall'art. 32 della nostra Costituzione".
"La prevenzione - ha proseguito Malavasi - è il primo strumento importante per sensibilizzare ed educare la popolazione. La patologia del cancro è in costante aumento in Italia e in tutto il mondo. Dobbiamo mettere al centro il malato e fornire assistenza a 360 gradi. Potenziare le cure vaccinali, come il vaccino contro l'hpv. Dobbiamo arginare fattori di rischio comportamentali che aumentano il rischio di tumore di 1 su 3: il fumo, la mancanza di sport, la cattiva alimentazione. L'obiettivo della UE è ambizioso: aumentare il tasso di sopravvivenza per tutti i tumori entro il 2030 dal 47 al 75 per cento e da qui deriva anche il nostro piano nazionale contro i tumori. Aumentare screening e attività diagnostica che siano accessibili a tutti. Per questo servono investimenti, bene il Pnrr ma dobbiamo fare di più, finanziando la medicina pubblica e del territorio, monitorando il lavoro delle regioni, che deve fornire un servizio omogeneo su tutto il territorio nazionale. La ricerca, dobbiamo evitare che i nostri giovani vadano a fare ricerca all'estero perché non hanno condizioni dignitose di lavoro qui in Italia. E infine non dobbiamo lasciare sole le famiglie, i caregiver, chi assiste i malati oncologici e la loro riabilitazione. Quindi serve aumentare le risorse e il personale nei pronto soccorso, negli ospedali, con personale adeguato e formato", ha concluso la deputata dem.
“Il governo garantisca con urgenza la prosecuzione del confronto tra la multinazionale Jabil e le organizzazioni sindacali al fine salvaguardare i livelli produttivi e occupazionali dell’impianto di Marcianise, assicurando ogni intervento utile anche per l’attuazione del piano di riassorbimento e riallocazione del personale considerato in esubero, preservando il tessuto industriale e professionale della provincia d Caserta”.
E’ la richiesta contenuta nell’interrogazione presentata in commissione dal Partito Democratico, primo firmatario il deputato Stefano Graziano, e sottoscritta anche dai dem, Scotto, Sarracino, Laus, Gribaudo, Fossi, rivolta alla ministra del Lavoro, Marina Calderone.
“La vertenza Jabil - si legge nell’interrogazione - si trascina dal giugno 2019, e in passato i rappresentanti dell’impresa si erano dichiarati disponibili alla predisposizione di un piano di riassorbimento dei lavoratori in esubero, attraverso un progetto industriale poi illustrato nel febbraio del 2022, accolto favorevolmente dalle organizzazioni sindacali. Ma, a tutt’oggi, non è stata trovata alcuna soluzione industriale alternativa per evitare una nuova emorragia occupazionale. Il territorio di Caserta non può continuare a perdere presidi industriali importanti e livelli occupazionali. Occorre una strategia complessiva - prosegue il testo - per riportare il territorio di Caserta in un ruolo strategico all'interno della regione Campania, per salvare i livelli occupazionali e per un piano industriale serio, nel solco del Pnrr e della transizione ambientale ed ecologica”.
“La scelta di Poste italiane di scommettere sul digitale per ridurre le diseguaglianze territoriali, purtroppo ancora presenti nel nostro Paese, conferma la vocazione all’innovazione dell’azienda di Stato. Con il progetto Polis, che prevede un investimento di oltre un miliardo di euro ed è sostenuto attraverso le risorse del PNRR, Poste italiane si è impegnata a contrastare lo spopolamento di piccoli centri e aree interne, garantendo accesso e qualità dei servizi al pari delle grandi metropoli. Una scelta di grande valore perché indirizzata a colmare le lacune della Pubblica amministrazione e, allo stesso tempo, a valorizzare le identità delle realtà locali, di cui gli uffici postali sono parte integrante.” Così Anna Ascani, vicepresidente della Camera e vicepresidente PD, ha commentato il lancio del progetto Polis di Poste italiane.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd in commissione Trasporti
“In commissione Trasporti erano attesi oggi chiarimenti da parte del governo su due questioni particolarmente rilevanti per l’assetto delle telecomunicazioni nel nostro paese: il piano Minerva e Open Fiber. Ma ahime l'audizione del sottosegretario Alessio Butti è stata deludente e per nulla rassicurante”. Così il capogruppo del Pd in commissione Trasporti Anthony Barbagallo, che prosegue: “in particolare ci aspettavamo dati concreti sul progetto Minerva e un'idea precisa su come colmare i ritardi relativi al piano nazionale di investimenti per la banda ultralarga e su queste due questioni così cruciali per l’assetto del nostro sistema delle telecomunicazioni dobbiamo purtroppo registrare da parte del governo solo affermazioni generiche e poco convincenti.” Per Barbagallo, “inadeguato è stato anche il passaggio sulla digitalizzazione della p.a. e nello specifico dei comuni: troppo gravi i ritardi soprattutto per quelli ricadenti nelle aree interne su cui il Pd propone di impiegare le economie dei fondi pnrr", ha concluso il rappresentante Dem.
“Sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza il governo non ha le idee chiare. Occorre assolutamente evitare che ritardi e scelte sbagliate compromettano i 27 obiettivi da raggiungere entro il 30 giugno 2023 e conseguentemente, l’erogazione della quarta rata da 16 miliardi di euro. Da mesi si susseguono indiscrezioni sulla nuova gestione del Piano e sulle modifiche che la destra vorrebbe chiedere all’Unione Europea: ad oggi però non vi è niente di definito e questo caos rischia di ripercuotersi sulla corretta attuazione degli investimenti. Peraltro il Parlamento è stato finora completamente estromesso dal necessario confronto col governo. Abbiamo da tempo evidenziato alcune criticità riguardanti soprattutto la capacità di progettazione ed esecuzione delle opere da parte degli enti locali di piccola entità: problematiche comunque risolvibili dotando tali amministrazioni di personale e risorse adeguate”.
E’ quanto dichiarano Simona Bonafè e Piero De Luca, vicepresidenti dei deputati Pd, in merito alla discussione di oggi alla Camera sull’interrogazione relativa alla governance del Pnrr.
"Sussistono posizioni contraddittorie del Governo sulla Giustizia. Avete richiamato l'importanza di fare investimenti sul carcere e avete fatto con la manovra di bilancio tagli sull'amministrazione penitenziaria. Avete detto che avreste limitato le intercettazioni e impedito l’estensione del diritto penale ma avete creato un nuovo reato, il cosiddetto Dl anti-rave, con più carcere e più intercettazioni e ora si parla di un nuovo reato per imbrattamenti.
Troppe incoerenze anche sulla riforma Cartabia tra esponenti del governo che dicono di difenderla senza se e senza ma e altri che la ritengono inutile e dannosa. Le contraddizioni sono anche all'interno del Governo, la Presidente Meloni ha detto che la sicurezza dei cittadini si consegue con più carcere, ma il ministro Nordio ha espresso posizione opposta e cioè meno carcere e più misure alternative. Nonostante gli annunci, idee e azioni sono discordanti. Viene poi completamente dimenticato il lavoro già fatto dal Parlamento. La nostra posizione è invece che le riforme approvate devono essere attuate con un impegno forte da parte del governo anche attraverso il monitoraggio sul successo di quelle riforme rispetto ad obiettivi importanti. Non c’è quindi bisogno di agitare temi divisivi portando indietro di anni le lancette dell’orologio. Su intercettazioni, prescrizione, separazione delle carriere, obbligatorietà c’è da attuare le riforme fatte.
Guardiamo al futuro e a una giustizia giusta al fianco dei cittadini, senza sollevare inutili scontri che non B servono a niente e che noi respingiamo.
Nella nostra agenda restano prioritari gli investimenti sul Pnrr e noi saremo sentinelle vigili perché siano spesi presto e bene; gli investimenti sull'ufficio del processo; occorre contrastare lo scandalo dei suicidi, delle cattive condizioni delle carcerie e valorizzare la giustizia riparativa.
Infine, tutela vera dei sindaci partendo dalle nostre proposte su chiarezza di separazione dei poteri politici e tecnici degli amministratori locali, le modifiche del testo unico degli enti locali che aiutano gli amministratori locali a lavorare in sicurezza. Il governo non li strumentalizzi, noi siamo al loro fianco". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Federico Gianassi, intervenendo in dichiarazione di voto sulla giustizia in Aula.