“Triste e grave che una sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, che dovrebbe garantire serietà e competenza per la delega di grande responsabilità culturale che le è stata affidata nei confronti dei giovani e delle giovani di questo Paese, faccia riferimento alla più bieca propaganda della ‘teoria gender’, la cui inesistenza è confermata dalla ricerca scientifica in Gender Studies di tutte le università italiane. Quanto viene quotidianamente propagandato e diffuso in merito alla supposta Teoria Gender contribuisce a creare barriere alla libertà personale e a fomentare odio e discriminazione. Ci si aspetterebbe altro da una carica dello Stato che ha responsabilità nella formazione dei cittadini e delle cittadine. L’importante impegno pubblico per educare all’affettività e alla parità, al fine di prevenire la violenza sulle donne, non può basarsi su teorie antiscientifiche”.
Lo sostiene la deputata Sara Ferrari, capogruppo Pd nella commissione parlamentare sul Femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere.
Grande successo del primo incontro nazionale del dipartimento sport del Partito Democratico, “Diritto allo sport!” oggi a Prato.
Il saluto della segretaria Elly Schlein, del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Sindaco di Prato Matteo Biffoni e poi 4 ore filate di idee, proposte di legge e interventi delle sei donne e sei uomini che compongono il dipartimento sul rapporto fra sport e lavoro, salute, ambiente, sud, equità di genere, diritti, disabilità, enti locali, scuola e cultura.
A guidare, dal palco del teatro “Il Garibaldi”, l’On. Mauro Berruto, già CT della nazionale maschile di volley, oggi parlamentare e responsabile delle politiche per lo sport del Partito Democratico che ha raccontato il lavoro fatto nel 2023 e indicato l’agenda 2024. Oltre 200 persone in sale in rappresentanza di società (fra cui quelle che hanno concretamente aiutato a Prato e Campi Bisenzio durante l’alluvione” enti di promozione, federazioni e tanti militanti. La registrazione dell’evento sarà presto disponibile sui canali social del Partito Democratico.
“Nel click day per il Bonus trasporti solo una parte di richieste e' giunta a buon fine, tante le persone rimaste in attesa si sono trovate di nuovo di fronte ai fondi già finiti. L’ennesima presa in giro del Governo, che invece di stanziare finanziamenti spot che svaniscono nel giro di poche ore, deve trovare il modo per rendere strutturale questa misura. Bisogna inserire fondi organici affinché chi va a scuola e a lavoro e si sposta con i mezzi pubblici abbia la possibilità di farlo senza gravare ulteriormente su un bilancio familiare messo a dura prova dall’inflazione e dall’aumento dei prezzi. Il bonus trasporti non deve essere un diritto per i più veloci, per chi clicca prima, ma deve essere garantito a tutti quei cittadini, studenti e lavoratori che hanno bisogno di spostarsi con i mezzi per andare a lavoro e a scuola
Occorre farlo stanziando i fondi necessari e allargando la misura alle famiglie al di sotto dei 35.000 euro di reddito come accadeva fino al 2022. Oggi una nuova brutta figura del Governo che ha dimostrato di non considerare la mobilità dei cittadini un obiettivo da sostenere con i fatti”. Lo dichiara Valentina Ghio vicecapogruppo PD alla Camera e componente della commissione Trasporti di Montecitorio.
“Il rapporto di Save the Children diffuso stamattina indica chiaramente, per l'ennesima volta, che in Italia c'è un problema di povertà educativa e povertà alimentare. I dati di questa mattina ci raccontano la necessità di interventi progressivi che arrivino poi al riconoscimento della mensa come un servizio pubblico essenziale da garantire uniformemente su scala nazionale. Un primo, significativo passo, sarebbe l'approvazione alla prossima Legge di Bilancio, di un emendamento che il Gruppo del Partito Democratico al Senato ha presentato, raccogliendo le sollecitazioni emerse anche questa mattina, proprio per costituire un fondo a contrasto della povertà alimentare a scuola da destinare ai Comuni, a favore di quelle famiglie che nel corso dell'anno scolastico non riescono a provvedere al pagamento delle rette previste per la fruizione del servizio di ristorazione scolastica ai propri bambini e alle proprie bambine. La mensa è un'occasione di socialità per i bambini e la garanzia di un pasto equilibrato e sano al giorno, è un'opportunità anche per implementare quello che è il servizio del tempo pieno a scuola. Può essere davvero un grande strumento di sostegno e di contrasto alla povertà alimentare e alla povertà educativa”. Così la deputata dem Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura e responsabile Scuola del Partito Democratico, durante la presentazione del policy paper di Save the Children e dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani "Mense scolastiche: un servizio essenziale per ridurre le disuguaglianze" diffuso in occasione di un evento di presentazione alla Camera dei Deputati.
“Avremmo voluto che si facesse di più anche sulla proroga dei progetti di accoglienza diffusa dei comuni, ma l'approvazione dell'ordine del giorno da me presentato rimane una risposta doverosa agli enti locali, in un decreto disumano che si accanisce oltre ogni limite etico sui minori non accompagnati ”. Lo ha detto intervenendo in Aula sul decreto migranti la vicepresidente del gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio, a proposito dell’approvazione dell’odg a sua prima firma che impegna il governo a dare prosecuzione ai progetti inseriti nel sistema di accoglienza, integrazione e Sai anche per l’anno 2024.
“La riformulazione dell’ordine del giorno - spiega Ghio - lega la proroga del sistema di accoglienza diffusa portato avanti dai Comuni in questi anni alla valutazione della compatibilità di bilancio. È una formula che il governo usa spesso e che non garantisce come sappiamo con certezza il raggiungimento dell’obiettivo.
In questo caso però si tratta di non garantire la certezza del raggiungimento dell’obiettivo a migliaia di persone, fra cui donne, famiglie, bambini che dal 1 gennaio 2024, senza questa proroga, non avranno più un luogo da abitare, una scuola da frequentare. Questa proroga inoltre riguarda l’impegno e il lavoro di 200 comuni che hanno puntato sull’accoglienza diffusa, che ha dato vita a percorsi di integrazione sociale ed economica reali, più efficaci ed umani rispetto alla gestione dell’accoglienza a cui abbiamo assistito negli scorsi mesi”.
“L’Anci da diversi mesi ha chiesto delle risposte circa la prosecuzione di questi progetti e i comuni coinvolti ad oggi non hanno ancora notizie certe e la preoccupazione dei sindaci che conoscono bene le loro comunità è alta perché sanno che se fra qualche settimana non ci sarà certezza reale della prosecuzione occorrerà trovare collocazione, abitazioni, scuole per queste migliaia di persone che già hanno avuto molte sofferenze”, conclude Valentina Ghio
Dichiarazione di Valentina Ghio, vicepresidente deputati Pd
“Abbiamo chiesto al Governo di dare una risposta alle 5600 persone, in prevalenza famiglie e bambini, incluse nel sistema di accoglienza e integrazione (Sai) gestito dai Comuni, che, se non ci sara' un rinnovo, da gennaio non sanno dove abiteranno e dove andranno a scuola. E abbiamo chiesto al Governo di dare una risposta anche a più di 200 comuni, di diverso colore politico, che con impegno e umanità hanno gestito il sistema di accoglienza e integrazione che ha dato sin qui risultati positivi e per il quale da mesi, attraverso l'Anci, hanno chiesto la proroga per il 2024”. Così Valentina Ghio, vicepresidente dei deputati Pd, illustrando in aula un ordine del giorno del gruppo Pd al decreto immigrazione. “Parliamo di persone che sono inserite nel sistema di accoglienza diffusa che ha consentito in questi anni di gestire percorsi di integrazione nelle comunità territoriali grazie al grande impegno dei comuni . Nel complesso – ha aggiunto Ghio- questo è un sistema che coinvolge più di 43 mila persone, con oltre 1000 comuni titolari di progetto . Un sistema che ha dimostrato di funzionare bene. Ad oggi – ha concluso Ghio- non si hanno notizie circa l’uscita dei decreti necessari a garantire la prosecuzione di progetti per 5600 persone inserite in questo percorso. E a fine 2023 andranno in scadenza anche gli altri 4000 posti destinati a persone giunte in Italia a seguito dei conflitti in Afghanistan e Ucraina, per i i quali – lo ricordo- all’inizio c’era la gara ad accoglierli ma adesso il destino di queste persone non interessa più. Oggi, dunque, i comuni coinvolti non hanno nessuna notizia, nonostante la richiesta dell’Anci e la grande preoccupazione dei sindaci che conoscono bene le loro comunità e sanno che qualora non venisse garantita la prosecuzione occorrerà, in fretta e furia, trovare collocazione per migliaia di persone, prevalentemente famiglie e bambini che vivono già in una situazione di grande sofferenza.”
“La nuova legge per contrastare il fenomeno dei femminicidi non basterà ma è sicuramente un passo avanti. La nostra speranza però, è una legge che intervenga sulla prevenzione secondaria, che cerchi di rafforzare, migliorare l'efficacia delle misure cautelari, così come ha chiesto la commissione femminicidio della scorsa legislatura. Parliamo di braccialetto elettronico, divieto di avvicinamento alla vittima e ai suoi figli, obbligo di allontanamento. Tutto questo per cercare di evitare che una violenza che si è già manifestata, possa portare all'uccisione della donna, quindi al femminicidio. Dobbiamo intervenire anche sulla prevenzione primaria, per evitare che la violenza si manifesti, si impari, cominci ad agire. Occorre lavorare sull'educazione nelle scuole per una nuova cultura del rispetto delle differenze, nel rapporto uomo donna, e il rispetto della libertà delle donne. Va fatto in tutti gli ordini di scuola, formando i docenti, lavorando con i minori e con le loro famiglie. La scuola, il pubblico, deve assumersi questa responsabilità”. Lo ha detto la deputata dem Sara Ferrari, della presidenza del Gruppo Pd e componente della commissione parlamentare di inchiesta sul Femminicidio, intervistata sul sito web dei deputati Pd.
“Per fare tutto questo – ha aggiunto l’esponente Pd – servono risorse che al momento il governo non ha stanziato. Noi rischiamo di dire parole e non poter fare fatti, perché il governo ha fatto una legge in varianza di spesa. Noi abbiamo approvato comunque la norma, ma abbiamo chiesto che nel bilancio il governo stanzi questi soldi, perché la formazione, in particolare degli operatori che a vario titolo seguono le donne vittime di violenza e i loro figli, deve essere personale specializzato. Per essere specializzato deve essere formato, quindi ci vogliono i soldi. Servono anche nuove persone specializzate e formate all'interno delle procure. Non tutte le procure italiane hanno questo personale”.
“Il Partito Democratico – ha concluso Ferrari – ritiene necessario intervenire sull'educazione. Non avremo una nuova cultura se non lavoriamo sulle nuove generazioni, per costruire relazioni di genere corrette e rispettose. Abbiamo chiesto la calendarizzazione, quanto prima, delle proposte di legge che noi abbiamo già depositato, sia alla Camera che al Senato, sull'educazione all'affettività e alla parità. Sono convinta che troveremo una larga condivisione, un accordo, su un punto di caduta anche su questo tema”.
“Il senso di appartenenza al nostro Paese va accolto e valorizzato e rappresenta un investimento per il futuro dell’Italia. Sono giovani italiani e italiane di fatto, riconosciuti tali dalla scuola, dalla comunità nella quale abitano tranne che dallo Stato.
La ragione per cui abbiamo pensato alla costituzione di questo gruppo di lavoro si fonda sulla convinzione profonda che sulla riforma della cittadinanza si debba continuare ad alimentare un dibattito in Parlamento e nel Paese". Così una nota dell’intergruppo per la riforma della cittadinanza, nato all’inizio di questa legislatura.
“Apprezziamo molto le parole del sindaco di Torino, Lo Russo - prosegue la nota - che esorta la maggioranza a portare a compimento la riforma della L.91/92.
Questa riforma va spogliata dall’ideologia ed esaminata con razionalità e concretezza, senza strumentalizzazioni e dal presupposto che questa legge non appartiene a nessun partito, ma ai ragazzi e ragazze, un milione e mezzo di persone, che da anni aspettano che lo Stato li includa nel futuro.
In molti paesi europei proprio i governi di centrodestra hanno introdotto semplificazioni per ottenere la cittadinanza, comprendendo gli effetti positivi in termini di coesione sociale e sostenibilità sul lungo termine dei sistemi di welfare e crescita del Paese.
Se la maggioranza, come disse Meloni qualche anno fa, è disponibile ad aprire un ragionamento in termini di semplificazioni per l’ottenimento della cittadinanza ci siamo per un confronto operativo e concreto sin da subito e che avvenga in questa legislatura.
L’invito è aperto e sincero all’ingresso di parlamentari della maggioranza per aprire un confronto reale e progredire verso un terreno comune di confronto”, conclude la nota.
“Con l’approvazione in Commissione Affari Costituzionali del Senato del ddl sull’Autonomia targato Calderoli, il Governo Meloni si schiera definitivamente contro il Mezzogiorno. Tutto per assecondare gli intenti secessionisti della Lega e mantenere gli equilibri al suo interno in uno scambio squallido con la riforma sul premierato fatto sulla pelle dei cittadini del Mezzogiorno e dei più deboli. Senza fondi e con un carico che grava pesantemente sul Sud, infatti, la sanità pubblica andrà in frantumi così come la rete di servizi fondamentale per la vita dei cittadini in particolare nei settori dei trasporti locali, della scuola, degli asili nido e delle politiche sociali. Mi chiedo come possa una destra che parla di nazione decidere di spaccare in questo modo l'Italia, nel silenzio colpevole dei colleghi eletti nel Mezzogiorno che avallano questo scempio senza colpo ferire. Come Partito democratico presenteremo degli emendamenti in legge di bilancio per prevedere che venga assicurata in via preliminare un'adeguata copertura finanziaria dei Lep e del fondo perequativo, nel rispetto della stessa Costituzione, e continueremo a batterci in tutte le sedi per fermare una riforma che rompe l'unità e la coesione nazionale.
Così Piero De Luca, capogruppo Pd della Commissione Bicamerale Questioni regionali.
Domani, alle ore 11.30, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, in via della Missione 4, su iniziativa dell'Intergruppo della Camera per le donne, i diritti e le pari opportunità, coordinato da Laura Boldrini, sarà presentato il libro "Educare alla parità" scritto a cura di a cura di Marina Della Giusta, Barbara Poggio, Mauro Spicci.
Interverrà Barbara Poggio, prorettrice per le politiche di equità e diversità dell’Università di Trento. Saranno presenti le deputate e i deputati dell'Intergruppo.
Il libro affronta il tema della necessaria educazione delle nuove generazioni alla parità, responsabilità che spetta, oltre che alle famiglie, anche alla scuola, con l'obiettivo di riequilibrare le evidenti asimmetrie tra uomini e donne in molti ambiti della sfera sociale, economica e lavorativa.
Il volume è scritto da esperti di varia formazione e propone attività e suggerimenti didattici per accompagnare docenti di ogni ordine e grado in questa importante sfida.
A seguire, è previsto un flash mob delle deputate e dei deputati dell'Intergruppo davanti all'ingresso di Montecitorio durante il quale saranno esposti dei cartelli con frasi e messaggi ispirati al libro in vista della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
"Una scena vergognosa, oltretutto ripresa davanti ad un professore che annuisce osservando quegli osceni saluti romani. Un video inquietante sul quale starebbe indagando anche la Digos e che sembrerebbe essere stato girato durante lo scorso anno scolastico. Una cosa gravissima che non accettiamo minimamente venga ridimensionata a bravata o a gesto folkloristico perché è un gesto di chiara matrice fascista, intenzionale, fatto da alcuni ragazzi dentro una scuola pubblica alla presenza di un docente. La scuola è il luogo della democrazia dove le giovani generazioni, studiando e formandosi, imparano ad apprezzare i valori costituzionali di libertà e uguaglianza su cui si fonda il nostro paese. E nella scuola pubblica non c’è spazio per la simbologia inneggiante al fascismo e a una delle pagine più brutte della nostra storia. Quel docente dovrebbe saperlo e vergognarsi per aver permesso tutto questo. Ho presentato un’interrogazione urgente perché vorremmo sapere il governo se intende prendere provvedimenti ma soprattutto perché non siamo disposti minimamente ad accettare che nella scuola italiana avvengano cose del genere. La scuola italiana è un presidio laico e antifascista e tale rimarrà".
Così Marco Furfaro, deputato Pd e componente della segreteria nazionale, annuncia la presentazione di un'interrogazione sul caso della scuola Federico Caffè di Monteverde a Roma.
"Un ragazzo di 13 anni che decide di togliersi la vita è una tragedia. Lo è innanzitutto per la sua famiglia, che deve affrontare un dolore che nessun genitore dovrebbe conoscere e a cui va il mio abbraccio sincero. Lo è per i suoi amici e le sue amiche, per la sua scuola, per gli insegnanti. Ma è anche una sconfitta per tutte e tutti noi, che non siamo stati in grado di intervenire in tempo né di prevenire un gesto così disperato. Perché non è un fatto sporadico né unico, purtroppo.
Dopo la pandemia, il tasso di suicidi tra gli adolescenti è cresciuto del 30 per cento: un dato che richiede un intervento immediato.
Ma i suicidi degli adolescenti legati al bullismo omofobico e transfobico, in cui questo ultimo caso sembra rientrare, è un fenomeno noto da tempo.
Ci siamo battuti con tutti i mezzi a disposizione per fare approvare una legge che affrontasse questo tema proprio nelle scuole, dove le adolescenti e gli adolescenti passano la maggior parte della loro giornata e dove, spesso, subiscono vessazioni per il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. Ma una politica becera e retrograda ha perfino festeggiato per la bocciatura del ddl Zan, applaudendo in aula. E impedisce quotidianamente di approvare misure strutturali contro le discriminazioni per genere, orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole e per un'educazione sessuale e all'affettività dei giovani bollandole addirittura come "porcherie".
Guardino in faccia la realtà e la smettano di arroccarsi su posizioni che vanno contro il benessere dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel Mondo.
"La Scuola di Robotica dell'Ospedale Misericordia di Grosseto festeggia i suoi 20 anni: un progetto visionario che oggi si è concretizzato come un'eccellenza locale. Ringraziamo professionisti come il professor Giulianotti, il dottor Coratti, i direttori generali Salvi e D'Urso, insieme a tutti gli operatori dell'ospedale, per i risultati straordinari raggiunti. In questo contesto sanitario è ora cruciale attivare nuovi finanziamenti per sostenere progetti specifici come questo, riconoscendo la scuola a livello nazionale ed internazionale. È fondamentale che lo Stato e il Ministero della Salute garantiscano risorse adeguate e valorizzino la scuola come polo formativo. Inoltre, promuovere collaborazioni con università, inclusa l'Università di Chicago, contribuirà a consolidare questa importante esperienza. Celebriamo oggi la Scuola di Robotica con la promessa di assicurare continuità e crescita, riconoscendo e valorizzando tutta la sua storia straordinaria e tutti i suoi protagonisti": è quanto dichiara Marco Simiani deputato Pd.
"Domani saremo in piazza a Roma contro una manovra che taglia il futuro del Paese. Zero soldi per la sanità e per la scuola, nessun intervento sul lavoro precario e per il contrasto del disagio sociale. Le decisioni del governo Meloni si abbattono sulle persone che già stanno subendo la crisi economica. Abbiamo bisogno di ricostruire una speranza, con la piazza di domani il Partito Democratico inizia un percorso per far voltare pagina al Paese".
Lo afferma in una nota la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
Dichiarazione di Marco Lacarra, deputato Pd
“Questo provvedimento non arriva lì dove dovrebbe arrivare: a colpire la povertà sociale, educativa, culturale ed economica, che è poi la vera radice del disagio giovanile. Non riesce a combattere il sentimento di solitudine e disperazione in cui tanti, tantissimi ragazzi, si sentono persi nelle nostre periferie. Ribadisce il rifiuto delle istituzioni ad essere presenti in certi territori, tra certe comunità. Caivano ha aperto una ferita che questo governo e questa maggioranza si sono ben guardati dal rimarginare. E allora quella ferita tornerà presto, e purtroppo, a sanguinare.” Così il deputato Pd Marco Lacarra, motivando il no alla fiducia al decreto Caivano a nome del suo gruppo.
“La delinquenza e la microcriminalità, l’abbandono scolastico, l’uso e l’abuso di alcool e sostanze stupefacenti, i fenomeni di autolesionismo, i suicidi - ha proseguito Lacarra- sono tutti sintomi sempre più evidenti di un male molto più profondo. Ecco, davanti a queste domande, davanti a tutti questi temi, questo ennesimo decreto-legge non dà alcuna risposta.” Per l’esponente Pd “ancora una volta lo Stato sarà, per i cittadini di Caivano e di tutte le altre Caivano d’Italia, uno Stato-Autorità, polizia, giudice e carceriere.
Perché ancora una volta lo Stato ha rinunciato ad essere scuola, assistenza sociale, aiuto familiare. Ha rinunciato ad essere lavoro, ad essere cultura, ad essere sport. Lo Stato ha rinunciato ad essere sostegno. Ad essere cioè presente come opportunità e non solo come tutore dell’ordine e della legge, come pure - ovviamente - deve essere. Ha rinunciato ad essere una alternativa vera alla Camorra, alla Ndrangheta, alla Mafia. Ad essere la strada dritta tra le tante storte che esistono. E sono queste le ragioni per le quali il Partito Democratico voterà contro la fiducia e contro questo decreto”.